Crescere tra le app della salute: il caso studio di maggio è Healthy Virtuoso

Due anni fa ospitammo Lorenzo Asuni di Healthy Virtuoso. Era passato qualche giorno dalla vittoria del premio Marzotto. Giovedì 21 maggio alle ore 17 Lorenzo è tornato come protagonista di Casi Studio. Healthy Virtuoso nel frattempo ha raccolto in tre round più di 700k € di investimento ed è sbarcato anche in UK. Come ha fatto? Lo ha raccontato ai sostenitori di Start Me Up nell’appuntamento di Casi Studio di maggio.

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Healthy Virtuoso premia il tuo stile di vita. Attraverso una app e senza utilizzare GPS e senza tracciare direttamente nessuna attività fisica. Il sistema si basa unicamente sui dati che arrivano da Google Fit (Android) e app Salute (iOS). Virtuoso ha permesso a tante persone di essere più consapevoli. Consapevoli dell’importanza del proprio stato di salute e di un corretto stile di vita. Insieme a Lorenzo abbiamo analizzato i momenti chiave che hanno permesso e all’intero team di ritagliarsi un posto all’interno delle app della salute.

Copertina del caso studio di maggio: app della salute Healthy Virtuoso

Anche a maggio grazie a Casi Studio puoi scoprire le strategie che hanno permesso alle startup di successo di crescere. Mese dopo mese, i founder di alcune tra le migliori startup del Sud Italia stanno raccontato ai membri della community di Start Me Up le mosse e le strategie che hanno permesso ai loro progetti di portare valore a sempre più persone. Dona almeno 15$: non perderai l’appuntamento di questo mese e avrai accesso all’archivio dei Casi Studio passati.

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Foto di Stephen Frank via Unsplash.

Privacy e salute: perché in democrazia non possiamo contrapporre questi due temi.



C’è un aspetto molto importante che in questi giorni di pandemia sta entrando sempre più all’interno del dibattito comune: la privacy e le libertà fondamentali che ci riguardano tutti in quanto cittadini. È un argomento spinoso visto che viene affrontato in un momento in cui la parola d’ordine è preservare quante più persone dal rischio del contagio da coronavirus. Giusto: ma a quale prezzo? Il tema è centrale soprattutto alla luce dell’utilizzo delle app di tracing che dovranno essere adottate nella cosiddetta fase due.

Ne ho parlato una settimana fa circa con Ernesto Belisario, avvocato presso lo studio E-lex, che scrive da tempo di nuove tecnologie in materia di diritto su diverse testate giornalistiche. Ernesto è anche membro della task force nominata dal Governo italiano per l’utilizzo dei dati contro il Covid-19. In questa intervista, è importante sottolinearlo, parla a titolo personale, naturalmente.

La trasparenza e la tutela della privacy come elemento essenziale della democrazia.

C’è un tema che ricorre all’interno di tutta l’intervista a Ernesto Belisario: l’essere all’interno di una democrazia impone una serie di obblighi da parte delle Istituzioni che sono inalienabili, anche in periodi di crisi come quella che stiamo vivendo. Anzi, sarebbe meglio dire, soprattutto in periodi di crisi come quello che stiamo vivendo. E gli obblighi riguardano la trasparenza e la tutela della privacy dei singoli cittadini. Ad esempio, la trasparenza dei processi che regolano la Pubblica Amministrazione in un momento in cui ci si trova – in modo del tutto straordinario – a lavorare a progetti che devono essere pronti in poco tempo (pensiamo agli appalti per la costruzione dei nuovi reparti di ospedali). Oppure la privacy dei cittadini che deve essere garantita da sistemi di controllo invasivi e poco rispettosi. Attenzione! Mettere sulla bilancia da un lato la privacy e l’altra la salute è una dicotomia ingannevole. Il perché lo spiega Ernesto nel corso dell’intervista che trovate all’interno del podcast.

Droni: perché una democrazia non può lasciare spazio agli “sceriffi” del territorio.

Restando sul tema della privacy, l’altro grande punto al centro del dibattito di questi giorni c’è l’utilizzo dei droni da parte delle amministrazioni locali. All’inizio del lockdown alcuni sindaci e presidenti di regione ne hanno infatti minacciato l’uso per il controllo del territorio. A fine marzo era stato il capo della Polizia Franco Gabrielli a porre lo stop all’utilizzo di questi mezzi: il motivo? La sicurezza e la privacy dei cittadini. In realtà, a Pasquetta, è stata la stessa polizia a utilizzare questi mezzi e non solo – ci riferiamo agli elicotteri che provano a sventare una grigliata a Palermo. La giustificazione arrivava dalla possibile massiccia elusione del divieto di rimanere a casa da parte dei cittadini. Una settimana prima che tutto ciò accadesse Ernesto Belisario ci metteva di fronte al fatto di essere membri di una democrazia: una condizione che ci impone di non ricorrere a strumenti simili, nonostante la voglia di alcuni amministratori a sentirsi sceriffi e “padroni” del territorio.

La citazione di Ernesto Belisario su privacy, salute in democrazia

Il nostro ospite infine ci richiama a un senso di responsabilità collettivo. Lo fa parlando di Zoom e delle critiche che sono arrivate da più parti sul suo non rispettare gli standard di privacy. Una nota smentita dalla stessa compagnia che non esula a noi utenti di essere più attenti e verificare, di volta in volta, la sicurezza di una applicazione.


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Foto di Etienne Girardet on Unsplash.

Da Palermo al mondo: Ludwig è il “Caso Studio” di febbraio

Roberta Pellegrino e Federico Papa di Ludwig sono i protagonisti del secondo appuntamento di Casi Studio, il format di Start Me Up che racconta la strategia dietro le startup di successo.
Ludwig è il motore di ricerca che permette di confrontare la frase che si sta scrivendo in inglese con tanti esempi presi da fonti attendibili. Ludwig aiuta quindi chi scrive a capire qual è il modo migliore per esprimere la propria idea.

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Ludwig: in sette mesi da Palermo in 200 Paesi diversi

Nato a Palermo nel luglio 2014, la startup palermitana a fine anno aveva già chiuso un round di finanziamento da 25mila euro. Dopo soli sette mesi dalla pubblicazione della versione beta del servizio, Ludwig è stato usato da 300.000 utenti provenienti da 200 paesi differenti.
Negli anni, questa startup è cresciuta grazie a un bel lavoro di squadra, ai tanti percorsi di incubazione e ad un articolo di Techcrunch arrivato al momento giusto. Ultimamente il team ha usufruito di un percorso di incubazione che ha portato la startup in Cina poco prima che esplodesse il Coronavirus. Stanno tutti bene, ma come tanti altri in questi giorni, stanno affrontando i rallentamenti dovuti alla diffusione di questa patologia.

Roberta e Federico di Ludwig hanno raccontato la storia della loro startup mettendo in evidenza la strategia che ha permesso al progetto di crescere così tanto e così rapidamente.  L’accesso al video di questo nuovo appuntamento di Casi Studio (e al report) è riservato ai sostenitori di Start Me Up che donano almeno 15$ al mese. Fai la tua donazione adesso e potrai “sbloccare” anche la registrazione dell’appuntamento precedente con Spidwit.

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06. Immigrati: non persone da aiutare, ma risorse su cui scommettere



I flussi migratori delle persone sono sempre più al centro del dibattito politico e sociale. Ogni giorno veniamo a conoscenza di storie di immigrati che decidono di lasciare il proprio paese per cercare una nuova vita in Europa. Se per alcuni questo fenomeno è diventato un vero e proprio strumento di propaganda politica, c’è chi invece ha deciso di investire su queste persone, offrendo loro ciò di cui hanno bisogno: la consapevolezza e la formazione per migliorare la propria condizione di vita. Tutto ciò viene fatto attraverso una app che si chiama Mygrants: ne parliamo in questo podcast con la co-founder Aisha Coulibaly.

Mygrants: formare, informare e favorire l’inserimento lavorativo degli immigrati

Chris Richmond e Aisha – i due founder di Mygrants – hanno racchiuso in una sola app gli aspetti fondamentali per formare gli immigrati. Si va da una scheda informativa sul diritto d’asilo a una dedicata alle sfide sociali, dove si raccontano le storie di imprenditori sociali che – nei loro paesi di origine – sono riusciti a operare un cambiamento reale attraverso le proprie azioni. E infine c’è la sezione dedicata all’imprenditoria, dove vengono raccolte tutte le informazioni relative al mondo dell’impresa. Da qui è possibile accedere ad una ulteriore sezione dove gli utenti (i trainees) possono scegliere se continuare a formarsi o iniziare uno stage lavorativo.
Mygrants opera con il più classico dei sistemi di gamification: i trainees avanzano solo se rispondono correttamente alle domande del modulo che viene affrontato.

Un modello virtuoso nella considerazione degli immigrati e nel modello di business

Uno degli aspetti più importanti – a nostro avviso – di Mygrants è la considerazione degli immigrati non come persone da aiutare, ma come risorse su cui scommettere. Un punto di vista che nella narrazione generalista spesso si perde ma che se si va a guardare la storia anche di altri Paesi ha dato dei frutti straordinari. Gli esempi sono tanti, pensiamo a Steve Jobs o Sergey Brin, per citare i più noti. Inoltre – come dice la stessa Aisha – non dobbiamo sottovalutare la condizione di immigrato che racchiude il più delle volte una spinta motivazionale molto forte che solo chi ha rischiato la vita per arrivare in un nuovo Paese ha: questo è un capitale che non va assolutamente sprecato. Inoltre Mygrants ha il pregio di aver strutturato il proprio modello di business sfruttando i fondi destinati alla formazione degli immigrati e – nel caso questi dovessero venire meno – il team ha già in serbo un nuovo revenue model al momento in via di sperimentazione. Infine, anche l’organizzazione di un evento come i Mygrants Days pone al centro della piattaforma gli utenti. Ogni anno infatti il team di Mygrants seleziona i trainees migliori e li raduna a Bologna chiedendo loro di inventare – attraverso un hackathon – nuovi servizi destinati alla formazione dei nuovi utenti.

La citazione di Aisha su Mygrants e immigrati

Se abbiamo deciso di raccontare la storia di Mygrants (se ascoltate il podcast sentirete anche come Aisha e Chris siano arrivati a creare questa app) è anche per dare un piccolo segno di speranza. È bello sapere che in un momento storico in cui c’è molto livore e odio verso gli immigrati c’è chi invece ha deciso di investire su di essi, offrendo loro la possibilità di costruirsi un futuro migliore: che, se ci pensate, è proprio il motivo per cui si sono messi in viaggio.


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La foto di copertina, via.

36. Realizzare app per bambini non è certo un gioco da ragazzi



Vengono identificate come app per bambini anche se il settore è quello delle app educative e non si rivolgono solo ai più piccoli. Marshmallow Games è una bella realtà pugliese che ha da poco chiuso un round di investimenti attraverso la piattaforma di equity crowdfunding Mamacrowd. Di questo e di molto altro parliamo con Cristina Angelillo, cofondatrice dell’azienda.

La scelta dell’equity crowdfunding

Aver scelto di finanziarsi attraverso l’equity crowdfunding è frutto di una serie di riflessioni nate dalla semplicità del modello di business che Marshmallow Games ha. Spiegare al pubblico cosa sono le app per bambini e illustrarne i benefici è qualcosa di estremamente semplice. Inoltre, la pluralità di investitori – ci dice Cristina – rappresenta un valore aggiunto per tutta l’azienda.

Contenuti divertenti e educativi, ma anche sicuri

Uno degli aspetti più rilevanti che vengono fuori dalla descrizione che viene fatta della società è la mole di successi che in questo momento la piattaforma vive. Dal numero degli utenti, al tempo speso sulle applicazioni. I dati, forniti dalla stessa azienda vengono commentati da Cristina durante l’intervista, svelandoci anche il motivo per cui le app per bambini di Marshmallow Games hanno questo successo. Accenniamo anche al tema della sicurezza, caro all’azienda più per l’esperienza di gioco che all’uso di questi dispositivi da parte dei più piccoli: un aspetto che comunque non viene sottovalutato.

La citazione di Cristina di Marshmallow Games, azienda che produce app per bambini

App per bambini: un mercato con un doppio target

La sicurezza fa venir fuori una delle particolarità del mercato delle app per bambini, cioè il doppio target a cui si rivolgono. Se infatti, si lavora per rendere le app sempre più accattivanti e divertenti per i bambini, non bisogna dimenticare che chi ha potere di scelta è il genitore. Va da sé che chi opera nel settore delle app per bambini non deve mai dimenticare di parlare agli uni e agli altri, focalizzando bene i bisogni di ciascuno.

Marshmallow Games: una storia contro gli stereotipi

La storia di Marshmallow Games è interessante perché in controtendenza rispetto a due temi che spesso pongono l’Italia – e il Sud Italia in special modo – agli ultimi posti delle classifiche internazionali. Il team di Marshmallow Games ha sviluppato app per bambini anche per grandi aziende, sfatando così il mito dell’assenza di dialogo tra le grandi corporate e le startup italiane. Questo testimonia come processi di open innovation siano sempre più presenti anche nel nostro paese e siamo felici di poterli raccontare nei nostri podcast.

L’altro tema fondamentale è l’essere donna e imprenditrice. Nel caso di Cristina poi, si aggiunge anche il suo essere madre. Ne parliamo perché è un tema a noi caro, ma anche perché fino al 10 agosto sarà possibile partecipare al Premio Gammadonna. Cristina è stata tra le finaliste qualche anno fa e durante l’intevista racconta ciò che questa esperienza le ha dato.


Foto di Hal Gatewood via Unsplash

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35. La tua salute dipende dalle tue abitudini: sii virtuoso



Quali sono le abitudini che ci aiutano a migliorare il nostro stato di salute? Una app ci aiuta a trovarle. Si chiama Virtuoso, arriva dalla Sardegna ed è uno dei progetti che si è aggiudicato il Premio “dall’idea all’impresa”, uno dei riconoscimenti inseriti all’interno del Premio Gaetano Marzotto 2018. Ne parliamo in questo nuovo podcast di Start Me Up con uno dei fondatori, Lorenzo Asuni.

Abitudini salutari grazie a premi e inter operatività

Lorenzo ci spiega come funziona Virtuoso: come cioè questa app grazie a un sistema di premi, permette ai propri utenti di abituarsi a compiere comportamenti utili per la propria salute, virtuosi, appunto!
La particolarità di Virtuoso è la sua inter operatività con le altre app della salute: una condizione non necessaria per il corretto funzionamento di Virtuoso, ma consigliata, visto che i premi migliori si possono avere solo grazie ai dati che queste altre app registrano.

Il business da far crescere all’interno di The Net Value

Il modello di Virtuoso ha convinto la giuria del Premio Gaetano Marzotto e permette al team sardo di ricevere un riconoscimento in denaro e un percorso di mentorship e di affiancamento all’interno dell’incubatore The Net Value di Cagliari. Nei prossimi mesi il team di Virtuoso lavorerà sull’internazionalizzazione del prodotto, cercando di conquistare i mercati esteri. I risultati che arrivano dall’Italia sono incoraggianti, ci dice Lorenzo, visto che soprattutto nelle ultime settimane i download sono cresciuti in modo spontaneo e senza una campagna di marketing dedicata. Inoltre, il team di Virtuoso si ritroverà a lavorare alla piattaforma e al coinvolgimento dei propri utenti. In che modo indurre le persone a compiere azioni utili per la propria salute? Già in passato Virtuoso ha collaborato con alcune università, adesso il team vuole mettere a sistema questo aspetto.

La citazione di Lorenzo di Virtuoso

App della salute: un mercato in crescita

L’ambito della salute, quello cioè dove opera Virtuoso, ha giocato a favore della startup cagliaritana visto che il tema è uno dei più attuali ed in crescita. Basti pensare al proliferare dei sistemi di monitoraggio dei comportamenti delle persone come i braccialetti o gli smartwatch. Inoltre Lorenzo precisa che restare a Cagliari – dove Virtuoso è nato – per sviluppare il proprio progetto non è certo un limite, anzi! La Sardegna fa parte di Virtuoso che aspira, come ogni progetto digitale, a conquistare mercati internazionali. In più Virtuoso funziona anche su chi lo ha inventato! Non potevamo infatti non chiedere a Lorenzo quali fossero gli effetti della app sulle sue abitudini e sulla sua salute. E a quanto pare funziona…


Foto di Form via Unsplash

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12. Vuoi sapere tutto su un’opera d’arte? Fotografala!



Nel primo podcast del 2018 Start Me Up vi presenta Mereasy, una applicazione che vi permette di avere tutte le informazioni necessarie su un’opera d’arte semplicemente fotografandola. L’idea è di Enrico La Malfa, un professionista catanese appassionato d’arte che ha dedicato anima e corpo a questa applicazione.

Arte, tecnologia, fotografia

Grazie a Mereasy, Start Me Up torna alla sua essenza più pura, quella cioè di voler sostenere i progetti che nascono al Sud Italia e che cercano di farsi spazio. Un podcast che racchiude quindi, come è facile immaginare, tutto l’entusiasmo e le difficoltà di chi decide di fare impresa. Emozioni che sono amplificate se, come nel caso di Enrico, si ha già un lavoro e soprattutto una famiglia. Cerchiamo quindi di capire come è possibile conciliare il tutto, quali sono le soddisfazioni che un percorso del genere offre e perché no, alla fine scaricare questa app che soddisfa un bisogno, a nostro avviso, reale.

La citazione di Enrico di Mereasy

I riferimenti sono tutti sul sito mereasy.com dove troverete anche i link alle due versioni della app: Android e iOS. Come sempre non dimenticate di commentare e votare questo podcast nell’iTunes Store.


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Foto di Fabrizio Verrecchia vista su Unsplash.

30. Le statistiche del basket alla portata di tutti, la mission di MYagonism



Ha a che fare con il basket e con le statistiche e qualche settimana fa ha debuttato nella massima serie di lega basket Italiana. È MYagonism, l’applicazione realizzata a Pavia ma con alcuni collegamenti con il Sud Italia. Start Me Up si sposta su al Nord per raccontare l’ascesa di questa applicazione che, nonostante dialoghi con il basket ad alti livelli, non smette di rivolgersi anche alle squadre di quartiere. Lo spiega Paolo Raineri in questo trentesimo podcast di Start Me Up, che non esclude che MYagonism possa rivolgersi, un giorno, anche ad altri sport.

Link utili

La citazione di Paolo

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#36.radiosmu – La Startup dei matrimoni alla conquista d’Europa Grazie al secondo round di investimenti Martha's Cottage si appresta a invadere il mercato europeo



C’è qualcuno che nella parte sud orientale della Sicilia ha deciso di muoversi in un territorio piuttosto singolare. L’aspetto interessante è che lo sta facendo bene e qualche settimana fa si è aggiudicato un secondo round di finanziamenti che ha portato il capitale dell’azienda a 500 mila euro. Mi riferisco a Martha’s Cottage, e-commerce siracusano dedicato al mondo delle nozze. La notizia del finanziamento ci dà la possibilità di ospitare uno dei fondatori e oggi CEO, Salvatore Cobuzio. «Con il precedente finanziamento abbiamo raggiunto la leadership in Italia – dice ai microfoni di Start Me Up – adesso vogliamo aprire le porte all’Europa e farci conoscere anche lì». Martha’s Cottage potrà inoltre contare sull’appoggio di nuovi soci che sosterranno l’azienda non solo attraverso il denaro ma anche con le proprie competenze, visto che sono stati scelti principalmente tra imprenditori che operano in ambito digitale.
«Il mercato dei matrimoni on-line è strano – continua Salvatore – ed è un po’ come quando Amazon ha iniziato a vendere libri o Zalando a vendere scarpe». Il team di Martha’s Cottage è stato bravo a intercettare un cambiamento che si sta verificando in questi anni e, come è già successo negli ambiti già citati, l’essere arrivati per primi ha degli innumerevoli vantaggi. «Martha’s Cottage nasce da una esigenza personale – racconta ancora Salvatore – e poi si specializza nella vendita di prodotti che difficilmente è possibile trovare off-line. Il tutto a prezzo di fabbrica». Una crescita graduale quindi per una azienda che ha la sede a Siracusa e che sempre più si sta aprendo al mondo. Per conoscere il catalogo di Martha’s Cottage basta andare su marthascottage.com.

Con Moby Blog hai la versione mobile del tuo blog in due mosse

moby_copertinaDa qualche settimana Start Me Up ha la sua versione mobile grazie a Moby Blog, applicazione che permette a chiunque gestisce un blog di creare una versione ottimizzata per dispositivi mobili. «Ma non è il solo vantaggio» dice Michele Riso che l’ha progettata e che ritroviamo dopo averlo sentito qualche anno fa come vincitore dello Startup Weekend Cosenza. Moby Blog può dalla sua parte offrire una community ben strutturata e suddivisa per categorie, scelte tra quelle più ricercate dai motori di ricerca.
Ma il vero punto di forza di Moby Blog è l’estrema facilità di inserimento del blog all’interno della piattaforma. «Basterà infatti andare su mobyblogapp.com, registrarsi e inserire tutti i dati del proprio blog – spiega Michele. Successivamente basterà installare il plugin di wordpress dedicato e avrete la versione mobile del vostro blog». Facile, no?

Grazie a Bollenti Spiriti The Qube avrà il suo spazio di coworking

A febbraio 2015 ci siamo fatti raccontare cosa è The Qube, associazione che promuove la cultura di impresa nel Sud della Puglia. Qualche giorno fa su facebook mi sono imbattuto nel post che documentava la firma che permetterà all’associazione di aprire in collaborazione con le Officine Cantelmo Molo 12, «uno spazio di coworking e una serie di laboratori sia di formazione che di networking» spiega Salvatore Modeo di The Qube. Molo 12 è l’ecosistema che circonda la startup nella fase di avvio: «Se la startup è la barca che si appresta a navigare mari incerti, il molo è il luogo in cui questa barca può rifornirsi e prepararsi al viaggio – spiega Salvatore. 12 sta per Salento: quindi l’dea è che sia il territorio il primo punto di riferimento di una startup». Molo 12 verrà realizzato grazie al progetto “Laboratori Urbani” di Bollenti Spiriti e la firma arriva dopo un anno di attività presso le Officine Cantelmo. Nel corso dei vari eventi è stato chiesto alle persone cosa volessero diventasse quel luogo e la scelta è sintetizzata nel cuore del progetto. Molo 12 aprirà i battenti subito dopo l’estate, tutto dipenderà da quando si riusciranno a iniziare i lavori. «Con molta probabilità – spiega Salvatore – per chi volesse contribuire da subito alla realizzazione dello spazio, organizzeremo dei workshop di auto-costruzione e i partecipanti verranno ripagati con alcuni mesi di convivenza gratuita all’interno dello spazio». Per tutte le informazioni e ulteriori richieste trovate tutti i contatti sul sito theqube.eu.

#28.radiosmu – Il lavaggio auto a portata di app Con Mister Lavaggio hai l'auto pulita dove e quando vuoi. Inoltre parliamo di SSS Cosenza e Seotesteronline.com

«Avere la propria automobile sempre pulita senza dover rinunciare a un’ora del proprio tempo per portarla all’autolavaggio». Spiega così ai microfoni di Start Me Up la nascita di Mister Lavaggio Fausto Pagliara, uno dei cinque soci che ha lanciato un servizio che mira a rivoluzionare il mondo del lavaggio delle automobili. Si perché con Mister Lavaggio ognuno può prenotare il lavaggio della propria auto indicando il luogo in cui lascerà la macchina e poi non dovrà far altro che aspettare la squadra di lavaggisti a cui dovrà aprire semplicemente la vettura. Il tutto sul posto e senza sporcare lo spazio circostante. «Se prima c’era il lavaggio auto classico, adesso possiamo contare su queste squadre di lavaggisti – spiega Fausto – che girano in città con un kit per la pulizia auto». Essendo un servizio di intermediazione Mister Lavaggio non assume direttamente i lavaggisti ma mette semplicemente in contatto domanda e offerta: «Sono tanti che si stanno proponendo per questo lavoro – spiega Fausto – perché a quanto pare è abbastanza remunerativo». Mister Lavaggio è presente in varie città in tutta Italia, principalmente in Lombardia anche se a breve il servizio sarà disponibile anche a Bari, Lecce e Brindisi. Tutte le informazioni (con anche la possibilità di scaricare la app) sono su misterlavaggio.com.

Startup Super School sbarca a Cosenza

ssscosCirca un anno fa attraverso i microfoni di Start Me Up vi abbiamo raccontato di Startup Super School, format inventato dal siciliano Andrea Giarrizzo che vuole portare la cultura di impresa nelle scuole. Adesso Massimiliano Aiello ha deciso di sposare il format modificandolo in alcune sue parti. Così l’8 e il 9 aprile si svolgerà lo Startup Super School Cosenza, evento promosso da ESSE I Solutions (società guidata da Massimiliano), in collaborazione con il Parco Industriale di Rende, il Contamination LAB e il Dipartimento di Matematica e Informatica dell’UNICAL. Rispetto all’evento per come lo conosciamo, a Cosenza verranno coinvolti gli universitari; anche loro, secondo Massimiliano, così come i ragazzi delle scuole superiori «quando studiano, non vedono altro che lo studio anche se farebbero meglio a guardarsi attorno. Così ho pensato che avrebbe fatto bene a loro conoscere meglio le startup». Massimiliano non è nuovo al mondo della formazione: più di una volta è stato nostro ospite per raccontarci le sue iniziative che fino ad ora avevano solo a che fare con la programmazione. «Sono uno startupper da una vita e per la prima volta ho deciso di mettere la mia esperienza imprenditoriale al servizio dei ragazzi». L’evento è fissato per l’8 e il 9 aprile e le iscrizioni sono ancora aperte: trovate tutte le informazioni su cosenza.startupsuperschool.com.

L’analisi della SEO del tuo sito in un tool online

Gestite un sito e dovete sapere se Sto2avete dimenticato qualcosa nei settaggi per l’ottimizzazione seo? Grazie a seotesteronline.com potrete farlo direttamente da soli e senza spendere un euro. L’idea è del programmatore catanese Vittorio Urzì che racconta a Start Me Up di aver creato questo tool principalmente per sé stesso e che quasi per caso ha deciso di metterlo online, ottenendo sin da subito degli ottimi pareri. In effetti seotester è davvero ben fatto, molto semplice all’uso e con una buona qualità sia nella grafica che nei contenuti. «È necessario inserire l’url del sito di cui si intende testare la seo – spiega Vittorio – e il motore di ricerca restituisce i vari parametri che vanno a incidere sull’indicizzazione del sito». Un prodotto destinato a web agency che utilizzano il tool per avere in tempi brevi un report dei siti dei propri clienti o anche a blogger che magari prima di pubblicare il proprio post decidono di effettuare un test di controllo. Il servizio è in beta e Vittorio dice di aver creato il software studiando le numerose guide pubblicate di volta in volta da Google. È attualmente gratuito «e tale rimarrà – assicura Vittorio – sto studiando di inserire alcune funzionalità più specifiche a pagamento, come alcune ricerche particolari o l’assistenza specifica per i clienti. In ogni caso la parte portante del sito resterà gratuita e verrà ampliata». Un lavoro enorme che per adesso Vittorio ha svolto da solo, contando sull’aiuto saltuario di qualche amico. Avete un sito web? Perché non testate subito la seo su seo tester online ?