Non c’è sviluppo senza il bello e gli ultimi: la ricetta di Sud Innovation

Quando fui nominato Presidente della Fondazione CON IL SUD, decisi di incontrare un po’ di esperienze significative del “sociale”. Incontrai a Napoli uno dei più intelligenti ed innovativi operatori che lavora in un quartiere famoso, nel centro della città. Mi disse: “Se riusciamo ad incrociare il bello e gli ultimi faremo veramente sviluppo”. Pensai che era un bell’auspicio, un po’ visionario. La realtà che vedo, mi dice che aveva perfettamente ragione.

Carlo Borgomeo – Presidente Fondazione con il Sud

Così si chiude il libro “Sud Innovation – patrimonio culturale, innovazione sociale e nuova cittadinanza (FrancoAngeli, Milano 2015)” e se riporto questo passaggio non è certo per rovinarvi il finale. È solo che – come ogni cosa nella vita – il senso di un percorso lo si capisce al termine del viaggio. E questo libro è un viaggio reale in quella che è al momento l’innovazione –sociale applicata al patrimonio culturale – nel Sud Italia. Il mio è un parere da spettatore, o meglio operatore, che da qualche anno con il podcast racconta storie come quelle raccolte in questo volume. Alcune sono stranote e grazie a Dio hanno superato la fase di startup, altre (che non conoscevo, lo ammetto!) mi hanno lasciato la voglia di saperne di più e chissà, magari raccontarle attraverso le voci dei protagonisti in una delle prossime puntate.

Un Sud Italia lontano dagli stereotipi che esiste e resiste

Nella presentazione del libro che se ne fa sul sito c’è anche un po’ il punto che ha animato Start Me Up. Il podcast da sempre ha provato a raccontare un Sud Italia diverso, lontano dagli stereotipi del folklore e delle macchiette regionali. Forse oggi lo fa con maggiore consapevolezza, certo che queste non rappresentano più delle semplici deviazioni a un percorso già stabilito, ma delle vere e proprie vie; se d’uscita, decidete voi da cosa. Ma dicevamo della presentazione:

Nella sconfortante situazione generale in cui versa il patrimonio culturale e ambientale italiano, tante iniziative e progetti, promosse perlopiù da cittadini appassionati e determinati, hanno iniziato a destare l’attenzione per aver riaperto luoghi, riqualificato spazi, rigenerato quartieri e riattivato relazioni comunitarie, creando sviluppo locale e arricchimento culturale.

L’aspetto interessante è il filo rosso che accomuna tutte queste storie e che, nella diversità di luoghi e persone, presenta caratteristiche comuni. C’è la voglia di riappropriarsi di luoghi che gli enti preposti, per vari motivi, sono incapaci di gestire, ma anche la volontà di lavorare sul ruolo della comunità. Due aspetti che portano automaticamente e inevitabilmente a inventare una nuova economia. Questa economia sarà così forte da, non dico sostituire, ma almeno affiancare quella preponderante? È la sfida che le storie raccolte in questo libro portano avanti e che, per avere successo, devono mettere in contatto il bello e gli ultimi. Nonostante tutto, nonostante tutti.

Sud innovation. Patrimonio culturale, innovazione sociale e nuova cittadinanza

  • Autori e curatori: Stefano Consiglio, Agostino Riitano
  • Contributi: Alessandro Bollo, Carlo Borgomeo, Fabrizio Cobis, Roberto Ferrari, Alessandra Gariboldi, Alessandro Hinna, Marcello Minuti, Tommaso Montanari, Alessia Zabatino
  • Editore: Franco Angeli (17 ottobre 2016)