Jefferson, l’amaro importante dalla Calabria al tetto del mondo.



L’amaro Jefferson è talmente importante che il suo produttore lo ha scritto nell’etichetta. Se pensi che sia una definizione troppo esagerata devi sapere che questo amaro è stato premiato come liquore più buono del mondo nel 2018, deve il suo nome a uno dei tre americani che dopo un naufragio si sono stabiliti in Calabria e chi lo produce ha impostato la sua azienda secondo i riti e i ritmi contadini. Ma soprattutto, se pensi che definire “importante” questo amaro sia esagerato è perché ancora non lo hai assaggiato.
In questo podcast parliamo con Ivano Trombino di Vecchio Magazzino Doganale, l’ideatore dell’amaro Jefferson.

 


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Perché importante e cosa sono gli amari premium

Se mai ti troverai tra le mani una bottiglia di amaro Jefferson, noterai che sull’etichetta c’è scritto che quello è un amaro “importante”. È il dettaglio che ho notato mentre sorseggiavo questo amaro prodotto in provincia di Cosenza dall’azienda Vecchio Magazzino Doganale. Ivano Trombino, l’ideatore di Jefferson mi spiega che quella scritta serve per posizionare questo amaro una spanna sopra i suoi competitor. Infatti con Jefferson Trombino ha creato – mi racconta – la fascia di amari premium, prodotti cioè hanno un prezzo superiore rispetto agli standard del mercato e che vengono realizzati in maniera diversa rispetto a ciò che si trova nella stessa fascia.

La nascita dell’amaro Jefferson: una storia nella storia

L’amaro Jefferson deve il suo nome all’omonimo marinaio che alla fine del 1800 ha scoperto quel vecchio magazzino gestito da Giocondo Trombino, il nonno del nonno di Ivano, e ha deciso di restare lì insieme ad altri due marinai. La storia, raccontata sul sito ufficiale di Vecchio Magazzino Doganale, sembra essere venuta fuori dalla fantasia di un bravo ufficio marketing ma Ivano mi assicura che è vera. Ma non solo, il modo in cui lui è venuto a conoscenza di questa storia è una storia nella storia.

La citazione di Ivano Trombino di Vecchio Magazzino Doganale, inventore dell'amaro Jefferson

Qualche anno fa, su invito del padre, Ivano si mette alla ricerca del nonno che, partito per gli Stati Uniti, non aveva più fatto ritorno. Dalle sue ricerche, Ivano scopre che il nonno si era fatto una nuova famiglia e quindi Ivano scopre di avere una “nuova” zia. Tra le scoperte c’è anche l’esistenza di questo magazzino che a fine ottocento lavorava come deposito e spaccio per prodotti agricoli; un luogo che nel corso della sua attività aveva ospitato appunti i tre naufraghi americani. Ivano, decide di rimettere in piedi quel Magazzino, lavorando per lo più come fornitore di essenze per aziende liquoristiche finché non inventa la miscela che diventerà poi l’amaro Jefferson.

Una certa idea di impresa e di artigianalità

C’è infine un altro aspetto che questa intervista mette in evidenza. È la concezione che Ivano Trombino ha della sua azienda. Un concetto che ha a che fare con l’essere artigiano che non significa cioè fare tutto in casa. Essere artigiano per Ivano Trombino significa essere un produttore i cui metodi di produzione sono in accordo con la ciclicità della natura e la propria banca degli infusi. Ma non solo. È lui stesso a definirsi più un produttore che un imprenditore perché vuole mantenere vivo – mi dice – il suo rapporto con la terra (che ancora oggi lavora) e i suoi collaboratori.

Una genuinità che, seppur indirettamente, influisce sulla bontà dei prodotti e che li rende, manco a dirlo, importanti.


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Foto di copertina di Francesca Procopio.

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Speciale UnicaLab: Emperìa è il progetto premiato dalla community di Start Me Up



Lo scorso 26 marzo sono stato tra i giurati della finale della terza edizione di “UniCaLab”, il contamination LAb dell’università della Calabria. A me è stato affidato il compito di assegnare l’UniCaLAb Speaking, il premio dedicato al team che ha esposto meglio la propria idea di impresa. In palio c’era la partecipazione a questo podcast realizzato per l’occasione.

La citazione di Maurizio Muzzupappa di Unical

Anche per questo motivo è per me un onore e un piacere ospitare il team di Emperìa, cioè Donata Bilotto, Federica Gigliotti, Gina Venneri e Carmelo Giofrè. Inoltre, mi faccio raccontare qualcosa di più sul Contamination Lab di Cosenza dal prof. Maurizio Muzzupappa, delegato del rettore al trasferimento tecnologico dell’Università della Calabria.


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La contaminazione (buona) che crea cultura di impresa

Come è facile immaginare il Contamination Lab nasce nel segno della contaminazione delle idee. Per questo motivo il laboratorio è aperto agli studenti di qualsiasi facoltà dell’ateneo che lo promuove. Più il gruppo è eterogeneo, più sarà facile intrecciare le connessioni. Una regola che non vale solo per gli studenti, ma che spesso include anche i “professori”. Se metto professori tra virgolette è perché le docenze sono spesso affidate a esperti del mondo dell’impresa o a dei veri e propri imprenditori.

La citazione di Federica di Emperìa - Unicalab

È uno degli obiettivi degli organizzatori, mi spiega il prof. Maurizio Muzzupappa, delegato del rettore al trasferimento tecnologico dell’Università della Calabria in questo podcast speciale, fare in modo che diverse realtà entrino in contatto tra loro. Un percorso che porta i suoi frutti e che – al termine – permette ai team vincitori di essere seguiti durante la creazione di impresa. È bello vedere – ci dice ancora il professore – studenti che si appassionano alla vita di impresa. Sono segni che in Calabria e in generale al Sud assumono un significato ancora più importante perché sintomi di una nascente cultura di impresa: “Non c’è lavoro? Creiamocelo!”.

La citazione di Gina di Emperìa - Unicalab

Emperìa, la piattaforma del turismo esperienziale che ha vinto il premio UnicaLab Speaking

Se Adiutor, Fly Away e Skulpt sono i tre progetti vincitori di questa terza edizione di UniCaLab, il premio per la migliore esposizione è stato assegnato a Emperìa. Il team ha illustrato con competenza e chiarezza il valore del progetto che rientra nel turismo esperienziale. Attraverso una piattaforma proprietaria, Emperìa permette al visitatore di organizzare autonomamente una serie di attività sul posto. Il gruppo, formato da tre storiche dell’arte e un ingegnere gestionale, ha strutturato l’idea nel corso del Contamination Lab lasciando che le competenze si mescolassero. È l’aspetto che più li ha colpiti, dicono nel podcast.

La citazione di Donata di Emperìa - Unicalab

UnicaLab Speaking: in che modo è stato assegnato il premio?

Mi sembra infine utile spendere due parole sul processo che ha portato alla valutazione di Emperìa come team vincitore dell’UniCaLab Speaking.
Un grazie va a Sonia Gennaro, Giuseppe Arrigo e Mattia Rapisarda (tutti membri della community) che hanno partecipato attivamente alla valutazione degli abstract di ciascun team. A me è spettato il compito di valutare l’esposizione degli studenti prendendo in esame quattro fattori: il public speaking, la comprensione da parte del resto della giuria dell’idea di impresa, i tempi di esposizione e la grafica utilizzata nelle slide. La somma dei punteggi accumulati ha fatto in modo che a vincere sia stato il team di Emperìa.

La citazione di Carmelo di Emperìa - Unicalab


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Si scrive rivoluzione, si legge rigenerazione



C’è un paese in Calabria in cui è in atto una rivoluzione molto particolare, portata avanti dalle seppie. È una rivoluzione che parla di rigenerazione urbana, è collegata alla London Metropolitan University e coinvolge studenti, professionisti e ovviamente i cittadini del paese. Il paese in questione è Belmonte Calabro, in provincia di Cosenza dove qualche giorno fa si è chiuso il workshop “Dagli scarti”. Questo è solo l’ultimo degli appuntamenti promossi dalla Rivoluzione delle Seppie. Ne abbiamo parlato in questo podcast con Rita Elvira Adamo.

Una nuova pedagogia legata a ciò che il territorio può offrire

Uno degli obiettivi della Rivoluzione delle Seppie è creare una nuova pedagogia per tutti i campi creativi. E, ci dice, Rita, questo obiettivo viene perseguito attraverso il learning by doing, permettendo a studenti di lavorare in prima persona a un progetto sul campo, partendo da ciò che il territorio può offrire. È un tipo di insegnamento che rientra nel percorso formativo offerto dalla London Metropolitan University che ciclicamente invita i propri studenti a vivere esperienze di questo tipo. E la Rivoluzione delle Seppie parte proprio da qui: nel 2016 per la prima volta un gruppo di studenti provenienti da varie parte del mondo (Rita è nata a Cosenza ma già allora studiava e viveva a Londra) arriva a Belmonte Calabro per lavorare al progetto di riqualificazione della Casa delle monache insieme a un gruppo di ragazzi migranti e il collettivo di architetti Orizzontale. L’unicità sta nel fatto che dopo quella esperienza le Seppie sono tornate ciclicamente in Calabria con nuovi esperimenti di rigenerazione urbana. L’ultima volta a inizio febbraio.

La citazione di Rita della Rivoluzione delle Seppie

Dagli Scarti” è stato l’ultimo appuntamento in ordine temporale che si è svolto a Belmonte Calabro. L’obiettivo del laboratorio era quello di concepire lo scarto come materiale di partenza per dar vita a qualcosa di nuovo o di altro. Una sorta di provocazione che induce a pensare oltre al prefabbricato, al perfetto, al curato per concepire quel che non ci è più utile, quindi scartato, come risorsa che ponga sotto una nuova luce quello che sembrava perduto.
“Dagli Scarti” è stato organizzato dalle “Seppie” insieme ai suoi partner principali Ex Convento, Orizzontale e l’università inglese, The Cass, con il patrocinio del Comune di Belmonte Calabro.

Rivoluzione delle Seppie vs Gentrificazione

Il modello di rigenerazione urbana proposto dalla Rivoluzione delle Seppie ci sembra una risposta concreta al dramma dello spopolamento dei piccoli borghi italiani, da contrapporre a quello decisamente più invasivo della gentrificazione. Le Seppie stanno trasformando Belmonte letteralmente “passo dopo passo”, dando il tempo alle persone che non abitano lì di frequentarlo e sentirlo proprio e alle persone del luogo di vederlo cambiare e accettando queste trasformazioni, intervenendo quando necessario. In più, aver acceso i riflettori su una realtà come Belmonte permette alle istituzioni e ai privati di accorgersi di questo luogo e quindi intervenire con gli investimenti necessari per una reale rivalutazione non solo di tipo sociale ma anche strutturale.

È un discorso che vale per Belmonte Calabro ma che potenzialmente potrebbe riguardare tutti gli altri borghi che vivono il dramma dell’abbandono.

Per saperne un po’ di più sul fenomeno della gentrificazione:


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Foto di copertina, via.

Festival estivi al Sud Italia visti dalla nostra Camera preferita

Abbiamo pensato di dedicare il nuovo numero di Camera a Sud ai festival estivi in giro per il Sud Italia. Abbiamo riflettuto a fondo per capire quale potesse essere il criterio per elencarli e classificarli. Lo chiariamo subito: non c’è. Siamo andati un po’ a memoria (gli organizzatori di alcuni di questi festival sono stati nostri ospiti in passato) e un po’ per quello che ci piace di più.

Consideriamo però questo un post in aggiornamento. E quindi, segnalateci pure i vostri festival e/o eventi in giro per il Sud Italia che si svolgeranno questa estate, saremo ben lieti di inserirli nel nostro elenco. I festival sono elencati in ordine temporale.

> Countless Cities

Nel tempo FARM CULTURAL PARK ci ha abituato a cose sempre più incredibili e bellissime. Quest’anno ha deciso di spingersi un po’ più in la con Countless Cities la Prima Biennale curata da Andrea Bartoli e co. dedicata alle città del mondo. Da fine giugno a fine ottobre Favara avrà come focus principale le città del continente Africano. Un programma ricchissimo con 19 padiglioni, 23 città rappresentate, e una serie di eventi ufficiali e collaterali. Inoltre, Countless Cities ospita la mostra personale di David Adjaye, architetto ghanese naturalizzato britannico, noto per il suo approccio democratico all’architettura. Un modo per riflettere sul senso dell’abitare e le sfide che ci aspettano in quanto cittadini del mondo. Super!

Countless Cities si svolgerà a Favara (AG) tra il 29 giugno e il 27 ottobre 2019. Maggiori info: countlesscities.com.

> Ortigia Sound Sistem

I ragazzi di OSS avevano fregato anche noi ai tempi, pensando che il loro fosse solo un festival di musica elettronica. In realtà è una festa, nel vero senso della parola. E poi si sta a mare e si ascolta musica, serve altro d’estate? No, per questo non dovreste perdere il boat-concert di Colapesce che apre questa edizione, ma soprattutto dovete partecipare almeno a un boat-party in programma: musica su una barca in mezzo alla baia di Siracusa con il sole al tramonto e un sacco di ciambelle colorate pronte a aiutarvi nel caso decideste di fare un bagno. E poi i concerti la sera all’interno del Castello Maniace sono un vero e proprio spettacolo, in tutti i sensi. Metteteci infine che siete dentro Ortigia. Beh, saremo ripetitivi ma davvero, serve altro?

Ortigia Sound Sistem si svolgerà a Siracusa tra il 24 e il 28 luglio 2019. Maggiori info: ortigiasoundsystem.com.

> Ypsigrock – 23 edition

Ypsigrock è il papà dei festival alternativi del Sud Italia. Molti dei nomi che sono passati sul palco di piazza Castello sono poi diventati dei veri e propri fenomeni della musica internazionale. Oltre alla line-up di tutto rispetto che quest’anno vede come headliner i The National, Ypsigrock è speciale per l’aria che si respira a Castelbuono in quei giorni. I concerti in programma tra il pomeriggio e la sera, il panettone Fiasconaro servito direttamente dall’omonima pasticceria in piazza, gli asinelli che girano per il paese guidati dagli addetti del servizio di raccolta rifiuti. Se siete lì non potete non passare da Putia Art Gallery.

Ypsigrock si svolgerà a Castelbuono (PA) tra l’8 e l’11 agosto 2019. Maggiori info: ypsigrock.it.

> La Guarimba International Film Festival

Il programma della settima edizione de La Guarimba verrà presentato il 25 giugno a Roma, ma siamo abbastanza sicuri di consigliarvi questo festival per la nomina e la forza dirompente che il suo fondatore, Giulio Vita, ha. Giulio è stato anche nostro ospite in passato e a lui va il merito di aver tradotto con tenacia e passione il motto de La Guarimba: portare il cinema alle persone e le persone al cinema. Il tutto fatto con un occhio all’internazionalità e alla società in cui il festival è inserito. Una comunità che va oltre i confini di Amantea e della Calabria intera. Un festival che ci aiuta a pensare in grande.

La Guarimba si svolgerà tra il 7 e l’11 agosto 2019 ad Amantea. Maggiori info: laguarimba.com.

> Mish Mash Festival

Il Mish Mash è uno di quei eventi che è cresciuto negli anni. Si svolge a Milazzo in provincia di Messina nella zona del Castello e anche questa edizione offre una lineup con alcune certezze e tante promesse. Un elemento che da sempre ha caratterizzato questo festival che non è mai andato alla ricerca del nome di grido, ma ha sempre proposto lineup di ottima qualità e varietà. Personalmente non perderei per niente al mondo l’esibizione degli I hate my village, quindi se pensate di andarci, fate un fischio che una birra insieme ce la pigliamo.

Mish Mash Festival si svolgerà tra l’11 e il 14 agosto 2019 a Milazzo (ME). Maggiori info: mishmashfestival.com.

> Jazzinn

Menzione speciale per Jazzinn, il festival organizzato da Fondazione Ampioraggio che vi abbiamo raccontato in un podcast lo scorso anno e in un altro un mese fa circa.

***

Quali festival al Sud Italia ci siamo persi? Segnalaci! Saremo ben lieti di inserirli nella nostra lista!

Dalla community ci segnalano:

> Olimparty Messina

Si svolge ormai da 8 anni sulla costa tirrenica di Messina, in Sicilia. L’Olimparty è una festa dello sport che porta 14 discipline sulla spiaggia con tornei e sfide per appassionati e non. In più, la sera spazio alla musica con esibizioni dal vivo e dj contest. Questo format ha dato vita a un’altra manifestazione (che si svolge a settembre) dedicata ai disabili, il parolimparty.

Siamo in attesa di conoscere il programma dell’edizione 2019 che si terrà a Messina tra l’8 e l’11 agosto 2019. Tutte le informazioni su olimparty.it.

> Art and Music Fest-#iamfest

“I modi intelligenti, creativi e fantasiosi di collegare le idee alla loro materializzazione sono importanti. Perché il futuro conta e useremo qualsiasi mezzo possibile per progettare mondi migliori, incluso il dispiegamento simultaneo di realtà, finzione, arte e design.”

L’Art and Music Fest è il festival della rigenerazione urbana che ha luogo nell’entroterra siciliano, nel cuore del centro storico di Lercara Friddi (PA). La ricerca della bellezza avviene laddove essa stessa è nascosta, tra vicoli, stradine, edifici abbandonati e scalinate ciottolate di un caratteristico quartiere. La sfida di quest’anno sta nel mettere in discussione e interrogare le pratiche sociali e tecnologiche, le tendenze culturali e i problemi emergenti per suscitare la comunità a chiedersi qual è il proprio posto nel mondo e a ragionare sul futuro.

Dal 2 al 4 agosto, la quinta edizione del festival ospiterà street artists, musica live, video makers, fotografi, designers e architetti. Presto il programma sull’evento facebook.

Foto di copertina: insegna all’ingresso di piazza Castello a Castelbuono (PA)

Il turismo dei borghi del Sud Italia passa per un portale italo-tedesco



Il turismo esperienziale è ormai entrato nella quotidianetà di chi si occupa di viaggi e – lo dicevamo anche noi tempo fa – il trend è sempre più legato a ciò che una persona può fare oltre a ciò che può vedere mentre visita un posto per vacanza. Tra i vari portali dedicati che permetto ai turisti di vivere “come la gente del posto” ci ha colpito Amavido. Ne parliamo con uno dei suoi co-founder, l’italo-tedesco Dominik Calzone.

L’esperienza di Amavido nasce in Calabria: turismo “trasformativo”

Il portale del turismo per i borghi AmavidoAmavido nasce dall’esperienza diretta di Dominik e della sua famiglia che ogni estate tornava nel paese originario dei nonni, Longobardi (CS). Negli occhi di un bambino tedesco quel paese appariva come un mondo a parte, fatto di costumi, sapori e odori totalmente diversi dal luogo in cui solitamente viveva. Crescendo, quello che risalta agli occhi di Dominik e della sorella Marie-Janet è il progressivo spopolamento di questo paese e l’impoverimento a cui sembra essere condannato. Così, l’acquisto della casa dei nonni da parte del padre dà l’idea ai due fratelli di mettere in piedi Amavido.

Amavido permette ai turisti stranieri, al momento principalmente tedeschi, di passare qualche giorno in un borgo del Sud Italia, vivendo con gli altri abitanti. Dominik parla di turismo “trasformativo” un tipo di vacanza cioè che permette alle persone di rilassarsi ma anche di cambiare, entrando in contatto con chi vive in modo totalmente diverso dal proprio. L’intento di Amavido è da una parte quello di soddisfare la domanda sempre più crescente di questo tipo di turismo. Dall’altra, è dare nuova vita a questi borghi e alle persone che hanno deciso di rimanere lì: un modo per mantenere vive e trasmettere le tradizioni che spesso sono secolari.

Amavido alla ricerca di investitori

Il team di Amavido al momento è impegnato in una campagna di crowdinvesting. La società è tedesca ma ha una sede anche in Italia. Dominik ha fondato questa azienda insieme alla sorella Marie-Janet e la destination manager Lucia Tomassini. Loro tre hanno già raccolto il consenso di alcuni investitori che stanno seguendo il progetto dal punto di vista finanziario. Adesso attraverso il portale backtowork stanno raccogliendo investimenti: in base al finanziamento sono previsti delle ricompense. I soldi permetteranno al team di Amavido di informatizzare i processi che stanno dietro il portale e allargare il proprio raggio di azione.

La citazione sul turismo di Domink di Amavido

Amavido fa delle differenze il proprio punto di forza: essere stato creato da persone con origini italiane, l’aver sperimentato con mano – prima dei propri clienti – la forza della propria offerta vivendola sulla propria pelle. L’internazionalità del team e le loro esperienze fanno il resto. Sono tutti elementi che permettono a Amavido di poter dire la sua in un mercato sempre più caotico e estremamente competitivo come quello del turismo.

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14. Smart working: mettere al centro il benessere di chi lavora



L’ospite di questo podcast ha deciso di puntare tutto sullo smart working. Se state pensando al lavoro da remoto state considerando solo una parte del tutto. E allora dovete ascoltare l’intervista a Francesco Biacca di Evermind, soprattutto se – come Francesco – siete convinti che il lavoro non debba essere qualcosa buono solo a farti arrivare uno stipendio a fine mese.

È lo smart working, bellezza…

8 anni fa Francesco ha deciso che lavorare all’interno di una azienda non gli bastava più. Ha perciò investito insieme a un gruppo di persone in quello che più gli piaceva: un lavoro che mettesse al centro il benessere della persona. Crea così Evermind una azienda che si occupa di sviluppo software, strategie digitali, digital innovation, brand identity e formazione. La particolarità sta nel definire Evermind una smart working company: una società cioè che attraverso un uso sapiente della tecnologia e delle risorse valorizza il benessere dei propri lavoratori.

la citazione di Francesco sullo smart working

Questo permette a Francesco di vivere a Nicotera, in Calabria. Ci si è trasferito dopo 15 anni di vita a Roma e ai nostri microfoni dice che non tornerebbe indietro. Francesco si definisce un calabrese di ritorno, un fenomeno attuale quasi quanto quello della fuga dei cervelli, e grazie alla tecnologia e una rigorosa organizzazione riesce a lavorare con colleghi e clienti in tutta Italia.
È lo smart working, un concetto che Francesco snocciola domanda dopo domanda in questo podcast: dalle sue parole traspare la volontà di vivere pienamente una condizione lavorativa che certamente non è esente da difficoltà, ma che permette a chi la vive di godere di benefici spesso anelati da chi svolge mansioni per otto ore in un ufficio in una grande città. Si tratta quindi di qualità della vita, che ha un costo sia chiaro, ma che sentendo parlare Francesco ha un ritorno ben più grande.

Restituire al territorio la propria bellezza: il festival dell’ospitalità

Nell’ultima parte dell’intervista con Francesco non possiamo non citare il festival dell’ospitalità, un format che Evermind organizza dal 2015. È il modo che questa azienda ha di restituire qualcosa al proprio territorio, spiega Francesco. Un festival che parla volutamente di ospitalità e viaggiatori e non di semplici turisti perché è dedicato alla lentezza dello scoprire i luoghi e i piccoli borghi di Calabria. Un metodo che anno dopo anno riscuote sempre più consensi.
Da qui parte una riflessione sul comparto turistico soprattutto del Sud Italia e di possibile strategie per valorizzare quello che spesso è stato identificato come il petrolio di questi territori. Francesco, dalla sua esperienza, ha un’idea ben precisa che viene fuori da questo podcast che ovviamente vi invitiamo a ascoltare per intero.


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foto di copertina Sabri Tuzcu via Unsplash

FaRo, Fabbrica di saperi a Rosarno: finalmente ci siamo!

Sabato 20 ottobre alle ore 17 FaRo – Fabbrica dei Saperi a Rosarno (RC) apre ufficialmente! Dopo un anno di lavori il centro apre le sue porte ai cittadini, alle idee, alla manualità e alla voglia di stare insieme: lo scopo è dar vita ad un nuovo centro culturale in Calabria. E noi non possiamo che esserne felici!

Cosa è Faro – Fabbrica di saperi a Rosarno

Faro è uno dei progetti vincitori del bando Culturability del 2017. L’obiettivo era riattivare e trasformare la Mediateca “Foberti” di Rosarno da luogo di semplice consultazione di libri a centro di formazione, produzione e accesso alla cultura e all’informazione, offrendo servizi utili e nuovi per la cittadinanza. Poco meno di un anno fa Start Me Up aveva intervistato Erica Astolfi e Ettore Guerriero, due membri del team che hanno lavorato al progetto. Avevano da poco festeggiato l’inizio dei lavori che li ha visti impegnati per tutto l’anno e che si concluderanno questo sabato.

Faro - fabbrica dei saperi player

Il programma dell’inaugurazione di FaRo

Il programma di FaRo - fabbrica dei saperi a RosarnoQuesto sabato la festa di inaugurazione partirà alle ore 10 del mattino con “Che futuro FaRei?”:  un grande foglio bianco verrà messo a disposizione dei cittadini più piccoli che saranno liberi di colorare e immaginare la città dei propri desideri. Alle 16 ci sarà poi l’esibizione della Banda giovanile di Laureana di Borrello che animerà le vie cittadine e alle 17, infine, l’apertura ufficiale del centro FaRo, alla presenza delle istituzioni e delle autorità.

Per seguire le attività e restare in contatto con FaRo – Fabbrica di Saperi a Rosarno facebook.com/FaroRosarno.

Foto di copertina: un’immagine della festa del 6 novembre 2017, via.

Le startup del FoodTECH e TourismTECH si incontrano a Scilla

Si concentra su FoodTECH e TourismTECH la quarta edizione dello SpinUp Award. Come lo scorso anno l’evento ritrova il fantastico scenario del Castello Ruffo del comune calabrese dopo le prime due edizioni svoltesi a Capri. Lo scopo del premio è quello di permettere l’incontro di Startup e PMI con investitori, imprenditori, ricercatori e docenti universitari, istituzioni e professionisti, affinché possano nascere opportunità reciproche di business.

La Startup Competition premierà 3 startup o PMI del settore FoodTECH e altrettante del settore TourismTECH. Il 21 settembre scorso sono stati annunciati i finalisti che competeranno per il premio assoluto (uno per ogni categoria).

I finalisti per la categoria FoodTECH sono:

  • Bermè Service Srl;
  • Epyg;
  • Smart Farm: the vision farming;

Mentre per la categoria TourismTECH sono stati invece selezionati:

  • ANCIENT & RECENT
  • Sooneat
  • Tripoow

La startup del FoodTECH che ha vinto l’edizione 2017

L’edizione 2017 dello SpinUp Award è andata a Revoilution e HotelBrand. La startup calabrese del FoodTECH ha brevettato EVA, il prototipo che permette a chiunque di avere olio sempre fresco e da alcuni definito la Nespresso dell’Olio di Oliva. Per la parte ToriusmTECH invece, il premio è andato a HotelBrand, il primo rate checker (comparatore di tariffe) gratuito per alberghi al mondo.

Olio Oliva Revoilution casa

Clicca sull’immagine per ascoltare l’intervista a Roberto Fazzari di RevOILution

La partecipazione come spettatore allo SpinUp Award è gratuita, tutte le informazioni sono su spinupaward.com.

37. Investire nel lavoro e nello sviluppo della Calabria: la sfida di De Masi



Antonino De Masi è figlio di una Calabria che ha deciso di investire nel lavoro con aziende fortemente legate al territorio. Se state pensando a qualcosa di tradizionale siete leggermente fuori strada perché noi abbiamo contato quattro brevetti, ma lui durante l’intervista ci ha corretto: sono molti di più.

Le aziende De Masi ruotano intorno al mondo agricolo, producendo macchine per chi cura i campi, con una vocazione, manco a dirlo, verso gli uliveti e gli agrumeti. Inoltre, il dott. De Masi ha brevettato una cabina antisismica che può essere collocata in ogni abitazione e che rappresenta un posto sicuro in caso di terremoto. A questi progetti si è unito da poco anche il bio forno, un forno a legna che permette di tenere solo la parte buona del calore sprigionato dal legname. Uno dei problemi di chi cuoce i cibi a legna è infatti la salubrità di questo tipo di cottura che è ancora più aggravata dall’utilizzo di legname di risulta, non conforme cioè alla cottura. Il forno brevettato del dottor De Masi destina le particelle nocive a una camera dedicata e permette così ai cibi cotti di trattenere solo gli elementi buoni del calore.

Investire nel lavoro attraverso una public company

Questo progetto è stato sì brevettato dall’azienda del dott. De Masi ma è un’idea di un giovane studente calabrese su cui il dott. De Masi ha deciso di investire. È l’esempio migliore che De Masi potesse presentare per veicolare il suo nuovo progetto di public company. Una azienda che funzioni come un incubatore privato che permetta, attraverso fondi e competenze, di far crescere le idee di chi in Calabria ha deciso di restare. Ed è una azienda che vuole essere il più aperta e trasparente possibile. Per questo motivo al momento è attiva una open call che cerca investitori privati che vogliono credere in questo modello di progresso.

la citazione di Antonino su investire nel lavoro

È il modo che il dott. De Masi ha scelto per contribuire allo sviluppo del Sud Italia, lui che a causa della sua storia imprenditoriale oggi vive sotto scorta. Non raccontiamo nello specifico cosa è accaduto, ma il dott. De Masi ci spiega che nel corso di una riconversione da azienda artigiana a una industriale si è imbattuto nella criminalità organizzata e in un sistema bancario che lo ha penalizzato. Una storia che non si è ancora conclusa visto che si sta aspettando la verità processuale. Lui però non volendo aspettare ha deciso di dar vita a questo nuovo progetto.
Per questo motivo nell’intervista che ascolterete in questo podcast ricorre continuamente (e giustamente, aggiungiamo noi) il lavoro come antidoto alla malavita e come volano di sviluppo. Uno sviluppo che non può che passare da chi al Sud ci vive e decide di lavorare, in modo sano e nel totale rispetto della legge.


Foto di un momento dell’evento del 6 luglio, via facebook

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Ascolta la playlist con le canzoni scelte dagli ospiti di Start Me Up.

04. Il valore (anche) economico dell’impresa culturale



In occasione della presentazione alla cittadinanza di FaRo – Fabbrica dei Saperi a Rosarno ospitiamo in questo quarto podcast Erica Astolfi e Ettore Guerriero. I due fanno parte del team che ha permesso al progetto di essere tra i 7 vincitori del bando Culturability 2017. L’obiettivo di FaRo è riattivare e trasformare la Mediateca “Foberti” di Rosarno (in provincia di Reggio Calabria) da luogo di semplice consultazione di libri a centro di formazione, produzione e accesso alla cultura e all’informazione, offrendo servizi utili e nuovi per la cittadinanza.La citazione di Erica

Con Erica e Ettore ripercorriamo la storia che ha portato questi ragazzi che vivono in varie parti di Italia a mettersi insieme per ridare vita a questo luogo situato in un palazzo che una volta ospitava il Comune della città calabrese. La volontà di fondo è creare un polo che possa attirare tutti gli abitanti della piana di Gioia Tauro e mettere in risalto il buono che a Rosarno c’è e che troppo spesso purtroppo non trova spazio sulla stampa locale e nazionale.

Come nasce FaRo?

FaRo è un progetto che nasce dall’esperienza di alcuni festival di rigenerazione urbana e muove i primi passi da Kiwi, deliziosa guida di Rosarno che i più attenti forse ricorderanno perché è già stata citata da Ciccio Mannino quando è venuto a trovarci durante la passata stagione di Start Me Up. E nei piani di FaRo c’è proprio l’intenzione di creare una piccola casa editrice che possa dar vita a esperienze simili e possa raccontare la vita degli abitanti di questi luoghi.

Impresa culturale

Impresa culturale non significa necessariamente Volontariato

Un lavoro che ha in sé una forte connotazione sociale che non può e non deve essere confuso con il volontariato. Oltre al riscatto per Rosarno e i forti legami con Kiwi in questa intervista risuona forte la voglia di sottolineare che ci sono professionalità in gioco e che questi ragazzi fanno sul serio. La citazione di Ettore di FaroUn aspetto non da poco e siamo contenti che Erica e Ettore lo evidenzino più volte. Il volontario è sicuramente un punto di partenza, ma successivamente è necessario riconoscere il valore anche economico di un progetto culturale come FaRo.

Un valore che a poco a poco, viene riconosciuto anche grazie a bandi come Culturability e le numerose esperienza che in tutta Italia, seppur a fatica, ogni giorno coniugano ricchezza economica e culturale.

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