Cubbit, il cloud storage che è nato grazie a Airbnb Il progetto ha vinto il Premio growITup ICT al PNI 2016



Cubbit, si presenta come valida alternativa ai servizi di Cloud Storage attualmente in commercio. Il nome deriva dall’unione dei termini cubby (ripostiglio) e bit (l’unità di misura dell’informatica) – per questo motivo si legge Cabbit – e alla XIV edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione si è aggiudicato il Premio growITup ICT. Stefano Onofri spiega ai microfoni di start Me Up che Cubbit è una soluzione di cloud distribuito che permette all’utente di abbattere i costi di archiviazione (con un account free di dropbox, per dirne una, avete solo 2 GB a disposizione), con una serie di vantaggi connessi che potete conoscere se ascoltate l’intervista che chiude questo undicesimo podcast di Start Me Up. Una menzione speciale va fatta sulla privacy che è garantita da Cubbit in due modi: essendo una piattaforma di cloud distribuito la gestione della password è a uso esclusivo degli utenti. Inoltre i file da archiviare vengono divisi e depositati in vari hard disk, evitando così in caso di eventuali attacchi che un file possa essere violato.

Il progetto nato grazie ai soldi ricavati dagli affitti di Airbnb

Cubbit è riuscito a muovere i primi passi grazie a Airbnb perché il team per autofinanziarsi ha rimesso a nuovo un appartamento di uno dei soci e lo ha adibito a ufficio di giorno e a stanze da affittare attraverso la piattaforma di sharing economy durante le notti. Questo ha dato loro la possibilità di avere dei soldi da poter investire nel progetto.

Cubbit sarà presto in vendita ma se vi aspettate una sorta di elettrodomestico vi sbagliate di grosso: il cuore del progetto è nel software che il team fa girare su un Raspberry Pi che può essere acquistato su Amazon a meno di 50 €. Se già se ne possiede una, allora potrete partecipare alla fase di pre-market: basta fare esplicita richiesta su cubbit.net.


Panoxyvir, non un semplice spray nasale


Il Premio Nazionale per l’Innovazione 2016

La XIV edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione (PNI), la più grande e capillare business plan competition italiana, è organizzata come sempre da PNICube ed è stata ospitata quest’anno dall’Università di Modena e Reggio Emilia, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.

Il PNI – a cui concorrono i migliori progetti d’impresa innovativa vincitori delle 16 StartCup regionali che coinvolgono oltre 40 tra università, incubatori e istituzioni – ha visto quest’anno la partecipazione di 3.440 neoimprenditori, per un totale di 1.171 idee e 511 business plan presentati. I vincitori sono stati selezionati tra le 65 startup finaliste da una qualificata Giuria composta da 48 esponenti d’eccellenza del mondo dell’impresa, della ricerca universitaria e del venture capital, sulla base di criteri come originalità dell’idea imprenditoriale, realizzabilità tecnica, interesse per gli investitori, adeguatezza delle competenze del team, attrattività per il mercato.

1,5 milioni di euro il montepremi complessivamente erogato: oltre 500.000 euro in denaro e circa un milione in servizi, offerti dagli Atenei e dagli incubatori soci di PNICube. E, per la prima volta, tutti e quattro i premi settoriali, dell’ammontare di 25.000 euro ciascuno, hanno avuto un main sponsor, segnale estremamente positivo a testimonianza della crescente apertura delle imprese all’Open Innovation.

Leggi il comunicato stampa completo per conoscere anche i vincitori delle menzioni speciali.

La citazione di Stefano

Stefano Onofri di Cubbit

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Nelle relazioni c’è il futuro del turismo Seconda parte dello speciale di Start Me Up dedicato a TravelTech



Il mercato del turismo sarà sempre più incentrato sulle relazioni e le esperienze. È più o meno questo il parere di Stefano Ceci, membro del Comitato Permanente del Governo per la Promozione del Turismo che ha aperto il panel degli interventi ascoltati durante TravelTech, Nuove opportunità di Business per il turismo. L’evento che rientra nel GIOIN, si è svolto il 24 novembre presso l’incubatore palermitano di Digital Magics.

Il secondo podcast dello speciale che Start Me Up ha dedicato all’appuntamento si apre proprio con le parole di Ceci che nel suo intervento ha mostrato lo stato dell’arte del mercato del turismo e ne ha fatto una previsione nei prossimi dieci anni. Il bilancio non è affatto negativo come si potrebbe pensare: c’è una profonda modifica in atto che porterà con molta probabilità a una nuova centralità degli operatori turistici, oggi vittime dei grossi colossi dell’online. Se negli anni passati i gestori di strutture ricettive hanno sostanzialmente affittato la propria reception online da un grosso colosso, nei prossimi anni tutto si giocherà sulle esperienze offerte e sul tipo di relazione che tra gestori e ospiti. Ci sono già dei segnali in questa direzione: due di questi li abbiamo visti a Palermo.

 

Ascolta la prima parte dello Speciale di
Start Me Up dedicato a TravelTech

 

Tikidoo di Livio La Mattina offre esperienze viaggio per intere famiglie. Il progetto partito ad aprile ha conquistato numerose famiglie nel giro di pochissimo tempo. Il segreto? Riuscire a offrire esperienze che possano andare bene a visitatori di ogni età. Partiti con un esperimento su Roma, Tikidoo ha conquistato altre città d’arte e adesso punta alla digitalizzazione. Allo studio ci sono infatti applicazioni che sfruttano la realtà aumentata che permettano di offrire esperienze di viaggio anche senza la guida in carne e ossa. Per conoscere meglio il servizio basta andare su tikidoo.com

Nasce come costola di ScuolaZoo e si rivolge a studenti SGTour, agenzia specializzata in viaggi per studenti del quinto anno di scuola superiore che sono alla ricerca della “must experience”. Se anche a voi questo termine non dice nulla, non preoccupatevi, Benny Pagnin spiega per bene il concetto durante l’intervista. Si tratta di quei viaggi che i ragazzi vogliono affrontare almeno una volta nella vita, quelli che mettono insieme la soddisfazione di aver affrontato un percorso lungo come la scuola con la consapevolezza che davanti a loro ci sia l’università in Italia o all’estero. SG Tour si occupa della gestione del viaggio in ogni aspetto, incluso il periodo che precede il viaggio e quello che segue, quando i ragazzi tendono a mantenere i contatti. Un aspetto fondamentale, visto che si parla di community online che si incontrano di persona solo durante il viaggio. C’è quindi una forte componente generazionale su cui SGTour agisce e che fa presa sul pubblico di riferimento. Tutti i riferimenti sono su scuolazooviaggi.com.

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Le citazioni degli ospiti

Le startup che innovano nel campo del turismo L'appuntamento del GIOIN ha fatto tappa a Palermo lo scorso 24 novembre



Scoprire in che direzione sta andando il turismo in Italia, ecco l’intento di TravelTech, Nuove opportunità di Business per il turismo. L’evento si è svolto lo scorso 24 novembre presso l’incubatore Digital Magics Palermo e rientra nel circuito GIOIN, Gasperini Italian Open Innovation Network.

Nella prima parte dello speciale di Start Me Up è Alessandro Arnetta – a capo dell’incubatore palermitano di via Lincoln 21 – a fornire una panoramica dell’evento palermitano. Successivamente spazio alle startup presenti che hanno avuto la possibilità di illustrare ciò che stanno realizzando ognuno nei rispettivi ambiti.

 

Monitoraggio del mercato e gestione dei pagamenti; ecco cosa fa chi innova nel campo del turismo in Italia

 

Dopo l’intervento di Arnetta, si alternano ai microfoni di Start Me Up:

Fabio Cantone di Hotelbrand, piattaforma che offre una panoramica del mercato delle strutture ricettive attraverso specifiche variabili: prezzo delle camere, reputazione della struttura ricettiva e analisi delle destinazioni. Il servizio viene veicolato in modalità freemium e chiunque avesse una struttura ricettiva può iscriversi gratuitamente su hotelbrand.com.

Holapp invece è un sistema di pagamento che sfrutta la tecnologia NFC. Come spiega Gianluca Vatore ai microfoni di Start Me Up, il servizio ha avuto un enorme successo nei villaggi turistici, perché permetteva agli ospiti di pagare in tutta tranquillità usando un semplice gadget (e senza quindi monete o oggetti vari) e i gestori di queste strutture che hanno visto aumentare il proprio fatturato del 20% circa. Allo studio c’è una app dedicata che possa permettere un vero e proprio dialogo con i gestori della struttura e avere così la possibilità di ordinare i propri pasti o servizi direttamente dal proprio smartphone.
Tutte le info su questa soluzione sono su studiovatore.com o hol-app.com.

Infine chiude il podcast Claudio Cubito che con Growish digitalizza la raccolta di denaro in vista di un avvenimento. Non più circolazione di contanti o diffusione dei vari iban, basterà registrarsi al sito e indicare agli interessati un semplice link. I soldi una volta raccolti potranno poi essere utilizzati per acquisti, o versati direttamente sul conto del destinatario del regalo.
Sulla stessa linea di prodotto, ma fortemente focalizzato sul mondo delle nozze è listanozzeonline.com. Il funzionamento è uguale a quello indicato in precedenza ma con in più una serie di funzionalità specifiche come la creazione di un sito dedicato alla coppia, la possibilità di aggiungere foto e di interagire con gli ospiti.
Quello delle nozze è un mondo che ha già confidenza con questa metodologia di raccolta di denaro: seppur in maniera poco strutturata già da tempo gli operatori del settore permettono agli invitati di versare le proprie quote direttamente online. Diverso è il discorso per le collette generiche, dove la strada da fare è ancora tanta, ma non per questo meno interessante.

Ascolta adesso la seconda parte dello
Speciale su TravelTech

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Le citazioni degli ospiti

Capri Startup 2016: vince Wallfarm. Lo speciale targato Start Me Up



Una settimana fa si è svolto Capri Startup, evento dedicato al mondo startupper inserito nel consueto incontro dei Giovani di Confindustria. Al contest hanno partecipato 12 startup, selezionate tra tutte le domande che sono arrivate da ogni parte di Italia. Le categorie di partecipazione erano quattro: Agrifood, eHealth, Smart Manifacturing e Tourism. Per Start Me Up ho fatto una selezione e ve ne presento quattro.

Le startup che hanno partecipato a Capri Startup (e che trovate in questo podcast)

Wallfarm

Il podcast si apre con il vincitore assoluto della competizione (ce ne è stato uno per ogni categoria), Jacopo Teodori di Wallfarm, soluzione che permette di monitorare con facilità orti casalinghi che si basano su culture idroponiche e aeroponiche. I ragazzi hanno sviluppato per conto di Barilla One, un sistema che permette all’azienda di controllare le piantagioni di ortaggi a fusto alto (tipo i pomodori). Al momento sono impegnati nello sviluppo di LIA – la parte di automazione all’interno di One – per permettere a chiunque di coltivare utilizzando il loro sistema. Per saperne di più su Wallfarm vi consiglio di visitare il loro sito.

Lifetool

Dire che Lifetool sia solo un braccialetto che vi permette di tenere sotto controllo il vostro stato di salute è riduttivo. Il segreto è il collegamento con la piattaforma a cui il braccialetto è collegata e che è centrale per il suo corretto funzionamento. Lo spiega per bene Giuseppe Corvino, il secondo ospite di questo podcast. I ragazzi sono contenti di aver ricevuto ottimi pareri a Capri e con il prototipo di Lifetool sono pronti a investire anche di tasca propria per portare avanti il progetto. Al momento i ragazzi stanno lavorando al sito, per chi li volesse contattare basta inviare una mail.

mammacult.com

Un marketplace dedicato alle attività per il tempo libero da fare in famiglia: è questo in estrema sintesi mammacult.com, che da Capri torna con il premio come migliore progetto nella categoria turismo. Lo dice soddisfatta Francesca Camerota che spiega come le attività siano classificate secondo quattro categorie specifiche: Tour, kidslab, party e outdoors. Ma non solo! Su mammacult.com ogni proposta è suddivisa anche per età, per venire così incontro alle esigenze delle famiglie con bambini di ogni età. Tutte le attività presenti sono proposte da operatori che operano da tempo nel settore del turismo per famiglie. Il sito, manco a dirlo è mammacult.com.

Asepa Energy

Per la prima volta si è trovata all’interno di uno startup contest ma Asepa Energy è una azienda che nata nel 2008 e che opera nel settore dell’impiantistica industriale e civile, specializzata in nell’installazione di impianti energetici alimentati da fonti rinnovabili. A Capri ha presentato Solar fertigation, un sistema che mette insieme irrigazione e fertilizzazione sfruttando fonti rinnovabili. Spiega tutto Sergio Strazzella, a capo di Asepa Energy, che è l’ospite di questo quinto podcast di Start Me Up. Il sistema, se integrato con altre soluzioni può arrivare a sfruttare anche quei terreni che non sono serviti dalla corrente elettrica tradizionale: una soluzione non da poco, se si pensano a alcune aeree del nostro pianeta attualmente incolte per questo motivo. Presto Solar Fertigation sarà una startup innovativa e avrà un sito, al momento tutte le informazioni sono su asepaenergy.it.

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Le citazioni degli ospiti di questo podcast

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Startup Weekend Catania: la parola ai protagonisti Podcast speciale dedicato a Startup Weekend Catania 2016



Il format Startup Weekend si conferma un grande catalizzatore di idee e entusiasmo e un modo per mettere insieme parti di un ecosistema locale che altrimenti non si parlerebbero. Sono solo due degli effetti che si sono visti lo scorso fine settimana a Catania, nei locali della Vecchia Dogana. Nei tre giorni dell’evento se avete seguito i profili social del programma facebook, twitter e Instagram, avrete sicuramente visto il racconto dei lavori per immagini e frasi rubate qui e li. Ho concentrato tutto in un podcast speciale dove ho raccolto le impressioni di alcuni dei protagonisti di Startup Weekend Catania 2016.

Youth Hub riporta dopo un anno Startup Weekend a Catania

I primi sono i ragazzi di Youth Hub Catania, associazione che ha accettato la sfida di riportare ai piedi dell’Etna lo Startup Weekend dopo l’esperienza siracusana del 2015. Una sfida vinta su tutti i fronti grazie alla collaborazione di un gruppo di circa 20 soci appartenenti a tre generazioni diverse. Raccontano tutto ai microfoni di Start Me Up Antonio Musumeci, Omar Amato, Luciano De Franco e Alessandro Scuderi.

Per conoscere e seguire le attività di Youth Hub, basta tenere d’occhio i profili facebook e twitter e il sito youthhub.net.

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«Il segreto è il talento imprenditoriale»

Lo speciale prosegue poi con l’intervista a Roberto Magnifico, presidente di Angel Partner Group del gruppo LVenture chiamato a ricoprire il ruolo di giudice. Con Roberto parliamo della sua impressione su Startup Weekend Catania per poi conoscere da vicino il suo lavoro e le caratteristiche che a suo avviso non devono mancare in un team di successo.

iospedisco.it punta sui giovani di talento

Tra gli sponsor che hanno supportato lo Startup Weekend Catania c’era anche iospedisco.it che ha approfittato dell’evento per trovare nuove forze per la propria sede di Catania. Lo spiega Marco Puma, co-fondatore insieme alla sorella.
iospedisco.it ha messo a disposizione 15 biglietti per sviluppatori e designer che in questa settimana sono chiamati a dimostrare le loro capacità. In corso d’opera è stata data questa possibilità anche a studenti di economia, presenti all’evento. Per conoscere meglio il concorso basta mandare una mail o visitare il sito iospedisco.it.

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Hashbag, una storia tutta da scrivere

Lo speciale su Startup Weekend Catania si chiude con Giulia Ferrara, team leader di Hashbag, startup che ha conquistato il primo posto alla competizione. Hashbag è una piattaforma che permette agli utenti di creare una borsa personalizzata secondo i propri gusti. Un’idea che Giulia ha portato allo Startup Weekend e che ha convinto sia le persone che sono entrate a far parte del team che i giudici. Da tutta la redazione di Start Me Up il miglior in bocca al lupo possibile e non vediamo l’ora di raccontare le evoluzioni del progetto.

Start Me Up speciale Italian Games Fest 2016 Siamo stati a S.Agata di Militello (ME) per l'incontro organizzato dai GdG e ci è scappato uno speciale



Start Me Up torna eccezionalmente questa settimana per lo speciale Italian Games Fest 2016! Sedici minuti di interviste ai protagonisti dell’evento dedicato al mondo dei videogiochi organizzato dai Google Developers Group del Mediterraneo. La cornice era il Castello Gallego di Sant’Agata di Militello, in provincia di Messina. Niente ha potuto la sveglia presto e la tentazione di tuffarsi nel mare blu della costa tirrenica siciliana: a partire dalle 9:30 abbiamo assistito ai vari interventi che si sono succeduti nel corso di tutta la giornata (qui il programma).

La Sala dell'Italian Games Fest 2016

La Sala dell’Italian Games Fest 2016

Una app per educare

Tiziano Lo Giudice è il Responsabile del settore Tech di Olomedia e a Sant’Agata ha raccontato l’esperienza di Io sono Pulito, un sistema di educazione al sociale e alla salute voluto da alcuni club Rotary della zona di Palermo. La Olomedia ha tradotto le intenzioni del Rotary in un gioco a risposta multipla fruibile attraverso una app. I destinatari erano i ragazzi tra i 12 e i 18 anni, tutti studenti di scuole medie e superiori della zona di Palermo. I quiz sono stati preparati da alcuni esperti individuati dal Rotary e l’applicazione è stata promossa grazie all’aiuto dei professori nelle varie scuole. La risposta è stata ottima: ci sono stati 1500 download e si sono registrati al portale circa un centinaio di studenti.

Fabio con Tiziano LoGiudice di Olomedia

Fabio con Tiziano LoGiudice di Olomedia

Per Tiziano il successo dell’operazione è dovuto a due fattori: il gruppo di lavoro è riuscito a creare una comunità reale di riferimento a supporto del prodotto virtuale. In più i premi in palio hanno attirato l’attenzione dei ragazzi, spingendoli a partecipare. L’app Io sono pulito è ancora disponibile negli store Android, mentre tutte le informazioni e i contatti di Olomedia sono invece qui.

ilvideogioco.com e due consigli per scrivere una lettera di presentazione

Ha un passato (e un presente) come giornalista Edoardo Ullo, che sei anni fa ha deciso di aprire un blog sul mondo dei videogiochi. Quel blog oggi è ilvideogioco.com una testata giornalistica registrata che racconta «il mondo videoludico in sintesi». ilvideogioco.com è uno dei siti indipendenti sui videogiochi più seguiti in tutta Italia. Nell’intervista Edoardo racconta la prima volta che ha preso contatti con l’ufficio stampa di una casa produttrice per poter avere alcuni prodotti da recensire. In quell’occasione nessuno si fece vivo: fu solo dopo la risposta di Daedalic che Edoardo iniziò a dialogare con le grosse case produttrici.
A suo avviso quando ci si presenta a uno di questi colossi bisogna essere semplici e diretti: «devi fare capire che stai lavorando e non vuoi perdere tempo» sottolinea. Nelle lettere poi non devono mancare i riferimenti a cosa si è già fatto e infine è necessaria una buona dose di faccia di bronzo, «che non guasta mai!».

Fabio con Edoardo Ullo de ilvideogioco.com

Fabio con Edoardo Ullo de ilvideogioco.com

Nonostante i numeri in crescita e il buon successo che ilvideogioco.com sta ottenendo Edoardo ci tiene a precisare di voler comunque sempre dare spazio agli indipendenti, mantenendo quindi vivo lo spirito iniziale che lo ha spinto a creare ilvideogioco.com. Il sito ha anche un profilo facebook e un account twitter.

«…E come guadagniamo? Con la pubblicità!»

È un po’ il mantra di chi ha in mente un progetto, ma chi ci lavora sa bene che la pubblicità non è la soluzione a tutti i mali. Per questo motivo un intero panel dell’Italian Games Fest era dedicato alla pubblicità per mobile. Se ne è preso cura Pietro Alberto Rossi, consulente informatico.

Fabio con Pietro Alberto Rossi

Fabio con Pietro Alberto Rossi

Con Pietro andiamo subito al sodo e gli chiediamo quali siano le tipologie di pubblicità che secondo lui funzionano di più. «Al momento il miglior rendimento è dato dai video, perché esistono delle metodologie che costringono l’utente a guardare uno spot per un tot di tempo». Al secondo posto Pietro mette invece il tipico banner da trovare nella schermata di una app, che nonostante il minor guadagno è comunque facile da integrare. Ultimo posto per quei sistemi che ti invitano a compiere un’azione promettendoti una ricompensa, di solito non sono molto utilizzati. Se nell’intervista ci si riferisce principalmente alle app, il discorso vale anche per i siti responsive e tutto il mondo mobile. Non è un dettaglio da poco visto che la pubblicità può essere integrata all’interno di un progetto in qualsiasi stadio e rappresenta una delle principali fonti di guadagno. Oltre all’integrazione all’interno del sistema il messaggio deve essere comunque studiato in base al target che si intende raggiungere. È questo il lavoro di Pietro, che volendo, potete contattare qui.

E le donne?

Fabio con Federica Greco di Women Techmakers Catania

Fabio con Federica Greco di Women Techmakers Catania

Non solo videogiochi all’Italian Games Fest 2016: tra i vari interventi c’è stato anche il tempo per promuovere il Women Techmakers, progetto di inclusione sociale proposto e sponsorizzato da Google pensato per diffondere l’informatica tra le donne. Federica Greco, l’ultimo ospite di questo podcast è a capo del gruppo catanese è una studentessa di informatica e confessa di trovarsi spesso a lavorare in un ambiente prettamente maschile. Federica crede che una delle cause sia da trovare nella società che spesso «ti spinge a pensare che l’informatica sia qualcosa per i ragazzi». Per questo motivo è importante il contributo di iniziative come quelle di Google, per dire alle ragazze che l’informatica e la scienza sono anche per le donne. Per conoscere meglio Women Techmakers c’è un sito dedicato, mentre per entrare in contatto con il gruppo italiano, basta seguire la pagina facebook. Potete scrivere invece a Federica qui.

Nella foto di copertina i membri dei GdG del Mediterraneo

Speciale Snap Italy Talent Award 2016 Le interviste alle startup più interessanti viste all'evento di Snap Italy



Come forse avete potuto vedere dai social, giovedì scorso, 30 giugno, mi trovavo a Roma a seguire lo Snap Italy Talent Award 2016. Il premio indetto dal webmagazine Snap Italy, si è svolto nell’incantevole villa Geta (un posto con i conigli nel prato, per farvi capire). È stata una serata dedicata al networking anche se a farla da padrona è stata la competizione che ha visto ventiquattro startup divise in sei categorie gareggiare tra loro. Nel podcast che potete ascoltare all’inizio dell’articolo (o su iTunes) troverete le interviste a alcuni dei vincitori più altre tre ai progetti che mi hanno colpito particolarmente.

Si inizia con Zornitza Kratchmarova di Babyguest, startup che ha vinto nella sezione Turismo, per passare poi a Riccardo Zamponi di Spagrillo, progetto risultato primo nella categoria Food. Subito dopo ho il piacere di ospitare Davide De Luca e Roberto Dell’Ariccia di Traslochino e Enrico Scianaro di Whoosnap, che hanno battuto le altre startup nella categoria Sharing Economy e Innovazione. Non troverete Adriana Santanocito di Orange Fiber e GET dei fratelli Parini (vincitori rispettivamente per le categorie Moda e Utilities) che spero di avere presto come ospiti nelle prossime puntate.

C’è però ancora spazio per alcune idee che non hanno vinto ma che a me hanno particolarmente colpito. E così questo speciale dedicato allo Snap Italy Talent Award 2016 si conclude con le interviste a Domenico Sarleti di Tripdoggy, Caterina Naglieri di Plato Design e Piercarlo Mansueto di Sharewood.

Nella foto di copertina un momento della premiazione. L’immagine è stata presa qui

Start Me Up speciale ING Challenge Reggio Calabria Siamo stati al CLab di Reggio Calabria per seguire la tappa dello Startup tour di ING e H-Farm

Martedì scorso al Contamination Lab di Reggio Calabria si è svolta una delle tappe dell’ING Challenge, tour organizzato dalla Banca olandese in collaborazione con l’incubatore H-Farm. Lo scopo dell’evento è quello di avvicinare gli studenti all’imprenditoria digitale. Dopo averne parlato con Natale Militano (che ringrazio per la collaborazione) durante il liveshow del 9 maggio, siamo andati all’università Mediterranea di Reggio Calabria per seguire da vicino l’evento.

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Ogni tappa dell’ING Challenge ha un tema specifico. Quello di martedì era Smart city – Innovazione e valorizzazione del Territorio e la prima parte dell’evento si è concentrato su questo tema. Successivamente è stato dato spazio a tre aziende che hanno portato la propria testimonianza. Infine l’appuntamento si è chiuso con una competizione che ha visto sei startup contendersi a colpi di pitch due giorni all’incubatore H-Farm per un bootcamp utile a approfondire le proprie competenze e aumentare il proprio network. «ING Challenge è iniziato lo scorso anno – spiega il primo ospite di questo podcast, la dott.ssa Silvia Bagiolo, brand development ING  – e mira a coinvolgere gli studenti delle università italiane». Questa è la seconda edizione e il tour ha già toccato le città di Torino e Firenze. Naturalmente il giro non si chiude a Reggio Calabria: «Abbiamo in programma altre due date – continua Silvia – nei prossimi mesi saremo a Milano e poi a Napoli». È possibile aggiungere altre tappe al tour, basta farne specifica richiesta attraverso la sezione contatti del sito ING Challenge.

«ING Challenge è un tour che tocca la città universitarie italiane per diffondere i temi dell’imprenditorialità e del digitale»

«È un grande onore per noi avere questo evento al Contamination Lab» dice il prof. Luciano Zingali, tutor del laboratorio – sicuramente è una grande opportunità per i ragazzi che oggi possono testare la validità delle proprie idee su cui stanno lavorando e che domani potrebbero diventare startup». Il CLab di Reggio Calabria si avvia alla conclusione del quarto ciclo e il bilancio è certamente positivo. «Il laboratorio ha fatto le veci di un incubatore – dice il professore – e ha dato ai gli studenti la possibilità di creare qualcosa di nuovo e, aspetto più importante, qualcosa su cui costruire il proprio futuro». Il bilancio è positivo anche nei numeri: tante le richieste di iscrizione e tanti sono stati anche i docenti che sono arrivati da ogni parte di Italia per rendere l’esperienza dei ragazzi del CLab di Reggio Calabria più completa possibile. Non meno importante è stato ciò che gli alunni hanno trasmesso ai docenti: lo stesso professore Zingali ammette ai nostri microfoni di essere cresciuto tanto in questi mesi al punto che anche lui ha deciso di scommettere su una sua idea di impresa, mettendo a frutto le sue competenze.

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Per conoscere la storia del Contamination Lab ci affidiamo poi al prof. Claudio de Capua, Pro-Rettore e Responsabile del Trasferimento Tecnologico dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Con lui percorriamo il percorso che ha portato l’università a vincere il bando del Ministero per aprire in maniera sperimentale uno dei quattro CLab (gli altri atenei sono quelli di Catania, Cosenza e Napoli). Il professore Capua ci dice anche che l’intento del Ministero è quello di proseguire in questa avventura e anzi, la volontà è quella di dotare ogni ateneo italiano di una struttura simile. È importante ricordare che per definizione i Contamination Lab devono mettere insieme studenti di diverse facoltà. «Così è stato per Reggio durante il primo ciclo, dice il prof. De Capua. Successivamente il laboratorio si è esteso a studenti di Atenei vicini, poi a quelli appartenenti a Università più lontane (dal punto di vista geografico) e infine l’Università vuole aprirsi alla città», e rendere così reale la ricaduta di queste conoscenze sul territorio di appartenenza.

«Il laboratorio ha dato ai gli studenti la possibilità di creare qualcosa di nuovo e, aspetto più importante, qualcosa su cui costruire il proprio futuro»

L’ultima intervista che potrete ascoltare in questo podcast è quella a Osvaldo De Falco, uno dei fondatori di Biorfarm, startup che ha vinto la competizione finale e che quindi nei prossimi mesi parteciperà al bootcamp di H-Farm. Biorfarm permette ai propri utenti di adottare un albero da frutto e avere così garantita la fornitura annuale di frutta fresca. Una combinazione ideale per tutti: per il consumatore che è certo di acquistare un prodotto sano e che può comunque sempre controllare; per il produttore agricolo che è certo di avere il necessario per la cura dei propri alberi e un giusto guadagno per il suo lavoro. Biorfarm ha convinto la giuria grazie a un modello di business molto semplice e allo stesso tempo solido. Dietro c’è un team che è sparso in ogni parte del mondo ma che riesce a portare avanti un’impresa che accontenta diverse tipologie di consumatori. «Molti – dice Osvaldo nell’intervista – decidono di regalare un albero ai propri cari. Addirittura una coppia in occasione del loro matrimonio ha deciso di regalare gli alberi come bomboniere». La fantasia non manca, così come le speranze di riuscire presto a allargare il proprio mercato. Tutti possono adottare un albero da frutto, sceglierlo all’interno del frutteto e garantirsi così una fornitura di frutta fresca a domicilio, basta seguire la procedura indicata su biorfarm.com.

Nella foto di copertina, il momento della premiazione di Biorfarm, via


Wake Up! Your sense of business: Start Me Up vi racconta l’evento in diretta I due appuntamenti in podcast per rivivere le emozioni dell'evento di sabato

Di Wake Up! Your sense of business ve ne abbiamo già parlato abbondantemente durante il podcast numero 31 quando abbiamo avuto il piacere di ospitare Giuliana Narbone (se vi siete persi l’intervista potete tranquillamente recuperarla qui). Abbiamo l’onore di essere i media partner dell’evento e per questo motivo abbiamo trasmesso in diretta dallo stand che i ragazzi di Bootstrap hanno preparato per noi. Se non avete potuto ascoltarci in diretta, tranquilli potete rifarvi con i podcast.

Nel corso della giornata abbiamo incontrato gli organizzatori dell’evento che, come ha spiegato Giuliana, nuovamente ospite ai nostri microfoni, rappresenta una tappa intermedia del progetto Bootstrap. In questa occasione infatti i ragazzi erano impegnati a vendere i prodotti da loro pensati ai loro compagni di scuola. Gli acquirenti potevano fare i propri acquisti attraverso delle speciali carte che gli permettevano di pagare la merce in esposizione. Insieme a queste idee, c’erano anche i ragazzi che partecipavano al WAKE UP! Pitch, contest promosso insieme a Youth Hub Catania, che mette in palio un giorno di incubazione presso l’incubatore TIM WCAP di Catania. Questo lo sappiamo perché è passato a trovarci anche Francesco Pira di Youth Hub Catania. Gli altri ospiti che sono passati a trovarci sono: Valentina Lo Maglio del Sindacato Studenti Scuole, il prof. Alfonso Zaccaria docente presso l’Ist. Rapisardi di Caltanissetta, Dario Riccobono di Addio Pizzo Travel e Umberto di Maggio e Veronica Taschetti di Libera.

Dopo circa mezz’ora dalla fine del primo appuntamento, c’è stata una seconda diretta questa volta incentrata sui progetti presenti su Corso Umberto I di Caltanissetta. Abbiamo così avuto modo di parlare con Andrea di Pescamici – un acquapark itinerante che propone giochi di gruppi in cui ci si bagna un sacco ovviamente – e con Sabina e Michele che distribuiscono pensieri e invitano le persone a scambiarsi messaggi attraverso i barattoli di My Memory Box. Si passa poi alle lampade ad accensione automatica di Clap Lamp e a quelle realizzate con le bottiglie vuote di World of Lights. E poi scopriamo cosa si sono inventati i ragazzi di Social Date per trovare un modo per fare amicizia al di fuori della rete e il gioco di società Did you know it?. Questi sono i sei progetti che sabato hanno venduto i loro prodotti ai loro compagni di scuola. Insieme a loro c’erano anche Smart Walk e You Play che non vendevano nulla, ma sono stati aiutati dai ragazzi di Youth Hub Catania a preparare i propri pitch in occasione della presentazione dei progetti in programma il 12 maggio a Catania.

Nel podcast della seconda diretta potrete inoltre sentire la soddisfazione dell’Assessore alla Creatività e Cultura di Caltanissetta Marina Castiglione che ha sostenuto a nome dell’Amministrazione l’evento e Pasquale Tornatore che, in qualità di Presidente della Rete Museale Culturale e Ambientale del Centro Sicilia, punta sulla cultura per far conoscere questo splendido territorio ai turisti e alla gente del posto. E ancora, grazie a Marcella Nucifora, conoscere le attività del C.O.F. dell’Università di Catania.

È doveroso ringraziare Giuseppe Arrigo e Marcello Perone di Ardeek per il fondamentale apporto che hanno dato alla realizzazione delle dirette. Oltre che naturalmente a tutti i ragazzi di BootstrapLab per il coinvolgimento e la splendida esperienza.

PNI 2015: le interviste ai partecipanti Il Premio ai pugliesi New Gluten World. La prima parte dello speciale targato radiosmu

Si è conclusa poche ore fa la tredicesima edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione, la più grande e capillare business plan competition italiana, ospitata quest’anno dall’Università della Calabria. Vi dico subito che i vincitori assoluti sono stati i pugliesi di New Gluten World che si sono aggiudicati il premio Life Science. I vincitori per le altre categorie sono: SmartVase di Salerno a cui è andato l’Iren Cleantech & Energy, il premio Industrial è stato assegnato alla lombarda Goliath e infine il premio ICT è andato a IntendiMe (che molti di voi ricorderanno perché li abbiamo ospitati durante la scorsa stagione).

Nell’attesa di farvi sentire le voci dei protagonisti in un podcast interamente dedicato al Premio (online giovedì prossimo), vi ripropongo una versione sistemata della diretta di ieri. Mi scuso sin da ora perché a volte l’audio non è dei migliori ma vi assicuro di aver fatto del mio meglio per garantire la migliore qualità possibile. Lasciatemi inoltre ringraziare Marcello Perone e Giuseppe Arrigo di keedra.com per il prezioso aiuto fornitomi durante questi due giorni.

Le Startup che ho incontrato durante la diretta sono (indico anche il minutaggio per una rapida individuazione):

E inoltre ho parlato con: