Qual è il ruolo del giornalismo nel racconto urbano? Si cercherà di rispondere a questa domanda durante l’Urban Journalism Academy, uno degli appuntamenti di Right To the Future. L’evento si svolgerà a Palermo tra il 6 e l’8 aprile ed è organizzato da Push.
In questo podcast parliamo con Alessandra Pirera del segretariato delle Nazioni Unite di Habitat III che modererà l’Urban Journalism Academy. L’incontro è pensato per giornalisti, blogger e chiunque abbia a che fare con i media. Ci saremo anche noi di Start Me Up!!! Per capire meglio cosa aspettarsi dall’incontro di Palermo non dovete far altro che ascoltare questo podcast.
Perché ascoltare questo podcast?
- Per capire il dibattito in corso sulla vivibilità delle città
- Per capire come cambia il ruolo del giornalista in questo contesto
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Link utili
- Sito ufficiale Right To the Future: utc.wepush.org
- Sito ufficiale Habitat III: habitat3.org
- Podcast con intervista a Toti Di Dio su prima edizione UTC: #30.radiosmu.mp3
La citazione di Alessandra
Leggi la trascrizione del podcast
[FABIO] Podcast numero 39 di Start Me Up, il format che parla di innovazione tecnologica e sociale al Sud Italia. Ben ritrovata o ritrovato a te che stai ascoltando, la voce al microfono è di Fabio Bruno. Start Me Up è prodotto da Smartwork idee digitali per il mondo reale con la fondamentale collaborazione di keedra hosting, servizi web per il tuo business.
[FABIO] Tra il 6 e l’8 aprile i ragazzi di Push propongono una nuova edizione di Right To The Future, evento che rientra tra i 74 Urban Thinkers Campus voluti dalle Nazioni Uniti per stimolare il dialogo sul futuro delle città secondo i canoni dell’Urban Agenda. Sono temi che abbiamo affrontato qualche tempo fa con Toti Di Dio di Push in occasione del primo evento organizzato dai ragazzi di Palermo. Questa volta ci focalizziamo sull’Urban Journalism Academy uno degli appuntamenti che rientrano nell’Urban Thinker Campus che sarà dedicato al giornalismo “urbano”. Ce lo facciamo spiegare da Alessandra Pirera che lavora all’interno del segretariato delle Nazioni Unite di Habitat III e che modererà l’Urban Journalism Academy.
[FABIO] Ciao Alessandra e benvenuta a Start Me Up.
[ALESSANDRA] ciao Fabio.
[FABIO] Lo Urban Journalism Academy è un appuntamento che vuole fare il punto su come le città vengono raccontate dai media, ma forse c’è qualcos’altro, giusto?
[ALESSANDRA] Le accademie giornalismo urbano sono nate come un momento di professionalizzazione, di approfondimento di temi di pianificazione urbana, sviluppo urbano con i giornalisti. In qualche modo mondo per dire: i giornalisti parlano delle città, anche solo facendo cronache locali, ma non si accorgono o non hanno la visione completa di tutto quello di cui loro parlano quotidianamente, che è parte di un dibattito globale. Infatti le accademie sono cominciate con il forum mondiale di Medellín, ma poi andando avanti con il processo, cioè facendo tante – perché ce ne sono state 24 in due anni in giro per tutto il mondo – è iniziato diventare più una sorta di incontro tra giornalisti, scambio di buone pratiche, idee, stimoli più interno al mondo dei media e più di elaborazione appunto come tu dicevi di come si raccontano le città. Quindi è un po’ passato da un incontro di formazione su pianificazione urbana, temi anche un po’ tecnici a workshop di elaborazione collettiva del ruolo del giornalista urbano. Perché poi, i giornalisti hanno magari bisogno anche di approfondire un po’ dei temi più tecnici, però in realtà le conoscenze relative alla pianificazione urbana o anche il dibattito internazionale le avevano, ed è iniziato a diventare più interessante un processo di “presa coscienza” di quale era il ruolo all’interno di questo dibattito internazionale.
[FABIO] Chi è il giornalista urbano?
[ALESSANDRA] Il giornalista urbano è chiunque attraverso i mezzi di comunicazione racconta le realtà urbane del nostro tempo. Che sia da un punto di vista estremamente locale, quindi anche il giornale del quartiere, il giornale dei cittadini di un’area di un piccolo centro urbano fino alle grandi testate giornalistiche – come The Guardian Cities o El País – che hanno aperto sezioni specifiche sulle questioni della città. Quindi ti trovi le news non più divise per internazionali, politica, economia ma ti trovi la sezione città. Perché una delle cose interessanti del tema urbano è che allo stesso tempo un contesto e un tema specifico. Quindi tutto quello che riguarda l’urbanismo, la pianificazione urbana, lo sviluppo urbano è un tema, ma dall’altra parte la città in sé è un contesto in cui interagiscono tante dimensioni. E l’idea che si inizi a analizzare, a parlare sui media della questione urbana partendo da esperienze specifiche, esempi locali anche appunto di quartiere, ma che si colleghino a un discorso più generale, più ampio che comunque, si capisce, la portata internazionale che anche la notizia estremamente locale ha nel momento in cui tu la contestualizzi in un dibattito di sviluppo urbano, questo è il giornalismo urbano che molti lo fanno anche in modo inconsapevole però è anche interessante iniziarlo a fare con diciamo con una strategia.
[FABIO] Alessandra, passiamo agli ospiti che si alterneranno durante l’Urban Journalism Academy, ci si focalizzerà su diversi media…
[ALESSANDRA] C’è una parte in cui c’è sempre un’introduzione, un overview da parte delle delle Nazioni Unite o di esperti di sviluppo urbano su questioni urbane interessanti della città in cui facciamo l’Accademia. Ma poi dopo, come ti dicevo, lasciamo sempre spazio il più possibile ai media che cercano di diversificare le diverse tipologie. In modo che sia da una parte un’occasione di networking tra i media e dall’altra parte un’occasione di prendere spunto da diverse esperienze. Quindi a Palermo diciamo che ripetiamo un poco questo schema. C’è il Segretariato di Habitat III che qualche modo introduce qual è stato il ruolo fondamentale dei giornalisti nella forma della nuova agenda urbana perché appunto anche attraverso questo processo delle Accademie i giornalisti hanno smesso di essere un soggetto recettore di notizie. E dopo avremmo testate media nazionali. Più la stampa tradizionale se vogliamo definirla così ma ormai diciamo il confine è sempre più labile visto che ogni giornale ha anche un portale internet. Poi avremo un focus sui media digitali dei cittadini, esperienze specifiche siciliane, blogger e anche appunto la radio con voi.
[FABIO] State ascoltando Start Me Up, c’è Fabio Bruno al microfono. Stiamo parlando con Alessandra Pirera del segretariato delle Nazioni Unite di Habitat III. Cosa ti aspetti verrà fuori dall’appuntamento di Palermo?
[ALESSANDRA] Io non mi aspetto, io spero che si generi prima di tutto un buon networking a livello locale cioè che gli speaker dell’Accademia, ma anche i partecipati, inizino a conoscersi di più tra di loro, a fare networking. Perché quello che noi in prima istanza vogliamo sempre generale è uno spazio, uno spazio di discussione, uno spazio di incontro. Cioè creare il luogo in cui poi avvengono le cose. Speriamo di permettere a una serie di giornalisti che lavorano sul territorio siciliano di essere più al centro di quello che è stato il dibattito fino oggi e di quelle che sono le grandi sfide dell’implementazione della nuova agenda urbana. E spero che da qui, da questa accademia, alcune persone tornino a casa con un nuovo punto di vista sul loro stesso lavoro e sul loro stesso ruolo in quanto media.
[FABIO] Chi secondo te dovrebbe partecipare?
[ALESSANDRA] In genere le accademie sono… diciamo si spera nella partecipazione soprattutto dei giornalisti. Ovviamente abbiamo una visione ampia del termine, professionisti dei media. Che può essere appunto dal giornale, ma anche il blog dei cittadini, la radio di quartiere, il sito universitario: abbiamo un’ampia idea di cosa sono i media. Però anche giovani studenti o di materie affini a quello del giornalismo o dello sviluppo urbano è interessante se partecipino. Perché sia l’elaborazione, il discorso sulle questioni urbane, sia l’elaborazione e il discorso sulle questioni della comunicazione sono comunque delle analisi che ti fanno crescere e che ti danno un nuovo punto di vista su quello che stai facendo.
[FABIO] L’invito è quindi di essere a Palermo a Palazzo S. Elia il 7 aprile a partire dalle 15. Alessandra tu lavori all’interno del segretariato delle Nazioni Unite di Habitat III, progetto delle Nazioni Unite dedicato ai temi della sostenibilità e lo sviluppo urbano, giusto?
[ALESSANDRA] Io faccio parte del Segretariato della Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo urbano sostenibile. La traduzione non è ufficiale perché l’italiano non è una delle lingue ufficiali delle Nazioni Unite. E siamo stati l’ufficio che ha organizzato questa conferenza. Questo ha significato tutto il lavoro preparatorio perché la Conferenza è stata in ottobre dell’anno scorso, ma ci sono stati due anni di processo preparatorio per fare in modo che si arrivasse all’elaborazione e l’approvazione di un documento il più condiviso, ma anche innovativo possibile. Quindi ha significato un lungo processo preparatorio e noi siamo l’ufficio e l’istituzione preposta dal Segretario delle Nazioni Unite per organizzare la conferenza. Ed è un ufficio che adesso, cioè un’istituzione che si scioglie perché la conferenza è successa e a giugno diciamo il nostro lavoro finisce con il report finale all’assemblea generale.
[FABIO] E poi? Che succede?
[ALESSANDRA] Esiste un documento che è stato condiviso da tutti i paesi membri ed è stato approvato a Quito. Dopo un lungo processo di partecipazione, di dibattito, adesso inizia la vera sfida: nel senso che abbiamo condiviso un documento a livello mondiale ma perché questo sia veramente un documento che cambi la rotta dello sviluppo urbano bisogna cominciarlo ad applicare, no? Quindi bisogna cominciare a fare delle politiche, non è che gli Stati o le città non hanno fatto nulla fino ad oggi ovviamente. Però diciamo la nuova agenda urbana ha una visione abbastanza chiara sulle città e quindi adesso si tratta di spingere affinché questa visione o questa idea che le città possano essere lo strumento attraverso cui raggiungere più alti livelli di sviluppo umano e di diritti condivisi. Adesso è l’implementazione, adesso è fare delle politiche che sono in linea con questa cosa.
[FABIO] Riguardo il mestiere del giornalista e il fenomeno delle fake news, quale può essere la strada da seguire per ridare la giusta dignità a questo mestiere in chiave urbana…
[ALESSANDRA] Quando tu democratizzi o comunque apri l’accesso a determinati strumenti a una maggiore quantità di persone ovviamente poi incappi nel rischio di una diminuzione della qualità, di una diminuzione anche della veridicità delle notizie. Io non ne avrei paura – questo è un punto di vista mio, abbastanza personale. Lo stesso vale anche con le fotografie per esempio: io sono un appassionata di foto e si dice spesso ‘adesso la fotografia è in mano a tutti perché chi ha un telefono ha una macchina fotografica’. A me questa cosa non preoccupa, non mi spaventa, perché prima di tutto spero che da questa ampliamento dello spettro, sono convinta che ne vengano cose buone. Il prossimo Cartier Bresson utilizzerà un cellulare per fare le foto. Lo stesso vale per il giornalismo, no? Quel grande giornalismo d’inchiesta uscirà da un blog sconosciuto da qualche parte. E dall’altra parte io poi credo nella potenza delle parole, della verità e della bellezza. Quindi puoi vedere milioni di fotografie però quella che ti ricordi dopo un’ora che l’hai vista che cambia le cose. Puoi leggere milioni di notizie fake su Facebook, ma poi alla fine non le apri: leggi il link, il titolo e dici ‘vabbè, questa sarà vera?’ Poco importa! Poi apri la grande pagina di analisi che ti da un punto di vista diverso sul mondo e quella cosa te la ricordi ed è quello che conta.
[FABIO] Lei era Alessandra Pirera di Habitat III. Su radiostartmeup.it trovi i link ai siti a cui abbiamo fatto riferimento durante l’intervista.
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[FABIO] Start Me Up è prodotto da smartwork idee digitali per il mondo reale e reso possibile grazie al contributo di keedra hosting, servizi web per il tuo business. Io sono Fabio Bruno, grazie per aver ascoltato questa puntata, alla grande!
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