#34.radiosmu – Mammamenia lancia la Missione Coccole L'obiettivo è raggiungere 8000 €. Inoltre: Robohand e Mappa&Vinci

Forse ricorderete Mammamenia, startup calabrese specializzata in servizi nel settore benessere per lo più femminile, che era riuscita a strappare una promessa di finanziamento durante il programma di Italia 1 Shark Tank. Spenti i riflettori, Menia Cutrupi e Salvatore Salvaguardia in questi mesi non hanno mai smesso di lavorare e nel frattempo hanno aspettato il finanziamento promesso che non è mai arrivato. Adesso sono sbarcati su eppela con Missione Coccole, campagna di crowdfunding utile a creare un nuovo portale, che li aiuterà a allargare il proprio target includendo il pubblico maschile e gli amanti degli animali. «Inoltre c’è la volontà di portare i nostri prodotti in altre città – dice Menia – e infine a diversificare i nostri servizi da regalare attraverso i cofanetti di coccole». Menia e Salvatore in questo periodo gireranno lungo tutto lo stivale per promuovere Missione Coccole. Il loro tour toccherà varie città: potrete seguirli attraverso i social network dove i due promettono di raccontare ogni tappa del loro viaggio. Per chi invece volesse aiutarli a raggiungere il loro obiettivo, basterà andare su eppela.com e fare la propria donazione.

Robohand: la mano robotica interattiva che arriva dal Sud italia

Marcello-Mandaradoni-e-la-sua-RoboHandMarcello Mandaradoni ha 19 anni e vive in provincia di Vibo Valentia. Grazie alla collaborazione con il Fablab Messina ha sviluppato il prototipo di Robohand, mano robotica interattiva. «Il tutto è nato da un progetto per la tesina di fine anno – racconta a Start Me Up Marcello – e nei piani avrei dovuto costruire una protesi medica. Per questioni di tempo poi ho dovuto abbandonare il progetto iniziale e ho deciso di creare questo modello 1.0». La mano può essere azionata in tre modi diversi, e in ogni caso utilizzando mezzi comuni come ad esempio un pc, o attraverso un programma che trasforma i comandi vocali in azione o ancora, attraverso un guanto che riproduce i movimenti della mano di chi lo indossa all’arto meccanico. La collaborazione con il Fablab Messina si è concretizzata soprattutto nella scelta del materiale da utilizzare: la scelta è ricaduta sul XT, particolarmente robusto e flessibile, quindi adatto a questo utilizzo.
Marcello considera Robohand un punto di partenza: ha infatti intenzione di migliorare questo modello rendendolo ancora più funzionale. Inoltre in collaborazione con l’istituto professionale E. Fermi di Vibo Valentia, sta studiando la costruzione di un naso elettronico che sia in grado di rilevare alcune sostanze all’interno degli elementi. Marcello non ha un sito web ma per chi fosse interessato ai suoi progetti può visitare il suo canale Youtube, dove ha inserito i video delle sue produzioni.

Ancora qualche giorno per mappare Siracusa… & vincere!

m&vÈ davvero un piacere per me avere tra gli ospiti di Start Me Up Valentina Amico, ideatrice insieme a Paolo Battaglia di Guidabile. La startup nasce a Catania durante l’ultimo Startup Weekend e vede anche chi scrive coinvolto nel progetto: successivamente le strade si dividono (pacificamente) e nel frattempo Guidabile è cresciuto. La piattaforma offre una mappa dei locali accessibili alle persone disabili e coinvolge gli utenti attraverso giochi che premiano sia gli utenti che i gestori dei locali. Un modo per sensibilizzare le persone e le amministrazioni pubbliche sul tema dell’accessibilità.
In questi giorni Guidabile sta promuovendo Mappa&Vinci, gioco-evento dedicato alla città di Siracusa che invita i cittadini a segnalare l’accessibilità dei locali pubblici aretusei. In palio ci sono premi per chi segnala e anche per i gestori più virtuosi. Sono previste altre tappe in altre città siciliane e, successivamente, in tutta Italia.
Giocare è molto semplice, basta seguire la procedura descritta su guidabile.it/mappaevinci; se invece ne volete sapere di più di Guidabile, vi basterà andare su guidabile.it.


#33.radiosmu – Italian Master Startup Award, PNICube premia le startup che ce l’hanno fatta Verrà consegnato giovedì 12 maggio e inoltre vi parliamo di Infant, app per genitori che nasce dal co-design

Puntata speciale di start Me Up dedicata per buona parte all’Italian Master Startup Award, il premio che PNICube conferisce alle startup accademiche che hanno dimostrato di saper stare sul mercato. La cerimonia di consegna del Premio – giunto alla sua decima edizione – si terrà giovedì 12 maggio a Novara, presso la sede dell’Associazione Industriali. Il premio è stato presentato alla stampa il 26 aprile insieme all’edizione 2016 del Premio Nazionale per l’Innovazione che quest’anno si svolgerà a dicembre a Modena. Di entrambe le manifestazioni ne parlo con il professore Marco Cantamessa, presidente di PNICube: «A nostro avviso è importante dimostrare che le startup non siano solo delle belle promesse, ma aziende che sappiano stare sul mercato – dice il professore ai microfoni di Start Me Up. Quando una startup ce l’ha fatta allora può diventare il segnale che questo paese può cambiare». Al concorso parteciperanno 12 aziende, tutte venute fuori dalla ricerca accademica che saranno giudicate da una giuria composta da imprenditori, investitori e manager: un buon segno, che testimonia l’attenzione del mondo del lavoro nei confronti della ricerca. A pesare, secondo il professore Cantamessa nel giudizio della commissione nella scelta della startup vincitrice saranno «la crescita finanziaria, quindi la capacità di attrarre investimenti, la crescita economica, cioè la capacità di incrementare il proprio fatturato e anche l’impatto che queste aziende hanno dal punto di vista occupazionale». A questo vanno aggiunti la capacità del team di affrontare i mercati esteri e la longevità dei prodotti e/o i servizi erogati.
Nell’ultima parte dell’intervista chiedo al professore quanto la ricerca abbia inciso a suo avviso sull’imprenditoria e il suo giudizio è positivo, alla luce soprattuto delle poche risorse di cui la ricerca ha disposto negli ultimi anni. In questa ottica anche la possibilità di trasformare questa ricerca in startup attraverso la brevettazione è un segnale forte. «In questo momento – conclude il professore – è forse più la capacità di offerta dell’università che la capacità di domanda da parte del mondo del lavoro».

Continuiamo a parlare di Italian Master Startup Award anche con il secondo ospite di questo podcast di Start Me Up. Ai nostri microfoni abbiamo il piacere di ospitare Lorenzo Lener, direttore dell’incubatore di Impresa Enne3 di Novara, città che ospiterà la manifestazione. «Siamo contenti di ospitare il premio – dice – perché abbiamo la possibilità di mostrare a una città come sono diventate alcune delle imprese nate all’interno degli incubatori universitari, che sono cresciute e fanno economia reale».
L’incubatore Enne3 ha una funzione territoriale e ovviamente è un luogo aperto a quante più aziende possibile. Naturalmente non tutte non possono essere ospitate nella struttura di Novara e così si è scelto di puntare su un network coinvolgendo le strutture limitrofe e con competenze diverse. Si è così arrivati a creare un incubatore diffuso per poter accogliere un numero maggiore di progetti.
Al di là dell’impegno del 12 maggio l’incubatore Enne3 in questo periodo è impegnato nella promozione della Start CUP Piemonte Valle d’Aosta, lo scouting cioé dei progetti di impresa che nascono in ambito accademico e che andranno poi a concorrere per il PNI 2016. Sarà proprio Novara a ospitare l’evento regionale che si svolgerà a Ottobre e che decreterà quali saranno i progetti che rappresenteranno le due regioni del Nord Italia alla fase nazionale del concorso.
Per conoscere meglio le attività dell’incubatore di Novara vi consigliamo di visitare il sito enne3.it e di tenere d’occhio la sempre aggiornata pagina facebook.
Per conoscere invece i vincitori dell’Italian Master Startup Award non perdete il prossimo podcast di Start Me Up. Abbiamo infatti l’onore di essere uno dei media partner dell’evento e per il secondo anno consecutivo seguiremo anche l’edizione 2016 del PNI.

Infant: l’app per i bimbi la fanno i genitori

infant-FB-lancio-profilo_0Lo scorso 2 maggio è venuto alla luce (non sto usando termini a caso, giuro) il sito di Infant, progetto della startup FCube. La app promette di aiutare i genitori a prendersi cura del proprio figlio, migliorando la loro vita. Attraverso Infant il genitore potrà monitorare ogni aspetto della vita del proprio bambino perché funzionerà come hub in cui ricevere tutti i dati raccolti dai vari oggetti smart presenti in casa. Il controllo della temperatura ad esempio sarà affidato a una tutina wireless che contemporaneamente controllerà costantemente il battito cardiaco oppure si potrà controllare il sonno del proprio bebé attraverso la telecamera posta sulla culla collegata in wireless con il proprio smartphone. C’è quindi una massiccia dose di IoT nel progetto Infant deputata a raccogliere dati che successivamente saranno immagazzinati attraverso il cloud, in modo da dare massima libertà di accesso da parte del genitore. Ma la particolarità dell’interno progetto è che tutto ciò verrà creato insieme ai genitori. Come spiega l’ideatore Giorgio Ferrari nell’intervista che ha rilasciato a Start Me Up, l’applicazione verrà costruita in questi mesi ascoltando i pareri e le esigenze di chi vive questa straordinaria avventura. Un vero e proprio modello basato sul metodo lean quindi, dove niente è stabilito a priori e tutto è messo in discussione. In questo senso la “nascita” del portale ha inaugurato questo processo e il primo passo è quello di mettere in piedi una community di persone (neo-genitori e specialisti del settore) attraverso la pagina e il gruppo facebook così da favorire il dialogo e il confronto. Il gruppo è naturalmente aperto e chiunque volesse dare il proprio contributo e entrare a farne parte può richiederlo a info@infantcare.it.


Wake Up! Your sense of business: Start Me Up vi racconta l’evento in diretta I due appuntamenti in podcast per rivivere le emozioni dell'evento di sabato

Di Wake Up! Your sense of business ve ne abbiamo già parlato abbondantemente durante il podcast numero 31 quando abbiamo avuto il piacere di ospitare Giuliana Narbone (se vi siete persi l’intervista potete tranquillamente recuperarla qui). Abbiamo l’onore di essere i media partner dell’evento e per questo motivo abbiamo trasmesso in diretta dallo stand che i ragazzi di Bootstrap hanno preparato per noi. Se non avete potuto ascoltarci in diretta, tranquilli potete rifarvi con i podcast.

Nel corso della giornata abbiamo incontrato gli organizzatori dell’evento che, come ha spiegato Giuliana, nuovamente ospite ai nostri microfoni, rappresenta una tappa intermedia del progetto Bootstrap. In questa occasione infatti i ragazzi erano impegnati a vendere i prodotti da loro pensati ai loro compagni di scuola. Gli acquirenti potevano fare i propri acquisti attraverso delle speciali carte che gli permettevano di pagare la merce in esposizione. Insieme a queste idee, c’erano anche i ragazzi che partecipavano al WAKE UP! Pitch, contest promosso insieme a Youth Hub Catania, che mette in palio un giorno di incubazione presso l’incubatore TIM WCAP di Catania. Questo lo sappiamo perché è passato a trovarci anche Francesco Pira di Youth Hub Catania. Gli altri ospiti che sono passati a trovarci sono: Valentina Lo Maglio del Sindacato Studenti Scuole, il prof. Alfonso Zaccaria docente presso l’Ist. Rapisardi di Caltanissetta, Dario Riccobono di Addio Pizzo Travel e Umberto di Maggio e Veronica Taschetti di Libera.

Dopo circa mezz’ora dalla fine del primo appuntamento, c’è stata una seconda diretta questa volta incentrata sui progetti presenti su Corso Umberto I di Caltanissetta. Abbiamo così avuto modo di parlare con Andrea di Pescamici – un acquapark itinerante che propone giochi di gruppi in cui ci si bagna un sacco ovviamente – e con Sabina e Michele che distribuiscono pensieri e invitano le persone a scambiarsi messaggi attraverso i barattoli di My Memory Box. Si passa poi alle lampade ad accensione automatica di Clap Lamp e a quelle realizzate con le bottiglie vuote di World of Lights. E poi scopriamo cosa si sono inventati i ragazzi di Social Date per trovare un modo per fare amicizia al di fuori della rete e il gioco di società Did you know it?. Questi sono i sei progetti che sabato hanno venduto i loro prodotti ai loro compagni di scuola. Insieme a loro c’erano anche Smart Walk e You Play che non vendevano nulla, ma sono stati aiutati dai ragazzi di Youth Hub Catania a preparare i propri pitch in occasione della presentazione dei progetti in programma il 12 maggio a Catania.

Nel podcast della seconda diretta potrete inoltre sentire la soddisfazione dell’Assessore alla Creatività e Cultura di Caltanissetta Marina Castiglione che ha sostenuto a nome dell’Amministrazione l’evento e Pasquale Tornatore che, in qualità di Presidente della Rete Museale Culturale e Ambientale del Centro Sicilia, punta sulla cultura per far conoscere questo splendido territorio ai turisti e alla gente del posto. E ancora, grazie a Marcella Nucifora, conoscere le attività del C.O.F. dell’Università di Catania.

È doveroso ringraziare Giuseppe Arrigo e Marcello Perone di Ardeek per il fondamentale apporto che hanno dato alla realizzazione delle dirette. Oltre che naturalmente a tutti i ragazzi di BootstrapLab per il coinvolgimento e la splendida esperienza.

Con Paesà alla scoperta degli antichi mestieri contadini e artigiani E inoltre Olitaly, portale dedicato all'olio italiano e pettissimo.it che in esclusiva vende POW

C’è un po’ di turismo, di sharing economy ma anche di antropologia in Paesà, piattaforma creata da Francesco Domenico D’Auria e Annapaola Di Paolo che offre corsi sugli antichi mestieri contadini e artigiani. I corsi sono tenuti da persone che quei lavori continuano a farli e che decidono di mettere a disposizione di viaggiatori e curiosi le proprie conoscenze e competenze. «La mission di Paesà – spiega Francesco – è quella di tenere viva  la memoria dei saperi e delle pratiche umane territoriali attraverso la condivisione». L’idea nasce dalla considerazione che il territorio in cui viviamo è ricco di tradizioni, ma manca una conoscenza tecnica dei processi con cui portare avanti questi saperi. Nell’intervista Francesco porta come esempio la pizza che nonostante sia uno degli alimenti più amati dalle persone, pochissime sanno come prepararla seguendo il metodo tradizionale. «Noi consumiamo i prodotti della tradizione, ma non sappiamo più farli» specifica Francesco e con una battuta paragona il lavoro che sta portando avanti con Paesà a quello del WWF: l’unica differenza è che mentre il WWF salva i panda dall’estinzione Paesà si occupa di proteggere gli ultimi artigiani e contadini rimasti.
Il funzionamento della piattaforma è molto semplice: per proporre un proprio corso basta compilare il modulo presente sul sito e aspettare l’ok da parte dello staff che, a richiesta, si occuperà anche della parte promozionale. «Gli “insegnanti” – spiega Annapaola – arrivano spesso da associazioni culturali che si occupano di promozione del territorio. In più Paesà può contare su una rete di ambassador che selezionano i saperi e le esperienze più interessanti». La piattaforma entrerà a pieno regime a settembre, nel frattempo compilando il modulo presente su paisa.it potrete entrare in contatto con lo staff e conoscere i primi corsi attivi.

Olitaly, l’olio d’oliva italiano a portata di click

Olitaly è un portale dedicato all’olio d’oliva italiano. olitalyÈ un’iniziativa portata avanti da Roberto D’Alessio e Claudio Angiolelli che mira a diventare il punto di riferimento per uno dei prodotti simbolo del made in Italy. Su Olitaly è possibile trovare notizie, curiosità, ma anche leggi e ricette che riguardano il mondo dell’olio italiano. Il portale si rivolge a un pubblico generico ma anche agli addetti ai lavori: olivicoltori, contadini e chi gestisce i frantoi. In programma c’è la creazione di una web-radio e di un canale tematico sul digitale terrestre. Ma Olitaly non è solo comunicazione: tra le attività future c’è anche la realizzazione di una app che permetta di tracciare l’olio che arriva nelle nostre case. «È il punto principale del progetto – spiega Roberto – perché vogliamo aiutare i consumatori a essere più consapevoli di ciò che acquistano». Un aspetto non da poco visti anche gli scandali recenti sull’olio contraffatto.
Olitaly è tra le startup che stanno partecipando a Edison Pulse: fino al 5 maggio potete sostenere Roberto e Claudio registrandovi sul portale e votando il progetto su edisonpulse.it. Per saperne di più: olitaly.net.

Pet on Wheels, l’innovativo trasportino in esclusiva su pettissimo.it

pow_grandeC’è un e-commerce siciliano che ci vede lungo e che ha deciso di investire in un’idea che su kickstarter ha raggiunto il goal in soli due mesi (anche grazie a un video molto azzeccato). Il portale in questione è pettissimo.it, un sito dove potrete trovare tutto quello che riguarda la cura dei vostri amici animali. Se pensate a mangimi e guinzagli siete sulla strada sbagliata, perché su pettissimo.it trovate anche POW – Pet On Wheels, trasportino per cani di piccola taglia che ha conquistato già mezzo mondo. Pet On Wheels permette al padrone di avere con sé il proprio amico a quattro zampe sia sui mezzi a due ruote che in macchina.
«Nella mia consueta ricerca di nuovi prodotti – spiega ai microfoni di Start Me Up Carmelo Lorena responsabile marketing e comunicazione di pettissimo.it – mi sono imbattuto in POW, l’ho proposto al team e siamo stati tra i finanziatori del progetto su kickstarter». Grazie alla fiducia dimostrata, i produttori di POW hanno deciso di ricambiare il favore garantendo a pettissimo.it l’esclusiva per la Sicilia e i primi ordini partiranno già i primi di Maggio. Se vuoi ordinare anche tu il tuo POW, vai adesso su pettissimo.it.


#31.radiosmu – Wake Up! A Caltanissetta una giornata dedicata all’impresa Appuntamento il 30 aprile a Caltanissetta. Inoltre parliamo della nuova sede del TAG Cosenza e dell'importanza dell'insegnamento della programmazione

C’è fermento nel Sud della Sicilia, il tutto grazie al progetto Bootstrap Lab che da qualche mese sta lavorando tra gli studenti per diffondere la cultura dell’imprenditorialità. In particolare, il 30 aprile ci sarà la seconda giornata dell’evento Wake Up! Your sense of business, «una giornata – dice Giuliana Narbone dell’associazione 360° – che vede al suo interno un business game aperto a tutti gli studenti di scuola superiore di Caltanissetta». Sei team si sfideranno e solo tre riusciranno ad accedere alla fase successiva del progetto. Inoltre i ragazzi si sfideranno per il Wake up Pitch, contest organizzato in collaborazione con Youthub Catania che avranno un loro stand per valutare le varie idee e infine, grazie alla collaborazione con i tre Atenei siciliani, ci saranno altrettante lezioni tenute da professori provenienti da Messina, Palermo e Catania.
Come dicevamo l’evento del 30 arriva dopo la manifestazione del 9 aprile che, come racconta Giuliana «è andata benissimo. Sia gli enti coinvolti ma soprattutto i ragazzi sono rimasti incantati dal sentire storie di siciliani poco più grandi di loro che hanno scommesso su una propria idea e la stanno portando avanti».
Al di là dei temi imprenditoriali, forte è la spinta che i ragazzi del progetto Bootstrap Lab stanno dando alla legalità:« La legalità non può essere un’eccezione – dice Giuliana – e deve essere un comportamento che un imprenditore di solito assume. Noi diamo per scontato questo aspetto presentando modelli positivi di imprenditori onesti: fa parte della nostra mission ed è uno dei pilastri della collaborazione con il comitato Addiopizzo di Palermo».
L’evento del 30 potrà essere seguito dal profilo spreaker di Start Me Up (stiamo definendo in questi giorni i dettagli per la diretta dal posto): in ogni caso per restare in contatto e conoscere tutto del progetto Bootstrap Lab basterà andare su bootstraplab.it.

Il TAG Cosenza si sposta nel campus dell’UNICAL per fare dell’università una grande community

tag_cosenzaSiamo felici di tornare a Cosenza perché mercoledì 20 aprile il TAG ha inaugurato i nuovi spazi all’interno del Campus Universitario di Rende: «Una nuova opportunità – dice Anna Laura Orrico che ritroviamo ai microfoni di Start Me Up – per portare i temi del coworking e della collaborazione in un ambiente molto più grande e con grande fermento come è il campus universitario di Arcavata». Un modo quindi per migliorare e rendere più efficate la mission del Talent Garden che vuole portare i temi della collaborazione non solo tra gli startupper e gli imprenditori, ma sul tutto il territorio in cui opera. Tanti saranno i vantaggi per gli studenti che grazie alla TAG Student Card potranno frequentare il Talent Garden in totale tranquillità: «Potranno accedere periodicamente allo spazio di coworking e entrare così in contatto con chi già frequenta questi spazi. Inoltre avranno accesso gratuito a tutti gli eventi formativi e di networking per costruire il proprio portfolio di relazioni. Infine, grazie alla TAG Student Card gli studenti riceveranno consulenza gratuita dai professionisti del Talent Garden di Cosenza». Un modo per mettere in contatto due mondi, attraverso la collaborazione e lo scambio di competenze, come è del resto nello stile di TAG.
L’inaugurazione è stata una festa che ha visto come ospiti d’onore il Web Team Italia 2019, il gruppo che ha permesso a Matera di diventare capitale della cultura 2019: «Un progetto nato dal web che però ha avuto un effettivo riscontro nella vita reale – spiega Anna Laura. E per noi è stato importante averli per ribadire l’importanza e la capacità che il digitale ha nel cambiare la vita reale di ognuno di noi. È quello che ci auguriamo di fare anche noi con il Talent Garden all’interno dell’Università della Calabria: diventare sempre più una grande community che metta insieme studenti, professori e amministrativi per generare opportunità e progetti di innovazione sul territorio». Nonostante il cambio di sede il sito del Tag Cosenza è lo stesso, ed è raggiungibile anche attraverso la pagina facebook.

Umberto Talamo (Coderdojo Taranto): vi spiego perché è importante insegnare a programmare

coderdojo_TAQualche settimana fa dalle pagine di startupItalia Umberto Talamo ha scritto un articolo sulla facilità di insegnare il pensiero computazionale ai ragazzi di scuola. L’articolo ci è piaciuto e così abbiamo deciso di intervistarlo anche perché Umberto, oltre a essere un professore è uno degli animatori del Coderdojo Taranto. «È fondamentale insegnare agli studenti a programmare perché permette ai ragazzi a sviluppare il pensiero computazionale». Quindi l’importanza non è data tanto dal semplice apprendimento dei codici ma nell’assumere la mentalità del programmatore per capire cosa c’è dietro un software. Potrebbe sembrare qualcosa che possa tornare utile a chi nella vita voglia lavorare in questo campo, in realtà Umberto smentisce tutto ciò, sottolineando come la programmazione possa tornare utile a tutti al punto da essere inserita come quarta abilità di base dopo leggere, scrivere e far di conto. L’origine di questo percorso è da individuare in un articolo di Jeannette Wing, una professoressa americana che adesso lavora per Microsoft Research.
Umberto porta avanti la sua missione anche nel suo tempo libero perché è tra i promotori del Coderdojo Taranto. «Ho scoperto i coderdojo al Tedx di Lecce dell’anno scorso – racconta ai microfoni di Start Me Up – e così abbiamo messo in piedi il nostro laboratorio dove insegniamo ai bambini come funziona il pensiero computazionale». Nell’ultima parte dell’intervista ci soffermiamo sulle modalità di insegnamento che Umberto mette in campo a scuola e con i bambini del Coderdojo, e come è facile immaginare sono i bambini a avere molta più confidenza con questo generi di linguaggio. Addirittura Umberto ci dice che al Coderdojo insegnano loro i primi passi e poi i bambini in maniera del tutto naturale deducono quello che c’è dopo. Per restare aggiornati sulle attività del Coderdojo o per approfondire i temi dell’insegnamento della programmazione tra i piccoli potete visitare coderdojotaranto.it.


#30.radiosmu – La Lean Startup Machine sbarca a Palermo Ed è alla ricerca dell'immagine che la rappresenti. Inoltre parliamo di Splitit e di “Un futuro migliore per l’Europa"

Come forse ricorderete, all’inizio di questa stagione di Start Me Up abbiamo ospitato Paola Di Rosa di Atfactory perché aveva da poco lanciato la campagna per portare la Lean Startup Machine a Palermo. Allora più di cinquecento persone votarono e così tra il 27 e il 29 maggio la Sicilia ospiterà per la prima volta questo format. «L’evento – dice Paola Di Rosa di AtFactory – si rivolge agli innovatori e ai sognatori. Chiunque abbia già una startup, i maker o ancora professionisti con una attività già avviata: lo scopo è quello di offrire un approccio a un nuovo modello economico che ti focalizza sul cliente e il mercato». Anche se l’iscrizione è singola, i partecipanti possono riunirsi in team per poter lavorare alla propria idea di impresa.
In questi giorni inoltre è stato lanciato un altro contest in collaborazione con Italia Startup (l’associazione) e Startupitalia! (la rivista) che va alla ricerca dell’immagine che rappresenti l’evento di fine maggio. «Cerchiamo un’immagine ad alto impatto emotivo e visivo – spiega Paola – che rappresenti i siciliani innovatori e sognatori. Questa immagine verrà poi utilizzata in tutto il materiale relativo alla comunicazione dell’evento».
Se partecipate al contest fotografico trovate tutte le informazioni qui. Se invece siete interessati alla Lean Startup Machine, qui potete acquistare il biglietto. Attenzione! Per gli ascoltatori di Start Me Up c’è la possibilità di avere uno sconto del 20%: vi basterà ascoltare il codice pronunciato durante l’intervista.

Splitit il barattolo digitale nato in Australia e residente a Catania

splititi_playerDa circa un anno dei ragazzi catanesi hanno trovato la soluzione per velocizzare le collette per i regali da fare ai propri amici e parenti in occasioni di particolari ricorrenze. Fanno la spola tra Catania e Milano anche se l’idea è nata in Australia. Ci riferiamo a Splitit, un «barattolo digitale», come lo definisce Ornella Barbagallo, account manager di questa startup, ai microfoni di Start Me Up. Splitit ti permette di creare un vero e proprio sito dedicato all’evento per cui si vuole fare il regalo e, una volta raccolto il denaro, l’organizzatore potrà tranquillamente spostarlo sul proprio conto corrente. Pensato per le feste, Splitit può potenzialmente essere utilizzato per diversi scopi: da collette per opere di beneficienza a addirittura come fondo cassa tra coinquilini per gestire al meglio le spese di casa. Come scrivevamo prima Splitit nasce in Australia quattro anni fa quando «Carlo Graziano – l’ideatore di Splitit, spiega Ornella – ha dovuto raccogliere dei soldi tra diverse persone con un carico di responsabilità anche abbastanza grosso». Questa esperienza ha indotto Carlo a trovare una soluzione e così un anno fa ha fondato questa startup. Nei piani futuri c’è lo sviluppo di una applicazione e l’internazionalizzazione del servizio, nel frattempo potete iniziare la vostra raccolta su splitit.it.

L’Europa a Siracusa nel nome dell’integrazione

SIEuropeSi è parlato di integrazione l’11 e il 12 aprile all’Impact Hub Siracusa durante Un futuro migliore per l’Europa: innovazione, integrazione e migrazione. L’evento rientra nel progetto Social Innovation Europe, promosso dalla Commissione Europea ed è stato organizzato da Common Ground in collaborazione con l’Hub di Siracusa. Con Vincenzo Di Maria facciamo un po’ il bilancio dell’evento che ha voluto guardare a tutte quelle politiche e pratiche di integrazione sociale tra i migranti in ottica di innovazione sociale. «Un evento che nasce dall’incontro di più reti – spiega Vincenzo – Social Innovation Exchange, network mondiale di imprenditori e innovatori sociali, un’organizzazione francese che si chiama AEIDL molto vicina alla Commissione Europea, il network di Impact Hub Siracusa e tutti coloro che lavorano con i migranti». L’evento arriva alla conclusione di una prima fase dei lavori e voleva essere quindi l’occasione per fare il punto su quelle che sono le politiche e le pratiche messe in campo nell’ambito dell’integrazione dei migranti.«È da circa dieci anni che assistiamo in Sicilia agli sbarchi di persone che arrivano dai paesi non europei – continua Vincenzo – adesso dobbiamo fare i conti con le politiche messe in atto per permettere loro di essere inseriti nella vita di tutti i giorni: come facciamo a tessere relazioni durature e a lungo termine?». L’analisi ha riguardato sia gli interventi messi in atto da parte dei vari Governi che hanno deciso di affrontare la questione che alle azioni di imprenditori sociali o enti privati che si sono spesi in questi anni. In tutto sono state analizzate nove esperienze provenienti da ogni parte d’Europa.
Come abbiamo scritto in precedenza Un futuro migliore per l’Europa… rientra nel progetto Social Innovation Europe, un network di professionisti e di innovatori sociali che guardano a diverse tematiche e cercano di affrontarle da punti di vista diversi. «Lo scopo principale – dice Vincenzo – è quello di avvicinare il mondo delle Istituzioni con quello di chi innova sul territorio». In tutto questo attraverso Common Ground, l’agenzia di design che Vincenzo gestisce cerca di raccontare l’innovazione sociale. «Per farlo ci vuole molta capacità di storytelling – spiega Vincenzo – e ci vuole anche capacità di visualizzare cosa vuol dire innovazione sociale. Il fine è quello di rendere visibili attraverso foto, video e schemi i processi di innovazione sociale che hanno portato a dei risultati e replicarli in altri contesti». Questo genere di attività rientra nella mission di Impact Hub Siracusa che mette insieme i Mediterranean Change Maker, attori del cambiamento sociale che usano tecniche di impresa in ambito sociale. Naturalmente in questo network rientra anche Common Ground.

In chiusura di intervista Vincenzo ci consiglia alcuni link per restare aggiornati. Il primo è il blog di Hub Siracusa, dove presto verrà pubblicato un report sulla due giorni (nel frattempo potete leggere la descrizione dell’evento), poi c’è il sito di Social Innovation Exchange dove si potranno seguire gli sviluppi del progetto Social Innovation Europe.


#29.radiosmu – Pulire il mare con la lana È un'idea di una azienda sarda. Inoltre parliamo dei progetti che hanno vinto "Dall'idea al Progetto" e della call 2016 di TIM Wcap

In Sardegna c’è chi vuole pulire le acque con la lana. È Daniela Ducato che con la sua azienda – Edilana – è riuscita a creare insieme all’Università di Cagliari Geolana Salvamare. Geolana è un sistema naturale composto da lana e sugherone (gli scarti dell’albero del sughero) che è in grado di assorbire gli agenti inquinanti, soprattutto petrolchimici, presenti nei liquidi. Tecnicamente questo materiale rientra nei geotessili assorbitori e potrebbe rappresentare una svolta nella pulizia dei nostri mari, fiumi e laghi. Oltre ad assorbire gli agenti inquinanti con un rapporto 1 a 14 (ogni chilo di Geolana ne assorbe 14 di agenti inquinanti), dice Daniela che nel corso di un mese vengono eliminati almeno 2/3 di agenti inquinanti restituendo acqua pulita. Geolana viene fuori dalla collaborazione con l’Università di Cagliari e rientra nelle filiere Edilzero Architetture di Pace, prodotti diversi tra loro che hanno in comune alcune caratteristiche come la produzione totalmente italiana, la coincidenza tra il luogo di produzione il luogo di trasformazione (la cosiddetta produzione a chilometro/costo) l’utilizzo di materie rinnovabili ed eccendenti (che non incidono cioè sulla produzione agricola, ma esistono in abbondanza in natura) e il totale scambio di competenze e conoscenze tra le varie aziende che compongono la filiera. Il sito ufficiale di Geolana sarà online tra qualche giorno, in ogni caso, per restare aggiornati, per approfondire le tematiche citate durante l’intervista e acquistare i prodotti Edilana c’è il sito edilana.com.

Dagli orti in acqua ponica alle bici in bamboo: i progetti che hanno vinto il bando Vulcanìc

VulcanicLo abbiamo promosso anche attraverso le pagine e il podcast di Start Me Up e a inizio aprile c’è stata la cerimonia di premiazione dei progetti. Stiamo parlando di Da idea a progetto, bando promosso dall’acceleratore catanese Vulcanìc. La call era composta da tre bandi su tematiche specifiche. Ne parliamo con Simone Piceno di Impact Hub e da lui ci facciamo spiegare come è andata la giornata di premiazione ma soprattutto quali sono i progetti vincitori. Per il bando Horto in Hotel a vincere sono stati addirittura due i team: BioFactory e Hortel. Il primo propone la coltivazione in acqua ponica, un sistema quindi totalmente autosostenibile e a basso impatto ambientale, mentre Hortel è specilizzato nella creazione di orti sinergici. I due progetti saranno incubati e andranno così a migliorare la qualità del cibo servito presso il ristorante dello Sheraton di Catania, partner di questa call. CarPlusCamp si aggiudica invece il primo posto per la call CoopUp: il progetto è un marketplace per gli amanti del campeggio, all’interno del quale sia privati che aziende possono mettere i propri attrezzi a disposizione degli altri in modo così da poter recuperare sul posto tutto il materiale necessario senza doverlo trasportare da casa. Infine la call dedicata all’innovazione sociale digitale è andato allo studio di design LA.BOO, specializzato in prodotti in bamboo. Questo materiale ha dato infatti prova di essere estremamente versatile e resistente e i ragazzi hanno in mente di utilizzarlo per la realizzazione di una serie di oggetti di design. Al momento hanno già creato una bicicletta.
Prima di salutarci Simone esprime tutta la soddisfazione per come è andata questa prima edizione di Da idea a progetto: «Abbiamo ricevuto quasi 37 idee e le scelte sono state davvero complicate perché i progetti erano validi e i team molto preparati. Considerando che in palio non c’era un grant ma solo mentorship siamo davvero molto contenti di come siano andate fin qui le cose». Per i team adesso iniziano i lavori che potranno essere seguiti dal sito Vulcanìc e dai profili facebook e twitter dell’incubatore catanese.

Presentata la call 2016 di TIM Wcap: tutte le novità del bando

TIMWcapÈ stata presentata meno di una settimana fa la call 2016 di TIM Wcap, un bando che si presenta rinnovato sotto vari punti di vista e che dal 2009 rappresenta una certezza nel panorama dell’innovazione italiana. Per l’occasione abbiamo il piacere di ritrovare a Start Me Up Dario Maccarrone, colui che che gestisce l’acceleratore TIM Wcap di Catania. La prima novità del bando 2016 è il valore dei grant che passa a 40.000 euro. Inoltre quest’anno si parla di call for startup e non for ideas: «Questo significa che rispetto agli altri anni TIM andrà a premiare i progetti che hanno già una certa solidità dal punto di vista progettuale, ma – tranquillizza Dario – non per forza i gruppi proponenti devono essere già costituiti come società». Inoltre, in linea con quanto fatto durante gli scorsi anni, si cercherà sempre più di inserire le startup incubate all’interno di TIM. «Abbiamo cercato di aumentare il numero di possibilità per i progetti incubati di entrare in contatto con l’azienda TIM – spiega Dario. Abbiamo creato un percorso aggiuntivo per quelle startup che si distingueranno all’interno del periodo di accelerazione per fornire loro un ulteriore finanziamento di 10.000 euro (da aggiungere ai 40) e un periodo di incubazione a Roma a stretto contatto con le business unit di TIM». Altra novità è la piattaforma TIM Open attualmente in versione beta, che servirà a veicolare ulteriori servizi e favorirà lo scambio di competenze e conoscenze tra i progetti vincitori. A fare la differenza nella scelta dei progetti da parte di Tim secondo Dario saranno i servizi che possono tornare utili a TIM – se ci fate caso il bando parla di startup digitali. Quindi chi ha un’idea che possa migliorare la comunicazione digitale non può certo perdere questa occasione. Il termine ultimo per presentare la propria candidatura è il 30 maggio, tutte le informazioni sulle modalità di partecipazione sono su wcap.tim.it.


#28.radiosmu – Il lavaggio auto a portata di app Con Mister Lavaggio hai l'auto pulita dove e quando vuoi. Inoltre parliamo di SSS Cosenza e Seotesteronline.com

«Avere la propria automobile sempre pulita senza dover rinunciare a un’ora del proprio tempo per portarla all’autolavaggio». Spiega così ai microfoni di Start Me Up la nascita di Mister Lavaggio Fausto Pagliara, uno dei cinque soci che ha lanciato un servizio che mira a rivoluzionare il mondo del lavaggio delle automobili. Si perché con Mister Lavaggio ognuno può prenotare il lavaggio della propria auto indicando il luogo in cui lascerà la macchina e poi non dovrà far altro che aspettare la squadra di lavaggisti a cui dovrà aprire semplicemente la vettura. Il tutto sul posto e senza sporcare lo spazio circostante. «Se prima c’era il lavaggio auto classico, adesso possiamo contare su queste squadre di lavaggisti – spiega Fausto – che girano in città con un kit per la pulizia auto». Essendo un servizio di intermediazione Mister Lavaggio non assume direttamente i lavaggisti ma mette semplicemente in contatto domanda e offerta: «Sono tanti che si stanno proponendo per questo lavoro – spiega Fausto – perché a quanto pare è abbastanza remunerativo». Mister Lavaggio è presente in varie città in tutta Italia, principalmente in Lombardia anche se a breve il servizio sarà disponibile anche a Bari, Lecce e Brindisi. Tutte le informazioni (con anche la possibilità di scaricare la app) sono su misterlavaggio.com.

Startup Super School sbarca a Cosenza

ssscosCirca un anno fa attraverso i microfoni di Start Me Up vi abbiamo raccontato di Startup Super School, format inventato dal siciliano Andrea Giarrizzo che vuole portare la cultura di impresa nelle scuole. Adesso Massimiliano Aiello ha deciso di sposare il format modificandolo in alcune sue parti. Così l’8 e il 9 aprile si svolgerà lo Startup Super School Cosenza, evento promosso da ESSE I Solutions (società guidata da Massimiliano), in collaborazione con il Parco Industriale di Rende, il Contamination LAB e il Dipartimento di Matematica e Informatica dell’UNICAL. Rispetto all’evento per come lo conosciamo, a Cosenza verranno coinvolti gli universitari; anche loro, secondo Massimiliano, così come i ragazzi delle scuole superiori «quando studiano, non vedono altro che lo studio anche se farebbero meglio a guardarsi attorno. Così ho pensato che avrebbe fatto bene a loro conoscere meglio le startup». Massimiliano non è nuovo al mondo della formazione: più di una volta è stato nostro ospite per raccontarci le sue iniziative che fino ad ora avevano solo a che fare con la programmazione. «Sono uno startupper da una vita e per la prima volta ho deciso di mettere la mia esperienza imprenditoriale al servizio dei ragazzi». L’evento è fissato per l’8 e il 9 aprile e le iscrizioni sono ancora aperte: trovate tutte le informazioni su cosenza.startupsuperschool.com.

L’analisi della SEO del tuo sito in un tool online

Gestite un sito e dovete sapere se Sto2avete dimenticato qualcosa nei settaggi per l’ottimizzazione seo? Grazie a seotesteronline.com potrete farlo direttamente da soli e senza spendere un euro. L’idea è del programmatore catanese Vittorio Urzì che racconta a Start Me Up di aver creato questo tool principalmente per sé stesso e che quasi per caso ha deciso di metterlo online, ottenendo sin da subito degli ottimi pareri. In effetti seotester è davvero ben fatto, molto semplice all’uso e con una buona qualità sia nella grafica che nei contenuti. «È necessario inserire l’url del sito di cui si intende testare la seo – spiega Vittorio – e il motore di ricerca restituisce i vari parametri che vanno a incidere sull’indicizzazione del sito». Un prodotto destinato a web agency che utilizzano il tool per avere in tempi brevi un report dei siti dei propri clienti o anche a blogger che magari prima di pubblicare il proprio post decidono di effettuare un test di controllo. Il servizio è in beta e Vittorio dice di aver creato il software studiando le numerose guide pubblicate di volta in volta da Google. È attualmente gratuito «e tale rimarrà – assicura Vittorio – sto studiando di inserire alcune funzionalità più specifiche a pagamento, come alcune ricerche particolari o l’assistenza specifica per i clienti. In ogni caso la parte portante del sito resterà gratuita e verrà ampliata». Un lavoro enorme che per adesso Vittorio ha svolto da solo, contando sull’aiuto saltuario di qualche amico. Avete un sito web? Perché non testate subito la seo su seo tester online ?


#27.radiosmu – La Resto al Sud Academy riparte da Scampia Inoltre nel podcast si parla di Postpickr e Searcharter

Non poteva esserci luogo migliore per inaugurare la seconda edizione della Resto al Sud Academy, corso di formazione su web-journalism pensato per ragazzi che vivono nelle periferie delle grandi città del Sud Italia. Il 22 marzo scorso alla presenza del ministro della Giustizia Andrea Orlando sono stati consegnati gli attestati ai corsisti che hanno da poco terminato il loro percorso formativo ed è stata presentata la seconda edizione. La prima edizione è stata segnata dall’entusiasmo dei ragazzi, dice Roberto Zarriello – ideatore dell’Academy e cofondatore del portale Resto Al Sud – ai microfoni di Start Me Up. Una delle novità della seconda edizione della Resto al Sud Academy è l’inclusione del TAG Cosenza tra i partner. «Siamo al lavoro per un evento all’interno del coworking per settembre 2016 – anticipa Roberto – un modo ulteriore per sottolineare la natura fattiva delle collaborazioni instaurate». Il TAG va ad affiancare gli altri promotori dell’Academy: Conad, Ninja Academy e Tiscali. I ragazzi del nuovo corso sono già all’opera, hanno infatti coperto l’evento di martedì sia sui social che coordinando il lavoro con i vari addetti stampa: «La cosa importante – dice ancora Roberto – è che loro, sperimentando, possano acquisire nuove competenze». Come la scorsa edizione i ragazzi che parteciperanno alla Resto al Sud Academy pubblicheranno come blogger su restoalsud.it e alcuni post verranno veicolati anche attraverso il portale tiscali.it.

Postpickr. Quando il tool per i social è sociale

postpickrArriva da Andria, in Puglia, Postpickr, tool per gestire social media che ha da poco raccolto più del doppio del valore prefissato grazie a una compagna di crowdfunding chiusa una settimana fa. Postpickr è stato realizzato da Maurizio Lotito, Maria Miracapillo e Antonello Fratepietro. Con Maurizio parliamo dell’incredibile lavoro che è stato fatto nei confronti della comunità di riferimento:«Sin dall’inizio – spiega – abbiamo reso questo progetto collaborativo. Abbiamo messo online una versione beta e abbiamo chiesto agli utenti di fornirci i loro pareri». Con il tempo il rapporto è cresciuto con il risultato che gli utenti hanno iniziato a considerare postpickr come qualcosa di proprio. Un’espediente che si è rivelato centrale nella campagna di crowdfunding che si è chiusa la scorsa settimana con più di trecento sostenitori. «Adesso non vogliamo certo disattendere il sostegno che così tante persone ci hanno voluto dimostrare – continua Maurizio – I fondi ci serviranno per completare lo sviluppo dell’applicazione e ottimizzare la piattaforma». Postpickr è il perfetto esempio di come il tempo investito ad ascoltare i propri utenti sia ben speso e ritorni indietro in termini di reputazione. «Per far ciò – spiega Maurizio – è necessaria trasparenza e un’attenta comunicazione che deve essere curata nel minimo dettaglio soprattutto sui social».

Searcharter vola a Berlino grazie a Nastartup

Michele Barisciano di SearcharterSearcharter è stato uno dei protagonisti dell’incontro di Nastartup che si è svolto la scorsa settimana. Michele ha raccontato il fine settimana a Berlino, offerto dalla community campana e vinto grazie a Searcharter, un market place dove è possibile prenotare e acquistare posti in aerei charter nello stesso modo in cui si prenota un sedile su un aereo low cost. «I voli charter hanno quasi sempre dei posti in eccedenza – spiega Michele – che solitamente non venivano occupati». Grazie a Searcharter questi voli possono essere disponibili al pubblico con un guadagno per la compagnia e un risparmio per l’ambiente. Non immettendo infatti un nuovo volo ma semplicemente riempiendo quelli che devono comunque viaggiare è possibile ridurre le emissioni di CO2. Questa caratteristica si è rivelata vincente durante il pitch che i ragazzi hanno realizzato alla betahaus, spazio di coworking della capitale tedesca. Perché? Beh, vi basta ascoltare il podcast. Searcharter è online ed è possibile acquistare già il proprio volo: basta andare su searcharter.com.

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#26.radiosmu – Nice to pitch you, Shiplab lancia la call per startup L'incubatore di Gela (CL) vuole far crescere il territorio. Inoltre scopriamo Flyergenius e il progetto Smart

Qualche giorno fa Shiplab coworking e polo di innovazione che anima la scena gelese nel sud della Sicilia, ha lanciato Nice to pitch you, startup contest rivolto a chiunque abbia un’idea imprenditoriale che sia innovativa e ovviamente sostenibile nei seguenti ambiti: smartcity, turismo, sociale, agroalimentare e arte. «Le idee possono arrivare da qualsiasi parte della Sicilia- dice Giuseppe Gambino dello staff di Shiplab – anche se prediligiamo persone che possano avere un contatto diretto con il nostro territorio». Far crescere la voglia di fare impresa è infatti uno degli scopi di Nice to pitch you vista anche la manifesta volontà di interagire con il tessuto imprenditoriale della zona. «C’è tempo fino al 5 aprile per presentare la domanda di partecipazione – precisa Gaetano Russo di Shiplab – e tutte le informazioni sono su shiplab.it». Le migliori idee verrano presentate durante un evento che si svolgerà il 30 aprile a Gela. Il gruppo è già attivo da qualche anno e viene fuori da una summer school che ha spinto il primo nucleo a dare vita a questa “barca” dove si parla di innovazione e tecnologia. Si possono seguire le attività di shiplab sul sito shiplab.it o tramite la pagina facebook.

Con Flyergenius distribuisci i volantini in tutto il mondo

Nata poco più di un mese fa in flyergeniusSardegna, Flyergenius ha già i primi clienti e opera a livello mondiale. La startup trasferisce la tracciabilità delle campagne online a quelle offline offrendo un servizio di stampa e distribuzione di volantini. «Siamo partiti dalla considerazione che uno strumento così potente come le campagne pubblicitarie basate sui flyer se migliorate avrebbero reso molto di più» dice Roberto Massa, founder di Flyergenius. E così basta indicare il luogo, il raggio di azione della campagna e caricare il file del volantino e Flyergenius si preoccuperà di mettere in campo la campagna di volantinaggio, offrendo su richiesta anche consulenza. Il servizio include anche il monitoraggio della campagna attraverso foto e tracciabilità gps, in base alle esigenze degli utenti. «Sono tante le aziende e anche startup che si affidano alla comunicazione offline perché arriva in zone che il marketing online non riesce a raggiungere» precisa Roberto. Usare Flyergenius è molto semplice, basta andare sul sito, loggarsi, seguire la procedura e lanciare la propria campagna marketing.

L’aeroporto di Napoli lancia la call per diventare Smart

smart-projectIl 21 marzo (e fino al 18 aprile) l’aeroporto internazionale di Napoli darà il via a Smart, progetto di open innovation promosso da Gesac – la società che gestisce la struttura – pensato per stimolare e attivare la cultura della collaborazione e della partecipazione al fine di costruire, secondo la logica del co-design, una visione comune dell’aeroporto del futuro. L’uso della parola smart è da intendere nel suo senso letterale, ma, precisa Antonio Pascale, quality manager di Gesac, «è anche un acronimo che sta per Smooth, Memorable, Authentic, expeRience in Travel». Parole che descrivono le sensazioni che l’ente gestore vuole offrire ai propri passeggeri: senza intoppi, da ricordare e autentica. «Gli aeroporti sono da sempre considerati non luoghi – dice Antonio – con Smart Project vorremmo che il passeggero consideri l’aeroporto di Napoli come parte integrante del viaggio». La call si rivolge a gruppi, startup e designer che abbiano un’unica caratteristica: essere utenti dell’aeroporto con tanto di prova. Niente di troppo impegnativo, basterà infatti una copia di un biglietto o anche un selfie scattato all’interno della struttura di Capodichino. Per conoscere meglio Smart Project basterà andare sul sito aeroportodinapoli.it/smart.

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