#31.radiosmu – Wake Up! A Caltanissetta una giornata dedicata all’impresa Appuntamento il 30 aprile a Caltanissetta. Inoltre parliamo della nuova sede del TAG Cosenza e dell'importanza dell'insegnamento della programmazione

C’è fermento nel Sud della Sicilia, il tutto grazie al progetto Bootstrap Lab che da qualche mese sta lavorando tra gli studenti per diffondere la cultura dell’imprenditorialità. In particolare, il 30 aprile ci sarà la seconda giornata dell’evento Wake Up! Your sense of business, «una giornata – dice Giuliana Narbone dell’associazione 360° – che vede al suo interno un business game aperto a tutti gli studenti di scuola superiore di Caltanissetta». Sei team si sfideranno e solo tre riusciranno ad accedere alla fase successiva del progetto. Inoltre i ragazzi si sfideranno per il Wake up Pitch, contest organizzato in collaborazione con Youthub Catania che avranno un loro stand per valutare le varie idee e infine, grazie alla collaborazione con i tre Atenei siciliani, ci saranno altrettante lezioni tenute da professori provenienti da Messina, Palermo e Catania.
Come dicevamo l’evento del 30 arriva dopo la manifestazione del 9 aprile che, come racconta Giuliana «è andata benissimo. Sia gli enti coinvolti ma soprattutto i ragazzi sono rimasti incantati dal sentire storie di siciliani poco più grandi di loro che hanno scommesso su una propria idea e la stanno portando avanti».
Al di là dei temi imprenditoriali, forte è la spinta che i ragazzi del progetto Bootstrap Lab stanno dando alla legalità:« La legalità non può essere un’eccezione – dice Giuliana – e deve essere un comportamento che un imprenditore di solito assume. Noi diamo per scontato questo aspetto presentando modelli positivi di imprenditori onesti: fa parte della nostra mission ed è uno dei pilastri della collaborazione con il comitato Addiopizzo di Palermo».
L’evento del 30 potrà essere seguito dal profilo spreaker di Start Me Up (stiamo definendo in questi giorni i dettagli per la diretta dal posto): in ogni caso per restare in contatto e conoscere tutto del progetto Bootstrap Lab basterà andare su bootstraplab.it.

Il TAG Cosenza si sposta nel campus dell’UNICAL per fare dell’università una grande community

tag_cosenzaSiamo felici di tornare a Cosenza perché mercoledì 20 aprile il TAG ha inaugurato i nuovi spazi all’interno del Campus Universitario di Rende: «Una nuova opportunità – dice Anna Laura Orrico che ritroviamo ai microfoni di Start Me Up – per portare i temi del coworking e della collaborazione in un ambiente molto più grande e con grande fermento come è il campus universitario di Arcavata». Un modo quindi per migliorare e rendere più efficate la mission del Talent Garden che vuole portare i temi della collaborazione non solo tra gli startupper e gli imprenditori, ma sul tutto il territorio in cui opera. Tanti saranno i vantaggi per gli studenti che grazie alla TAG Student Card potranno frequentare il Talent Garden in totale tranquillità: «Potranno accedere periodicamente allo spazio di coworking e entrare così in contatto con chi già frequenta questi spazi. Inoltre avranno accesso gratuito a tutti gli eventi formativi e di networking per costruire il proprio portfolio di relazioni. Infine, grazie alla TAG Student Card gli studenti riceveranno consulenza gratuita dai professionisti del Talent Garden di Cosenza». Un modo per mettere in contatto due mondi, attraverso la collaborazione e lo scambio di competenze, come è del resto nello stile di TAG.
L’inaugurazione è stata una festa che ha visto come ospiti d’onore il Web Team Italia 2019, il gruppo che ha permesso a Matera di diventare capitale della cultura 2019: «Un progetto nato dal web che però ha avuto un effettivo riscontro nella vita reale – spiega Anna Laura. E per noi è stato importante averli per ribadire l’importanza e la capacità che il digitale ha nel cambiare la vita reale di ognuno di noi. È quello che ci auguriamo di fare anche noi con il Talent Garden all’interno dell’Università della Calabria: diventare sempre più una grande community che metta insieme studenti, professori e amministrativi per generare opportunità e progetti di innovazione sul territorio». Nonostante il cambio di sede il sito del Tag Cosenza è lo stesso, ed è raggiungibile anche attraverso la pagina facebook.

Umberto Talamo (Coderdojo Taranto): vi spiego perché è importante insegnare a programmare

coderdojo_TAQualche settimana fa dalle pagine di startupItalia Umberto Talamo ha scritto un articolo sulla facilità di insegnare il pensiero computazionale ai ragazzi di scuola. L’articolo ci è piaciuto e così abbiamo deciso di intervistarlo anche perché Umberto, oltre a essere un professore è uno degli animatori del Coderdojo Taranto. «È fondamentale insegnare agli studenti a programmare perché permette ai ragazzi a sviluppare il pensiero computazionale». Quindi l’importanza non è data tanto dal semplice apprendimento dei codici ma nell’assumere la mentalità del programmatore per capire cosa c’è dietro un software. Potrebbe sembrare qualcosa che possa tornare utile a chi nella vita voglia lavorare in questo campo, in realtà Umberto smentisce tutto ciò, sottolineando come la programmazione possa tornare utile a tutti al punto da essere inserita come quarta abilità di base dopo leggere, scrivere e far di conto. L’origine di questo percorso è da individuare in un articolo di Jeannette Wing, una professoressa americana che adesso lavora per Microsoft Research.
Umberto porta avanti la sua missione anche nel suo tempo libero perché è tra i promotori del Coderdojo Taranto. «Ho scoperto i coderdojo al Tedx di Lecce dell’anno scorso – racconta ai microfoni di Start Me Up – e così abbiamo messo in piedi il nostro laboratorio dove insegniamo ai bambini come funziona il pensiero computazionale». Nell’ultima parte dell’intervista ci soffermiamo sulle modalità di insegnamento che Umberto mette in campo a scuola e con i bambini del Coderdojo, e come è facile immaginare sono i bambini a avere molta più confidenza con questo generi di linguaggio. Addirittura Umberto ci dice che al Coderdojo insegnano loro i primi passi e poi i bambini in maniera del tutto naturale deducono quello che c’è dopo. Per restare aggiornati sulle attività del Coderdojo o per approfondire i temi dell’insegnamento della programmazione tra i piccoli potete visitare coderdojotaranto.it.


#30.radiosmu – La Lean Startup Machine sbarca a Palermo Ed è alla ricerca dell'immagine che la rappresenti. Inoltre parliamo di Splitit e di “Un futuro migliore per l’Europa"

Come forse ricorderete, all’inizio di questa stagione di Start Me Up abbiamo ospitato Paola Di Rosa di Atfactory perché aveva da poco lanciato la campagna per portare la Lean Startup Machine a Palermo. Allora più di cinquecento persone votarono e così tra il 27 e il 29 maggio la Sicilia ospiterà per la prima volta questo format. «L’evento – dice Paola Di Rosa di AtFactory – si rivolge agli innovatori e ai sognatori. Chiunque abbia già una startup, i maker o ancora professionisti con una attività già avviata: lo scopo è quello di offrire un approccio a un nuovo modello economico che ti focalizza sul cliente e il mercato». Anche se l’iscrizione è singola, i partecipanti possono riunirsi in team per poter lavorare alla propria idea di impresa.
In questi giorni inoltre è stato lanciato un altro contest in collaborazione con Italia Startup (l’associazione) e Startupitalia! (la rivista) che va alla ricerca dell’immagine che rappresenti l’evento di fine maggio. «Cerchiamo un’immagine ad alto impatto emotivo e visivo – spiega Paola – che rappresenti i siciliani innovatori e sognatori. Questa immagine verrà poi utilizzata in tutto il materiale relativo alla comunicazione dell’evento».
Se partecipate al contest fotografico trovate tutte le informazioni qui. Se invece siete interessati alla Lean Startup Machine, qui potete acquistare il biglietto. Attenzione! Per gli ascoltatori di Start Me Up c’è la possibilità di avere uno sconto del 20%: vi basterà ascoltare il codice pronunciato durante l’intervista.

Splitit il barattolo digitale nato in Australia e residente a Catania

splititi_playerDa circa un anno dei ragazzi catanesi hanno trovato la soluzione per velocizzare le collette per i regali da fare ai propri amici e parenti in occasioni di particolari ricorrenze. Fanno la spola tra Catania e Milano anche se l’idea è nata in Australia. Ci riferiamo a Splitit, un «barattolo digitale», come lo definisce Ornella Barbagallo, account manager di questa startup, ai microfoni di Start Me Up. Splitit ti permette di creare un vero e proprio sito dedicato all’evento per cui si vuole fare il regalo e, una volta raccolto il denaro, l’organizzatore potrà tranquillamente spostarlo sul proprio conto corrente. Pensato per le feste, Splitit può potenzialmente essere utilizzato per diversi scopi: da collette per opere di beneficienza a addirittura come fondo cassa tra coinquilini per gestire al meglio le spese di casa. Come scrivevamo prima Splitit nasce in Australia quattro anni fa quando «Carlo Graziano – l’ideatore di Splitit, spiega Ornella – ha dovuto raccogliere dei soldi tra diverse persone con un carico di responsabilità anche abbastanza grosso». Questa esperienza ha indotto Carlo a trovare una soluzione e così un anno fa ha fondato questa startup. Nei piani futuri c’è lo sviluppo di una applicazione e l’internazionalizzazione del servizio, nel frattempo potete iniziare la vostra raccolta su splitit.it.

L’Europa a Siracusa nel nome dell’integrazione

SIEuropeSi è parlato di integrazione l’11 e il 12 aprile all’Impact Hub Siracusa durante Un futuro migliore per l’Europa: innovazione, integrazione e migrazione. L’evento rientra nel progetto Social Innovation Europe, promosso dalla Commissione Europea ed è stato organizzato da Common Ground in collaborazione con l’Hub di Siracusa. Con Vincenzo Di Maria facciamo un po’ il bilancio dell’evento che ha voluto guardare a tutte quelle politiche e pratiche di integrazione sociale tra i migranti in ottica di innovazione sociale. «Un evento che nasce dall’incontro di più reti – spiega Vincenzo – Social Innovation Exchange, network mondiale di imprenditori e innovatori sociali, un’organizzazione francese che si chiama AEIDL molto vicina alla Commissione Europea, il network di Impact Hub Siracusa e tutti coloro che lavorano con i migranti». L’evento arriva alla conclusione di una prima fase dei lavori e voleva essere quindi l’occasione per fare il punto su quelle che sono le politiche e le pratiche messe in campo nell’ambito dell’integrazione dei migranti.«È da circa dieci anni che assistiamo in Sicilia agli sbarchi di persone che arrivano dai paesi non europei – continua Vincenzo – adesso dobbiamo fare i conti con le politiche messe in atto per permettere loro di essere inseriti nella vita di tutti i giorni: come facciamo a tessere relazioni durature e a lungo termine?». L’analisi ha riguardato sia gli interventi messi in atto da parte dei vari Governi che hanno deciso di affrontare la questione che alle azioni di imprenditori sociali o enti privati che si sono spesi in questi anni. In tutto sono state analizzate nove esperienze provenienti da ogni parte d’Europa.
Come abbiamo scritto in precedenza Un futuro migliore per l’Europa… rientra nel progetto Social Innovation Europe, un network di professionisti e di innovatori sociali che guardano a diverse tematiche e cercano di affrontarle da punti di vista diversi. «Lo scopo principale – dice Vincenzo – è quello di avvicinare il mondo delle Istituzioni con quello di chi innova sul territorio». In tutto questo attraverso Common Ground, l’agenzia di design che Vincenzo gestisce cerca di raccontare l’innovazione sociale. «Per farlo ci vuole molta capacità di storytelling – spiega Vincenzo – e ci vuole anche capacità di visualizzare cosa vuol dire innovazione sociale. Il fine è quello di rendere visibili attraverso foto, video e schemi i processi di innovazione sociale che hanno portato a dei risultati e replicarli in altri contesti». Questo genere di attività rientra nella mission di Impact Hub Siracusa che mette insieme i Mediterranean Change Maker, attori del cambiamento sociale che usano tecniche di impresa in ambito sociale. Naturalmente in questo network rientra anche Common Ground.

In chiusura di intervista Vincenzo ci consiglia alcuni link per restare aggiornati. Il primo è il blog di Hub Siracusa, dove presto verrà pubblicato un report sulla due giorni (nel frattempo potete leggere la descrizione dell’evento), poi c’è il sito di Social Innovation Exchange dove si potranno seguire gli sviluppi del progetto Social Innovation Europe.


#29.radiosmu – Pulire il mare con la lana È un'idea di una azienda sarda. Inoltre parliamo dei progetti che hanno vinto "Dall'idea al Progetto" e della call 2016 di TIM Wcap

In Sardegna c’è chi vuole pulire le acque con la lana. È Daniela Ducato che con la sua azienda – Edilana – è riuscita a creare insieme all’Università di Cagliari Geolana Salvamare. Geolana è un sistema naturale composto da lana e sugherone (gli scarti dell’albero del sughero) che è in grado di assorbire gli agenti inquinanti, soprattutto petrolchimici, presenti nei liquidi. Tecnicamente questo materiale rientra nei geotessili assorbitori e potrebbe rappresentare una svolta nella pulizia dei nostri mari, fiumi e laghi. Oltre ad assorbire gli agenti inquinanti con un rapporto 1 a 14 (ogni chilo di Geolana ne assorbe 14 di agenti inquinanti), dice Daniela che nel corso di un mese vengono eliminati almeno 2/3 di agenti inquinanti restituendo acqua pulita. Geolana viene fuori dalla collaborazione con l’Università di Cagliari e rientra nelle filiere Edilzero Architetture di Pace, prodotti diversi tra loro che hanno in comune alcune caratteristiche come la produzione totalmente italiana, la coincidenza tra il luogo di produzione il luogo di trasformazione (la cosiddetta produzione a chilometro/costo) l’utilizzo di materie rinnovabili ed eccendenti (che non incidono cioè sulla produzione agricola, ma esistono in abbondanza in natura) e il totale scambio di competenze e conoscenze tra le varie aziende che compongono la filiera. Il sito ufficiale di Geolana sarà online tra qualche giorno, in ogni caso, per restare aggiornati, per approfondire le tematiche citate durante l’intervista e acquistare i prodotti Edilana c’è il sito edilana.com.

Dagli orti in acqua ponica alle bici in bamboo: i progetti che hanno vinto il bando Vulcanìc

VulcanicLo abbiamo promosso anche attraverso le pagine e il podcast di Start Me Up e a inizio aprile c’è stata la cerimonia di premiazione dei progetti. Stiamo parlando di Da idea a progetto, bando promosso dall’acceleratore catanese Vulcanìc. La call era composta da tre bandi su tematiche specifiche. Ne parliamo con Simone Piceno di Impact Hub e da lui ci facciamo spiegare come è andata la giornata di premiazione ma soprattutto quali sono i progetti vincitori. Per il bando Horto in Hotel a vincere sono stati addirittura due i team: BioFactory e Hortel. Il primo propone la coltivazione in acqua ponica, un sistema quindi totalmente autosostenibile e a basso impatto ambientale, mentre Hortel è specilizzato nella creazione di orti sinergici. I due progetti saranno incubati e andranno così a migliorare la qualità del cibo servito presso il ristorante dello Sheraton di Catania, partner di questa call. CarPlusCamp si aggiudica invece il primo posto per la call CoopUp: il progetto è un marketplace per gli amanti del campeggio, all’interno del quale sia privati che aziende possono mettere i propri attrezzi a disposizione degli altri in modo così da poter recuperare sul posto tutto il materiale necessario senza doverlo trasportare da casa. Infine la call dedicata all’innovazione sociale digitale è andato allo studio di design LA.BOO, specializzato in prodotti in bamboo. Questo materiale ha dato infatti prova di essere estremamente versatile e resistente e i ragazzi hanno in mente di utilizzarlo per la realizzazione di una serie di oggetti di design. Al momento hanno già creato una bicicletta.
Prima di salutarci Simone esprime tutta la soddisfazione per come è andata questa prima edizione di Da idea a progetto: «Abbiamo ricevuto quasi 37 idee e le scelte sono state davvero complicate perché i progetti erano validi e i team molto preparati. Considerando che in palio non c’era un grant ma solo mentorship siamo davvero molto contenti di come siano andate fin qui le cose». Per i team adesso iniziano i lavori che potranno essere seguiti dal sito Vulcanìc e dai profili facebook e twitter dell’incubatore catanese.

Presentata la call 2016 di TIM Wcap: tutte le novità del bando

TIMWcapÈ stata presentata meno di una settimana fa la call 2016 di TIM Wcap, un bando che si presenta rinnovato sotto vari punti di vista e che dal 2009 rappresenta una certezza nel panorama dell’innovazione italiana. Per l’occasione abbiamo il piacere di ritrovare a Start Me Up Dario Maccarrone, colui che che gestisce l’acceleratore TIM Wcap di Catania. La prima novità del bando 2016 è il valore dei grant che passa a 40.000 euro. Inoltre quest’anno si parla di call for startup e non for ideas: «Questo significa che rispetto agli altri anni TIM andrà a premiare i progetti che hanno già una certa solidità dal punto di vista progettuale, ma – tranquillizza Dario – non per forza i gruppi proponenti devono essere già costituiti come società». Inoltre, in linea con quanto fatto durante gli scorsi anni, si cercherà sempre più di inserire le startup incubate all’interno di TIM. «Abbiamo cercato di aumentare il numero di possibilità per i progetti incubati di entrare in contatto con l’azienda TIM – spiega Dario. Abbiamo creato un percorso aggiuntivo per quelle startup che si distingueranno all’interno del periodo di accelerazione per fornire loro un ulteriore finanziamento di 10.000 euro (da aggiungere ai 40) e un periodo di incubazione a Roma a stretto contatto con le business unit di TIM». Altra novità è la piattaforma TIM Open attualmente in versione beta, che servirà a veicolare ulteriori servizi e favorirà lo scambio di competenze e conoscenze tra i progetti vincitori. A fare la differenza nella scelta dei progetti da parte di Tim secondo Dario saranno i servizi che possono tornare utili a TIM – se ci fate caso il bando parla di startup digitali. Quindi chi ha un’idea che possa migliorare la comunicazione digitale non può certo perdere questa occasione. Il termine ultimo per presentare la propria candidatura è il 30 maggio, tutte le informazioni sulle modalità di partecipazione sono su wcap.tim.it.


#28.radiosmu – Il lavaggio auto a portata di app Con Mister Lavaggio hai l'auto pulita dove e quando vuoi. Inoltre parliamo di SSS Cosenza e Seotesteronline.com

«Avere la propria automobile sempre pulita senza dover rinunciare a un’ora del proprio tempo per portarla all’autolavaggio». Spiega così ai microfoni di Start Me Up la nascita di Mister Lavaggio Fausto Pagliara, uno dei cinque soci che ha lanciato un servizio che mira a rivoluzionare il mondo del lavaggio delle automobili. Si perché con Mister Lavaggio ognuno può prenotare il lavaggio della propria auto indicando il luogo in cui lascerà la macchina e poi non dovrà far altro che aspettare la squadra di lavaggisti a cui dovrà aprire semplicemente la vettura. Il tutto sul posto e senza sporcare lo spazio circostante. «Se prima c’era il lavaggio auto classico, adesso possiamo contare su queste squadre di lavaggisti – spiega Fausto – che girano in città con un kit per la pulizia auto». Essendo un servizio di intermediazione Mister Lavaggio non assume direttamente i lavaggisti ma mette semplicemente in contatto domanda e offerta: «Sono tanti che si stanno proponendo per questo lavoro – spiega Fausto – perché a quanto pare è abbastanza remunerativo». Mister Lavaggio è presente in varie città in tutta Italia, principalmente in Lombardia anche se a breve il servizio sarà disponibile anche a Bari, Lecce e Brindisi. Tutte le informazioni (con anche la possibilità di scaricare la app) sono su misterlavaggio.com.

Startup Super School sbarca a Cosenza

ssscosCirca un anno fa attraverso i microfoni di Start Me Up vi abbiamo raccontato di Startup Super School, format inventato dal siciliano Andrea Giarrizzo che vuole portare la cultura di impresa nelle scuole. Adesso Massimiliano Aiello ha deciso di sposare il format modificandolo in alcune sue parti. Così l’8 e il 9 aprile si svolgerà lo Startup Super School Cosenza, evento promosso da ESSE I Solutions (società guidata da Massimiliano), in collaborazione con il Parco Industriale di Rende, il Contamination LAB e il Dipartimento di Matematica e Informatica dell’UNICAL. Rispetto all’evento per come lo conosciamo, a Cosenza verranno coinvolti gli universitari; anche loro, secondo Massimiliano, così come i ragazzi delle scuole superiori «quando studiano, non vedono altro che lo studio anche se farebbero meglio a guardarsi attorno. Così ho pensato che avrebbe fatto bene a loro conoscere meglio le startup». Massimiliano non è nuovo al mondo della formazione: più di una volta è stato nostro ospite per raccontarci le sue iniziative che fino ad ora avevano solo a che fare con la programmazione. «Sono uno startupper da una vita e per la prima volta ho deciso di mettere la mia esperienza imprenditoriale al servizio dei ragazzi». L’evento è fissato per l’8 e il 9 aprile e le iscrizioni sono ancora aperte: trovate tutte le informazioni su cosenza.startupsuperschool.com.

L’analisi della SEO del tuo sito in un tool online

Gestite un sito e dovete sapere se Sto2avete dimenticato qualcosa nei settaggi per l’ottimizzazione seo? Grazie a seotesteronline.com potrete farlo direttamente da soli e senza spendere un euro. L’idea è del programmatore catanese Vittorio Urzì che racconta a Start Me Up di aver creato questo tool principalmente per sé stesso e che quasi per caso ha deciso di metterlo online, ottenendo sin da subito degli ottimi pareri. In effetti seotester è davvero ben fatto, molto semplice all’uso e con una buona qualità sia nella grafica che nei contenuti. «È necessario inserire l’url del sito di cui si intende testare la seo – spiega Vittorio – e il motore di ricerca restituisce i vari parametri che vanno a incidere sull’indicizzazione del sito». Un prodotto destinato a web agency che utilizzano il tool per avere in tempi brevi un report dei siti dei propri clienti o anche a blogger che magari prima di pubblicare il proprio post decidono di effettuare un test di controllo. Il servizio è in beta e Vittorio dice di aver creato il software studiando le numerose guide pubblicate di volta in volta da Google. È attualmente gratuito «e tale rimarrà – assicura Vittorio – sto studiando di inserire alcune funzionalità più specifiche a pagamento, come alcune ricerche particolari o l’assistenza specifica per i clienti. In ogni caso la parte portante del sito resterà gratuita e verrà ampliata». Un lavoro enorme che per adesso Vittorio ha svolto da solo, contando sull’aiuto saltuario di qualche amico. Avete un sito web? Perché non testate subito la seo su seo tester online ?


#27.radiosmu – La Resto al Sud Academy riparte da Scampia Inoltre nel podcast si parla di Postpickr e Searcharter

Non poteva esserci luogo migliore per inaugurare la seconda edizione della Resto al Sud Academy, corso di formazione su web-journalism pensato per ragazzi che vivono nelle periferie delle grandi città del Sud Italia. Il 22 marzo scorso alla presenza del ministro della Giustizia Andrea Orlando sono stati consegnati gli attestati ai corsisti che hanno da poco terminato il loro percorso formativo ed è stata presentata la seconda edizione. La prima edizione è stata segnata dall’entusiasmo dei ragazzi, dice Roberto Zarriello – ideatore dell’Academy e cofondatore del portale Resto Al Sud – ai microfoni di Start Me Up. Una delle novità della seconda edizione della Resto al Sud Academy è l’inclusione del TAG Cosenza tra i partner. «Siamo al lavoro per un evento all’interno del coworking per settembre 2016 – anticipa Roberto – un modo ulteriore per sottolineare la natura fattiva delle collaborazioni instaurate». Il TAG va ad affiancare gli altri promotori dell’Academy: Conad, Ninja Academy e Tiscali. I ragazzi del nuovo corso sono già all’opera, hanno infatti coperto l’evento di martedì sia sui social che coordinando il lavoro con i vari addetti stampa: «La cosa importante – dice ancora Roberto – è che loro, sperimentando, possano acquisire nuove competenze». Come la scorsa edizione i ragazzi che parteciperanno alla Resto al Sud Academy pubblicheranno come blogger su restoalsud.it e alcuni post verranno veicolati anche attraverso il portale tiscali.it.

Postpickr. Quando il tool per i social è sociale

postpickrArriva da Andria, in Puglia, Postpickr, tool per gestire social media che ha da poco raccolto più del doppio del valore prefissato grazie a una compagna di crowdfunding chiusa una settimana fa. Postpickr è stato realizzato da Maurizio Lotito, Maria Miracapillo e Antonello Fratepietro. Con Maurizio parliamo dell’incredibile lavoro che è stato fatto nei confronti della comunità di riferimento:«Sin dall’inizio – spiega – abbiamo reso questo progetto collaborativo. Abbiamo messo online una versione beta e abbiamo chiesto agli utenti di fornirci i loro pareri». Con il tempo il rapporto è cresciuto con il risultato che gli utenti hanno iniziato a considerare postpickr come qualcosa di proprio. Un’espediente che si è rivelato centrale nella campagna di crowdfunding che si è chiusa la scorsa settimana con più di trecento sostenitori. «Adesso non vogliamo certo disattendere il sostegno che così tante persone ci hanno voluto dimostrare – continua Maurizio – I fondi ci serviranno per completare lo sviluppo dell’applicazione e ottimizzare la piattaforma». Postpickr è il perfetto esempio di come il tempo investito ad ascoltare i propri utenti sia ben speso e ritorni indietro in termini di reputazione. «Per far ciò – spiega Maurizio – è necessaria trasparenza e un’attenta comunicazione che deve essere curata nel minimo dettaglio soprattutto sui social».

Searcharter vola a Berlino grazie a Nastartup

Michele Barisciano di SearcharterSearcharter è stato uno dei protagonisti dell’incontro di Nastartup che si è svolto la scorsa settimana. Michele ha raccontato il fine settimana a Berlino, offerto dalla community campana e vinto grazie a Searcharter, un market place dove è possibile prenotare e acquistare posti in aerei charter nello stesso modo in cui si prenota un sedile su un aereo low cost. «I voli charter hanno quasi sempre dei posti in eccedenza – spiega Michele – che solitamente non venivano occupati». Grazie a Searcharter questi voli possono essere disponibili al pubblico con un guadagno per la compagnia e un risparmio per l’ambiente. Non immettendo infatti un nuovo volo ma semplicemente riempiendo quelli che devono comunque viaggiare è possibile ridurre le emissioni di CO2. Questa caratteristica si è rivelata vincente durante il pitch che i ragazzi hanno realizzato alla betahaus, spazio di coworking della capitale tedesca. Perché? Beh, vi basta ascoltare il podcast. Searcharter è online ed è possibile acquistare già il proprio volo: basta andare su searcharter.com.

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#26.radiosmu – Nice to pitch you, Shiplab lancia la call per startup L'incubatore di Gela (CL) vuole far crescere il territorio. Inoltre scopriamo Flyergenius e il progetto Smart

Qualche giorno fa Shiplab coworking e polo di innovazione che anima la scena gelese nel sud della Sicilia, ha lanciato Nice to pitch you, startup contest rivolto a chiunque abbia un’idea imprenditoriale che sia innovativa e ovviamente sostenibile nei seguenti ambiti: smartcity, turismo, sociale, agroalimentare e arte. «Le idee possono arrivare da qualsiasi parte della Sicilia- dice Giuseppe Gambino dello staff di Shiplab – anche se prediligiamo persone che possano avere un contatto diretto con il nostro territorio». Far crescere la voglia di fare impresa è infatti uno degli scopi di Nice to pitch you vista anche la manifesta volontà di interagire con il tessuto imprenditoriale della zona. «C’è tempo fino al 5 aprile per presentare la domanda di partecipazione – precisa Gaetano Russo di Shiplab – e tutte le informazioni sono su shiplab.it». Le migliori idee verrano presentate durante un evento che si svolgerà il 30 aprile a Gela. Il gruppo è già attivo da qualche anno e viene fuori da una summer school che ha spinto il primo nucleo a dare vita a questa “barca” dove si parla di innovazione e tecnologia. Si possono seguire le attività di shiplab sul sito shiplab.it o tramite la pagina facebook.

Con Flyergenius distribuisci i volantini in tutto il mondo

Nata poco più di un mese fa in flyergeniusSardegna, Flyergenius ha già i primi clienti e opera a livello mondiale. La startup trasferisce la tracciabilità delle campagne online a quelle offline offrendo un servizio di stampa e distribuzione di volantini. «Siamo partiti dalla considerazione che uno strumento così potente come le campagne pubblicitarie basate sui flyer se migliorate avrebbero reso molto di più» dice Roberto Massa, founder di Flyergenius. E così basta indicare il luogo, il raggio di azione della campagna e caricare il file del volantino e Flyergenius si preoccuperà di mettere in campo la campagna di volantinaggio, offrendo su richiesta anche consulenza. Il servizio include anche il monitoraggio della campagna attraverso foto e tracciabilità gps, in base alle esigenze degli utenti. «Sono tante le aziende e anche startup che si affidano alla comunicazione offline perché arriva in zone che il marketing online non riesce a raggiungere» precisa Roberto. Usare Flyergenius è molto semplice, basta andare sul sito, loggarsi, seguire la procedura e lanciare la propria campagna marketing.

L’aeroporto di Napoli lancia la call per diventare Smart

smart-projectIl 21 marzo (e fino al 18 aprile) l’aeroporto internazionale di Napoli darà il via a Smart, progetto di open innovation promosso da Gesac – la società che gestisce la struttura – pensato per stimolare e attivare la cultura della collaborazione e della partecipazione al fine di costruire, secondo la logica del co-design, una visione comune dell’aeroporto del futuro. L’uso della parola smart è da intendere nel suo senso letterale, ma, precisa Antonio Pascale, quality manager di Gesac, «è anche un acronimo che sta per Smooth, Memorable, Authentic, expeRience in Travel». Parole che descrivono le sensazioni che l’ente gestore vuole offrire ai propri passeggeri: senza intoppi, da ricordare e autentica. «Gli aeroporti sono da sempre considerati non luoghi – dice Antonio – con Smart Project vorremmo che il passeggero consideri l’aeroporto di Napoli come parte integrante del viaggio». La call si rivolge a gruppi, startup e designer che abbiano un’unica caratteristica: essere utenti dell’aeroporto con tanto di prova. Niente di troppo impegnativo, basterà infatti una copia di un biglietto o anche un selfie scattato all’interno della struttura di Capodichino. Per conoscere meglio Smart Project basterà andare sul sito aeroportodinapoli.it/smart.

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#25.radiosmu Riccio di Unicredit:«Puntiamo sulla formazione per far crescere le startup del Sud Italia» È quello che fa Unicredit con gli incontri che sta organizzando in giro per l'Italia. Inoltre parliamo di Mulini social e Sharing School

Lunedì 29 febbraio sono stato a Reggio Calabria in occasione del Workshop L’idea imprenditoriale, organizzato dallo Sportello ImprediReggio Calabria, gestito come certamente saprete dall’inossidabile Angelo Marra presidente di Confindustria Giovani – Reggio Calabria. Il pomeriggio – che si è svolto nella sede reggina di Confindustria – era una delle tappe del ciclo di presentazioni di Unicredit Start Lab, bando promosso dal gruppo bancario che intende raccogliere le migliori idee di business nell’ambito del LifeScience, ICT/Web/Digital, CleanTech e Innovative Made in Italy. Lo spiega ai microfoni di Start Me Up Antonio Riccio, stakehoder and territorial development manager di Unicredit:«È una piattaforma continuativa perché chi si è iscritto lo scorso anno e non è riuscito a ottenere il finanziamento può migliorare la propria idea e riprovarci quest’anno – spiega. Questo non significa che chi ci voglia provare per la prima volta non possa farlo». A Start Me Up abbiamo già parlato di Unicredit Start Lab: qualche mese fa abbiamo presentato infatti Bulbixin, startup calabrese che è entrata nel programma Unicredit e che rappresenta uno dei pochi casi positivi nel Sud Italia. «C’è un problema di qualità – continua Riccio – infatti le idee del Sud Italia che sono riuscite a entrare nel programma di Unicredit sono solo due al momento. Per questo motivo abbiamo pensato a dei momenti formativi come quello di Reggio Calabria per poter aiutare ulteriormente quanti fossero interessati a preparare al meglio la propria candidatura».
Il termine ultimo per presentare la propria idea imprenditoriale a Unicredit Start Lab è il 30 aprile e potete trovare tutte le informazioni su unicreditstartlab.eu.

In Calabria il mulino a pietra si finanzia con il crowdfunding

grano

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Forse ne avete già sentito parlare perché la notizia sta veramente facendo il giro di tutti i giornali ed essendo una storia che arriva dal centro della Calabria – per essere precisi, San Floro (CZ) – non potevo non raccontarla. Mi riferisco a Mulinum, il progetto portato avanti da Stefano Caccavari che attraverso il crowdfunding sta recuperando il più antico mulino a pietra naturale della Calabria per inserirlo in un ciclo produttivo di prodotti da forno. Il Sole 24 ore lo ha già definito il primo mulino social e la raccolta è in dirittura d’arrivo «Siamo all’80% della somma prevista» dice Stefano a Start Me Up. Quello di San Floro non è un mulino qualunque in quanto è uno dei pochi rimasti a pietra naturale. Al di là dell’evidente valore storico c’è anche un vantaggio dal punto di vista produttivo perché la macinatura ottenuta da questo tipo di pietra è unica e difficilmente replicabile. Inoltre anche il grano che si intende macinare presenta delle qualità nutritive particolari «Come il resto della Calabria anche a San Floro cresce un tipo di grano ricco di fibre e povero di glutine rispetto ai cosiddetti grani moderni». Stefano non è nuovo a simili iniziative: quando San Floro ha rischiato di diventare la più grande discarica d’Europa ha dato vita a orto di famiglia: «Siamo ripartiti dalla terra per dire che il nostro territorio è a vocazione agricola e non a vocazione di rifiuti industriali e pericolosi». E infatti oggi chi vive nei pressi di Catanzaro può comprare a km zero frutta e verdura coltivati senza concimi chimici. Anche se manca poco c’è ancora modo per contribuire alla realizzazione del mulino. Per farlo si può contattare Stefano sul suo profilo facebook oppure andare su mulinosanfloro.it e fare una donazione libera o acquistare in anticipo il kit farina bio.

Partita la seconda edizione della Sharing School a Casa Netural

sharing-school_MateraDopo circa un anno torno a sentire Andrea Paoletti di Casa Netural, che in Basilicata offre uno spazio dedicato al coworking e al co-living. Uno dei servizi offerti è l’incubatore di sogni, un pacchetto che permette a chi ha un’idea di metterla in pratica attraverso mentoring e assistenza. In quest’ottica assume più valore la collaborazione con materahub (già sentiti anche loro, in questo podcast) che permetterà a chi frequenta Casa Natural di poter usufruire di ulteriori servizi. Con Andrea si parla anche della seconda edizione della Sharing School, pensata per progettisti e operatori pubblici che vogliono approfondire le tematiche dell’economia collaborativa. Spazio verrà dato anche alla legge che in questi giorni si sta discutendo e che mira a normare tutti i servizi che rientrano nella sharing economy «Il programma è molto vasto – dice Andrea a Start Me Up – ma l’apporto di docenti come Christian Iaione, Guido Smorto o Paolo Venturi di AICCON aiuterà i partecipanti a definire meglio gli aspetti centrali di questa bozza di legge». La scuola si svolgerà tra il 27 aprile e l’1 maggio 2016 e c’è tempo per mandare la propria candidatura fino al 30 marzo ore 23.59. Tra tutte le domande pervenute sarà data priorità a 35 partecipanti, di cui 5 “portatori” di progetti collaborativi, coerenti con il programma, da studiare e implementare insieme durante i giorni della Sharig School. Trovate tutte le informazioni su sharingschool.it.

Nell’immagine di copertina un momento del workshop L’idea imprenditoriale, via

#24.radiosmu: Mariarita Costanza: «Startupper, non puntate all’exit ma create posti di lavoro» Lo "squalo" è l'ospite che apre questo podcast. Torniamo a Palermo dove DM ha una proposta per gli ascoltatori di radiosmu e andiamo in Sardegna a conoscere Yenetics

La ventiquattresima puntata di Start Me Up si apre con un ospite di eccezione. Ho infatti il piacere di parlare con Mariarita Costanza che molti di voi conosceranno come giudice del programma di Italia 1 Shark Tank. Spenti i riflettori delle tv Mariarita è un ingegnere e un’imprenditrice che vive e lavora nel Sud Italia. «Non sono l’unica ma, ahinoi, purtroppo sono ancora considerata un’eccezione – dice Mariarita – Mi auguro che si inneschi presto un cambiamento culturale che porti a considerare normale un’esperienza come la mia». Mariarita è il direttore tecnico di Macnil – Gruppo Zucchetti, azienda che risiede a Gravina in Puglia, nel cuore  di quella che lei stesa ha battezzato la Murgia Valley. «La Murgia Valley – continua – è un sogno che ho fin da quando ero studentessa. All’interno accogliamo chiunque abbia voglia di mettersi in gioco e voglia mettere in piedi una startup. Possiamo offrire la nostra competenza ad ogni fase del progetto. Spesso sento dire che l’obiettivo di uno startupper è l’exit, ma per me non è così: l’obiettivo deve essere quello di creare aziende che possano offrire posti di lavoro e portare così sviluppo».
Con Mariarita Costanza parliamo anche della sua esperienza a Shark Tank programma che l’ha catapultata nel mondo delle startup. L’intervista dà la possibilità a Mariarita di spiegare il mancato finanziamento ad alcune startup che in video avevano ottenuto il parere favorevole degli “squali”: «Studiando a fondo alcuni progetti ci siamo accorti che non stavano in piedi – spiega Mariarita – e spesso a mancare erano alcuni nodi fondamentali come il team o addirittura la passione per portare avanti un’idea di impresa».
Mariarita Costanza continua il suo impegno quotidiano nell’entroterra barese nel creare connessioni e sviluppo:«La Murgia Valley non è un ecosistema chiuso, anzi vogliamo entrare in contatto con chiunque condivida i nostri obiettivi». Per questo motivo è attiva una pagina facebook che vi consiglio di seguire per restare aggiornati su tutte le attività di Mariarita Costanza.

Digital Magics Palermo ha un regalo per gli ascoltatori di Start Me Up

I locali di DM Palermo

I locali di DM Palermo (fonte: sito digitalmagics.com)

Circa un mese fa vi ho raccontato con una puntata speciale di Start Me Up l’apertura dell’incubatore Digital Magics a Palermo. I locali di via Lincoln 21 a Palermo, sede storica del Giornale di Sicilia, sono gestiti insieme a Factory Accademia. A distanza di un mese ritrovo Alessandro Arnetta per avere un primo bilancio: «Siamo molto contenti di come stanno andando le cose – dice Alessandro – siamo da poco entrati nel capitale sociale della startup siciliana Morpheus e stiamo ricevendo molte candidature spontanee di giovani talenti». Al momento è in lavorazione un calendario di eventi e tra circa un mese verrà pubblicata una call for ideas che – anticipa Alessandro – «si rivolgerà anche a chi si sente pronto a mettersi in gioco ma non ha un progetto su cui spendersi». Questa è solo un’anticipazione, nel frattempo il coworking di via Lincoln 21 a Palermo è aperto a tutti. Basta mandare una mail a palermo@digitalmagics.com o chiamare lo 091.611.96.32 per chiedere informazioni o inoltrare la richiesta di accesso agli spazi. «Chi specificherà nell’oggetto della mail di essere un ascoltatore di Start Me Up potrà usufruire di un canale privilegiato» assicura Alessandro. Un bel regalo quindi (e di questo lo ringrazio io a nome di tutti) per gli ascoltatori di radiosmu che possono – come tutti gli altri – trovare maggiori informazioni su digitalmagics.com/palermo.

Yenetics: dalla Sardegna il test prenatale non invasivo in grado di individuare cento malattie genetiche

Il team di Yenetics durante la premiazione

Il team di Yenetics durante la premiazione (fonte: pagina fb Clab Cagliari)

Start Me Up torna in Sardegna perchè il 19 febbraio si sono conclusi i lavori del Contamination Lab di Cagliari. La startup vincitrice è Yenetics che propone un test prenatale non invasivo per individuare le malattie genetiche più diffuse al mondo. Uno dei due founder Chiara Saba mi spiega che grazie a Yenetics è possibile individuare circa cento malattie genetiche (i competitor si fermano a quindici) e che rispetto agli altri test la loro valutazione coinvolge anche il padre del bambino.

Dopo la vittoria al Clab di Cagliari il team procede spedito nella ricerca di un investitore per realizzare la prototipazione del test. «Stiamo ricevendo parecchie proposte – dice Chiara – cosa che ci permette di essere selettivi e scegliere chi possa fare di più al caso nostro. Certamente la scelta ricadrà su qualcuno che ha già esperienza nel settore biotech che e possa quindi accedere a un network consolidato». Uno dei punti di forza di Yenetics è il team internazionale. Oltre infatti all’esperienza consolidata all’estero di ogni membro del team, l’altro founder è Amit Kumar, fisico indiano che da circa 10 anni studia e lavora in Europa. «Grazie alle numerose collaborazioni sono riuscito a mettere insieme a Chiara una squadra che potesse lavorare al progetto» dice ai microfoni di Start Me Up. «Fondamentale per lo sviluppo del progetto è stato l’aiuto di Valentina Podda del TAG di Milano che ringrazio, così come la squadra che porta avanti il progetto e la giuria del Contamination Lab che ci ha assegnato questa importante vittoria» precisa Amit. Yenetics ha un sito dove è possibile trovare tutte le informazioni sul progetto e i link ai social per seguirne le evoluzioni.

#23.radiosmu – Dress the black Amarelli e TAG alla ricerca del design perfetto E inoltre conosciamo Eclettica a Caltanissetta e Hair Truck che ha vinto Perlana4Women

Dress the black è il primo contest di idee dedicato al Food Design promosso dall’azienda Amarelli Fabbrica di Liquirizia in partnership con Talent Garden Cosenza. “La Amarelli non è mica nuova alle innovazioni – come dice Fortunato Amarelli A.D. dell’azienda – se pensate che il primo sito aziendale risale al 1996”. Questa volta la storica azienda di liquirizie è alla ricerca di grafici e creativi che realizzino il packaging di una Special Edition della tradizionale scatoletta in metallo. “Stiamo cercando un prodotto che racconti la nostra storia attraverso colori e forme. Qualcosa che guardi al futuro ma con un forte legame alla tradizione: siamo pur sempre un’azienda che ha più di un secolo di storia”, continua Fortunato. Il contest è diviso in due parti: le proposte possono essere inviate fino all’11 aprile. Successivamente, si terrà una selezione finale in cui i promotori dei progetti selezionati dovranno trascorrere 3 giorni all’interno della Fabbrica Amarelli di Rossano (CS) per conoscere da vicino il lavoro degli operai e toccare con mano i luoghi che hanno reso questa azienda famosa in tutto il mondo. Infine a maggio si terrà la Final Competition in cui si decreterà il vincitore. Tutte le informazioni sono sul sito del TAG Cosenza, partner dell’evento: qui potete scaricare il regolamento completo, mentre su amarelli.it potete conoscere meglio l’azienda Amarelli.

Grazie a Eclettica Caltanissetta dà nuova vita alla vecchia pista di pattinaggio

Eclettica è uno dei tre progetti che ha vinto Boom – Polmoni Urbani, iniziativa promossa da Movimento 5 Stelle Sicilia e Farm Cultural Park – Favara che intende finanziare con un contributo di 120.000 € lordi a fondo perduto progetti che hanno a che fare con la rigenerazione urbana (ne avevamo parlato qui). Eclettica, associazione presieduta da Alessandro Ciulla ha deciso di dare nuova vita alla vecchia pista di pattinaggio rimasta inutilizzata da più di 15 anni. I 3000 mq sono destinati a evolversi “in uno spazio 4.0 – come lo definisce lo stesso Alessandro – dedicato allo sport (principalmente quello su rotelle), all’arte contemporanea e alla sostenibilità”. L’associazione non ha intenzione di lavorare da sola, anzi, sono previste diverse modalità di collaborazione: la più semplice è forse quella di portare i propri scarti affinché i ragazzi di Eclettica possano riusarli come elementi di arredo urbano: “Se hai un copertone o un vecchio pallett, noi possiamo farne un cestino per i rifiuti o una panchina” dice Alessandro. Il progetto è ambizioso e prenderà tre anni per realizzarlo. Alessandro non si sbilancia ma lui spera di avere le prime aree complete già a maggio. Per seguire le evoluzioni del progetto e per sapere come dare il proprio contributo basta andare su streetfactory.it.

Hair Truck, il parrucchiere ambulante che ha vinto Perlana4Women

Arriva dal Salento e al grido di “mai più un capello fuori posto” ha conquistato la giuria di Perlana4Women, contest organizzato dalla nota marca di detersivi che premia l’imprenditorialità femminile. I 20.000 € in palio sono stati vinti da Francesca Lattante e Michela Pulieri con il progetto Hair Truck, un coiffeur itinerante che almeno nella fase iniziale girerà per tutto il Salento. “Abbiamo pensato di fornire una soluzione per tutti i turisti che dopo aver passato una giornata in spiaggia vogliono uscire la sera senza rinunciare ad avere una bella acconciatura” dice Francesca. Ma Hair Truck ha anche un risvolto sociale: se infatti in estate il target è rappresentato da chi frequenta le spiagge di una delle regioni più gettonate d’Italia, in inverno Hair Truck potrà girare tra i paesini e raggiungere così persone che solitamente non frequentano saloni di bellezza. “La nostra intenzione è anche quella di arrivare negli ospedali per offrire un servizio a chi non può muoversi per motivi di salute”: non sono infatti da sottovalutare i benefici psicologici che si possono avere dall’avere i capelli in ordine nelle persone anziane o che soffrono. Hair Truck non avrebbe visto la luce senza l’apporto di cOFFice Galatone (realtà di cui mi riprometto di parlarvene presto): “Senza di loro – dice Francesca – non avrei saputo di Perlana4Women e inoltre sono state fondamentali nella fase di progettazione e scrittura del progetto”. Adesso si apre la fase operativa e i primi passi da fare riguardano gli aspetti burocratici. In bocca al lupo quindi a Francesca e Michela e non vediamo l’ora di vedere Hair Truck tra le strade del Salento.


#22.radiosmu – FourStars e Terzo Pilastro ti mandano in Cina Sono 6 i posti per ragazzi provenienti dal Centro-Sud Italia. Inoltre parliamo di Verticomics e Inembryo

L’agenzia per il lavoro FourStars insieme alla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo offrono sei stage in Cina a altrettanti ragazzi provenienti dal Centro Sud Italia. L’obiettivo, si legge nel comunicato stampa, è quello di colmare il divario occupazionale tra Nord e Centro-Sud puntando su un’esperienza di lavoro all’estero. Ho contattato Raffaella Rossi e Laura Mazzolini, le responsabili del progetto Stage in China e potete ascoltare l’intervista in questo ventiduesimo podcast di Start Me Up. “La prima parte dello stage, spiega Raffaella, sarà dedicata alla comprensione della lingua cinese attraverso degli incontri business-oriented che permetteranno ai candidati di iniziare a costruirsi un proprio network. A questo seguirà il percorso professionalizzante all’interno dell’azienda”. I candidati possono provenire da un qualsiasi percorso di studio, gli unici vincoli sono la provenienza (il domicilio non conta) e l’età non inferiore ai 22 e non superiore ai 29 anni. “Avranno un ulteriore peso nella valutazione – precisa Raffaella – la conoscenza della lingua inglese e una esperienza precedente in azienda”. “Più del 50% dei borsisti che hanno partecipato al programma “Stage in Cina”- continua Laura – è stato riconfermato dalle aziende ospitanti”. Al di là di questo, durante i suoi 15 anni di esperienza, Fourstarts ha provveduto a aiutare i candidati che, rientrati in Italia, hanno deciso di cercare lavoro nel nostro Paese.
Chiunque fosse interessato deve affrettarsi perché il termine ultimo per presentare la propria candidatura è il 7 marzo 2016: tutte le informazioni sono su stageincina.it.

La siciliana Verticomics fra le startup di Fbstart

La notizia è di questa settimana. Facebook ha incluso nel proprio programma di incubazione dedicato a startup che sviluppano applicazioni mobile anche Verticomics, piattaforma che promette agli utenti un’esperienza di lettura unica e pensata per i fumetti. Questa definizione – che loro definiscono verticalismo – e questo nuovo capitolo nella vita di questa startup mi hanno spinto a mettermi in contatto con Mirko Oliveri. Mirko mi ha spiegato che a Verticomics hanno studiato un formato pensato appositamente per il fumetto “per riportare in digitale le stesse emozioni di lettura che un appassionato ha leggendo un fumetto su carta”. I competitor al momento – dice Mirko – si limitano a adattare il formato che utilizzano per i libri di testo e quindi non tengono conto delle immagini e delle sequenze, elementi centrali nello sviluppo della storia di un fumetto. L’obiettivo di Verticomics è quello di stabilire uno standard per il fumetto digitale (un po’ come Apple ha fatto per la musica con iTunes) e possono al momento contare su un catalogo che attinge sia dal mercato mainstream (con i titoli che vanno per la maggiore) al mercato indipendente. “Ogni giorno gli utenti Verticomics – dice Mirko – hanno la possibilità di scaricare un fumetto gratis: solitamente questo arriva da autori esordienti che possono proporre i propri lavori attraverso il sito verticalismi.it”. Riguardo poi all’opportunità offerta da Facebook, Mirko sottolinea l’importanza di questa possibilità che permetterà alla startup di potenziare l’aspetto social della piattaforma. Se siete appassioanti di fumetti non potete quindi non scaricare Verticomics disponibile per iOS e Android. Inoltre per tutti gli utenti Apple c’è uno speciale sconto del 50% sullo store: come ottenerlo? Basta ascoltare il podcast.

Inembryo, il networking si fa online

Nasce a Palermo ed è orientata allo sviluppo delle idee attraverso lo scambio di pareri e competenze. Inembryo.com è online da qualche mese e vuole aiutare chi ha un’idea (o anche solo un’intuizione) e non sa come metterla in pratica. Antonio Burgio, uno dei creatori, dice ai microfoni di Start Me Up che l’intento è quello di stimolare la collaborazione attraverso la creazione di una monete virtuale – chiamata bryo – che permetta alle persone di scambiarsi competenze e servizi. Il cosiddetto “Club degli innovatori”, ovvero la community di Inembryo, interagendo tra loro riuscirà infatti a sviluppare i progetti attraverso il crowdsourcing. Punto centrale è la moneta di scambio valida solo all’interno della piattaforma: “Questo sistema pensiamo possa essere un vero e proprio acceleratore di idee – dice Antonio – perché se da un lato è possibile donare bryo per avere competenze, dall’altro è possibile investirli per sviluppare le proprie capacità”. Chiunque volesse entrare a far parte della community di Inembyo non deve far altro che creare un proprio account su inembryo.com.