Dalla Sardegna uno startup studio per innovare l’ecosistema imprenditoriale italiano



Sono convinto che la parte più interessante dei processi innovativi è il modo in cui si ibridano quando iniziano a diffondersi in luoghi diversi da dove sono nati. Per questo motivo osservo l’esperienza di Kitzanos da tanto tempo e finalmente riesco a raccontarla in uno dei podcast di Start Me Up.

Kitzanos è uno startup studio (o Venture-Builder) sardo ed è uno dei pochi al Sud Italia. Come è facile immaginare guardando il board dei co-founder, il modello originale di questo tipo di impresa si è contaminato presto con il luogo in cui risiede. Questa “ibridazione” si comprende ancora di più ascoltando le parole dell’ospite, Nicola Pirina, che è l’amministratore delegato di Kitzanos.

Grazie a lui anche questo podcast si fa un po’ più “ibrido”. Perché parlando di creazione di impresa, il discorso poi vira verso il valore che tutto l’ecosistema italiano dell’innovazione potrebbe trarre da un rapporto più sano con il fallimento. Poi tocchiamo forse il tema dei temi cioè la relazione complicatissima che c’è fra il mondo dell’istruzione e quello del lavoro. E infine sottolineiamo quanto importante sia il ruolo sociale dell’impresa, soprattutto nel contesto italiano.

 


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Il modello originale di startup studio

Kitzanos è uno dei pochi startup studio (o Venture-Builder) che hanno sede al Sud Italia. A leggere Wikipedia uno Startup Studio è “un’azienda che, attraverso un processo detto di imprenditoria parallela, crea più startup in parallelo fornendo supporto alle aziende create dall’ideazione fino all’Exit. Uno Startup Studio può anche essere chiamato Venture-Builder o Startup Factory”. Questa è la mission di Kitzanos che affianca a questo modello anche consulenza per PMI e Pubbliche Amministrazioni mettendo a disposizione le proprie competenze per il rinnovo dei processi e delle policy.

Ma il tipo di startup studio proposto da Kitzanos si “anima” di ciò che ruota attorno al territorio in cui opera. E così non c’è un focus sui copycat, nonostante – ammette Nicola – “il mercato delle risorse umane delle startup che non hanno funzionato” sia molto interessante. Secondo Nicola Pirina infatti tutti quei componenti di team di startup che non ce l’hanno fatta hanno, in virtù della loro esperienza, un bagaglio di conoscenza molto utile da inserire in nuove imprese. Attenzione!!! Non stiamo parlando di mentor, ma di veri e propri soci che possono entrare a far parte di un team di lavoro e mettere a servizio ciò che hanno imparato durante la loro esperienza.

Il dialogo con le scuole e il valore sociale di un’impresa.

In più Kitzanos dialoga con le scuole perché si rende conto che spesso la formazione che i ragazzi e le ragazze ricevono non è in linea con le esigenze delle imprese. E questo ci porta a parlare del complesso rapporto che c’è tra l’istruzione e le aziende, anche alla luce delle recenti proteste degli studenti e delle studentesse di tutta Italia contro l’alternanza scuola/lavoro.

Infine, Kitzanos non perde di vista il valore sociale di un’impresa, cioè il contributo sociale e conomico che ogni azienda restituisce al territorio in cui risiede in virtù della sua sola presenza. Quindi quella capacità di creare reddito per le persone, che porta poi una comunità a crescere e a svilupparsi. Un argomento poco considerato quando si parla di startup e impresa, ma che, soprattutto in Italia, non può essere sottovalutato.

citazione di Nicola di Kitzanos

Tutti questi argomenti: il ruolo di uno startup studio, il fallimento, il rapporto tra scuola e lavoro e la portata sociale di un’impresa fanno parte del modello ibrido di azienda proposto da Kitzanos. Un modello che mira ad avere un impatto anche sull’ecosistema imprenditoriale italiano.


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Foto di copertina di Lukas Blazek via Unsplash

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Dal Decreto Rilancio all’attenzione verso gli ultimi: cosa succede nel mondo dell’innovazione

Come ogni mese apriamo le porte della nostra Camera a Sud. È questo il luogo dove raccogliamo le principali notizie del mondo dell’innovazione al Sud Italia. Questo mese partiamo inevitabilmente dal Decreto Rilancio segnalandovi qualche link per approfondire il testo e offrendovi qualche considerazione a riguardo. Poi segnaliamo le operazioni di due realtà italiane, una exit e un nuovo round di investimenti: sintomo che il mercato delle startup non si è mai fermato (almeno, non tutto). E poi diamo spazio al sociale con le iniziative delle associazioni che tra Palermo e Napoli stanno aiutando chi è stato colpito dal punto di vista economico da questa crisi. Ci sono due reportage (uno video e uno audio) che raccontano le esperienze in queste due città.

Infine, chiudiamo questo numero di Camera a Sud con le proposte che arrivano dai membri di Startup Turismo. Sono soluzioni che arrivano a supporto degli operatori turistici, il cui futuro è più incerto che mai.

Al via il Decreto Rilancio: i link per approfondire e qualche riflessione

Il 20 maggio 2020 il Governo Italiano ha dato il via al Decreto Rilancio. Una misura che intende – si legge sul sito del Mise “continuare, dopo il decreto Cura Italia e il decreto Liquidità, a supportare e rafforzare le attività produttive che hanno subito forti perdite di fatturato durante questa emergenza”.

Il mondo dell’innovazione ha accolto abbastanza bene questa misura. Adesso bisognerà  vedere se e come il decreto verrà modificato durante l’iter parlamentare. Lo sottolinea Giampaolo Coletta di Italia Startup che si dichiara soddisfatto delle varie misure adottate dal Governo, ma dice anche che “l’Associazione seguirà con attenzione sia l’iter parlamentare che la fase di attuazione, per fare in modo che sia mantenuto il rilevante impegno che il Governo ha messo in campo con questo decreto”.

Per chi non lo avesse letto, sul sito del Mise è possibile trovare il testo completo del decreto e una sintesi delle misure, con tanto di pdf riassuntivo. Anche Digitalic fa una buona sintesi di ciò che è possibile trovare nel decreto. Per chi poi volesse approfondire ulteriormente, il Ministro Patuanelli ha rilasciato una lunga intervista a Startupitalia in cui discute abbondantemente delle misure messe in campo dal Governo.

Piccolo parere non richiesto: avremmo preferito leggere che i finanziamenti destinati alle startup non dovessero per forza passare da soggetti terzi (incubatori e/o simili). Ci piacerebbe che chi facesse startup avesse la totale fiducia dallo Stato, ricevendo i soldi direttamente. In questo sistema leggiamo una sorta di “attenzione paternalistica” nei confronti di un sistema che necessita di una fiducia che si sta guadagnando sul campo (vedi prossima notizia) ma che gli deve essere riconosciuta.

Exit e round di investimento: il mercato italiano delle startup non si è mai fermato

Questo mese è stato caratterizzato dalla exit di Checkout Technologies, startup italiana che ha sviluppato una tecnologia di automatizzazione della spesa (sullo stile dei supermercati di Amazon Go). Checkout Technologies è stata acquisita da Standard Cognition, player americano guidato da Jordan Fisher che ha raccolto in Silicon Valley ben 86 milioni di dollari. Segnaliamo l’ottimo articolo di Giancarlo Donadio che su Startupitalia ha raccolto le prime impressioni di Enrico Pandian. A tutto il team i nostri complimenti.

Notizia invece di oggi è il nuovo round di investimento operato da Vertis SGR. La società campana insieme a Poste Italiane, P101 sgr, Italia500 e 360 Capital ha sottoscritto una operazione sul capitale di Milkman. Milkman, piattaforma logistica che consente di offrire un accurato servizio di consegna e un dettagliato servizio di tracciatura, è già al terzo round di funding dopo quelli già realizzati nel 2016 e 2018: l’operazione porta così il capitale complessivamente investito nella società ad oltre 35M di Euro.

Un altro ben segnale di un mercato che vede le startup sempre più protagoniste dello sviluppo del Paese.


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Affinché nessuno resti indietro: l’impegno delle associazioni nei confronti di chi ha perso il lavoro

Spostandoci sul tema dell’innovazione sociale, non sono poche le realtà che soprattutto al Sud Italia non hanno dimenticato gli ultimi. A Palermo alcune associazioni stanno dando una mano alle persone che a causa del Covid-19 hanno perso anche quel lavoro precario che svolgevano fino a qualche mese fa. Lo racconta Noemi La Barbera su Internazionale con un breve video reportage.

E lo stesso avviene a Napoli dove gli abitanti e gli attivisti si sono attivati durante il lockdown per prendersi cura dei propri vicini. Un’audioinchiesta racconta la situazione reale delle persone e delle famiglie nelle zone di Montesanto e dei Quartieri Spagnoli di Napoli raccogliendo le voci dei diretti interessati. È stato realizzato dal collettivo C.I.TT.A. e la prima puntata (le altre sono in fase di realizzazione) si può ascoltare sulla pagina facebook dello Sgarrupato.

Le proposte di Startup Turismo per il rilancio della stagione estiva

Uno dei settori che sta pagando di più l’avvento del Coronavirus è certamente il turismo. In questi giorni di riapertura, si susseguono le teorie su come sarà il mercato d’ora in avanti, ma le previsioni degli specialisti, almeno a breve termine, non sono rosee. È necessario un cambio di prospettiva.

L’associazione Startup Turismo ha raccolto sul proprio sito alcune iniziative provenienti dal mondo dell’innovazione. Ci sono diverse proposte per la stagione estiva che ruotano attorno a temi come la sicurezza, le esperienze on line, i travel bond, la digitalizzazione dei contenuti e i nuovi strumenti di promozione. Sono tutte raccolte qui.

Si scrive rivoluzione, si legge rigenerazione



C’è un paese in Calabria in cui è in atto una rivoluzione molto particolare, portata avanti dalle seppie. È una rivoluzione che parla di rigenerazione urbana, è collegata alla London Metropolitan University e coinvolge studenti, professionisti e ovviamente i cittadini del paese. Il paese in questione è Belmonte Calabro, in provincia di Cosenza dove qualche giorno fa si è chiuso il workshop “Dagli scarti”. Questo è solo l’ultimo degli appuntamenti promossi dalla Rivoluzione delle Seppie. Ne abbiamo parlato in questo podcast con Rita Elvira Adamo.

Una nuova pedagogia legata a ciò che il territorio può offrire

Uno degli obiettivi della Rivoluzione delle Seppie è creare una nuova pedagogia per tutti i campi creativi. E, ci dice, Rita, questo obiettivo viene perseguito attraverso il learning by doing, permettendo a studenti di lavorare in prima persona a un progetto sul campo, partendo da ciò che il territorio può offrire. È un tipo di insegnamento che rientra nel percorso formativo offerto dalla London Metropolitan University che ciclicamente invita i propri studenti a vivere esperienze di questo tipo. E la Rivoluzione delle Seppie parte proprio da qui: nel 2016 per la prima volta un gruppo di studenti provenienti da varie parte del mondo (Rita è nata a Cosenza ma già allora studiava e viveva a Londra) arriva a Belmonte Calabro per lavorare al progetto di riqualificazione della Casa delle monache insieme a un gruppo di ragazzi migranti e il collettivo di architetti Orizzontale. L’unicità sta nel fatto che dopo quella esperienza le Seppie sono tornate ciclicamente in Calabria con nuovi esperimenti di rigenerazione urbana. L’ultima volta a inizio febbraio.

La citazione di Rita della Rivoluzione delle Seppie

Dagli Scarti” è stato l’ultimo appuntamento in ordine temporale che si è svolto a Belmonte Calabro. L’obiettivo del laboratorio era quello di concepire lo scarto come materiale di partenza per dar vita a qualcosa di nuovo o di altro. Una sorta di provocazione che induce a pensare oltre al prefabbricato, al perfetto, al curato per concepire quel che non ci è più utile, quindi scartato, come risorsa che ponga sotto una nuova luce quello che sembrava perduto.
“Dagli Scarti” è stato organizzato dalle “Seppie” insieme ai suoi partner principali Ex Convento, Orizzontale e l’università inglese, The Cass, con il patrocinio del Comune di Belmonte Calabro.

Rivoluzione delle Seppie vs Gentrificazione

Il modello di rigenerazione urbana proposto dalla Rivoluzione delle Seppie ci sembra una risposta concreta al dramma dello spopolamento dei piccoli borghi italiani, da contrapporre a quello decisamente più invasivo della gentrificazione. Le Seppie stanno trasformando Belmonte letteralmente “passo dopo passo”, dando il tempo alle persone che non abitano lì di frequentarlo e sentirlo proprio e alle persone del luogo di vederlo cambiare e accettando queste trasformazioni, intervenendo quando necessario. In più, aver acceso i riflettori su una realtà come Belmonte permette alle istituzioni e ai privati di accorgersi di questo luogo e quindi intervenire con gli investimenti necessari per una reale rivalutazione non solo di tipo sociale ma anche strutturale.

È un discorso che vale per Belmonte Calabro ma che potenzialmente potrebbe riguardare tutti gli altri borghi che vivono il dramma dell’abbandono.

Per saperne un po’ di più sul fenomeno della gentrificazione:


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Foto di copertina, via.

La rigenerazione educativa e sociale per dare un nuovo volto al Sud Italia

La parola chiave del numero di Camera a Sud di febbraio è rigenerazione educativa e sociale. Quasi inconsapevolmente i quattro progetti che vi segnaliamo ruotano più o meno in quella direzione. Si inizia con l’intervista al Presidente di Fondazione Con il Sud Carlo Borgomeo che, partendo dal meme sul divario Nord-Sud colmato nel 2020 offre spunti interessanti su un tema ormai divenuto un “classico”:  le differenze delle due Italie, quella Settentrionale e quella del Meridione. Passiamo poi a un nuovo progetto dei ragazzi di Periferica che stanno mettendo in piedi un’aula destinata a colmare la povertà educativa delle persone che vivono in quella parte di Sicilia. E poi, parliamo di ItaliaCamp, che ha compiuto dieci anni e ha deciso di aprire un nuovo hub di connessione, il primo al Sud Italia. Sorgerà a Lecce e al momento si cercano aziende e partner che abbiano a cuore lo sviluppo del Sud Italia. Infine, restiamo sempre in Puglia perché Bari e il suo centro storico diventano il set per la nuova campagna di comunicazione di un supermercato norvegese. Lo sappiamo, quest’ultima notizia non rientra nella categoria rigenerazione sociale, ma è un risultato ottenuto da una amica e sostenitrice di Start Me Up e non possiamo non dirvelo.

Divario Nord-Sud colmato nel 2020? Il meme come occasione di riflessione.

Ha girato tanto poco prima di capodanno lo screenshot dell’articolo del Corriere della Sera scritto circa cinquant’anni fa dall’economista Pasquale Saraceno. Questo, per intenderci.

Divario Nord Sud - rigenerazione

L’occasione era più che ghiotta per farci della sana ironia, al punto che sui social molta gente si è scatenata. Ma Fondazione Con il Sud ha intelligentemente colto la palla al balzo e in una intervista rilasciata al Corriere Innovazione, il Presidente Carlo Borgomeo rilancia il tema del Sud Italia e della reale situazione che questo territorio vive.
Dopo una breve analisi dei motivi che non hanno permesso alla profezia di avverarsi, si passa al presente e viene affrontata forse l’emergenza vera dei tempi che stiamo vivendo: l’esodo dei ragazzi che vanno via dal Sud Italia. Il Presidente Borgomeo dice una cosa che non si sente spesso nei dibattiti che affrontano la questione:

“i giovani si trasferiscono altrove per carenza di servizi collettivi, e non parlo solo di servizi alla persona, intendo opportunità culturali, di scambio. I cervelli in fuga non si devono trattenere a tutti i costi, si devono rendere attrattivi i territori del Sud. Se mille napoletani vogliono studiare all’estero, devono essere liberi di farlo, ma nel frattempo Napoli deve poter attrarre indiani, tedeschi, giapponesi, polacchi o spagnoli”.

È una verità: i territori del Sud per quanto ricchi di bellezza, sono capaci di attrarre persone dall’Estero solo per brevi periodi di vacanza. Perché non mettere a sistema un offerta che comprenda lavoro, servizi, quello cioè che Borgomeo chiama “opportunità culturali, di scambio” che possa rendere una qualsiasi città del Sud Italia interessante per viverci e non semplicemente visitarla? I progetti ci sono (solo noi ne raccontiamo uno a settimana), il passo da fare è metterli a sistema, così che possano generare quel valore che possa rilanciare dal punto di vista sociale e non solo economico tutto il Sud Italia.

Periferica: un nuovo progetto per contrastare la povertà educativa

Aula Periferica - esempio di rigenerazione educativa e sociale

Si chiama Aula Periferica il nuovo progetto dei ragazzi che a Mazara del Vallo hanno trasformato in un centro di rigenerazione urbana una vecchia cava dismessa e creato un museo dedicato alle cave.

Aula periferica – si legge sul sito – è il nuovo servizio di supporto allo studio dedicato a studenti di scuole elementari, medie e superiori di Mazara del Vallo.
Punto d’incontro tra esperti e studenti del territorio, in Aula Periferica sarà possibile svolgere lezioni private, ricevere supporto continuato per lo svolgimento dei compiti, sviluppare tesine e tesi di maturità, in spazi accoglienti e dotati di ogni dispositivo.

Una esigenza che nasce da un dato sconvolgente. Come riporta Periferica, secondo Save The Children, in provincia di Trapani un bambino su tre si trova in una condizione di povertà educativa. Le cause sono da ricercare nella scarsa qualità di strumenti e strutture dedicate all’apprendimento, la possibilità di accedere ad offerte culturali e la capacità di spesa procapite. Periferica farà la sua parte e al momento è attiva una call per selezionare i tutor che dovranno animare questo luogo.

ItaliaCamp compie 10 anni e guarda al Sud Italia

Officine Mezzorgiorno - esempio di rigenerazione educativa e sociale

Da sempre ItaliaCamp ha posto un’attenzione particolare al Sud Italia. In occasione dei suoi 10 anni l’associazione ha lanciato le Officine Mezzogiorno. Sorgeranno a Lecce e replicherà il modello di hub di connessione che l’associazione ha già creato a Milano e Torino. Nei prossimi mesi Lecce sarà quindi interessata da un processo di riqualificazione urbana e sociale utile a dar vita a un nuovo spazio sostenibile e verde (con un giardino di 2.000 metri quadri), sede di percorsi di formazione e di accompagnamento all’imprenditorialità. Il luogo offrirà eventi e iniziative legate al mondo della manifattura digitale e dell’innovazione sociale. Le Officine del Mezzogiorno sono state realizzate grazie alla collaborazione dell’Amministrazione Comunale di Lecce e di The Qube (che i nostri ascoltatori conosco bene).

Al momento è attiva una call: ItaliaCamp è infatti alla ricerca di aziende, istituzioni e cittadini che vogliano contribuire a realizzare insieme a tutti i partner delle Officine del Mezzogiorno un nuovo punto di contatto per l’innovazione del Sud Italia.

La Puglia diventa il set della nuova campagna del supermercato norvegese Rema 1000

Flavia Giordano e Spaghetti ABC

foto via facebook

Chiudiamo questo numero di Camera a Sud restando in Puglia solo per segnalare che il supermercato norvegese Rema 1000 (quelli di questo magnifico spot), hanno scelto il centro storico di Bari come set per la loro nuova campagna di comunicazione. Il merito della scelta va anche al lavoro che un’amica di Start Me Up, Flavia Giordano, sta portando avanti da tempo. Flavia pugliese di nascita, ormai da qualche anno organizza in Nord Europa eventi enogastronomici legati ovviamente alla sua Regione con il marchio Spaghetti ABC. Dall’incontro tra Flavia e “la norvegese Inger Marie Ommedal, direttrice creativa di Imo-productions, è nata, infatti, l’idea di scegliere la Puglia per realizzare questa nuova campagna con la produzione di quattro pillole video diffuse da marzo sui social e di una pubblicazione di 48 pagine con una ventina di ricette italiane distribuita in 1milione e mezzo di copie in tutti i punti vendita della catena.”. Ad annunciarlo è la stessa pagina Spaghetti ABC, e noi non vediamo l’ora di vedere gli spot!

Foto di copertina, uno scorcio di Periferica, via

Immagini per indagare e valorizzare le aree interne italiane



Dal 17 al 22 settembre nella provincia di Palermo, in Sicilia, si è svolto: “Madonie – Immagini e Immaginario”, un laboratorio di fotografia e territorio per costruire una campagna fotografica collettiva che sia strumento di conoscenza e che apra un dibattito per e con le comunità del Parco delle Madonie.

“L’obiettivo è quello di giungere ad una nuova comprensione del territorio con una predisposizione fortemente progettuale, al fine di indagare e valorizzare l’identità locale”.

Con queste parole gli organizzatori del laboratorio spiegano il senso di questo progetto che ha coinvolto studenti di architettura e appassionati di fotografia selezionati attraverso un apposito bando. Abbiamo incontrato alcuni membri del collettivo: Michele Spallino di Putia Sicilian Creativity, Davide Curatola Soprana di Urban Reports e Alberto Cusumano di AM3 Studio e con loro abbiamo ragionato sulla progettualità del paesaggio attraverso lo studio e la fotografia.

La progettualità che il collettivo Novemiglia ha sperimentato con “Madonie – Immagini e Immaginario” ha visto come protagonisti anche gli amministratori locali che hanno accompagnato gli studenti nei vari giri. Un tratto distintivo notevole, rispetto agli esperimenti simili portati avanti in altre aree interne d’Italia. Ogni laboratorio ha una storia a sé ma la partecipazione delle amministrazioni locali si è rivelata vincente in un’ottica di continuità della fase di studio che inevitabilmente dovrà portare a azioni concrete: e chi, meglio di chi amministra, può farlo?

“Madonie – Immagini e Immaginario” è un progetto di Collettivo Novemiglia.

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Ridefinire il concetto di bene comune: l’ex asilo Filangieri di Napoli



Foto di partivano i bastimenti, opera all'ingresso dell'asilo, bene comuneEra da tempo che sentivo parlare dell’ex asilo Filangieri di Napoli, una struttura che dal 2012 sta ridefinendo il concetto di uso dei beni pubblici in Italia. Per questo, di passaggio nella città partenopea, non potevo non andare a trovarli e passeggiare all’interno di questo edificio che, costruito nel 1572, faceva parte del plesso del convento di San Gregorio Armeno. Grazie al contributo di Marina Nardone sono riuscito a mettermi in contatto con alcune persone del collettivo (tutti operatori del mondo della cultura e dello spettacolo) e una volta lì sono stato guidato da Fabrizio e Cesare che mi hanno raccontato cosa l’ex asilo Filangieri è diventato e sopratutto cosa rappresenta per il quartiere e l’Italia intera.

Il mio primo incontro con il gruppo dell’ex-asilo è stato a pranzo:. L’atmosfera è stata da subito conviviale nonostante le mie mille domande. Le risposte di ciascuno mi hanno raccontato di come lo spazio sia stato prima occupato e poi liberato, mi hanno detto delle criticità superate, di come si sia arrivati a dedicare uno spazio alla cultura gestito da chi di cultura ci vive, e tanto altro. Fatti, aneddoti, pensieri che resteranno nella mia testa e che – mannaggia a me – non vi faccio sentire perché ho dimenticato di accendere il registratore. 

Le domande che sentirete invece verteranno principalmente su tre argomenti.

La gestione assembleare della struttura

sala dell'anti teatro all'asilo filangieriUna delle prime cose che salta agli occhi quando si parla dell’ex-Asilo è la gestione assembleare della struttura. È spiegata anche nella guida pratica che trovate sul sito ufficiale. Lì, oltre alle modalità, viene esplicitato il senso di questo gesto. Il gruppo, consapevole di non voler appropriarsi di uno spazio attraverso un gesto coatto come l’occupazione, rimette nelle mani di una assemblea aperta la gestione e l’uso degli ambienti dell’asilo. È la modalità che garantisce la maggior trasparenza – mi dice Cesare – ed è un modo per evitare che si creino posizioni dominanti all’interno dello stabile. L’assemblea è un organo fluido, una caratterista che ritroviamo anche nell’organizzazione degli spazi che sono belli e curati in ogni minimo dettaglio.

Il rapporto con il quartiere

Uno dei punti deboli più comuni dei centri che si occupano di cultura è il rapporto con il vicinato. Anche l’ex-asilo affronta questa criticità, a cui va aggiunto il tema del turismo intensivo che nella zona è davvero impressionante (l’asilo è a ridosso di S.Gregorio Armeno, la via dei presepi e a due passi da via dei Tribunali). E così l’asilo rappresenta soprattutto per i più piccoli un luogo dove incontrarsi e “stare”, con tutte le conseguenze del caso. Ma questo ha anche dei benefici: Cesare racconta di come sia sempre interessante interagire con queste persone e per certi versi arricchente perché riescono a cogliere aspetti del messaggio dell’ex-asilo che altri non riescono.

Il ruolo dell’ex-asilo nella gestione dei beni comuni

opera all'interno dell'asilo, bene comuneL’ex asilo Filangieri nasce nel marzo del 2012, in un momento storico in cui in Italia ci si interrogava su cosa fossero i beni comuni e soprattutto, cosa se ne dovesse fare. Se in altre città si occupavano i teatri (a Roma il Valle, a Palermo il Garibaldi, a Messina il Teatro in Fiera) con esperienze che nel tempo e per motivi diversi sono andate sgonfiandosi, a Napoli il ragionamento è stato diverso. La gestione assembleare che abbiamo descritto sopra è diventata una vera e propria alternativa all’affidamento attraverso bando di gara da parte dell’ente preposto al controllo. Se la decisione di non occupare nel senso canonico del termine la struttura è stata dell’assemblea, dall’altra parte c’è stata la lungimiranza del Comune di Napoli che ha autorizzato questa forma di gestione, nonostante l’assenza di una legge apposita. Alcuni hanno gridato allo scandalo, per altri invece, è solo il primo passo verso un nuovo modo di intendere e gestire il bene comune.

Con questo reportage cerchiamo di fare un racconto il più oggettivo possibile, lasciando ampio spazio alle voci dei protagonisti.

Nel podcast viene citata questa intervista a Nicola Capone.

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Innovazione sociale e sostenibilità nella bacheca di aprile

Una bacheca all’insegna dell’innovazione sociale quella di aprile. Se siete amministratori pubblici ne dovete tenere assolutamente conto (se non lo siete potete comunque farglielo sapere). Ma tranquilli, in questa bacheca ce n’è anche per chi innova nel settore tessile e nella cultura. Infine vi segnaliamo anche un posto di lavoro come growth-hacker…

Progetti sperimentali su Innovazione Sociale – Dipartimento funzione pubblica

Il Dipartimento funzione pubblica del Ministro della Pubblica Amministrazione ha avviato la sperimentazione per l’utilizzo del fondo per l’innovazione sociale. Si legge sul sito del Ministero che “La sperimentazione si articola in un Programma triennale che, nell’ambito delle risorse stanziate dal Fondo, finanzia progetti di innovazione sociale di amministrazioni locali  nei settori dell’inclusione sociale, dell’animazione culturale e della lotta alla dispersione scolastica”.

Questo significa che il Dipartimento assume il ruolo di abilitatore di processi di innovazione sociale in modo da favorire la nascita di idee e progetti dal basso “per accompagnare e validare modelli di intervento in grado di dare una risposta più efficace rispetto ai bisogni dei cittadini e più efficiente rispetto all’allocazione ed utilizzo delle risorse pubbliche”.

Sarà possibile presentare le proprie proposte – che dovranno essere inviate da rappresentanti di comuni capoluogo e le città metropolitane – tra il 15 giugno 2019 al 31 maggio 2020.

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Cultura Crea, c’è ancora tempo per accedere al finanziamento

“Cultura Crea” è l’incentivo che sostiene la nascita e la crescita di iniziative imprenditoriali e no profit nel settore dell’industria culturale, creativa e turistica, che puntano a valorizzare le risorse culturali del territorio nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.

È promosso dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact) per sostenere la filiera culturale e creativa delle regioni interessate e consolidare i settori produttivi collegati, rafforzando la competitività delle micro, piccole e medie imprese in attuazione del PON FESR “Cultura e Sviluppo” 2014-2020 (Asse Prioritario II). Le risorse finanziarie stanziate ammontano a circa 107 milioni di euro. È prevista una dotazione aggiuntiva di 7 milioni di euro.

Ne abbiamo parlato a dicembre 2016 ma ci sono parecchie novità per il 2019,

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Re-FREAM la call per artisti e designer

Re-FREAM, è alla ricerca di artisti e designer che possano collaborare insieme a ricercatori e scienziati per progetti di ricerca innovativi nell’ambito della produzione tessile. Questi progetti verranno sviluppati in un percorso assistito lungo tre spazi di co-creazione, in cui 20 artisti potranno creare concept innovativi insieme a scienziati e specialisti lungo un periodo di 9 mesi, con finanziamenti per i progetti migliori pari a € 55.000. Ogni spazio di co-creazione sarà situato in uno specifico hub, a Valencia, Berlino e Linz.
È possibile candidarsi alla prima delle due call previste (con 10 progetti finanziati per ogni call) attraverso il sito ufficiale, entro e non oltre il 30 maggio 2019. Maggiori info anche sul sito del Consorzio Arca, partner di Re-FREAM.

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Fondazione Sicilia sostiene i piccoli borghi

La Fondazione Sicilia ha pubblicato due bandi per la valorizzazione dei piccoli centri siciliani. Con il primo bando, Fondazione Sicilia intende contribuire alla rigenerazione del territorio, dedicando particolare attenzione agli interventi di restauro/conservazione del patrimonio storico-artistico e ambientale dei piccoli centri, anche con lo scopo di concorrere a preservare la memoria della comunità. Mentre con il secondo bando la Fondazione invita a immaginare un nuovo futuro per queste aree. I borghi possono essere infatti conservati nella loro forma corrente e con la loro destinazione originaria, ma non va preclusa loro la possibilità di ristrutturare alcune aree, destinandole a finalità diverse rispetto a quelle di partenza. Entrambi i bandi scadono il 17 giugno 2019.

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FOUNDAMENTA8 per le startup a impatto sociale

Chi è a capo di una startup a impatto sociale può considerare di presentare la propria candidatura a FOUNDAMENTA8.

In palio:

  • Seedfund fino a #100k€ cash;
  • 4 mesi di training e accelerazione intensiva;
  • Accesso al network 50+ #investor e mentor.

La call chiude il 02.06.2019.

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Offerte di lavoro

Biorfarm alla ricerca di un Guerriero della Comunicazione

Biorfarm è alla ricerca di un Guerriero della Comunicazione, un tester nato, con un forte orientamento al Digital Marketing e che sappia costruire Network, convertire i pagani in Agricoltori Digitali e non abbia paura di sporcarsi le mani per essere l’artefice della crescita!

Ascolta l’intervista a Osvaldo De Falco di Biorfarm e scopri di più sulla loro offerta di lavoro.

Foto di copertina di Luis Tosta, via Unsplash

06. Immigrati: non persone da aiutare, ma risorse su cui scommettere



I flussi migratori delle persone sono sempre più al centro del dibattito politico e sociale. Ogni giorno veniamo a conoscenza di storie di immigrati che decidono di lasciare il proprio paese per cercare una nuova vita in Europa. Se per alcuni questo fenomeno è diventato un vero e proprio strumento di propaganda politica, c’è chi invece ha deciso di investire su queste persone, offrendo loro ciò di cui hanno bisogno: la consapevolezza e la formazione per migliorare la propria condizione di vita. Tutto ciò viene fatto attraverso una app che si chiama Mygrants: ne parliamo in questo podcast con la co-founder Aisha Coulibaly.

Mygrants: formare, informare e favorire l’inserimento lavorativo degli immigrati

Chris Richmond e Aisha – i due founder di Mygrants – hanno racchiuso in una sola app gli aspetti fondamentali per formare gli immigrati. Si va da una scheda informativa sul diritto d’asilo a una dedicata alle sfide sociali, dove si raccontano le storie di imprenditori sociali che – nei loro paesi di origine – sono riusciti a operare un cambiamento reale attraverso le proprie azioni. E infine c’è la sezione dedicata all’imprenditoria, dove vengono raccolte tutte le informazioni relative al mondo dell’impresa. Da qui è possibile accedere ad una ulteriore sezione dove gli utenti (i trainees) possono scegliere se continuare a formarsi o iniziare uno stage lavorativo.
Mygrants opera con il più classico dei sistemi di gamification: i trainees avanzano solo se rispondono correttamente alle domande del modulo che viene affrontato.

Un modello virtuoso nella considerazione degli immigrati e nel modello di business

Uno degli aspetti più importanti – a nostro avviso – di Mygrants è la considerazione degli immigrati non come persone da aiutare, ma come risorse su cui scommettere. Un punto di vista che nella narrazione generalista spesso si perde ma che se si va a guardare la storia anche di altri Paesi ha dato dei frutti straordinari. Gli esempi sono tanti, pensiamo a Steve Jobs o Sergey Brin, per citare i più noti. Inoltre – come dice la stessa Aisha – non dobbiamo sottovalutare la condizione di immigrato che racchiude il più delle volte una spinta motivazionale molto forte che solo chi ha rischiato la vita per arrivare in un nuovo Paese ha: questo è un capitale che non va assolutamente sprecato. Inoltre Mygrants ha il pregio di aver strutturato il proprio modello di business sfruttando i fondi destinati alla formazione degli immigrati e – nel caso questi dovessero venire meno – il team ha già in serbo un nuovo revenue model al momento in via di sperimentazione. Infine, anche l’organizzazione di un evento come i Mygrants Days pone al centro della piattaforma gli utenti. Ogni anno infatti il team di Mygrants seleziona i trainees migliori e li raduna a Bologna chiedendo loro di inventare – attraverso un hackathon – nuovi servizi destinati alla formazione dei nuovi utenti.

La citazione di Aisha su Mygrants e immigrati

Se abbiamo deciso di raccontare la storia di Mygrants (se ascoltate il podcast sentirete anche come Aisha e Chris siano arrivati a creare questa app) è anche per dare un piccolo segno di speranza. È bello sapere che in un momento storico in cui c’è molto livore e odio verso gli immigrati c’è chi invece ha deciso di investire su di essi, offrendo loro la possibilità di costruirsi un futuro migliore: che, se ci pensate, è proprio il motivo per cui si sono messi in viaggio.


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03. Il Sistema Abreu: il valore sociale della musica



Il sistema Abreu è una metodologia che usa la musica per formare cittadini consapevoli. Lo ha inventato il musicista e attivista venezuelano José Antonio Abreu per diffondere la cultura musicale tra le persone che vivono situazioni economiche e sociali disagiate. Il suo intento non era però strettamente culturale ma partiva dalla considerazione che chi mostra passione per una forma d’arte come la musica sarà necessariamente un buon cittadino.
Del sistema (e si chiama così per un motivo specifico che viene spiegato nel podcast) ne parliamo con la violinista Valentina Caiolo, che oltre a suonare nell’orchestra del teatro Bellini di Catania è una delle musiciste che ha seguito fin dalla prima ora il progetto “Musica Insieme a Librino Catania”. Librino è un quartiere di Catania tristemente noto purtroppo per le condizioni non certo felici che vive dal punto di vista sociale e economico, ed è proprio qui che la pediatra Loredana Caltabiano (presidente associazione Musicainsieme a Librino) ha deciso di tentare la carta del sistema, coinvolgendo una serie di musicisti professionisti che lavoravano nella città etnea, tra cui la nostra ospite, Valentina Caiolo.

Il Sistema Abreu: motore di una comunità

Valentina – che aveva già sentito parlare del sistema durante alcune esperienze in giro per il mondo – ci dice che lei per prima era scettica sull’efficacia di un progetto come quello di Musicainsieme a Librino. Nel corso di questi nove anni è stata smentita su tutti i fronti: il gruppo è cresciuto in numeri e entusiasmo. Il sistema ha permesso all’orchestra di Librino di arrivare a circa 100 elementi. Da qui sono venuti fuori tanti musicisti (iscritti ai corsi musicali del quartiere) ma soprattutto è riuscito a creare una vera e propria comunità che ruota attorno al mondo della musica che coinvolge i bambini che suonano e tutti i parenti che supportano – ognuno come può – le attività dell’orchestra.

La citazione di Valentina di Catania sul sistema Abreu
Musicainsieme a Librino si inserisce tra le tante iniziative che nel tempo sono nate a Librino e che vedono la società civile impegnata nel contrastare il disagio sociale che purtroppo ancora si vive in queste vie. E dimostra anche l’internazionalità del sistema Abreu che è stato inventato in Venezuela e arriva in Italia grazie al maestro Claudio Abbado che ne aveva intuito le potenzialità sociali.

Il Sistema Abreu tra i protagonisti del FILFest 2018

Il sistema Abreu è stato tra i protagonisti dell’ultima edizione del FILfest di Catania, il festival biennale che si concentra sulla felicità interna lorda, di cui già negli anni passati vi abbiamo parlato. È un modo per sottolineare il valore sociale della felicità, un elemento imprescindibile nella vita di chi affronta quotidianamente ambienti depressi dal punto di vista economico. E il ruolo della musica, soprattutto quello sociale, è centrale come dimostra l’esperienza di Librino e di quelle zone dove il sistema Abreu è oggi presente.


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Startup sociali cercasi: online la call FOUNDAMENTA#6

SocialFare, Centro per l’Innovazione Sociale, lancia FOUNDAMENTA#6, la call italiana per business idea e startup a impatto sociale che seleziona, a livello nazionale, soluzioni innovative e di eccellenza alle pressanti sfide sociali contemporanee.

Cosa c’è in palio

  • 4 mesi di accelerazione full-time
  • Seed fund fino a 50K€ in cash per ogni startup selezionata
  • Team dedicato di accelerazione
  • Approccio Social Impact Acceleration by SocialFare
  • Networking con +50 investitori e mentor
  • Desk gratuito nell’area coworking e sale riunioni nel cuore di Torino.

Possono candidarsi

  • Business idea
  • Startup sociali
  • Imprese che promuovano impatto sociale

Che facciano riferimento a questi sei ambiti

  • Welfare
    • Nuovi servizi/prodotti per la persona e la comunità; nuovi modelli di ingaggio, inclusione, cura e condivisione, riciclo e sostenibilità
  • Healthcare
    • Soluzioni socio-sanitarie innovative, a sostegno e per la promozione e il mantenimento della salute e del benessere della persona e/o della comunità.
  • Education
    • Modelli che sviluppino percorsi, contenuti e servizi educativi e professionali innovativi per accrescere l’inserimento lavorativo e sviluppare imprenditorialità.
  • Cultural Heritage
    • Soluzioni che promuovano la cultura, valorizzino il paesaggio naturale e artistico, le aree urbane e rurali, generando valore economico, sociale ed ambientale.
  • Circular Economy
    • Soluzioni sistemiche nel settore food, agricoltura, energia, ambiente dove qualsiasi prodotto viene consumato e/o smaltito o diviene input per una nuova filiera produttiva o di servizio.
  • Food & Agriculture
    • Prodotti e servizi innovativi in ambiti food, soluzioni che valorizzino le eccellenze gastronomiche e le risorse del territorio in ambito rurale e agricolo, generando valore economico, sociale e ambientale.

La scadenza per la presentazione della domanda è il 3 giugno 2018.

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