Cubbit, il cloud storage che è nato grazie a Airbnb Il progetto ha vinto il Premio growITup ICT al PNI 2016



Cubbit, si presenta come valida alternativa ai servizi di Cloud Storage attualmente in commercio. Il nome deriva dall’unione dei termini cubby (ripostiglio) e bit (l’unità di misura dell’informatica) – per questo motivo si legge Cabbit – e alla XIV edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione si è aggiudicato il Premio growITup ICT. Stefano Onofri spiega ai microfoni di start Me Up che Cubbit è una soluzione di cloud distribuito che permette all’utente di abbattere i costi di archiviazione (con un account free di dropbox, per dirne una, avete solo 2 GB a disposizione), con una serie di vantaggi connessi che potete conoscere se ascoltate l’intervista che chiude questo undicesimo podcast di Start Me Up. Una menzione speciale va fatta sulla privacy che è garantita da Cubbit in due modi: essendo una piattaforma di cloud distribuito la gestione della password è a uso esclusivo degli utenti. Inoltre i file da archiviare vengono divisi e depositati in vari hard disk, evitando così in caso di eventuali attacchi che un file possa essere violato.

Il progetto nato grazie ai soldi ricavati dagli affitti di Airbnb

Cubbit è riuscito a muovere i primi passi grazie a Airbnb perché il team per autofinanziarsi ha rimesso a nuovo un appartamento di uno dei soci e lo ha adibito a ufficio di giorno e a stanze da affittare attraverso la piattaforma di sharing economy durante le notti. Questo ha dato loro la possibilità di avere dei soldi da poter investire nel progetto.

Cubbit sarà presto in vendita ma se vi aspettate una sorta di elettrodomestico vi sbagliate di grosso: il cuore del progetto è nel software che il team fa girare su un Raspberry Pi che può essere acquistato su Amazon a meno di 50 €. Se già se ne possiede una, allora potrete partecipare alla fase di pre-market: basta fare esplicita richiesta su cubbit.net.


Panoxyvir, non un semplice spray nasale


Il Premio Nazionale per l’Innovazione 2016

La XIV edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione (PNI), la più grande e capillare business plan competition italiana, è organizzata come sempre da PNICube ed è stata ospitata quest’anno dall’Università di Modena e Reggio Emilia, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.

Il PNI – a cui concorrono i migliori progetti d’impresa innovativa vincitori delle 16 StartCup regionali che coinvolgono oltre 40 tra università, incubatori e istituzioni – ha visto quest’anno la partecipazione di 3.440 neoimprenditori, per un totale di 1.171 idee e 511 business plan presentati. I vincitori sono stati selezionati tra le 65 startup finaliste da una qualificata Giuria composta da 48 esponenti d’eccellenza del mondo dell’impresa, della ricerca universitaria e del venture capital, sulla base di criteri come originalità dell’idea imprenditoriale, realizzabilità tecnica, interesse per gli investitori, adeguatezza delle competenze del team, attrattività per il mercato.

1,5 milioni di euro il montepremi complessivamente erogato: oltre 500.000 euro in denaro e circa un milione in servizi, offerti dagli Atenei e dagli incubatori soci di PNICube. E, per la prima volta, tutti e quattro i premi settoriali, dell’ammontare di 25.000 euro ciascuno, hanno avuto un main sponsor, segnale estremamente positivo a testimonianza della crescente apertura delle imprese all’Open Innovation.

Leggi il comunicato stampa completo per conoscere anche i vincitori delle menzioni speciali.

La citazione di Stefano

Stefano Onofri di Cubbit

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#41.radiosmu – Merck for Health fa tappa a Bari: si cerca la migliore idea nell’ambito della sanità Inoltre: apre a Licata Make Hub e Aucta Cognitio, startup catanese con un occhio alla ricerca



Si svolgerà il 7 luglio all’Impact Hub di Bari la seconda tappa di Merck for Health. Il progetto è promosso dalla storica azienda farmaceutica tedesca e H-Farm, con l’obiettivo di individuare nuove soluzioni tecnologiche per sostenerne lo sviluppo e l’utilizzo nei settori della sanità e della salute. «Il progetto è nato sulla comune volontà di Merck e H-Farm – dice Alessandro D’Annibale, responsabile dei format di open innovation dell’acceleratore veneto – di portare all’attenzione dei ragazzi le opportunità che il digitale offre in ambito medico e sanitario».
La tappa di Bari fa parte di un tour nazionale che mira a far conoscere il bando, incontrare chi sta lavorando in questo settore e premiare la migliore azienda in ambito medtech. Oltre al bando però è previsto anche un hackathon: «L’idea è quella di procedere nella stessa direzione a due velocità diverse – spiega Alessandro – promuovere una call per i progetti un po’ più maturi e aiutare attraverso l’hackathon quei ragazzi che hanno un progetto in ambito healthcare a svilupparlo».
Un’iniziativa quindi che si rivolge a startup già mature che intendono fare il salto di qualità, ma anche a chi ha voglia di mettersi in gioco con un’idea che abbia a che fare con l’ambito sanitario e medico.
È possibile trovare tutte le informazioni sul bando qui, mentre per partecipare alla tappa di Bari del 7 luglio basta iscriversi gratuitamente all’evento su eventbrite.

Make Hub, a Licata il centro dedicato all’innovazione con un occhio alle eccellenze locali

Make Hubmakehub è il nuovo spazio dedicato all’innovazione in Sicilia. È stato inaugurato il 24 giugno e si trova all’interno del porto turistico di Licata, in provincia di Agrigento. Uno dei promotori di questa iniziativa è l’inossidabile Angelo Sanfilippo, da tempo impegnato nella promozione della cultura digitale in quella zona. «Make Hub è un’associazione di promozione sociale che nasce da una precedente esperienza sempre nello stesso ambito – Spiega Angelo. «Rispetto alla prima associazione ci siamo allargati: ospitiamo una sezione dedicata ai makers e visto anche il luogo in cui si trova la nostra sede, vogliamo lavorare anche nel campo del turismo».
Al momento il team è al lavoro sui prossimi eventi. Angelo ci anticipa che il primo avrà a che fare con Arduino (mentre pubblichiamo il podcast è stata ufficializzata la data del workshop: il 9 luglio alle ore 18), ma nei piani c’è anche la volontà di organizzare il primo startup weekend Licata. «Abbiamo accelerato per avere quanto prima i locali – puntualizza Angelo – così da poter lavorare con calma e in un unico luogo sul resto della programmazione».
Ma Make Hub non sarà solo uno spazio dedicato al digitale: tra le associazioni che collaborano c’è anche Comunicare per Vivere, ente impegnato nel sociale che all’attivo ha una serie di aperiLis, aperitivi dedicati a persone non udenti. «Lo scopo di Make Hub è quello di portare i concetti di innovazione nei campi in cui il territorio eccelle – spiega Angelo. «Dal turismo, al sociale, fino all’agricoltura vista la presenza di startup che hanno automatizzato serre dedicate alla coltivazione del fico d’India».
Make Hub si trova alla Marina di Cala del Sole in corso argentina a Licata e il centro non ha ancora un sito web, però è possibile seguire le attività attraverso facebook twitter.

Aucta Cognitio, ricerca siciliana al servizio dei big dell’IOT

auctacogniIl Messina Innovation ICT Day ha dato il via alla ventunesima conferenza IEEE ISSC Messina 2016, evento che si è svolto sulle rive dello Stretto tra il 27 e il 30 giugno. Lunedì 27 nell’Aula Magna del Rettorato c’è stato un panel dedicato all’innovazione in Sicilia curato da Startup Messina e tra le realtà presentate era presente anche Aucta Cognitio, startup catanese del network di Vulcanìc.
«Aucta Cognitio si occupa di ricerca e sviluppo – spiega uno dei due founder Daniele Zitonel campo dell’IOT di fascia alta, cioè il settore in cui operano aziende che hanno l’esigenza di veicolare grosse quantità di dati come ad esempio Amazon».
Daniele ha fondato Aucta Cognitio insieme a Giovanni Morana, conosciuto durante gli anni dell’università a Catania. I due dopo 10 anni di ricerca hanno deciso di mettere a frutto il proprio sapere e hanno creato due aziende: «Un centro di ricerca e sviluppo che è prettamente siciliano che è Aucta Cognitio – spiega Daniele – e C3DNA startup americana legata più a aspetti di marketing e finanziari». Questa scelta è stata dettata dalla voglia di lasciare la ricerca in Italia e sostenerla con il lavoro all’estero, dove il mercato è più vivace.
Aucta Cognitio attualmente è impegnata in tre ambiti di intervento: il Cloud, con la cura e l’ottimizzazione del passaggio dei dati, integrando anche i servizi offerti da vari provider. Il secondo ambito è quello dei database. Anche in questo caso si parla di ottimizzazione della gestione di grosse mole di dati all’interno di grandi archivi digitali. E infine il terzo settore in cui Aucta Cognitio opera è quello dei big data: analisi e indagini analitiche molto complesse dal punto di vista matematico su, manco a dirlo, grosse quantità di elementi.
Auctacognitio.net è in costruzione però per qualsiasi informazione potete contattare Daniele e Giovanni attraverso le rispettive mail o attraverso i loro profili linkendin: Giovanni e Daniele.

#02 radiosmu del 17 settembre – Esocc 2015 Esocc 2015, Ludwig e SoSocial

La seconda puntata di Start Me Up è dedicata in gran parte a Esocc 2015. Esocc è un acronimo che sta per European Conference on Service-Oriented and Cloud Computing e da ormai quattro anni raduna ricercatori e imprenditori europei interessati alle tecnologie cloud. L’edizione di quest’anno – che si chiude oggi – si è svolta a Taormina, in provincia di Messina ed è stata fortemente voluta dal professore Massimo Villari dell’Ateneo peloritano.

Io sono andato a seguire i lavori del primo giorno – anche perché ero direttamente coinvolto in veste di rappresentante di Startup Messina, ma ci arrivo tra un po’ – e ho avuto modo di parlare con Silvana Muscella. Silvana gestisce due società che offrono servizi IT per le aziende (tra cui ovviamente c’è anche il cloud) ed è una delle coordinatrici di Cloudwatch, strumento messo in piedi dalla Comunità Europea per sensibilizzare i cittadini e le piccole e medie imprese ad adottare le tecnologie cloud. Attraverso il portale chiunque può essere informato sui tipi di servizi che le società europee erogano, sapere quali di questi sono gratis e informarsi in maniera esaustiva su questi strumenti che, come dice Silvana nell’intervista permettono a imprenditori, professionisti e cittadini di risparmiare tempo e denaro.

Altro appuntamento della mattina è stato curato dall’Associazione Startup Messina (di cui io faccio parte) a cui è stato chiesto di presentare un panel di 4 startup siciliane che hanno potuto presentare i propri progetti alla platea. Le startup in questione erano Spidwit, Fileshute, DH Labs e Ludwig. Proprio Ludwig ha raccolto più voti tra i giurati che hanno ascoltato con attenzione le presentazioni di tutt’e quattro i progetti e per questo motivo la seconda intervista di questa puntata è a Federico Papa, uno dei fondatori della startup palermitana che vuole aiutare tutte le persone che vogliono scrivere un testo in inglese e non sono sicuri della correttezza delle frasi.

L’ultima parte della trasmissione è dedicata al progetto di Giuseppe Caruso che l’indomani del terremoto che ha devastato L’Aquila decide di trovare un sistema per aiutare le persone in caso di pericolo. Ci dedica addirittura la sua tesi di laurea e nasce così SoSocial, applicazione – al momento solo per i dispositivi Android – che permette alle persone con un solo gesto di inviare un sms a cinque numeri diversi e pubblicare lo stesso messaggio sui propri profili Facebook e Twitter. Giuseppe ha in programma di implementare il progetto traducendo in altre lingue l’applicazione (attualmente è disponibile in italiano e in inglese) e permettendo agli utenti di inserire alcuni dati sensibili vitali come gruppo sanguigno o particolari allergie. Tutto ciò è attualmente allo studio, nel frattempo SoSocial è disponibile nel Play Store di Google.

 

nella foto di copertina un momento della tavola rotonda svoltasi durante Esocc


I benefici del backup su cloud – lunedinfografica Ogni lunedì un'infografica per farvi riflettere una settimana intera

Appena noterete il link capirete che si tratta di un’abile mossa di comunicazione. Lo so, ma se ci sono cascato è perché questa infografica mi è piaciuta molto.

È stata realizzata da Bridget Giacinto (o per lo meno l’articolo da cui è estratta è stato scritto da lei) e si trova sul sito della Novastor, azienda specializzata in software per la gestione e la sicurezza dei dati.

L’argomento è dei più spinosi (e ahinoi) più comuni: il backup dei propri dati. Se come me fate parte di quella schiera di persone che pensano che avrebbero dovuto copiare il proprio database quando ormai è tutto perduto, allora forse fareste bene a prendervi 5 minuti per leggere per benino l’infografica. Se poi vi professate contrari al cloud, non potete negare che è oggettivamente molto più comodo e a quanto pare sempre più sicuro. Il fenomeno è in crescita e anche se non avete intenzione di fare il backup nelle prossime settimane dopo la lettura di questa infografica avrete un argomento in più di cui parlare. E poi non dite che lunedinfografica non serve a niente.

Back That Computer Up
Presented by NovaStor