Programmatori e progettisti per costruire una Sicilia diversa



Seconda parte dello speciale formazione in Sicilia (qui la prima parte). Protagoniste di questo podcast due realtà che lavorano in modo diverso ma che condividono un obiettivo di fondo: immaginare una Sicilia e un Sud Italia diverso.

Develhope mette insieme il bisogno delle aziende alla ricerca di personale qualificato e la voglia di chi vorrebbe studiare per migliorare le proprie competenze ma non ha la possibilità di farlo. Abadir invece è una accademia che dieci anni fa ha deciso di puntare sul design e la comunicazione.

Ne parliamo con Alessandro Balsamo e Lucia Giuliano.


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Paghi solo se vieni assunto: la scommessa sociale di Develhope

Mettere insieme la domanda e l’offerta abbattendo le soglie di ingresso. Si potrebbe sintetizzare così la scommessa di Develhope che da Palermo forma sviluppatori in sei mesi senza chiedere un pagamento ai suoi studenti. O meglio, glielo chiede, ma solo dopo che questi hanno trovato il primo impiego.

Come racconta Alessandro Balsamo in questo secondo podcast dedicato alla formazione in Sicilia, questo espediente responsabilizza sia la figura da formare che la scuola stessa.
Inoltre, riveste la scuola di una mission che è prettamente sociale, visto che i dati sulla disoccupazione in Sicilia e al Sud Italia non sono del tutto incoraggianti (vedi qui cosa dice l’Istat). E puntare su una professione come quella dello sviluppatore dà qualche chance in più visto che è un tipo di lavoro che sarà sempre più richiesto (qui la ricerca di Microsoft citata nel podcast).

La citazione di Alessandro di Develhope sulla formazione in Sicilia

Seppur gratuito, il corso non è affatto una passeggiata. La selezione e il lavoro che aspetta le classi che studiano da Develhope è fatto di corsi e prove sul campo. Come sempre la regola è quella: prima fai, prima sbagli e prima impari.

La prossima classe è attualmente in formazione e ci si può candidare entro il 28 giugno sul sito della scuola.


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Imparare a progettare per creare e comunicare in modo migliore

Lucia Giuliano dal 2010 dirige Abadir, l’accademia di design e comunicazione con sede a Catania. Anche Abadir nasce da una scommessa. Una scommessa fatta all’incirca dieci anni fa quando si decise di mettere da parte materie come il restauro e i beni culturali per far posto al design e alla comunicazione. Da circa dieci anni quindi gli studenti e le studentesse di Abadir si dedicano allo studio dei processi che stanno dietro la comunicazione visiva e digitale.

La cultura del progetto è alla base dell’insegnamento di Abadir. Lo dice espressamente Lucia, sottolineando quanto ce ne sia bisogno in Sicilia (e al Sud Italia, aggiungiamo noi). E lo dimostra anche la storia di Abadir e alcune sue iniziative, una per tutte, Sicilia Felicissima (qui il sito del concorso).

La citazione di Lucia di Abadir sulla formazione in Sicilia

Nel podcast Lucia fa, tra le altre cose, un bilancio di questi dieci anni. Non anticipiamo nulla se non che gli impatti, per questo tipo di iniziative, sono decennali. E prima di vederli nei territori, si vedono nelle persone.

Bisogna lavorare molto sulla cultura del progetto per far pesare il senso del progetto in tutto quello che facciamo: lo dice Lucia nel podcast. Serve per capire meglio la realtà che ci circonda e interpretarla nel modo migliore.


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Questo podcast fa parte di uno speciale dedicato alla formazione in Sicilia (qui puoi ascoltare il podcast numero 1) ed è realizzato grazie a:


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Nella foto di copertina, l’opera Cosmogonia Mediterranea di Domenico Pellegrino, in una foto di Thamara Emanuele.

L’evoluzione del delivery, tra rider, ambiente e piccoli centri



Tra tutti i lavori sicuramente il settore del delivery è quello che è diventato sempre più centrale nella vita del nostro Paese. Un settore che prima del lockdown aveva mostrato qualche ombra che come è facile immaginare la crisi non ha fatto altro che accentuare.

la dichiarazione di Giovanni di Socialfood su Delivery

In questo podcast ho cercato di vedere gli aspetti che mi sembrano centrali nella questione delivery: i cambiamenti del settore, la condizione dei lavoratori e altre due questioni che non sono certo da meno. Quella territoriale e quella ambientale. E cioè che ruolo giocano i piccoli centri nella partita del delivery? Quali sono le ricadute dal punto di vista della sostenibilità di questo lavoro che vede la strada come luogo di azione?

Se le prime due sono questioni spinose e in continua evoluzione, per le altre è interessante capire quali sono leopportunità per quelle realtà che già oggi stanno operando.

 


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Le voci di chi lavora nel mondo del delivery e lo sta cambiando

la dichiarazione di Valerio di Socialfood su DeliveryIn questo podcast sentirete le voci di chi lavora nel mondo del delivery e che da dentro lo sta cambiando.

Giovanni Imburgia di Socialfood e vice presidente di Assodelivery, essendo presente sul mercato dal 2013 ci aiuta a capire come è cambiato nel tempo il settore del delivery e ci fornisce anche interessanti prospettive su quello che sarà il post-pandemia. Lo stesso fa Valerio Chiacchio che con Alfonsino, startup casertana, ha scelto di concentrarsi sulle consegne di cibo nei piccoli centri, target difficilmente coperto dai grandi marchi.

Ma il mondo del delivery si porta dietro questioni complesse e tutt’ora in fase di definizione come le condizioni lavorative dei rider. Ho sentito Antonio Prisco del coordinamento rider della CGIL Nazionale che ci offre il punto di vista di chi, ogni giorno, è in strada per consegnare il cibo, rischiando spesso la vita.

la dichiarazione di Antonio di Socialfood su Delivery

Anche per questo motivo, Luca Simeone di Napoli Pedala, spinge per una transizione ecologica che riguardi il mestiere del rider. Per farlo, insieme alla  Direzione regionale Inail Campania e la NIdiL CGIL Nazionale ha istituito a Napoli “la casa del rider”, un luogo dedicato al ristoro, alla socializzazione e alla formazione dei fattori napoletani.

la dichiarazione di Luca di Socialfood su Delivery

Le esperienze di ciascun ospite a mio avviso ci possono aiutare a immaginare quella nuova normalità che dobbiamo costruire da ciò che viviamo adesso.


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Foto di copertina di Lucian Alexe on Unsplash

La partecipazione come spunto narrativo dei luoghi marginali



Per scoprire le declinazioni sociali e culturali del termine partecipazione sono andato a Cagliari a parlare con Lorenzo Mori, presidente di Riverrun. Il 28 maggio scorso insieme a Sineglossa, associazione marchigiana, Riverrun ha pubblicato con Ediciclo Editore il primo volume della collana Nonturismo. Il libro è un cookbook che raccoglie le ricette del quartiere S.Elia di Cagliari. Naturalmente non stiamo parlando di un “semplice” libro di cucina perché la sua realizzazione ha dietro un lavoro di almeno tre anni portato avanti da facilitatori e un artista in residenza. Nel caso di questo primo volume Don Pasta. Nonturismo sintetizza bene lo spirito di Riverrun ed è il punto di partenza di un discorso che ruota intorno al concetto di partecipazione che nasce dalla cultura e ha effetti a livello sociale.


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Nonturismo collana che nasce da un processo partecipato

Nonturismo è la collana ideata e curata da Riverrun e Sineglossa. Le guide sono redatte attraverso un processo partecipato che coinvolge i cittadini in una “redazione di comunità” guidata da artisti e creativi in residenza. Ogni pubblicazione ha la finalità di promuovere una nuova idea di turismo consapevole accendendo una luce sui luoghi ai margini, sulle periferie lontane dagli itinerari consolidati e i paesi dimenticati in cerca di una nuova identità. La prima guida – uscita il 28 maggio 2020 – è dedicata al quartiere S.Elia di Cagliari.

Oltre ai libri, Nonturismo si arricchisce di una serie di contenuti audio realizzati da Cristina Marras che possono essere ascoltati in loco grazie all’applicazione Loquis.

La citazione su turismo e partecipazione di Lorenzo di Riverrun

Riverrun è un hub di innovazione culturale che applica i processi creativi dell’arte a progetti sperimentali dal forte impatto sociale. Realizza progetti che spaziano dall’innovazione sociale alla rigenerazione urbana, dall’educazione non formale allo sviluppo locale, dal contrasto al disagio giovanile alla democrazia partecipativa. Utilizza strumenti come il teatro, la gamification, le nuove tecnologie, lo storytelling, il podcasting e l’arte relazionale; l’intento è quello di modificare le forme della società per renderle più inclusive ed eque, aumentando consapevolezza, coinvolgimento diretto e responsabilità nei cittadini.


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Foto di copertina: via.


I brani utilizzati in questo podcast:

Eventi, imprese e documentari: ecco alcuni dei progetti di chi sostiene Start Me Up

Apriamo questo 2020 con un numero di Camera a Sud interamente dedicato ai progetti portati avanti da alcuni dei sostenitori di Start Me Up. Il gruppo è piuttosto variegato e i progetti rispecchiano questa diversità. Qui ne abbiamo raccolti tre: alcuni sono eventi, altri sono cose da sapere. C’è l’impresa di Luca Naso che lo impegnerà per tutto l’anno, la webserie dedicata all’innovazione sociale realizzata dalla casa di produzione di cui fa parte Toti Di Dio e l’appuntamento annuale di OpenData Sicilia organizzato tra gli altri da Andrea Borruso che è stato protagonista del webcafé di dicembre e fino al mese scorso ha sostenuto Start Me Up.
Vediamo i singoli progetti in dettaglio.

Correre ai confini di Luca Naso

Luca Naso - correre ai confini - Start Me Up

È partito l’1 gennaio da Catania e mentre scriviamo si trova da qualche parte in Calabria. È Luca Naso che ha deciso di passare questo 2020 in giro per l’Italia correndo. Il suo progetto è “Correre ai confini” e Luca prevede di percorrere il “bordo” dell’Italia dal Primo gennaio al 31 dicembre 2020. Tutti possono seguire l’avventura di Luca attraverso i suoi canali social (qui il link alla pagina Facebook, qui invece quello del profilo Instagram). C’è anche un sito web dove potete dare la vostra disponibilità nel caso in cui Luca dovesse passare dalle vostre parti. Luca dovreste ricordarlo perché lo intervistammo qualche anno fa, abbiamo naturalmente in programma di sentirlo nelle prossime settimane per sapere come va il suo “giro”.

Art for Change: quattro documentari per quattro progetti di rigenerazione sociale

Art For Change from The Piranesi Experience on Vimeo.

Il 2019 si è chiuso con la pubblicazione di Art for Change, la webserie di quattro documentari che raccontano altrettanti progetti di rigenerazione sociale. La street art del progetto di Borgo Vecchio Factory a Palermo, l’Accademia del Cinema dei Ragazzi di Enziteto a Bari, il Museo dell’Altro e dell’Altrove nelle ex fabbriche Fiorucci di Roma, la comunità di Puerta del Angel a Madrid. Quattro esperienze concrete di trasformazione sociale avvenuta attraverso l’arte.

Art for Change è disponibile su Vimeo e Amazon Prime ed è stato realizzato da The Piranesi Experience. The Piranesi Experience è la casa di produzione che promuove l’innovazione sociale attraverso il racconto documentaristico e il video in genere. Fa parte del network di Push e noi li teniamo d’occhio da tempo anche se non ne abbiamo mai parlato in uno dei nostri podcast: ci sembra un ottimo proposito per il 2020.

Catania si prepara al raduno OpenData Sicilia 2020 – 6/7 marzo

Opendata 2020 - Start Me Up

Abbiamo parlato più volte del contributo che Open Data Sicilia ha dato e sta dando a livello nazionale nella diffusione e nell’evangelizzazione dei dati aperti. Ogni anno questa community si raduna per confrontarsi e fare il punto sulle attività portate avanti. Sono sempre eventi pubblici e aperti a tutti, ricchi di spunti e riflessioni su un tema che – sopratutto con l’avvento del digitale – ci riguarda sempre più da vicino. Il programma del raduno 2020 al momento è in costruzione, c’è la possibilità di proporre un argomento e ci sono varie forme per partecipare attivamente all’evento. È importante sottolineare come il 6 e il 7 marzo si celebreranno i primi dieci anni di Open Data italiani visto che è passato un decennio dall’introduzione dei dati aperti nel nostro Paese. Qui, comunque, trovate tutto quello che c’è da sapere.

Gli Open Data sono stati al centro del Web Café di dicembre, il cui protagonista è stato Andrea Borruso, che è tra gli organizzatori del Raduno.

Evoluzione imprenditoriale attraverso una visione ecosistemica – 28 marzo, Catania

evoluzione imprenditoriale - start me up

Il 28 marzo presso l’incubatore Vulcanìc si svolgerà Evoluzione imprenditoriale attraverso una visione ecosistemica, il primo evento targato Unevent. Il tema è delicato e di grande interesse: in che modo si rapporta un’organizzazione nei confronti del sistema in cui è inserita? Per quanto astratto questo quesito possa sembrare, in realtà ha delle ripercussioni reali e concrete nella vita di tutti i giorni.

Ne parlerà sabato 28 marzo Mattia Rapisarda utilizzando, tra le altre cose, la metodologia LEGO SERIOUS PLAY. Per maggiori informazioni c’è l’evento su Facebook, qui vi ricordiamo che l’appuntamento è a pagamento e ha posti limitati (che stanno per terminare!).

Evoluzione imprenditoriale attraverso una visione ecosistemica è un evento promosso da Unevent è il soggetto che Mattia ha fondato insieme ad altri amici: nasce alla fine della Startup Week Catania, evento che ha portato nell’Ateneo etneo una serie di professionisti e esperti per parlare di impresa, design e metodologie utili per chi vuole fare startup. Da quella esperienza, questo gruppo ha sentito forte la necessità di divulgare questi temi con una serie di eventi che si svolgeranno lungo tutto il 2020.

Bonus: Cosa è la community di sostenitori di Start Me Up?

Open innovation community link

Da aprile Start Me Up ha una sua community di sostenitori che mensilmente e volontariamente supporta il podcast con una offerta in denaro. Il tutto avviene attraverso Patreon: chi effettua una donazione in cambio ha la possibilità di scambiare idee e confrontarsi all’interno di un gruppo segreto su Telegram e poi, in base alla propria offerta, riceve specifici benefici. Dentro questo gruppo c’è un po’ di tutto: programmatori, ricercatori, lavoratori dipendenti, imprenditori. Tutti in comune hanno la passione per il mondo dell’innovazione e per il Sud Italia. Se vuoi farne parte, non devi far altro che fare una tua offerta attraverso Patreon: se hai bisogno di ulteriori informazioni, scrivi pure.

L’immagine di copertina è di Amador Loureiro, via Unsplash.

La partecipazione civica che rigenera i luoghi



Messina partecipaSi parla di partecipazione civica e processi di rigenerazione urbana in questo primo podcast di luglio di Start Me Up. Lo facciamo per raccontarvi “Messina Partecipa”, il primo festival della partecipazione della città siciliana. A organizzarlo è il gruppo “Le Agorà di Messina”, un progetto voluto da The Democratic Society e frutto di un accordo tra questa associazione no-profit e il comune peloritano.

Ne parliamo con alcuni dei protagonisti di questo progetto. Il primo ospite è Ivan Tornesi, il responsabile del gruppo “Le Agorà di Messina” che ha lavorato a livello locale per fare in modo che si arrivasse a metà giugno all’evento Messina Partecipa. Naturalmente, l’evento è il frutto di un percorso iniziato qualche mese prima fatto di studi, esplorazioni urbane e riflessioni sulla città e la sua natura. Uno dei compiti di Ivan è stato quello di coinvolgere parte della società civile: persone di diversa estrazione sociale ma tutte impegnate a livello civico che hanno avuto modo di lavorare concretamente alla buona riuscita dell’evento.

Messina Partecipa: un punto di inizio

la citazoine di ivan su Messina PartecipaMessina Partecipa arriva a conclusione del percorso che Ivan in parte descrive nel podcast. Se però l’evento rappresenta una tappa importante non può essere certo visto come una conclusione. Lo testimonia anche il nostro secondo ospite, Chiara De Grandi, progettista civico che al momento collabora con Labsus e che ha portato la propria esperienza il giorno dell’evento. Con Chiara ci soffermiamo sulle dinamiche che devono essere messe in atto quando si intende avviare progetti di rigenerazione urbana basati sulla partecipazione civica. In questo senso, Labsus rappresenta un valido supporto sia delle amministrazioni che delle associazioni che vogliono farsi carico di progetti di questo tipo. Labsus è riuscita a creare il regolamento dei beni comuni che nel 2014 per la prima volta a Bologna (ma da allora adottate da tante Amministrazioni locali) ha permesso al Comune di gestire agevolmente immobili pubblici fino ad allora inutilizzati. Inoltre, Chiara trova diverse analogie tra Messina e la sua città natale, Latina, che dallo scorso anno ha iniziato un percorso di partecipazione civica.

la citazione di Chiara su Messina Partecipa

Chiude questo speciale dedicato a Messina Partecipa Francesca Attolino, la responsabile italiana di The Democratic Society. Se in prima battuta Francesca ripercorre i passi che hanno portato la no-profit impegnata nel mondo a diffondere i concetti di partecipazione e democrazia per la prima volta al Sud Italia, nella seconda parte dell’intervista ci regala una visione specifica della partecipazione. Francesca ci aiuta a capire ormai la quasi impossibilità da parte di una Amministrazione di esimersi dal coinvolgere i cittadini in dinamiche partecipative a livello locale. Una pratica che migliora la vita dei cittadini e garantisce a chi amministra risposte concrete e vicine alle esigenze di chi vive quei territori.

la citazione di Francesca su Messina Partecipa

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La foto di copertina è di The Democratic Society, via


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Resto al Sud ma non solo: nella Bacheca di marzo c’è di più

C’è la nuova versione di Resto al Sud, ma anche due bandi dedicati all’innovazione sociale per associazioni e enti. In più, vi segnaliamo il bando SIAE Per chi crea e due offerte di lavoro. È marzo, e anche questo mese, un numero di Bacheca tutto per voi.

Se volete, segnalateci le call/gli annunci di lavoro più interessanti a bandi [c] radiostartmeup.it.

Resto al Sud anche per i professionisti: ecco i requisiti

A breve Resto al sud sarà disponibile anche per chi ha meno di 46 anni ed è un libero professionista. Grazie alle novità introdotte dalla legge di bilancio 2019 vengono estesi i benefici che abbiamo illustrato nell’articolo che abbiamo dedicato a questa misura qualche tempo fa anche a chi non risulta titolare di partita IVA nei dodici mesi antecedenti alla presentazione della domanda per lo svolgimento di un’attività analoga a quella per cui viene chiesta l’agevolazione. Il bando è a sportello, quindi il consiglio è quello di AFFRETTARSI!

Scopri di più sul sito di Invitalia

Premio CEMEX-TEC per l’innovazione sociale

Il Premio CEMEX-TEC è rivolto a individui e organizzazioni che sviluppano progetti ad alto impatto sociale nel campo dello sviluppo sostenibile in tutto il mondo. Il premio è diviso in quattro temi e per ognuno di esso ci sono diverse ricompense in palio:

  • Social Entrepeneurs, rivolto a imprenditori di tutto il mondo che stanno portando avanti progetti di imprenditoria sociale attivi da almeno un anno;
  • Transforming Communities, rivolto a studenti di scuola superiore post-laurea di qualsiasi paese che stiano portando Avanti progetti che attuino una trasformazione sostenibile di una comunità;
  • Community Entrepeneurship: possono candidarsi organizzazioni, cooperative e associazioni di qualsiasi Paese che stiano portando avanti da almeno un anno progetti di trasformazione sociale che abbiano effetto sulla comunità produttiva del luogo in cui vivono;
  • Collaborative Action: rivolto a tutti quei progetti – anche questi attivi almeno da un anno – che abbiano un impatto sociale e coinvolgano almeno 3 settori della società.

Le iscrizioni sono aperte fino al 31 maggio!

Scopri di più sul Premio CEMEX-TEC

Welfare che impresa: 300 mila euro da Fondazione Con il Sud

Ripensare il sistema di Welfare sperimentando nuovi servizi capaci di rigenerare il tessuto sociale, questa è la sfida che viene lanciata anche quest’anno con la terza edizione del concorso per idee “Welfare, che impresa!”. Le Startup sociali – già costituite o da costituire – sono chiamate a presentare progetti innovativi orientati a favorire la coesione, lo sviluppo sociale e il fare rete.

Le idee progettuali possono essere inviate fino al 18 aprile 2019.

Leggi il bando completo

Per chi crea

La legge di stabilità per il 2016 ha previsto la distribuzione del 10% dei compensi per la copia privata, gestiti da SIAE, in attività che favoriscano la creatività e la promozione culturale nazionale ed internazionale dei giovani. Per questo dal 20 febbraio 2019 sono disponibili quattro bandi rivolti a privati, aziende, scuole, enti e associazioni che presentano un progetto a sostegno di autori, artisti, interpreti ed esecutori under 35 e residenti in Italia.

Le candidature dovranno essere presentate entro il 5 aprile 2019.

Scopri di più sul sito SIAE

ANNUNCI DI LAVORO

Nois3 cerca uno sviluppatore Front-End Mid/Senior

Nois3 è alla ricerca di uno sviluppatore Front-End Mid/Senior che possa aiutare i Dev nello sviluppo Front-end su WordPress / Bedrock, su Framework PHP (Symfony/Laravel), NodeJS anche usando Angular e/o ReactJS. La ricerca – scrivono – è su Roma, ma non escludono smart working dopo una fase di inserimento.

Candidati ora

WordPress è alla ricerca di un Creative Technologist

In Automattic (azienda proprietaria di WordPress) vogliono migliorare i processi e soluzioni di progettazione portando un po’ più in la i limiti dell’utilizzo del codice. Per questo motivo sono alla ricerca di un tecnico che si lasci guidare dalla creatività e dalla sperimentazione. I Creative Technologist di Automattic combinano il design visivo e le competenze ingegneristiche in un’unica disciplina. Sono in grado di sviluppare, prototipare e testare soluzioni innovative che permettono di avere prodotti di ingegneria front-end sempre all’avanguardia e sono da ispirazione per il team di sviluppo.

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foto di copertina di Marcel Heil, via Unsplash