I 20mila di Foggia che dicono no al fenomeno mafioso



Nel primo podcast del 2020 di Start Me Up facciamo un salto a Foggia, in Puglia perché venerdì 10 gennaio circa 20mila persone (il dato è degli organizzatori) sono scese in piazza per dire no alla violenza mafiosa che sta interessando la città ormai da troppo tempo. La manifestazione è stata indetta da Libera e aveva come slogan #Foggialiberafoggia. Ne parliamo con Daniela Marcone, foggiana e vicepresidente nazionale di Libera.

Un percorso studiato per mettere in luce parti dimenticate di Foggia

Il dato dei 20mila partecipanti non può non lasciare sorpresi visto che gli stessi organizzatori se ne aspettavano “solo” 3mila. È il primo numero che ci dà Daniela che da vent’anni lavora attivamente sul territorio foggiano sensibilizzando i cittadini attraverso le attività di Libera. Un corteo che ha seguito un percorso specifico, condiviso con parte della cittadinanza che ha voluto mettere in evidenza parti della città spesso dimenticate: la partenza, ad esempio, è stata fissata in viale Candelaro dove il 2 gennaio scorso è stato ucciso il commerciante d’auto Roberto D’Angelo. La manifestazione del 10 gennaio arriva dopo la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie che si è celebrata a Foggia nel 2018: è quindi una testimonianza di come l’associazione continua a mantenere alta l’attenzione e continua a lavorare in questa parte della Puglia.

La citazione di Daniela di Libera, Foggia

Un lavoro necessario visti anche i recenti fatti di cronaca che documentano una vera e propria escalation di violenza nella città di Foggia. Daniela, nella seconda parte dell’intervista, ci fornisce una analisi precisa del fenomeno mafioso della zona, descrivendone caratteristiche e mettendone in luce le particolarità. Il dato evidente è che fino a qualche mese fa gli eventi criminosi sono passati pressoché inosservati alla Stampa nazionale, relegando il tutto a faide interne senza intravederne la matrice malavitosa.

Una manifestazione non può certo fermare il fenomeno mafioso (il giorno dopo si è registrata l’ennesima bomba esplosa in un locale commerciale), serve però a creare quel senso di appartenenza utile affinché le cose cambino. Inoltre, non possiamo non sottolineare la fragilità del territorio foggiano che vive sì di turismo in estate, ma che il resto dell’anno fatica a trovare una via di sviluppo. La presenza di questi eventi violenti indirizzati principalmente a settori della società produttiva poi non aiuta certo a incentivare la voglia di fare impresa.

La presenza di Libera, continua e silenziosa

In questo senso il lavoro continuo e silenzioso di Libera e dei Sindacati, ci dice Daniela, è prezioso perché cerca di far leva sulle scuole e la parte sana della società per presentare modelli di sviluppo distanti dalla violenza che si vede nelle strade. Sono dei presidi di legalità che, attraverso attività ahinoi gratuite e volontarie, rappresentano una reale alternativa. Una prima risposta è la presenza massiccia alla manifestazione del 10 gennaio: è importante proseguire su questo percorso, la strada è lunga, ma tracciata.


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foto di copertina, via.