I prodotti bio dagli agricoltori ai consumatori: il Caso Studio è Biorfarm

Ha creato una vera e propria azienda agricola digitale che permette a chiunque lo desidera di ricevere i prodotti biologici direttamente dagli agricoltori. Lui è Osvaldo De Falco, che ha fondato, insieme a Giuseppe Cannavale, Biorfarm.

Biorfarm è il caso studio di Start Me Up di ottobre. Osvaldo De Falco ha raccontato ai sostenitori di Start Me Up come ha creato l’azienda che dà una mano agli agricoltori e permette a chiunque di avere prodotti bio sulla propria tavola. Dona almeno 15€ (più IVA) adesso e vedi l’appuntamento di ottobre.

Sostieni Start Me Up e vedi il “Casi Studio” con Osvaldo De Falco

La distribuzione basata sugli agricoltori e il consumatore finale dai numeri interessanti

Biorfarm ha registrato in questi anni numeri davvero interessanti. Grazie a una una campagna di crowdfunding nel 2018 l’azienda ha raccolto 30.000€, cifra che gli ha permesso di avere all’incirca 20 mila utenti attivi all’interno della propria piattaforma con un numero di alberi adottati pari circa a 15 mila. Nel 2019 questo bacino di utenza si è visto recapitare direttamente a casa oltre 100 tonnellate di frutta biologica, scelta tra le 70 varietà di prodotto presenti sulla piattaforma. Tutto ciò ha portato Biorfarm a dichiarare un fatturato pari a 340.000€ nel 2019*.

Perché fare impresa: esperienza personale e Minium viable product.

Osvaldo, partendo dalla sua storia, ha sottolineato alcuni aspetti utili del fare impresa. Un esempio è il modo in cui si decide di creare un nuovo prodotto o servizio. È fondamentale partire dall’ambito che si conosce meglio, o perché si è studiato o, come nel caso di Osvaldo, perché lo si frequenta da tempo. Biorfarm nasce perché Osvaldo si era reso conto dell’enorme difficoltà che l’azienda ortofrutticola del padre riscontrava nel vendere al giusto prezzo la propria merce.

Questa intuizione ha spinto Osvaldo a creare un e-commerce gestito interamente da lui: questo, a tutti gli effetti un Minimun Viable Product, ha permesso a Osvaldo di capire che la sua idea era valida e ha continuare a lavorare a Biorfarm. L’esperienza gli ha suggerito che il modello e-commerce non funzionava e così è arrivato alla soluzione di permettere agli utenti di adottare gli alberi.

Vedi l’episodio completo con Osvaldo di Biorfarm

Cosa fa Biorfarm

Biorfarm è la prima comunità Agricola digitale nata per rivoluzionare la relazione tra le persone ed il cibo che arriva sulla nostra tavola.
Fondata su due pilastri, i piccoli produttori e consumatori finali, la startup che ha sede in Calabria vuole far riscoprire il contatto con la natura, valorizzando la qualità e le tradizioni di piccoli agricoltori biologici garantendo allo stesso tempo la creazione di un sistema più sostenibile, dal punto di vista ambientale e sociale.

Cosa è Casi Studio?

Grazie a Casi Studio puoi scoprire le strategie che hanno permesso alle startup di successo di crescere. Mese dopo mese, i founder di alcune tra le migliori startup del Sud Italia raccontano ai membri della community di Start Me Up le mosse e le strategie che hanno permesso ai loro progetti di portare valore a sempre più persone.

Dona almeno 15€ (+ IVA): avrai accesso all’archivio dei Casi Studio passati.

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*Fonte: themapreport.com

Foto di copertina: Scott Warman, via Unsplash

13. La casa che fa bene all’uomo e all’ambiente



Una casa che possa rispettare i suoi abitanti così da permettere all’ambiente e l’uomo di vivere meglio e il più a lungo possibile. Si potrebbe sintetizzare così il concetto che sta dietro Blue House, il progetto che arriva dal Nord della Sardegna e che vi presento in questo nuovo podcast di Start Me Up. Insieme a Marco Bittuleri, Annalisa Sanna e Gianmario Secchi esploreremo i concetti di base che stanno dietro a queste case che hanno alla base due pilastri (teorici). Da un lato si portano dietro tutti i benefici di una blue zone.

Blue House - casa rispettosa dell'ambiente

Cosa è una Blue zone? Le blue zone sono quelle aree demografiche e/o geografiche del mondo dove la speranza di vita è notevolmente più alta rispetto alla media mondiale. Ne esistono diverse in tutto il mondo e sono state identificate dagli studiosi Gianni Pes e Michel Poulain. Blue House arriva proprio dall’unica blue zone italiana, cioè la regione dell’Ogliastra, in Sardegna.
L’altro pilastro teorico su cui si regge Blue House è tutto lo studio che arriva dalla ricerca in ambito progettuale dalla scuola tedesca della Bauhaus, il cui capofila in questo ambito è Walter Gropius.

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Blue House nasce grazie anche all’interesse della facoltà di Architettura di Alghero, ma si evolve in un progetto più grande dopo l’adesione alla Social Innovation School di Rumundu (ricordate?). Qui il team si allarga e Marco accoglie Annalisa e Gianmario. E si allarga anche il progetto perché si inizia a tenere conto anche dello spazio intorno alla casa. Inoltre, i tre mettono le basi per un portale che metta insieme tutti i produttori e i costruttori che si rifanno alla filosofia di Blue House, così da diffondere sempre più questo tipo di materiali e saperi. In attesa della messa online del portale, il team è impegnato in un’opera di divulgazione che lo porterà tra i vari luoghi, anche dall’altra parte dell’oceano: il 19 febbraio infatti Blue House sarà in Canada alla ricerca di nuovi partner.

Chiunque volesse, può naturalmente contattarli. Come? Sul sito casaopera.com trovate sicuramente il modo, altrimenti, scrivete a noi e saremo ben lieti di fare da tramite.


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Ascolta la playlist con le canzoni scelte dagli ospiti di Start Me Up.

#03.radiosmu – Food Il cibo come motore di innovazione: tre startup che in modi diversi stanno cambiando il modo di mangiare



Il cibo è uno degli ambiti in cui l’innovazione è più vivace: anche per questo motivo non potevamo non dedicare uno dei podcast di agosto al food, raccogliendo alcune delle interviste più interessanti tra quelle registrate durante la stagione appena trascorsa.

Nonni e nipoti condividono i fornelli

forkinprogressCosì in questo terzo podcast trovate Luana Stramaglia di Fork in Progress, che abbiamo sentito una settimana dopo aver vinto il bando Valore Assoluto 3.0. Fork in Progress è un’impresa a finalità sociale che utilizza l’ attività di ristorazione come mezzo di sostenibilità e la cucina come strumento di educazione informale. Spiega bene Luana Stramaglia, che racconta la storia di questa avventura dall’inizio, cioè il bando Principi Attivi del 2012 . Nato in via sperimentale, Fork in Progress ha aperto un ristorante a Foggia, il Fourquette, dove si mette in atto la cosiddetta Cucina Narrativa. Ogni giorno una persona anziana e un ragazzo dell’istiuto alberghiero cucinano insieme in uno scambio di saperi e conoscenza. «È un progetto di inclusione sociale che passa dalla cucina» dice Luana nell’intervista, che insieme al team di Fork in Progress si appresta a portare questo modello prima a Bari e poi in tutta Italia con una vera e propria catena di ristoranti.

Spagrillo: pasta di insetti 100 % italiana

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Riccardo al momento della premiazione dei SITA 2016, via

Si passa poi a Riccardo Zamponi di Spagrillo, incontrato durante lo Snap Italy Talent Awards 2016. Riccardo con tutto il team produce la prima pasta proteica ricavata da farina di insetti. Al momento la pasta prodotta ha solo il 20% di farina che proviene da questi animali e, assicura Riccardo «ha un sapore caratteristico che cambia in base al tipo di insetto usato». Partendo dal presupposto che tutti gli animali utilizzati per produrre questa pasta sono buoni (e sani), Riccardo specifica che «i grilli ricordano i crostacei, mentre le larve della farina hanno un sapore simile alla nocciola». Gusto a parte Spagrillo è una pasta con caratteristiche nutrizionali precise: «È più proteica – continua Riccardo – con una concentrazione più bassa di carboidrati». La sfida più grande sarà – come è facile immaginare – vincere l’indifferenza verso questi tipi di cibo: al di là dei problemi di tipo normativo in cui il team sta incappando, tutto il gruppo è deciso a mantenere la produzione in Italia puntando al mercato estero: «La nostra tradizione e cultura culinaria ci dà certamente dei vantaggi nel mercato estero. In Italia – ammette Riccardo – è difficile riuscire a farsi spazio, ma sappiamo che arriverà il momento giusto, magari non ora, ma presto».

Biorfarm: tutti possono essere contadini digitali

biorfarmL’ultima intervista che potrete ascoltare in questo podcast è quella a Osvaldo De Falco, uno dei fondatori di Biorfarm. Biorfarm permette ai propri utenti di adottare un albero da frutto e avere così garantita la fornitura annuale di frutta fresca. Una combinazione ideale per tutti: per il consumatore che è certo di acquistare un prodotto sano e che può comunque sempre controllare; per il produttore agricolo che è certo di avere il necessario per la cura dei propri alberi e un giusto guadagno per il suo lavoro. Dietro Biorfarm c’è un team solido sparso in ogni parte del mondo ma che riesce a portare avanti un’impresa che accontenta diverse tipologie di consumatori. «Molti – dice Osvaldo nell’intervista – decidono di regalare un albero ai propri cari. Addirittura una coppia in occasione del loro matrimonio ha deciso di regalare gli alberi come bomboniere». La fantasia non manca, così come le speranze di riuscire presto a allargare il proprio mercato. Tutti possono adottare un albero da frutto, sceglierlo all’interno del frutteto e garantirsi così una fornitura di frutta fresca a domicilio, basta seguire la procedura indicata su biorfarm.com.

foto di copertina di Thomas Schweighofer

Agosto, podcast mio ti conosco! Ogni giovedì di agosto un podcast con le migliori interviste della stagione

Agosto, podcast mio ti conosco! Tra tutti i proverbi, canzoni e detti popolari che mi sono venuti in mente (e che potevo storpiare al caso mio) ho trovato questo. Si perché per tutto Agosto, Start Me Up continuerà a farvi compagnia riproponendovi le migliori interviste della stagione. Saranno podcast tematici dedicati a quattro argomenti specifici: Personaggi, Eventi, Food e Bio. Chi saranno le 12 persone intervistate (tre per ogni puntata) lo scoprirete settimana dopo settimana, ogni giovedì, come sempre. Non dovrete far altro che continuare a scaricare i podcast tramite iTunes o utilizzando i feed RSS, oppure se passate da questo sito potrete sentirli direttamente online (o ancora dall’account Spreaker).

È stata una stagione fantastica: da gennaio Start Me Up è entrata a far parte della famiglia di Smartwork che ha dato al programma nuova energia e tanti stimoli in più. Il programma era già forte della collaborazione con Keedra e Spreaker: entrambi rappresentano le due colonne di questo format radiofonico. Inoltre, la disponibilità di restoalsud.it, robertozarriello.com, Radio 100 passi e RadioStreet Messina che ogni settimana hanno amplificato il segnale di questa trasmissione si è rivelata centrale per la crescita del programma. Un’altra novità di questa ultima stagione è stato il Liveshow che ogni lunedì su Radio Street Messina e in collaborazione con Startup Messina, ha dato la possibilità a me, Giuseppe Arrigo e Marcello Perone di raccontare ciò che succede dal punto di vista dell’innovazione tra Sicilia e Calabria (qui potete sentire qualche podcast).

Il grazie più grande va però a chi ogni settimana ci ha ascoltato, siete sempre di più e di questo non posso che essere contento. Passate un buon mese d’agosto, in compagnia anche di Start Me Up: ci sentiremo presto con tante novità.

#allagrande

fabio

foto di copertina, via

Startup Biomed Forum: l’innovazione medica a Torino – #40.radiosmu Torna la due giorni ideata da Paul Müller e organizzata da PNICube. Inoltre: Soisy e DaliLab



Stacchiamo il biglietto dei quaranta podcast parlandovi dello Startup Biomed Forum, meeting organizzato da PNICube e ideato da Paul Müller, presidente di Niso Biomed. Il forum che si sta svolgendo a Torino proprio mentre stiamo pubblicando questo podcast nasce per aiutare le startup che operano in ambito medico a emergere in un mercato non sempre facile. Questa è la seconda edizione e l’intento rimane lo stesso dello scorso anno: «L’idea è quella di conoscerci – dice ai microfoni di Start Me Up Paul Müller – diffondere informazioni e conoscenze sul processo di formazione di un’azienda con un occhio particolare alla crescita». Una due giorni dedicata al networking senza dimenticare le eccellenze del settore che possano attraverso la condivisione di best practices dare i giusti stimoli ai partecipanti.
La sanità soprattutto nel campo della diagnostica e della terapia medica è un settore che si nutre di nuove tecnologie. «Da un lato sono utili per apportare una maggiore accuratezza nel campo delle diagnosi – spiega ancora Paul. E dall’altra parte non bisogna sottovalutare il risparmio che tecniche sempre più sofisticate possono apportare all’intero settore».
Paul Müller vive in prima persona tutto ciò, vista anche la sua esperienza con Niso Biomed, startup che opera nel campo della gastroenterologia. L’azienda ha creato Endofaster, «un dispositivo che collegato al gastroscopio analizza i succhi gastrici ed è capace di fornire una serie di informazioni sullo stato di salute del paziente evitando tanti esami istologici e fornendo una diagnosi immediata» spiega Paul.
Per conoscere meglio Niso Biomed basta andare sul sito nisobiomed.com, mentre per seguire i lavori dello Startup Biomed Forum, basterà seguire l’hashtag #BiomedForum sui social.

Richiedere un prestito è facile, anzi, è Soisy!

Pietro Cesati_2Arriva da un lavoro in banca ma non ha resistito alla voglia di cambiare la sua vita e quella di chi ha bisogno di chiedere un prestito. È più o meno questa la molla che ha spinto Pietro Cesati a creare Soisy, portale online specializzato in prestiti tra privati. In questo podcast ospitiamo lui insieme a Giorgia Pavia che si occupa del marketing e della comunicazione (anche lei con una esperienza in banca alle spalle). L’intervista parte da un punto fondamentale: il prestito tra privati è legale, «come prestare qualsiasi cosa – precisa Pietro. «Diventa illegale se lo fai per mestiere: i clienti che si affidano a Soisy fanno dei piccoli investimenti e quindi escono dalla sfera della professionalità». Per fugare ogni dubbio però Soisy ha ricevuto una autorizzazione da parte della Banca di Italia che ha rivisto tutto il modello di business e ha dato il suo benestare.
Il vantaggio offerto è, come si può anche evincere dal nome della startup, la semplicità: il cliente interessato a richiedere un prestito online riceverà infatti un preventivo in pochi minuti e gestirà tutta la pratica online. «Oltre ad essere semplice e 100 % online è anche conveniente – specifica Giorgia – perché non ci sono tutte le spese che affronta normalmente una banca. E poi – aggiunge – non obblighiamo i clienti a prendere altri prodotti (di solito insieme al mutuo una banca offre anche una serie di servizi a pagamento) e la provenienza dei soldi è nota (si parla di rapporti tra persone) informazione che spesso la banca non fornisce».
L’ambito di Soisy è quello dei piccoli prestiti, non sono pertanto richieste delle vere e proprie garanzie a chi decide di usufruire del servizio. In ogni caso agli investitori viene data la possibilità di mettere in comune una parte delle perdite – una sorta di garanzia sul rendimento – che a fronte di un ritorno di minore entità possono comunque contare su un salvadanaio che ammortizzi eventuali perdite.
Come scrivevo all’inizio, Pietro arriva a fondare Soisy dopo aver lavorato in banca: «Mi sono accorto che più passava il tempo, più i servizi offerti rispondevano più a logiche interne anziché ai reali bisogni dei clienti e dei dipendenti – racconta a Start Me Up. «Inoltre dopo aver scoperto che la banca per cui lavoravo aveva fatto degli investimenti illegali in Sudan, ho deciso che dovevo dedicarmi a qualcosa di diverso e così ho creato Soisy».
Naturalmente trovate Soisy online (il gruppo lavora sparso in varie sedi tra Milano, Roma, Trapani e Pescara) su www.soisy.it. Da lì trovate poi i link ai profili Facebook, Instagram e Linkedin.

Capelli come isolante. DaliLab vince We Start Challenge

westart_premiazioneHanno affrontato e vinto We Start Challenge, un percorso di nove mesi promosso da ItaliaCamp Campania e Rotaract Napoli Sud Ovest pensato per fornire a giovani under 30 il know-how e gli strumenti per la creazione e sviluppo di Progetti e Startup con una forte connotazione di impatto sociale. Loro sono i ragazzi di DaliLab e vogliono utilizzare gli scarti dei capelli per creare il primo feltro isolante 100 % bio. Lo spiega bene uno dei founder Mariano Iannotta specificando che l’intento del team era quello di trovare una alternativa ai materiali sintetici attualmente in uso il cui l’impatto ambientale è enorme. Allo stesso tempo «se ci pensiamo un attimo – dice ai microfoni di Start Me Up – i capelli nascono per regolare la temperatura corporea nei confronti dell’ambiente esterno».
I nove mesi trascorsi per We Start Challenge sono stati qualcosa di più di una semplice competizione, «abbiamo trovato un contesto stimolante – racconta Mariano – ricco di diversità con esperti disposti a motivarti a coltivare la tua idea di business e fornirti anche gli strumenti utili per trasformare la tua idea in impresa». Il percorso si è rivelato molto duro, con numerosi obiettivi da raggiungere. L’ultimo è stato una campagna di crowdfunding che ha permesso ai ragazzi di DaliLab di raccogliere attraverso la piattaforma ulule.com i fondi per sviluppare il prodotto e perfezionarlo anche il coinvolgimento di alcuni centri di ricerca campani. Per seguire le evoluzioni del progetto basta mettere un like alla pagina di DaliLab su Facebook o visitare il sito dalilab.it.