04.radiosmu – green Chiudiamo le repliche di agosto con tre startup che vogliono lasciare un mondo migliore di quello che hanno ricevuto



Tante startup nascono con l’idea di voler lasciare qualcosa di buono sia alle persone che al nostro pianeta. In questo ultimo podcast di agosto abbiamo raccolto tre storie di tre progetti green, che hanno cioè a che fare con la salute delle persone e del pianeta.

In Calabria il mulino a pietra si finanzia con il crowdfunding

grano

immagine via

La notizia ha fatto il giro di tutti i giornali e arriva da San Floro (CZ). Mulinum è il progetto portato avanti da Stefano Caccavari che attraverso il crowdfunding sta recuperando il più antico mulino a pietra naturale della Calabria per inserirlo in un ciclo produttivo di prodotti da forno. Il Sole 24 ore lo ha definito il primo mulino social e la raccolta è in dirittura d’arrivo «Siamo all’80% della somma prevista» dice Stefano a Start Me Up. Quello di San Floro non è un mulino qualunque: è uno dei pochi rimasti a pietra naturale. Al di là dell’evidente valore storico c’è anche un vantaggio dal punto di vista produttivo perché la macinatura ottenuta da questo tipo di pietra è unica e difficilmente replicabile. Inoltre anche il grano che si intende macinare presenta delle qualità nutritive particolari «Come il resto della Calabria anche a San Floro cresce un tipo di grano ricco di fibre e povero di glutine rispetto ai cosiddetti grani moderni» dice nell’intervista.

Stefano non è nuovo a simili iniziative: quando San Floro ha rischiato di diventare la più grande discarica d’Europa ha dato vita a orto di famiglia: «Siamo ripartiti dalla terra per dire che il nostro territorio è a vocazione agricola e non a vocazione di rifiuti industriali e pericolosi». E infatti oggi chi vive nei pressi di Catanzaro può comprare a chilometro zero frutta e verdura coltivati senza concimi chimici. C’è ancora modo per contribuire alla realizzazione del mulino. Per farlo si può contattare Stefano sul suo profilo facebook oppure andare su mulinosanfloro.it e scegliere di fare una donazione libera o acquistare in anticipo il kit farina bio.

Kanesìs e i mille usi della canapa industriale

radiosmu incontra kanesis

Un momento dell’intervista a Giovanni Milazzo

Giovanni Milazzo da circa un anno è a capo del progetto Kanesìs. Questa startup catanese sta lavorando per mettere in piedi la filiera produttiva della canapa industriale. L’ho incontrato durante il primo Open Day del FabLab Messina (ne ho parlato qui), dedicato al riciclo. Proprio per questo l’intervista parte dal filamento che Kanesìs ha creato per la stampa 3D e che ha origine dagli scarti della canapa: «un prodotto di per sé straordinario a cui si aggiungono ulteriori caratteristiche straordinarie», dice Giovanni. L’obiettivo di Kanesìs non è però la sola stampa 3D: «Siamo all’interno di un percorso – continua – che ci porterà a realizzare granuli speciali prodotti dalla canapa industriale siciliana». L’intervista è stata registrata l’1 ottobre e da allora sono stati tanti i passi avanti fatti da questi ragazzi, vi invito a seguire il progetto su kanesis.eu.


È partita la campagna di crowdfunding di Kanesìs su kickstarter. 

Fai la tua donazione adesso!

Pulire il mare con la lana

lana_mare_pulitoIn Sardegna c’è chi vuole pulire le acque con la lana. È Daniela Ducato che con la sua azienda – Edilana – è riuscita a creare insieme all’Università di Cagliari Geolana Salvamare. Geolana è un sistema naturale composto da lana e sugherone (gli scarti dell’albero del sughero) che è in grado di assorbire gli agenti inquinanti, soprattutto petrolchimici, presenti nei liquidi. Tecnicamente questo materiale rientra nei geotessili assorbitori e potrebbe rappresentare una svolta nella pulizia dei nostri mari, fiumi e laghi. Oltre ad assorbire gli agenti inquinanti con un rapporto 1 a 14 (ogni chilo di Geolana ne assorbe 14 di agenti inquinanti), dice Daniela che nel corso di un mese vengono eliminati almeno 2/3 di agenti inquinanti restituendo acqua pulita. Geolana viene fuori dalla collaborazione con l’Università di Cagliari e rientra nelle filiere Edilzero Architetture di Pace, prodotti diversi tra loro che hanno in comune alcune caratteristiche:

  • la produzione totalmente italiana,
  • la coincidenza tra il luogo di produzione il luogo di trasformazione (la cosiddetta produzione a chilometro/costo),
  • l’utilizzo di materie rinnovabili ed eccendenti (che non incidono cioè sulla produzione agricola, ma esistono in abbondanza in natura),
  • il totale scambio di competenze e conoscenze tra le varie aziende che compongono la filiera.

Per approfondire le tematiche citate durante l’intervista e acquistare i prodotti Edilana c’è il sito edilana.com.

foto di copertina di Steinar La Engeland

#20.radiosmu – Il metodo Montessori nelle scuole grazie alla Stampa 3D Un'iniziativa di Boboto e FabLab Lecce. Inoltre parliamo di Ganiza che incontra Tim Cook e Vectis che vola in Spagna grazie a NaStartup

Mettere insieme il metodo Montessori e la stampa 3D e portarlo nelle scuole di Italia. È più o meno questo l’intento del progetto Montessori 3D, iniziativa che l’incubatore Boboto sta portando avanti insieme al FabLab Lecce. “L’idea è venuta molto naturalmente – spiega Iliana Morelli di Boboto – perché la stampa 3D e il taglio laser permettono di realizzare oggetti a costi ridotti. Abbiamo quindi pensato di utilizzare queste tecniche per realizzare il cosiddetto materiale strutturato che solitamente è molto costoso e difficile in caso da riparare”. Così nasce Montessori 3D progetto nazionale che si appresta a entrare in una fase di testing: “Siamo alla ricerca di una scuola per ogni regione italiana che testi i nostri prodotti e ci dia dei pareri – continua Iliana – in modo da poter apportare migliorie nel caso in cui ce ne fosse bisogno”. Le scuole interessate possono candidarsi secondo un calendario ben preciso:

  • 15 febbraio – 22 febbraio 2016: apertura iscrizioni per scuole del Sud e Isole d’Italia (Sicilia, Sardegna, Calabria, Puglia, Basilicata, Campania, Molise);
  • 14 Marzo – 21 Marzo 2016: apertura iscrizioni per le scuole del Centro Italia (Toscana, Lazio, Abruzzo, Marche, Umbria);
  • 11 Aprile – 18 Aprile 2016: apertura iscrizioni per le scuole del Nord Italia (Emilia Romagna, Liguria, Veneto, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Valle D’Aosta).

Per presentare la propria candidatura basta inviare una mail da parte della scuola a: info@boboto.it. “Tutte le iscrizioni che arriveranno al di fuori di queste date – puntualizza Iliana – verranno scartate”. Per leggere il regolamento completo e tutte le specifiche del progetto potete visitare boboto.it.

Qualche settimana fa il numero uno di Apple Tim Cook ha incontrato a Palazzo Chigi cinque startup italiane. Tra queste c’era anche Ganiza di Francesco Marino, startup catanese che aiuta gli utenti a organizzare il tempo libero con i propri amici. “È stato un incontro davvero emozionante – dice Francesco – abbiamo avuto la possibilità di presentargli il nostro prodotto.” Se pensate a una semplice formalità, vi sbagliate di grosso: “Tim Cook si è dimostrato realmente interessato alle idee che aveva davanti – continua Francesco – e per ognuno di essa ha dato un suo parere”. Ganiza ottimizza al meglio il tempo che ognuno impiega per organizzare una semplice uscita con i propri amici. “Tramite un sistema di voti si possono evitare le interminabili discussioni su whatsapp e si riesce a organizzare in modo semplice un’uscita tra gli amici”. Inoltre, il sistema non è chiuso ai soli utenti di Ganiza, ma i voti possono arrivare anche da chi ha account su altri social.
L’impegno di Francesco non è solo di tipo imprenditoriale. Lui è infatti una delle colonne di Youthub Catania, associazione che promuove la cultura di impresa ai piedi dell’Etna. “Nonostante le difficoltà strutturali, cerco di portare avanti l’idea che fare impresa al Sud Italia è possibile, basta avere uno sguardo internazionale. I recenti investimenti di Apple o di Cisco, sono un ulteriore segnale che qualcosa sta cambiando”.
Ganiza è un’applicazione mobile disponibile per iOs, Android e Microsoft.

L’ultimo ospite di questa puntata è Luca Capobianco di Vectis, azienda che realizza sistemi software integrati con algoritmi e elettronica per smart factories. L’ambito è quello dell’Internet delle cose e dei big data, anche se, nel caso di Vectis, la mole dei dati non è così complessa. Luca ha potuto beneficiare dell’ormai noto servizio di networking internazionale offerto da Nastartup. Qualche settimana fa infatti è volato a Barcellona in Spagna e ha avuto la possibilità di visitare il TAG di Barcellona (come avevano fatto i ragazzi di Boosha tempo fa) e il Barcelona Activa, “organismo del Comune di Barcellona in cui vengono promosse tutte le attività di sviluppo del settore industriale” che al suo interno ospita Seed Rocket, azienda che si occupa di mettere insieme startup e business angels. “La rete di conoscenza nel nostro lavoro è fondamentale – dice Luca – soprattutto in una fase di kick-off per capire di cosa ha bisogno il proprio mercato e di gestire anche le conoscenze con altri attori che operano nello stesso ambito”.
Vectis sta per lanciare il restyling del proprio sito (che potete trovare in anteprima qui) vectislab.it.


#14.radiosmu – Con IngDan l’IoT italiano vola in Cina Fino a fine gennaio l'azienda seleziona progetti da mostrare alla maker faire di Shenzen

La quattordicesima puntata di Start Me Up inizia dalla Puglia e più precisamente da Bari, dove qualche settimana fa la scuola media Don Lorenzo Milani ha lanciato il progetto I have 3D dreams. Ne parlo con il promotore, il professore Nicola Sasanelli che, coinvolgendo alcune realtà locali, ha deciso di acquistare una stampante 3D per gli studenti della scuola. “Pensiamo che una materia come progettazione necessiti di uno strumento come la stampante 3D per permettere agli studenti di toccare con mano e in tempo quasi reale ciò che hanno disegnato”. L’aspetto più interessante di tutta la vicenda a mio avviso è il numero di enti coinvolti in I have 3D dreams. Da Cesare De Palma, presidente del distretto della meccanica pugliese, ai ragazzi di Apulia Makers, l’open lab costituito nel centro di Bari. Fondamentale poi l’apporto di Alessio Lorusso, produttore delle stampanti 3D Roboze che forse ricorderete perché è stato ospite di Start Me Up durante la scorsa stagione e che ha fornito materialmente la stampante. “La scuola attinge risorse dal territorio – dice il professore – e lo ripaga con le competenze degli studenti che poi possono essere messe al servizio delle imprese”. In questi giorni I have 3D Dreams sta muovendo i primi passi, per seguirne le evoluzioni basta tenere d’occhio il sito della scuola dove verranno esposti i prototipi realizzati dagli studenti. “La stampante 3D non verrà utilizzata solo per i progetti tecnici, – conclude il prof. Sasanelli – ma verrà messa al servizio delle altre discipline, stimolando la creatività degli studenti di tutta la scuola”.

Il secondo ospite di questa puntata è Marco Mistretta, amministratore delegato di IngDan in Italia. IngDan è una società che fa parte del gruppo Cogobuy – la più grande realtà di e-commerce di microchip della Cina – e che si pone come un ponte per portare l’innovazione Made in Italy nel mercato hardware IoT (Internet of Things) cinese, ad oggi, il più grande al mondo. Alla Maker Faire 2015, IngDan ha presentato Road to success, una call che mira a selezionare 40 progetti rigorosamente pensati in Italia che verranno esposti alla maker faire di Shenzen. Di queste ne verranno selezionate 4 a cui verrà offerto un percorso formativo che illustri le varie fasi della filiera produttiva. Per partecipare c’è tempo fino a fine gennaio e le modalità di partecipazione sono indicate su ingdan.com.

Chi si è già affidato alle competenze di Ingdam è Measurance, startup che ha sviluppato una piattaforma IoT che permette al proprietario di un esercizio commerciale di scoprire i comportamenti dei propri clienti. Lo racconta Elio Narciso, pugliese, che si divide tra gli Stati Uniti e l’Europa (quando abbiamo registrato l’intervista lui era a New York). Lo scopo di Measurance è quello di tracciare attraverso particolari sensori il comportamento dei consumatori nei vari punti dell’esercizio commerciale. “L’osservazione dei comportamenti degli utenti di un sito ha portato a una incredibile evoluzione – dice Elio – dell’e-commerce. Attraverso Measurance ci auguriamo di fare lo stesso con i negozi tradizionali.” Il progetto è al momento incubato da Cisco, e ha investitori in Silicon Valley (Acceleprise) e in Europa (IMPACT Accelerator) con sedi a New York, Dublino e Milano. “Quando siamo partiti abbiamo scoperto grazie a una ricerca che il 92% del PIL americano appartiene al mondo fisico. C’è quindi una grossa fetta di mercato che potrebbe essere interessata a Measurance”. La società ha un forte interesse nel comunicare le evoluzioni del progetto, per questo motivo vi invito a visitare measurance.com o ancor meglio seguire il loro account twitter.

 

foto di copertina, via