L’innovazione di Jazz’Inn passa tra i tavoli di lavoro



Secondo podcast speciale dedicato a Jazz’Inn 2019 di Pietrelcina. In poco più di trenta minuti ripercorriamo insieme il secondo giorno dell’evento, il primo in cui erano previsti i tavoli di lavoro. Ci aiuta a farlo il primo ospite di questo podcast, Anna Elisa Fersini della Fondazione Ampioraggio a cui abbiamo chiesto un bilancio di questa giornata. Anna Elisa nel corso dei lavori ha avuto modo di raccontare ai presenti come lavora la Fondazione Ampioraggio che – lo ricordiamo – al momento è impegnata nell’iter di riconoscimento giuridico. Anna Elisa racconta lo stato dell’arte di questo processo ma sopratutto il valore dell’azione di questa Fondazione il cui impegno non si esaurisce nell’organizzazione e nel coordinamento di Jazz’Inn.

Tavoli di lavoro: dai cittadini smart alle occasioni targate UE

Al via in questa seconda giornata i tavoli di lavoro: ci sarebbe piaciuto farveli sentire tutti, ma naturalmente non è stato possibile. Abbiamo così deciso di ospitare Flavia Marzano, Assessora a Roma Semplice che ha coordinato il tavolo Smart Citizen. Flavia racconta le sue aspettative e ciò che è riuscita a trarne dal lavoro di oggi: soluzioni che potrà utilizzare nel proprio lavori nei prossimi mesi. Con Flavia parliamo anche delle tecnologie Open nell’era in cui internet è sempre più in mano ai grossi monopoli. Potete immaginare la sua risposta, vero? Verificatelo ascoltando il podcast. Oltre al tavolo coordinato da Flavia abbiamo poi chiesto a Francesco Roca di ENEA, Enterprise Europe Network cosa è accaduto nel tavolo dedicato alle risorse messe in campo dalla UE per le startup e le PMI. Ne sono venute fuori grosse possibilità di finanziamento, soprattutto nel campo della ricerca. Francesco ne elenca alcune che possono essere approfondite sul sito … oppure chiedendo direttamente allo staff di ENEA.

Per le startup occasioni di finanzimento e networking

Tra i tavoli di lavoro si aggirano anche molte startup: alcune sono lì per cercare finanziamenti, altre semplicemente per fare network o stabilire nuove collaborazioni. È accaduto a Lagueglia dove Lorella e Carmen Troncone di Luogo Sicuro hanno stretto una partnership con Esa. Luogo Sicuro è una applicazione che porta il piano di protezione civile sugli smartphone dei cittadini. Un vero e proprio vantaggio perché attualmente tutto viene gestito attraverso mappe cartacee che gli enti sono obbligati a fornire a ogni cittadino. Luogo sicuro permette inoltre di informare tempestivamente sia i cittadini che i soccorritori nelle emergenze. Grazie poi alla collaborazione con Esa Luogo Sicuro riesce a installare delle piastrine in cui è possibile conservare lo stato di salute dell’edificio. Informazioni che sono presenti in loco e sulla mappa così da permettere ai soccorritori di intervenire dove ce n’è più bisogno. Ce ne parla Sasha Carraro.

Infine chiude questo secondo podcast speciale Jazz’Inn 2019 Pietrelcina Maurizio Gullotti che ci presenta Godrink, una app di social drinking. Grazie a questa applicazione è possibile condividere un bicchiere di vino con persone che non conosciamo e che amano bere in compagnia. Maurizio è venuto a Pietrelcina per conoscere nuovi imprenditori e promuovere la sua app che è online da un anno e mezzo con un buon riscontro da parte dell’utenza. Ci racconta in questo podcast i piccoli aggiustamenti che ha apportato grazie ai pareri degli utenti.

Cosa è Ampioraggio

Ampioraggio nasce con l’obiettivo di mettere in relazione innovatori, acceleratori di innovazione e mercato domestico e internazionale.

La Fondazione Ampioraggio è un ecosistema dell’innovazione, che crea visibilità e spazi di mercato, mettendo insieme imprese e startup innovative, grandi imprese, esperti dei mercati internazionali, stakeholders di settore, ricercatori e global techbuyers.

Per conoscere la storia di Jazzinn e Ampioraggio ascolta i podcast Jazz e innovazione per una storia che vale la pena raccontare e Una fondazione con al centro l’innovazione per rispondere alle esigenze dell’Italia.

Questo speciale è stato realizzato in collaborazione con Fondazione Ampioraggio.


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03. Open innovation come nuovo modo di fare impresa.



Una delle due colonne su cui si regge la struttura di Peekaboo è l’open innovation. E non potrebbe essere altrimenti, visto il modo in cui questa associazione è nata due anni fa circa a Roma. La racconta Paolo Napolitano, uno dei co-fondoatori in questo terzo podcast di Start Me Up. Una open innovation che da sola farebbe poco senza il supporto di una community, di persone cioè che sanno che si cresce solo insieme. Anche questo racconta Paolo, portando esempi concreti di come, grazie alla collaborazione, questa community si sta costituendo forte e attiva giorno dopo giorno.

Open innovation community

L’altra colonna su cui si regge Peekaboo è la metodologia lean: Paolo fa per noi un piccolo riassunto della teoria formulata da Eric Ries e poi ci spiega come loro l’hanno implementata nella loro struttura, offrendola a chi vuole imparare un metodo e alle aziende che vogliono trovare nuove strade alle loro idee di impresa.

citazione Paolo PeekabooProprio così, perché l’apertura promossa da Peekaboo include anche le aziende: e alcune hanno già risposto. Una di queste è Unilever che darà la possibilità a chiunque lo vorrà di investire due mesi in formazione, affrontare un Pitch Day e infine darà la possibilità di creare e lanciare la propria startup. Il percorso parte il 20 novembre e tutte le informazioni sono sul sito peekaboo.vision/unilever.

Una metodologia interessante quella attuata da Peekaboo, che dovrebbe essere replicata a più livelli e in più zone d’Italia e che rappresenta, senza dubbio, una delle strade da seguire per chi è alla ricerca di nuovi modi di fare impresa.


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67. La rigenerazione urbana che parte dalla periferia



Non poteva che chiamarsi Periferica il progetto di “rigenerazione urbana open source” che nasce a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani. Si perché si trova alla “periferia d’Europa” e si dedica principalmente alla periferia della cittadina siciliana (la ripetizione è voluta). Periferica era un festival e si struttura in qualcosa di più ampio grazie al bando Boom – Polmoni Urbani, promosso da Farm Cultural Park e il M5S Sicilia. Lo racconta Carlo Roccafiorita in questo podcast che ci parla delle iniziative messe in campo per dare nuova vita all’ex Cava di Tufo e che dall’1 maggio 2018 diventerà la Cava degli Umori. Nell’intervista si parla delle persone che sono coinvolte all’interno del progetto, l’importanza del network a cui Periferica si appoggia e che arriva da tutta Italia e del rapporto – non sempre facile – con la gente del posto. Periferica è stata infatti vittima anche di intimidazioni e – a mio avviso – il gruppo ha risposto nel migliore dei modi: continuando a lavorare. In più con Carlo immaginiamo quale azione sarebbe necessaria per rigenerare la Sicilia e tutto il Sud Italia. Partendo da dove siamo, anche se è una zona periferica.

Perché ascoltare questo podcast?

  • Capire come modificare il proprio progetto in base alle opportunità e agli scopi prefissati;

  • Conoscere chi, nonostante le difficoltà, continua a andare avanti perseguendo i propri scopri.

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La citazione di Carlo

La citazione di Carlo di Periferica

Foto di copertina, via.

31. La scuola Open che prepara la strada a Matera 2019



La Open Design School da settembre scorso ha aperto i battenti a Matera. Uno dei tre progetti che stanno preparando la strada che porterà la città lucana a essere la Capitale Europea della Cultura nel 2019. Con Rita Orlando, la responsabile del progetto facciamo il punto della situazione: quante sono le iniziative messe in campo fino ad oggi? Cosa aspettarsi dai prossimi mesi? Tutte le risposte in questo podcast. L’unica cosa che ci sentiamo di anticiparvi è la natura Open di tutto il percorso. Una caratteristica che rimarrà per il 2019 visto che il motto della manifestazione è Open Future.

foto di copertina, un momento del workshop, via

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La progettazione aperta de La Scuola Open Source Dopo un anno torniamo a Bari per farci raccontare come è nata la SOS



Ho già parlato della Scuola Open Source, uno dei progetti che ha vinto il bando Che Fare del 2016, all’indomani della premiazione quando cioè tutto doveva ancora iniziare. Lo scorso 22 novembre la Scuola ha finalmente aperto i battenti, dopo un periodo di progettazione che ha visto coinvolte molte persone. Quale migliore occasione per capire come hanno lavorato i ragazzi di Bari? Ne parlo con Alessandro Tartaglia nell’ultima parte di questo ottavo podcast.

Progettazione partecipata: il workshop di luglio

Dall’ultima volta che ho sentito Alessandro (un anno fa circa) i ragazzi hanno messo in piedi l’impresa e reperito i fondi del premio. A quel punto è iniziato un lungo lavoro di progettazione che è culminato con un workshop di dodici giorni che ha richiamato a Bari persone da tutta Italia che insieme hanno co-progettato la scuola open source.

I lavori del workshop hanno visto tre gruppi distinti (uno dedito al design, un altro all’ingegneria gestionale e dei processi, uno dedicato all’hardware e al software) che hanno interagito e prodotto una mole di dati che in seguito è stata elaborata a partire da settembre e ha permesso di progettare i rapporti che la scuola avrà con persone e enti che vorranno collaborare e proporre dei progetti.

Qual è l’offerta formativa de La Scuola Open Source?

L’offerta formativa sarà garantita proprio da questo dialogo costante tra i componenti interni, i soci e gli enti terzi che potranno proporre i corsi più disparati. Adesso partiranno le prime lezioni (che saranno a pagamento), mentre gli spazi della scuola saranno disponibili per eventi che resteranno gratuiti.

La Scuola Open Source ha sede a Bari, in Strada Lamberti 16. Il sito dove trovare tutte le informazioni è lascuolaopensource.xyz.

La citazione di Alessandro

Alessandro Tartaglia Scuola Open Source

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Nel decimo podcast di Start Me Up si parla di Cultura Crea. Scopri di più

foto di copertina, via 

#06. radiosmu del 15 ottobre – Sharing Economy e Open Source #iostoconguidemeright, Maker Faire Rome e @antirez

Una startup sarda ripropone il famigerato problema dell’inquadramento delle logiche della sharing economy all’interno della legge. Questa volta il settore ad essere attaccato è quello del turismo e la startup in questione è la sarda Guide Me Right. Una settimana fa circa l’applicazione è stata accusata dalla ConfGuide Toscana di non rispettare la legge in quanto permetteva a chiunque di fare da guida turistica dietro un compenso senza i relativi permessi. Il founder di Guide Me Right Luca Sini ha risposto alle accuse attraverso un articolo, dando vita a #iostoconguidemeright, campagna social a sostegno della piattaforma. “È stata una cosa totalmente inaspettata e naturalmente ci ha fatto molto piacere – dice ai microfoni di Start Me Up – sopratutto perché siamo stati difesi anche da persone che non sono registrate sulla piattaforma ma ne hanno intuito il potenziale”. Luca respinge le accuse ponendo la questione proponendo un cambio di prospettiva: l’utente di Guide Me Right non è alla ricerca di una guida, bensì di qualcuno del posto che lo cali nella realtà locale. Non a caso i ciceroni di Guide Me Right si chiamano Local Friend. “Credo che la differenza stia nel tipo di esperienza che l’utente ha intenzione di fare” continua Luca: c’è chi paga per avere un servizio che deve essere impeccabile e chi invece ha voglia di frequentare qualcuno del posto e fare un giro fuori dai canoni standard del turismo. Ma questo non significa che l’uno sia incompatibile con l’altro. Aldilà della campagna social che sfocerà in una serie di eventi organizzati in Toscana per questo fine settimana, Guide Me Right è in piena campagna crowdfunding: l’intento è quello di sviluppare ulteriormente la piattaforma e includere nuovi servizi. In cambio di qualche premio potete fare la vostra offerta su eppela.com.

In maniera un po’ insolita si parla poi della Maker Faire di Roma che apre i battenti oggi per chiudere il 18 ottobre. Avrei potuto chiamare chiunque ma l’occasione era troppo ghiotta per avere come ospite Paolo Mirabelli di DroniLab, un vero e proprio innovatore del Sud Italia (nonché Digital Champion) che elenca ai microfoni di Start Me Up i motivi per cui non dovreste perdervi questa terza edizione della Maker Faire. Non preoccupatevi perché in caso non poteste andarci c’è Periscope. Sia Paolo che il suo socio Digital Champion Massimiliano Aiello trasmetteranno l’evento. Gli account per seguire le dirette sono @paolomirabelli1 e @akamasensei.

L’ultimo ospite di questa sesta puntata arriva da PAC’15, evento di cui abbiamo parlato abbondantemente nelle scorse settimane e che ha visto tra i protagonisti anche Salvatore Sanfilippo, meglio conosciuto come antirez. Salvatore ha creato in licenza open source Redis un tool che simula la memoria a breve termine del nostro cervello per i portali web. Pensate che questo sistema è utilizzato anche da Twitter! Salvatore dice delle cose molto interessanti mischiando etica hacker con il mondo startup, facendo notare che la prima ha molto da insegnare al secondo. L’altra parte dell’intervista si concentra invece sul futuro dell’open source e delle minacce che arrivano da grossi colossi e in parte anche dal cloud. Un’intervista da ascoltare tutta d’un fiato.