Il mare? Una fonte inesauribile per ResourSEAs Il progetto palermitano ha vinto il il Premio BPER Banca INDUSTRIAL al PNI 2016



Che il mare sia una fonte di energia è abbastanza noto, ma i ragazzi di ResourSEAs si sono certamente spinti un po’ più in la. Come precisa Alessandro Tamburini, ospite di questo podcast dedicato alla XIV edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione, ResourSeas valorizza il mare sfruttando tutto ciò che è possibile estrarre, naturalmente nel pieno rispetto della natura. Un vero e proprio ciclo integrato che permette di ottenere:

  • acqua dolce attraverso la dissalazione dell’acqua di mare;
  • sale (con un incremento della produzione del 30%) sfruttando gli scarti della dissalazione;
  • idrossido di magnesio sfruttando gli scarti ottenuti dal precedente processo;
  • energia elettrica sufficiente per tenere in piedi tutto il ciclo, ottenuta anche in questo caso dagli scarti dell’ultimo processo in elenco.

Il magnesio è il core business di ResourSEAs

Di tutto il processo è il magnesio il core business di ResourSEAs dice Alessandro perché è un minerale ad altissimo valore aggiunto e al momento la Comunità Europea lo esporta dalla Russia e dalla Cina. Secondo i calcoli di Alessandro se ogni salina del Mediterraneo avesse un impianto ResourSEAs, l’Europa potrebbe soddisfare il proprio fabbisogno interno di magnesio. Inoltre il minerale estratto dal sale marino è molto più puro di quello che proviene dai paesi extraeuropei che invece lo estraggono in miniera e non avrebbe perciò bisogno di essere raffinato.

I prossimi passi di ResourSEAs

ResourSEAs si è aggiudicato il Premio BPER Banca INDUSTRIAL durante la XIV edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione e adesso il team è al lavoro per realizzare il primo impianto sperimentale nei pressi delle Saline di Trapani. In base a come andranno le varie fasi di sperimentazione, si aumenterà gradualmente la quantità di prodotto estratto, arrivando fino a 4mila tonnellate. Al momento non esiste un sito, ma presto sarà on-line con tutte le novità www.resourseas.eu.


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Il Premio Nazionale per l’Innovazione 2016

La XIV edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione (PNI), la più grande e capillare business plan competition italiana, è organizzata come sempre da PNICube ed è stata ospitata quest’anno dall’Università di Modena e Reggio Emilia, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.

Il PNI – a cui concorrono i migliori progetti d’impresa innovativa vincitori delle 16 StartCup regionali che coinvolgono oltre 40 tra università, incubatori e istituzioni – ha visto quest’anno la partecipazione di 3.440 neoimprenditori, per un totale di 1.171 idee e 511 business plan presentati. I vincitori sono stati selezionati tra le 65 startup finaliste da una qualificata Giuria composta da 48 esponenti d’eccellenza del mondo dell’impresa, della ricerca universitaria e del venture capital, sulla base di criteri come originalità dell’idea imprenditoriale, realizzabilità tecnica, interesse per gli investitori, adeguatezza delle competenze del team, attrattività per il mercato.

Ne avevamo parlato qui, ma se vuoi puoi leggere il comunicato stampa ufficiale per conoscere anche i vincitori delle menzioni speciali.

La citazione di Alessandro

Alessando Tamburini di Resourseas

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#29.radiosmu – Pulire il mare con la lana È un'idea di una azienda sarda. Inoltre parliamo dei progetti che hanno vinto "Dall'idea al Progetto" e della call 2016 di TIM Wcap

In Sardegna c’è chi vuole pulire le acque con la lana. È Daniela Ducato che con la sua azienda – Edilana – è riuscita a creare insieme all’Università di Cagliari Geolana Salvamare. Geolana è un sistema naturale composto da lana e sugherone (gli scarti dell’albero del sughero) che è in grado di assorbire gli agenti inquinanti, soprattutto petrolchimici, presenti nei liquidi. Tecnicamente questo materiale rientra nei geotessili assorbitori e potrebbe rappresentare una svolta nella pulizia dei nostri mari, fiumi e laghi. Oltre ad assorbire gli agenti inquinanti con un rapporto 1 a 14 (ogni chilo di Geolana ne assorbe 14 di agenti inquinanti), dice Daniela che nel corso di un mese vengono eliminati almeno 2/3 di agenti inquinanti restituendo acqua pulita. Geolana viene fuori dalla collaborazione con l’Università di Cagliari e rientra nelle filiere Edilzero Architetture di Pace, prodotti diversi tra loro che hanno in comune alcune caratteristiche come la produzione totalmente italiana, la coincidenza tra il luogo di produzione il luogo di trasformazione (la cosiddetta produzione a chilometro/costo) l’utilizzo di materie rinnovabili ed eccendenti (che non incidono cioè sulla produzione agricola, ma esistono in abbondanza in natura) e il totale scambio di competenze e conoscenze tra le varie aziende che compongono la filiera. Il sito ufficiale di Geolana sarà online tra qualche giorno, in ogni caso, per restare aggiornati, per approfondire le tematiche citate durante l’intervista e acquistare i prodotti Edilana c’è il sito edilana.com.

Dagli orti in acqua ponica alle bici in bamboo: i progetti che hanno vinto il bando Vulcanìc

VulcanicLo abbiamo promosso anche attraverso le pagine e il podcast di Start Me Up e a inizio aprile c’è stata la cerimonia di premiazione dei progetti. Stiamo parlando di Da idea a progetto, bando promosso dall’acceleratore catanese Vulcanìc. La call era composta da tre bandi su tematiche specifiche. Ne parliamo con Simone Piceno di Impact Hub e da lui ci facciamo spiegare come è andata la giornata di premiazione ma soprattutto quali sono i progetti vincitori. Per il bando Horto in Hotel a vincere sono stati addirittura due i team: BioFactory e Hortel. Il primo propone la coltivazione in acqua ponica, un sistema quindi totalmente autosostenibile e a basso impatto ambientale, mentre Hortel è specilizzato nella creazione di orti sinergici. I due progetti saranno incubati e andranno così a migliorare la qualità del cibo servito presso il ristorante dello Sheraton di Catania, partner di questa call. CarPlusCamp si aggiudica invece il primo posto per la call CoopUp: il progetto è un marketplace per gli amanti del campeggio, all’interno del quale sia privati che aziende possono mettere i propri attrezzi a disposizione degli altri in modo così da poter recuperare sul posto tutto il materiale necessario senza doverlo trasportare da casa. Infine la call dedicata all’innovazione sociale digitale è andato allo studio di design LA.BOO, specializzato in prodotti in bamboo. Questo materiale ha dato infatti prova di essere estremamente versatile e resistente e i ragazzi hanno in mente di utilizzarlo per la realizzazione di una serie di oggetti di design. Al momento hanno già creato una bicicletta.
Prima di salutarci Simone esprime tutta la soddisfazione per come è andata questa prima edizione di Da idea a progetto: «Abbiamo ricevuto quasi 37 idee e le scelte sono state davvero complicate perché i progetti erano validi e i team molto preparati. Considerando che in palio non c’era un grant ma solo mentorship siamo davvero molto contenti di come siano andate fin qui le cose». Per i team adesso iniziano i lavori che potranno essere seguiti dal sito Vulcanìc e dai profili facebook e twitter dell’incubatore catanese.

Presentata la call 2016 di TIM Wcap: tutte le novità del bando

TIMWcapÈ stata presentata meno di una settimana fa la call 2016 di TIM Wcap, un bando che si presenta rinnovato sotto vari punti di vista e che dal 2009 rappresenta una certezza nel panorama dell’innovazione italiana. Per l’occasione abbiamo il piacere di ritrovare a Start Me Up Dario Maccarrone, colui che che gestisce l’acceleratore TIM Wcap di Catania. La prima novità del bando 2016 è il valore dei grant che passa a 40.000 euro. Inoltre quest’anno si parla di call for startup e non for ideas: «Questo significa che rispetto agli altri anni TIM andrà a premiare i progetti che hanno già una certa solidità dal punto di vista progettuale, ma – tranquillizza Dario – non per forza i gruppi proponenti devono essere già costituiti come società». Inoltre, in linea con quanto fatto durante gli scorsi anni, si cercherà sempre più di inserire le startup incubate all’interno di TIM. «Abbiamo cercato di aumentare il numero di possibilità per i progetti incubati di entrare in contatto con l’azienda TIM – spiega Dario. Abbiamo creato un percorso aggiuntivo per quelle startup che si distingueranno all’interno del periodo di accelerazione per fornire loro un ulteriore finanziamento di 10.000 euro (da aggiungere ai 40) e un periodo di incubazione a Roma a stretto contatto con le business unit di TIM». Altra novità è la piattaforma TIM Open attualmente in versione beta, che servirà a veicolare ulteriori servizi e favorirà lo scambio di competenze e conoscenze tra i progetti vincitori. A fare la differenza nella scelta dei progetti da parte di Tim secondo Dario saranno i servizi che possono tornare utili a TIM – se ci fate caso il bando parla di startup digitali. Quindi chi ha un’idea che possa migliorare la comunicazione digitale non può certo perdere questa occasione. Il termine ultimo per presentare la propria candidatura è il 30 maggio, tutte le informazioni sulle modalità di partecipazione sono su wcap.tim.it.


Start Me Up #1: Speciale Me&Sea Start Me Up raddoppia e ogni settimana dedica una puntata a Me & Sea

Tra il 29 e il 31 maggio Messina vivrà Me & Sea, un progetto realizzato da Elena Bonaccorsi attraverso l’associazione di cui fa parte, Feel Land. Durante gli ultimi giorni di Maggio a Messina è prevista una serie di eventi che intendono valorizzare il mare e il rapporto che gli abitanti hanno con esso. Me&Sea si ispira alla Giornata Europea del Mare che dal 2008 la UE celebra ogni anno in una città del Vecchio Continente. In realtà si è andati oltre la semplice ispirazione perché l’evento messinese è gemellato con le celebrazioni ufficiali che quest’anno si svolgono a Pireo, in Grecia.

Start Me Up è media partner dell’evento e intende guidare tutti gli ascoltatori su quello che succederà nella città dello Stretto tra il 29 e il 31 maggio con un podcast settimanale che verrà pubblicato il martedì. Settimana dopo settimana incontreremo i protagonisti di Me&Sea che ci racconteranno come vivono il loro rapporto con il mare e il loro ruolo all’interno della manifestazione.

Questa prima puntata segna l’inizio di questo viaggio e non potevamo che partire da colei che ha pensato tutto ciò: Elena Bonaccorsi. È lei la prima ospite di questa serie speciale di podcast e a lei l’onere di raccontare gli eventi e gli appuntamenti di Me&Sea. Successivamente spazio ai due partner istituzionali dell’evento. Da una parte c’è infatti la Lega Navale di Messina, nella cui sede si svolgeranno buona parte delle attività dei tre giorni di Me&Sea. Ne parliamo con il presidente Carmelo Recupero, che spiega anche cosa fa la Lega Navale durante tutto l’anno.

La parola passa poi all’altro partner di Me&Sea, Slow Food Valdemone. L’ospite è Rosario Gugliotta, presidente di Slow Food Sicilia e l’intervista è ovviamente incentrata sulla pesca e il cibo. Anche il presidente Gugliotta racconta ai nostri microfoni le attività dell’associazione, dando risalto ai due appuntamenti pensati appositamente per Me&Sea: i laboratori del gusto e le degustazioni.