Volete fare scelte migliori? Provate uno di questi principi

A metà novembre Mark Manson, autore per il NYTimes e del libro La sottile arte di fare quello che c***o ti pare, ha scritto sul suo blog Cinque principi da seguire per fare scelte migliori. Io provo a farne una sintesi, l’articolo in inglese lo trovate qui.

Considerare il valore di ogni idea

Ogni decisione importante ha un suo valore finanziario, un valore emotivo, sociale e così via. Per prendere la giusta decisione è necessario considerare ognuno di questi “valori” e soppesarli. Ma attenzione! I valori potrebbero cambiare con il tempo: quindi è importante considerare sia il corto che il lungo periodo.

Per natura cerchiamo ricompense che arrivano nel breve periodo inseguendo il valore emotivo di una scelta. Purtroppo siamo spesso incapaci di vedere chiaramente i benefici a lungo termine di una scelta perché diamo un peso maggiore alle nostre paure e ansie, che sentiamo più vicine e presenti. Così come siamo poco predisposti a abbandonare qualcosa su cui abbiamo lavorato per tanto tempo o – ancora peggio – pensare che magari abbiamo sbagliato qualcosa (e stiamo ancora sbagliando).

Una regola che spesso funziona è quella di accettare i piccoli fallimenti che accadono nel breve termine ma che ci consentono di raggiungere il nostro obiettivo finale, certamente più importante. È questo che la maggior parte delle persone non riesce a fare ed è proprio qui che risiede il maggior numero di possibilità per avere successo.

 

Perdete di proposito (almeno a volte)

Alzi la mano chi non ha mai sentito la storia di un imprenditore che ha fallito decine di volte prima di avere un successo incredibile. Ogni volta che leggiamo questo tipo di storie, l’insegnamento che ne traiamo è che bisogna perseverare, perseverare, perseverare… e che queste persone sono state davvero fortunate perché alla fine ce l’hanno fatta.

Ciò che non consideriamo – dice Mark – è che tutti quei tentativi sono state delle scommesse in cui o si perdeva poco o si vinceva tantissimo. Se qualcuno vi desse un paio di dadi e vi dicesse che è disposto a darvi 10.000€ nel caso in cui uscissero due numeri uguali e che ogni tiro costasse 100€, voi non provereste fino a quando non esce la coppia?

Spesso pensiamo che nella vita abbiamo a disposizione un solo tiro di dadi: in realtà, ne abbiamo a disposizione molti di più, se non un numero infinito, molti di più di quelli che possiamo immaginare. Basta quindi adottare questo approccio alla vita di tutti i giorni. Alcuni esempi:

  • A lavoro proporre idee con la consapevolezza che il 90% di esse non avrà futuro, ma che, se accettate, vi permetteranno di dare una accelerata pazzesca alla vostra carriera;
  • Dare ai vostri figli compiti complessi sapendo che loro non li vorranno nemmeno vedere. Ma se lo faranno, voi avrete offerto loro un enorme vantaggio sugli altri bambini;
  • Non essere troppo esigenti nella scelta della persona con cui uscire, rimanendo però estremamente fermi su chi siete e su cosa volete con la consapevolezza che la maggior parte delle persone non sono affatto compatibili con voi;
  • Comprare libri difficili e non aspettarsi che tutti vi saranno utili o addirittura che sarete capaci di capirli: concedetevi però la possibilità che almeno uno di questi volumi vi possa cambiare la vita;
  • Dite di si a ogni invito che vi fanno anche se pensate che quell’evento sia solo una seria minaccia al vostro sonno: non potete mai sapere quando e dove incontrerete la persona che può cambiare la vostra vita.

Questo breve elenco di situazioni ci permette di capire il valore di una azione nel breve e nel lungo periodo: rileggendole con calma intravedrete come tutti gli scenari descritti riservano una possibile “vittoria” alla fine.

Trattate le vostre emozioni come trattereste il vostro cane

Si dice che il cane assomigli sempre al padrone. Mark sostiene che il livello di disciplina di un cane rifletta la maturità emotiva e l’autodisciplina del padrone perché la connessione che noi stabiliamo con il nostro amico quadrupede è puramente basata sulle emozioni. E quindi dovremmo cercare di trattare le nostre emozioni come se fossero il nostro animale da compagnia. Se ci fate caso sono molto simili tra loro: sia un cane che le nostre emozioni sono spinte solo dal desiderio di mangiare, dormire, scopare e giocare, senza alcuna consapevolezza delle conseguenze o dei rischi delle proprie azioni. Anche per questo è importante addestrarle.

Le nostre emozioni sono importanti ma non possiamo permettere loro di prendere il sopravvento. Ci servono per avere la passione e la spinta necessaria per fare le cose ma non possiamo ridurre tutto a quello, sarebbe limitante. Il lavoro ci aiuta ed è l’addestratore di cani per le nostre emozioni. L’addestratore sa dove far leva per fare in modo non che il cane perda la sua vitalità, ma che sia capace di usarla dove è più necessario, al momento opportuno e soprattutto, per uno scopo ben preciso.

Non condanniamo le nostre emozioni, addestriamole piuttosto.

Organizzare la propria vita in modo da avere meno rimpianti possibili

Quando si prende una decisione è importante valutare il ruolo dei rimpianti. Proviamo a considerare le scelte che abbiamo davanti in base a rimpianti che pensiamo di avere se scegliamo una o l’altra strada. Secondo Mark questo è il vero modo per capire ciò che vorremmo realmente fare. Spesso abbiamo paura di fallire ma se ci chiedessimo: “Potrei poi rimpiangere di non aver fatto una determinata cosa?” e ci rispondessimo “Si”, allora possiamo correre il rischio. Se iniziamo a considerare i rimpianti che possiamo avere allora inizieremmo a accettare molte più sfide.

Non dovremmo più basare le nostre decisioni su successo/fallimento o felicità/tristezza, ma in base ai rimpianti che potremmo avere se non facessimo quella cosa. Sono questi il miglior metro con cui misurare la validità delle nostre azioni nel lungo periodo.

Scrivere

foto di rawpixel, via Unsplash

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Un modo per orientarsi nella confusione dei propri pensieri è scrivere quello che ci passa per la testa. Ci sono un sacco di tool e strumenti che possono aiutarci, ma – assicura Mark – scrivere ci impone di organizzare e concretizzare (almeno su un foglio) tutto quello che ci passa per la testa in successione: i pensieri fumosi avranno una struttura. Inoltre la scrittura ha il potere rivelare la logica dei propri pensieri (o la sua totale assenza) e ha la potenza di mostrare anche gli aspetti più nascosti delle proprie considerazioni.

E se non ci va di scrivere proprio tutto, possiamo però almeno scrivere i costi e i benefici di una determinata azione, aggiungendo anche i termini temporali di un particolare beneficio e/o costo. E possiamo anche scrivere le motivazioni che ci spingono a compiere un’azione. Ad esempio, perché iniziamo un nuovo progetto? Qual è la molla che ci spinge a farlo? Scriverlo ci permette di guardare in faccia il vero motore che sta dietro alla nostra azione e capire così se ne vale veramente la pena.

Immagine di copertina di  rawpixel, via Unsplash

Stelio Verzera: «Venite a scoprire LEGO® SERIOUS PLAY®» Primo podcast della nuova stagione di Start Me Up dedicato alla LSPFest di Milano



La prima puntata della nuova stagione di Start Me Up si apre con un amico del programma: Stelio Verzera di Cocoon Projects. Stelio è nel pieno dell’organizzazione della prima LSPFest, evento dedicato a LEGO® SERIOUS PLAY®. La metodologia (di cui vi abbiamo parlato in uno speciale di Start Me Up su Blank Disrupt) attraverso i mattoncini LEGO® facilita il pensiero e la comunicazione, permettendo a persone e team di risolvere i problemi più complessi. «Abbiamo deciso di organizzare questo evento – dice Stelio ai microfoni di Start Me Up – perché LEGO® SERIOUS PLAY® è forse la metodologia più potente che abbiamo utilizzato da quando facciamo questo lavoro». Cocoon Projects è stata una delle prime aziende a portarla in Italia e negli ultimi tempi c’è stato un vero e proprio proliferare di consulenti che «portavano due mattoncini» dicendo di seguire LEGO® SERIOUS PLAY®, giusto perché era diventato di moda e di fatto svilendo il metodo. L’obiettivo della fest è quindi anche quello di fare chiarezza e garantire uno standard per i consulenti e anche per le aziende che intendono utilizzare questa metodologia.

Un programma ricco di eventi

LSPFest dura una settimana con un programma ricco e dedicato a persone con diverse competenze, cerco qui di sintetizzarlo per bene. Tra il 17 e il 20 ottobre si terrà il primo training per facilitatori LEGO® SERIOUS PLAY® in lingua italiana, evento già sold out da un po’. Per questo motivo Cocoon Projects sta organizzando un’altra sessione per febbraio; per info, chiedete direttamente a loro da qui. Giovedì si riunirà la comunità dei facilitatori del Mediterraneo: tutte persone che hanno a che fare con LEGO® SERIOUS PLAY® e lavorano nell’area del, manco a dirlo, Mediterraneo. Hanno un account twitter, e il loro sarà l’unico evento della fest in lingua inglese. Venerdì invece sarà una giornata a porte chiuse dedicata ai media e a personalità invitate appositamente per conoscere in tutta tranquillità la metodologia. Infine sabato e domenica si terrà la Fest aperta a tutti: «un evento basato su laboratori con solo due talk, uno all’inizio e l’altro alla fine».

«Un buon modo per conoscere questa metodologia»

Inutile dire che l’evento è aperto anche a chi non ha mai sentito parlare di LEGO® SERIOUS PLAY®, anzi «è un buon modo per conoscere questo metodo» sottolinea Stelio. Per chi invece conosce già la metodologia la Fest è una occasione per entrare in contatto con altre persone che la usano e avere la possibilità di scambiarsi pareri e consigli.
Tutte le informazioni sull’evento sono su lspfest.com e sul sito di Cocoon Projects.


Con Smartwork vai alla LSPFest gratis!

Fino al 3 ottobre Smartwork ti fa andare gratis alla LSPFest. Basterà realizzare una spiegazione della metodologia LEGO® SERIOUS PLAY® e postarla sulla pagina Facebook di Smartwork. È possibile utilizzare testi, video, audio, foto e tutto ciò che la fantasia vi suggerisce. Sbrigatevi, non resta molto tempo!


Beecode, Digital Magics Bari investe nel passaparola digitale

beecodeA inizio settembre Digital Magics Bari ha annunciato il lancio di Welabs, startup pugliese che ha creato Beecode. La piattaforma è uno strumento di marketing che automatizza il passaparola digitale. Lo definisce così Ernesto Carracchia, il CEO di Welabs, che ai nostri microfoni spiega come Beecode riesce a rendere virale il messaggio tra gli utenti. Questo passaparola si regge su un sistema di ricompense stabilite da chi decide di realizzare la campagna.

Marketing per gli eventi

Particolare non da poco: Beecode nasce per la promozione degli eventi reali e virtuali: «Al momento abbiamo deciso di rivolgerci a questa fetta di mercato – dice Ernesto – ma nei nostri piani c’è la volontà di allargarci anche ai brand». Usare Beecode è molto semplice: basta richiedere l’accesso alla demo dal sito beecode.it e creare la propria campagna marketing.


Luca Barboni ci fa conoscere il Growth Hacking

luca-barboniCome avete certamente letto dai nostri canali social, la scorsa settimana siamo stati a Maratea per Heroes. Start Me Up si è occupata di trasmettere le traduzioni inglese/italiano realizzate da Woomnia attraverso un canale dedicato. Abbiamo anche seguito dei laboratori: ha suscitato il nostro interesse quello sul Growth Hacking tenuto da Luca Barboni, ospite che chiude questa prima puntata della nuova stagione di Start Me Up.
Luca spiega ai nostri microfoni come il Growth Hacking scardini l’idea tradizionale di marketing perché abbatte le barriere tra «la creazione del prodotto e la comunicazione e la vendita ad esso collegata», dice nell’intervista. Anche per questo motivo il Growth Hacker deve conoscere un po’ di design, di linguaggio di programmazione e soprattutto deve essere disposto a sperimentare continuamente.

Una metodologia usata anche da Hotmail e Paypal

Questa metodologia è stata utilizzata con successo da giganti come Hotmail e Paypal perché permette di risolvere forse uno dei più grandi problemi del marketing tradizionale. Spesso ci si preoccupa di acquisire nuovi clienti, ma non si sa come gestirli nel caso dovessero sorgere problemi. Grazie al Growth Hacking – e uno schema sviluppato da 500 Startups – si è invece in grado di monitorare questo rapporto e in caso agire su più livelli.

Per saperne di più sul Growth Hacking

Luca si è avvicinato al Growth Hacking proprio quando ne aveva bisogno, mentre lavorava come marketing manager per Atooma e adesso ha intrapreso un’opera di evangelizzazione. L’8 e il 9 ottobre terrà infatti a Milano un corso intensivo sul Growth Hacking. Durante l’intervista gli abbiamo chiesto anche quali fossero a suo avviso i libri da leggere per saperne di più. Luca ci ha così consigliato:

  • Partire Leggeri di Eric Ries, traduzione italiana di Lean Startup (lo trovate su Amazon)
  • Growht Hacker di Ryan Holiday, la cui traduzione in italiano non esiste, ma potete comunque acquistare quella originale su Amazon.

Infine Luca ci ha consigliato di visitare la sua pagina su growth-hacking.zeef.com dove negli anni ha raccolto link con approfondimenti e casi studio sul Growth Hacking.

La foto di Luca è stata presa qui.