Privacy e salute: perché in democrazia non possiamo contrapporre questi due temi.



C’è un aspetto molto importante che in questi giorni di pandemia sta entrando sempre più all’interno del dibattito comune: la privacy e le libertà fondamentali che ci riguardano tutti in quanto cittadini. È un argomento spinoso visto che viene affrontato in un momento in cui la parola d’ordine è preservare quante più persone dal rischio del contagio da coronavirus. Giusto: ma a quale prezzo? Il tema è centrale soprattutto alla luce dell’utilizzo delle app di tracing che dovranno essere adottate nella cosiddetta fase due.

Ne ho parlato una settimana fa circa con Ernesto Belisario, avvocato presso lo studio E-lex, che scrive da tempo di nuove tecnologie in materia di diritto su diverse testate giornalistiche. Ernesto è anche membro della task force nominata dal Governo italiano per l’utilizzo dei dati contro il Covid-19. In questa intervista, è importante sottolinearlo, parla a titolo personale, naturalmente.

La trasparenza e la tutela della privacy come elemento essenziale della democrazia.

C’è un tema che ricorre all’interno di tutta l’intervista a Ernesto Belisario: l’essere all’interno di una democrazia impone una serie di obblighi da parte delle Istituzioni che sono inalienabili, anche in periodi di crisi come quella che stiamo vivendo. Anzi, sarebbe meglio dire, soprattutto in periodi di crisi come quello che stiamo vivendo. E gli obblighi riguardano la trasparenza e la tutela della privacy dei singoli cittadini. Ad esempio, la trasparenza dei processi che regolano la Pubblica Amministrazione in un momento in cui ci si trova – in modo del tutto straordinario – a lavorare a progetti che devono essere pronti in poco tempo (pensiamo agli appalti per la costruzione dei nuovi reparti di ospedali). Oppure la privacy dei cittadini che deve essere garantita da sistemi di controllo invasivi e poco rispettosi. Attenzione! Mettere sulla bilancia da un lato la privacy e l’altra la salute è una dicotomia ingannevole. Il perché lo spiega Ernesto nel corso dell’intervista che trovate all’interno del podcast.

Droni: perché una democrazia non può lasciare spazio agli “sceriffi” del territorio.

Restando sul tema della privacy, l’altro grande punto al centro del dibattito di questi giorni c’è l’utilizzo dei droni da parte delle amministrazioni locali. All’inizio del lockdown alcuni sindaci e presidenti di regione ne hanno infatti minacciato l’uso per il controllo del territorio. A fine marzo era stato il capo della Polizia Franco Gabrielli a porre lo stop all’utilizzo di questi mezzi: il motivo? La sicurezza e la privacy dei cittadini. In realtà, a Pasquetta, è stata la stessa polizia a utilizzare questi mezzi e non solo – ci riferiamo agli elicotteri che provano a sventare una grigliata a Palermo. La giustificazione arrivava dalla possibile massiccia elusione del divieto di rimanere a casa da parte dei cittadini. Una settimana prima che tutto ciò accadesse Ernesto Belisario ci metteva di fronte al fatto di essere membri di una democrazia: una condizione che ci impone di non ricorrere a strumenti simili, nonostante la voglia di alcuni amministratori a sentirsi sceriffi e “padroni” del territorio.

La citazione di Ernesto Belisario su privacy, salute in democrazia

Il nostro ospite infine ci richiama a un senso di responsabilità collettivo. Lo fa parlando di Zoom e delle critiche che sono arrivate da più parti sul suo non rispettare gli standard di privacy. Una nota smentita dalla stessa compagnia che non esula a noi utenti di essere più attenti e verificare, di volta in volta, la sicurezza di una applicazione.


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Foto di Etienne Girardet on Unsplash.

Il diritto alla cultura inaugura la stagione di Cre.Zi.Plus

Si intitola D(i)ritto alla Cultura! e si svolgerà sabato 23 settembre tra le 15.30 alle 19.00 negli spazi di Cre.Zi. Plus. D(i)ritto alla Cultura! è un workshop informativo sulla Riforma del Copyright e l’Internet Health Movement – a cui seguirà un dibattito – che chiama a raccolta innovatori, ricercatori, educatori, professionisti del digitale e chiunque abbia a che fare con l’industria creativa e culturale.

L’evento, organizzato da Cre.Zi.Plus e la Fondazione Mozilla, rientra nella Campagna Europea ChangeCopyright che si scaglia contro la Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio sul diritto d’autore nel mercato unico digitale in discussione in questi giorni. Secondo la Fondazione Mozilla questa direttiva, se approvata, costituirebbe una pericolosa barriera per lo sviluppo e la condivisione di cultura, innovazione e ricerca.

I relatori di D(i)ritto alla Cultura! sono tutte persone che, in questi anni, si sono impegnate nell’accessibilità e nella condivisione dei saperi a livello cittadino, regionale e nazionale; alcune sono passate anche dai microfoni di Start Me Up come Andrea Borruso di Open Data Sicilia, ad esempio. Sabato oltre a Andrea ci saranno il filosofo Andrea Libero Carbone, Eliana Messineo di Fablab Palermo e Giusy Mandalà di Unipa.

D(i)ritto alla Cultura! è il primo evento che inaugura il calendario di Cre.Zi.Plus, nuovo inquilino dei Padiglioni 10 e 11 dei Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo. Lo spazio voluto da Clac (ve lo ricordate?) e dal Consorzio Arca (e loro?), con il sostegno della Fondazione Conilsud vuole essere un vibrante ecosistema di imprese, persone e progetti votato alla condivisione di competenze, relazioni e idee.

Per sapere tutto su Cre.Zi.Plus visita il loro sito, mentre le informazioni sulla campagna  ChangeCopyright sono qui.

L’immagine è stata presa qui.