04.radiosmu – green Chiudiamo le repliche di agosto con tre startup che vogliono lasciare un mondo migliore di quello che hanno ricevuto



Tante startup nascono con l’idea di voler lasciare qualcosa di buono sia alle persone che al nostro pianeta. In questo ultimo podcast di agosto abbiamo raccolto tre storie di tre progetti green, che hanno cioè a che fare con la salute delle persone e del pianeta.

In Calabria il mulino a pietra si finanzia con il crowdfunding

grano

immagine via

La notizia ha fatto il giro di tutti i giornali e arriva da San Floro (CZ). Mulinum è il progetto portato avanti da Stefano Caccavari che attraverso il crowdfunding sta recuperando il più antico mulino a pietra naturale della Calabria per inserirlo in un ciclo produttivo di prodotti da forno. Il Sole 24 ore lo ha definito il primo mulino social e la raccolta è in dirittura d’arrivo «Siamo all’80% della somma prevista» dice Stefano a Start Me Up. Quello di San Floro non è un mulino qualunque: è uno dei pochi rimasti a pietra naturale. Al di là dell’evidente valore storico c’è anche un vantaggio dal punto di vista produttivo perché la macinatura ottenuta da questo tipo di pietra è unica e difficilmente replicabile. Inoltre anche il grano che si intende macinare presenta delle qualità nutritive particolari «Come il resto della Calabria anche a San Floro cresce un tipo di grano ricco di fibre e povero di glutine rispetto ai cosiddetti grani moderni» dice nell’intervista.

Stefano non è nuovo a simili iniziative: quando San Floro ha rischiato di diventare la più grande discarica d’Europa ha dato vita a orto di famiglia: «Siamo ripartiti dalla terra per dire che il nostro territorio è a vocazione agricola e non a vocazione di rifiuti industriali e pericolosi». E infatti oggi chi vive nei pressi di Catanzaro può comprare a chilometro zero frutta e verdura coltivati senza concimi chimici. C’è ancora modo per contribuire alla realizzazione del mulino. Per farlo si può contattare Stefano sul suo profilo facebook oppure andare su mulinosanfloro.it e scegliere di fare una donazione libera o acquistare in anticipo il kit farina bio.

Kanesìs e i mille usi della canapa industriale

radiosmu incontra kanesis

Un momento dell’intervista a Giovanni Milazzo

Giovanni Milazzo da circa un anno è a capo del progetto Kanesìs. Questa startup catanese sta lavorando per mettere in piedi la filiera produttiva della canapa industriale. L’ho incontrato durante il primo Open Day del FabLab Messina (ne ho parlato qui), dedicato al riciclo. Proprio per questo l’intervista parte dal filamento che Kanesìs ha creato per la stampa 3D e che ha origine dagli scarti della canapa: «un prodotto di per sé straordinario a cui si aggiungono ulteriori caratteristiche straordinarie», dice Giovanni. L’obiettivo di Kanesìs non è però la sola stampa 3D: «Siamo all’interno di un percorso – continua – che ci porterà a realizzare granuli speciali prodotti dalla canapa industriale siciliana». L’intervista è stata registrata l’1 ottobre e da allora sono stati tanti i passi avanti fatti da questi ragazzi, vi invito a seguire il progetto su kanesis.eu.


È partita la campagna di crowdfunding di Kanesìs su kickstarter. 

Fai la tua donazione adesso!

Pulire il mare con la lana

lana_mare_pulitoIn Sardegna c’è chi vuole pulire le acque con la lana. È Daniela Ducato che con la sua azienda – Edilana – è riuscita a creare insieme all’Università di Cagliari Geolana Salvamare. Geolana è un sistema naturale composto da lana e sugherone (gli scarti dell’albero del sughero) che è in grado di assorbire gli agenti inquinanti, soprattutto petrolchimici, presenti nei liquidi. Tecnicamente questo materiale rientra nei geotessili assorbitori e potrebbe rappresentare una svolta nella pulizia dei nostri mari, fiumi e laghi. Oltre ad assorbire gli agenti inquinanti con un rapporto 1 a 14 (ogni chilo di Geolana ne assorbe 14 di agenti inquinanti), dice Daniela che nel corso di un mese vengono eliminati almeno 2/3 di agenti inquinanti restituendo acqua pulita. Geolana viene fuori dalla collaborazione con l’Università di Cagliari e rientra nelle filiere Edilzero Architetture di Pace, prodotti diversi tra loro che hanno in comune alcune caratteristiche:

  • la produzione totalmente italiana,
  • la coincidenza tra il luogo di produzione il luogo di trasformazione (la cosiddetta produzione a chilometro/costo),
  • l’utilizzo di materie rinnovabili ed eccendenti (che non incidono cioè sulla produzione agricola, ma esistono in abbondanza in natura),
  • il totale scambio di competenze e conoscenze tra le varie aziende che compongono la filiera.

Per approfondire le tematiche citate durante l’intervista e acquistare i prodotti Edilana c’è il sito edilana.com.

foto di copertina di Steinar La Engeland

#45.radiosmu – Un concorso di idee per valorizzare il Cilento È la proposta dell'associazione Jazzi. Inoltre parliamo di Giffoni Next Generation e stammi-bene.it



L’associazione culturale Jazzi promuove un bando per la valorizzazione dell’area di Licusati (Camerota) all’interno del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano (Salerno). Fino all’11 ottobre si cercano idee che possano valorizzare e raccontare il patrimonio ambientale, materiale e immateriale di questa zona, «una delle tante aree interne d’Italia che – come dice il direttore dell’associazione Agostino Riitanosono dense di valori e beni storico-artistici spesso dimenticati». Inoltre c’è anche da sottolineare come il Sud si stia dimostrando negli ultimi anni «uno straordinario laboratorio per le pratiche innovative».
Proprio perché si intende partire dalle caratteristiche del territorio, non si potevano escludere gli jazzi, «peculiare architettura rurale – spiega Agostino – presente in questa area del Cilento, il cui nome deriva da iacere (giacere). Lo jazzo era la dimora temporanea per il ricovero degli animali da pascolo». È stato quindi naturale dedicare almeno uno dei tre temi del bando in questione a queste strutture che rappresentano una vera e propria rete all’interno di tutta l’area. Ai partecipanti verrà chiesto infatti di pensare a un tipo di ospitalità diffusa basata su queste strutture. Gli altri due temi saranno i percorsi lenti, con uno studio non di semplici tour, ma un modo “lento” di connettere le tante anime del Cilento, il mare e la montagna, il legame che questo territorio ha con la sua storia (queste zone hanno visto passare briganti, carbonari, monaci, per dirne solo alcuni…). Infine, il terzo tema è dedicato alla notte, al concetto di sosta, inquadrata in un cammino più ampio all’interno della natura.
In palio ci sono 30 mila euro in tutto che verranno divisi in questo modo: 15 mila euro al primo classificato, 10 mila al secondo e 5 mila al terzo. Tutti i dettagli o per ulteriori informazioni potete visitare jazzi.it/concorso.

Next Generation: il futuro per Giffoni e per tutto il Sud Italia è in costruzione

Il-Dream-Team-in-Cittadella_giffoni

Domenica scorsa si è chiusa la quarantaseiesima edizione del Giffoni Film Fest che per il secondo anno ha ospitato una sezione dedicata all’innovazione, la Giffoni Next Generation. Abbiamo quindi contattato Luca Tesauro a capo di Giffoni Innovation Hub, «una creative agency nata da Giffoni Experience – dice Luca – che opera nel mondo dell’industria creativa e del mercato dell’innovazione». Il programma del Next Generation di quest’anno è stato ricco di talk e laboratori che ha visto la partecipazione di più di 80 persone appartenenti al mondo della finanza e dell’innovazione ma soprattutto tanti ragazzi che hanno potuto discutere e saperne di più su sharing economy, industrie creative e temi legati alla gestione dell’amministrazione pubblica. «Al di là dei numeri – dice Luca – siamo molto contenti per come sia andata questa edizione perché segna un ulteriore passo in avanti rispetto allo scorso anno: stiamo costruendo un bel pezzo di futuro per Giffoni e per tutto il Sud Italia». Giffoni è principalmente un festival cinematografico e per Next Generation è una bella eredità da portare dietro perché «se una volta il linguaggio del cinema era lo strumento di condivisione che permetteva di mettere insieme bambini e ragazzi di tutto il mondo – continua Luca – ora ci sono altri strumenti e altri linguaggi che si aggiungono ad esso e che passano dalle startup o dall’innovazione in generale».
Giffoni Innovation Hub non è solo Next Generation, l’agenzia tutto l’anno lavora per progettare format e esperienze uniche come i Digital Days, percorsi di alfabetizzazione digitale pensati per i ragazzi, hanno un portale di crowdfunding all’attivo e lavorano nel settore delle relazioni istituzionali e commerciali. Per saperne di più basta andare su giffonihub.com.

Stammi Bene, il primo mercato con cucina pensato dai clienti

Stammi bene«In autunno a Bari aprirà il primo mercato con cucina ideato dai suoi clienti». In questo modo Francesco Pomarico, ideatore di Stammi Bene, definisce il suo progetto che punta tutto sul cibo, ma sopratutto sugli amanti del ben mangiare. In questo momento chiunque può candidarsi a diventare un ambasciatore del gusto e fare la propria proposta affinché il mercato che verrà messo in piedi possa avere quel particolare dettaglio che lo renderà unico. Per partecipare a quello che possiamo definire un vero e proprio brainstorming collettivo basta andare su stammi-bene.it, candidarsi per diventare ambasciatore del gusto (in tutto saranno 100) e proporre idee e suggestioni per creare questo mercato dove si potrà mangiare, ma anche semplicemente fare la spesa.
Il primo Stammi Bene sorgerà al centro di Bari, nei progetti di Francesco c’è anche quello di farne una catena, ma questo si vedrà con il tempo. Nel frattempo, food lovers, datevi da fare e lasciate la vostra idea per Stammi Bene.

Questo è l’ultimo podcast di Start me Up per questa stagione, dalla prossima settimana e per tutto agosto riproporremo le migliori interviste ascoltate in questi mesi. Ci si rivede (o forse sarebbe meglio dire ci si risente) a settembre con tante novità. Alla grande!

foto di copertina, via

#38.radiosmu – Gli innovatori del Mediterraneo si danno appuntamento a Maratea Fino al 15 giugno è possibile pre-iscriversi. Inoltre parliamo di WIT e Laboriusa



Maratea si prepara a ospitare la prima edizione di Heroes, il primo Euro-Mediterranean Coinnovation Festival che coinvolge innovatori e startupper dell’area del Mediterraneo. La manifestazione si svolgerà nel comune lucano dal 21 al 23 settembre e in questi giorni è partita la promozione dell’evento. «Il Mediterraneo è il naturale sbocco per le persone che abitano questi luoghi» dice Michele Franzese, uno degli organizzatori di Heroes e primo ospite di questo podcast di Start Me Up. Nei piani degli organizzatori c’è la volontà di stringere ancora di più i rapporti tra le nazioni che si affacciano su questo pezzo di mare: da Israele, nazione partner di questa prima edizione ai paesi dell’area africana che, «nonostante le mille difficoltà sono una fucina di innovazione».
Tra i vari eventi in programma c’è anche l’Heroes Prize, contest dedicato a tutte le startup che dimostreranno di avere un forte impatto sociale ed economico e soprattutto un alto grado di innovazione. Tra tutte le idee, ne verranno scelte 50 che dovranno poi essere votate dalla community. Di queste solo cinque arriveranno alla prova finale: un pitch durante un pranzo in una famiglia di Maratea perché, come spiega lo stesso Michele, «lo startupper deve provare che la sua idea risolva una esigenza reale». Il tutto finirà in un format che Michele spera di poter trasmettere in Tv  (se arriverà l’accordo). In alternativa, gli sarà data la giusta visibilità attraverso i canali social di Heroes. Per partecipare basta compilare il modulo nella sezione dedicata del sito entro il 30 giugno.

Per quanto riguarda invece la partecipazione all’evento «tutte le persone che si preiscriveranno gratuitamente entro il 15 giugno – avverte Michele – avranno la possibilità di pagare il proprio ingresso a prezzo da early booking». Tutte le informazioni in costante aggiornamento sono su goheroes.it.

Con WIT smartphone connesso anche senza internet

wit_meQualcuno di voi ricorderà Alessio Delmonti, programmatore palermitano che abbiamo a volte intercettato nei vari eventi in Sicilia. Alessio già da qualche anno vive e lavora all’estero e proprio la scorsa settimana insieme a Davide Berardi ha vinto il primo premio Uber e il primo premio CM Telecom al TNW Hack Battle 2016 con WIT. WIT è un acronimo che sta per Without Internet Technology ed è quella che si dice in gergo tecnico libreria (o SDK) che permette agli smartphone di connettersi a internet senza connessione dati. L’idea, oltre a permettere loro di ottenere i due premi già citati, ha avuto una buona risonanza in rete e nasce da un’esigenza molto banale. «Stavamo pensando a un modo per poter prenotare un Uber tramite sms – racconta Alessio – quando abbiamo pensato che attraverso lo stesso protocollo avremmo potuto veicolare anche altri tipi di informazione». L’idea ha dei risvolti molto interessanti se pensate che la copertura internet a livello mondiale è del 46% e la rete 2G arriva a coprire l’86%. Questi sono dati che Alessio e Davide hanno scoperto durante l’hack e che riportano nell’intervista che potrete ascoltare in questo podcast. Al di là dei numeri però adesso i due dovranno lavorare per «studiare meglio il mercato e capire come sviluppare il prodotto» dice Davide. Le possibilità sono infinite, per seguire le evoluzioni del progetto basterà tenere d’occhio witapp.me.

Labourisa, il crowdfunding sociale per la promozione aziendale

lab_copertinaGià nei podcast precedenti vi abbiamo parlato di progetti che stanno ricorrendo al crowdfunding per finanziarsi, questa settimana vi segnaliamo invece una piattaforma nata circa due anni fa in Sicilia e specializzata in progetti no-profit. Si chiama Laboriusa ed è un prodotto di I press, agenzia di comunicazione di Assia La Rosa che da sempre è vicina al mondo dell’associazionismo. «Osservando il fenomeno del crowdfunding abbiamo deciso – racconta Assia ai microfoni di Start Me Up – di unire innovazione e sociale per cercare di realizzare piccoli progetti che promuovano grandi sogni sul territorio». La piattaforma al momento ospita progetti a basso budget ma con una forte ricaduta sociale: si va dalla messa in scena di uno spettacolo interpretato da persone con sindrome di down, all’home restaurant portato avanti da immigrati. L’ultimo in ordine di tempo ha permesso di acquistare parrucche per donne che stanno affrontando la chemioterapia e non possono permettersi questa spesa. Ma definire Laboriusa come una semplice piattaforma di crowdfunding è pressoché riduttivo perché, come spiega Assia, «la piattaforma nasce per diffondere il corporate social responsability nelle aziende, un tipo di promozione che passa non dalla semplice pubblicità ma finanziando iniziative sociali con ripercussioni reali sul territorio». Un’opera che migliora l’immagine dell’azienda e aiuta le associazioni a portare avanti le proprie iniziative. Per saperne di più basterà visitare laboriusa.it.

#37.radiosmu – Nastro Azzuro ti porta lontano con Impact Hub Il noto brand è alla ricerca di idee sostenibili da finanziare. Inoltre vi parliamo di Sinapsi e di CulturAct



Nastro Azzurro insieme a Impact Hub è alla ricerca di una buona idea che diventi un’idea buona. Il gioco di parole ci sta tutto, perché attraverso Ti porta lontano – Innovation, Nastro Azzurro vuole premiare un progetto innovativo incentrato sulla sostenibilità. Per farlo si avvale della rete italiana degli Impact Hub: per questo motivo abbiamo la possibilità e il piacere di parlare ancora una volta con Viviana Cannizzo di base all’Hub di Siracusa. «La call è un ottimo processo di intelligenza collettiva messo in atto da parte di Nastro Azzurro per capire come poter ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti che spesso produciamo».
Il bando è aperto fino al 26 luglio e possono partecipare team con non più di cinque persone (più il gruppo è eterogeneo, meglio è), che abitino nei pressi di uno degli Impact Hub italiani e che portino avanti un progetto da realizzare in Italia. L’idea può venir fuori anche da una azienda già costituita (italiana o estera) e tutti dovranno compilare il formulario presente su nastroazzurro.it/tiportalontano. «Si parla di idea – precisa Viviana – proprio perché non deve essere per forza qualcosa di già strutturato». Oltre infatti ai 5 mila euro messi in palio per la realizzazione del progetto, il team vincitore potrà beneficiare di due mesi di formazione presso una delle strutture di Impact Hub. «Se credi che la tua idea sia valida e possa davvero avere un forte impatto sociale – dice infine Viviana – allora partecipa!». Tutte le informazioni sono sul sito nastroazzuro.it/tiportalontano.

Sinapsi: la giacca termica che in una settimana ha raccolto più di 10 mila euro su Kickstarter

CibCzLXW0AANL9VIl goal è di 50 mila euro ma in una sola settimana Carmine Iodice e Domenico Pascarella ne hanno già raccolti 11 mila (e mentre scriviamo siamo già arrivati a 13!). I due campani hanno deciso di finanziare Sinapsi su kickstarter e il progetto ha avuto un’ottima partenza. «Grazie alla spinta di amici e contatti vari abbiamo avuto una buona eco sui social e nei giornali», dice Domenico ai microfoni di Start Me Up. Sinapsi è una giacca termica che può essere controllata attraverso una app. «In questo modo – spiega Carmine – è possibile non solo regolare la temperatura ma programmare il timer per fare in modo di trovare la giacca sempre calda non appena la si indossa». Il cuore del progetto è un trasformatore che all’occorrenza diventa anche una batteria per il proprio smartphone con un’autonomia di 8/10 ore. La campagna di raccolta sul sito americano si chiuderà il 27 giugno e, come al solito, ci sono vari premi per chi decide di contribuire. Si può addirittura acquistare la giacca in uno dei 5 modelli proposti: i due amici sperano di andare in produzione prima del prossimo inverno. Tutto dipenderà dall’esito di questa raccolta, quindi se credete nel progetto andate su kickstarter e fate la vostra donazione. Per avere tutte le informazioni poi, seguite le evoluzioni del progetto su facebook o sul sito sinapsitecnologie.com.

Anche CulturAct tra i finalisti di Culturability

logo-culturactQualche giorno fa sono stati comunicati i 15 finalisti del bando Culturability che, come forse ricorderete quest’anno era dedicato alla rigenerazione di spazi da condividere. Il bando è promosso da Fondazione Unipolis. Tra i finalisti c’è anche l’associazione Apice di Reggio Calabria che ha proposto CulturAct, progetto che intende riqualificare il Centro Civico, struttura situata a Pellaro, quartiere della periferia sud di Reggio Calabria. Il gruppo accede così alla fase intermedia del bando e dovrà adesso affrontare una fase di mentoring: solo 5 progetti potranno superare questo step e accedere così al finanziamento di 50 mila euro. Ne è consapevole Alessandra Coppola, presidente di Apice, ospite di questo trentasettesimo podcast di Start Me Up. «Abbiamo intenzione di trasformare questo spazio in un luogo in cui incubare diverse tipologie di attività che possano promuovere la produzione culturale da parte di giovani provenienti dalla Calabria ma anche da altre parti d’Italia e d’Europa» dice Alessandra. Una delle caratteristiche del progetto è la vocazione sovraterritoriale che dovrà avere il centro, l’unica che potrà garantire un legame tra Pellaro e il resto del mondo. «Questa vocazione si esprimerà nella tipologia di attività che verranno svolte nel centro – spiega Alessandra – sia nelle persone che dovranno portare avanti questi progetti, che arriveranno da varie parti del mondo».
CulturAct non impatterà solo nel Centro Civico di Pellaro, ma mira a coinvolgere tutto il quartiere in un progetto di ospitalità diffusa: «Abbiamo intenzione di utilizzare i numerosi edifici, sia pubblici che privati, vuoti o sfitti e creare una foresteria diffusa per le persone che verranno a lavorare presso il centro».
Attraverso Culturact l’associazione Apice vuole migliorare sempre più il dialogo con l’Amministrazione Comunale di Reggio Calabria che ha messo a disposizione il Centro Civico e Alessandra sfrutterà i prossimi mesi di formazione per stringere nuove partnership con gli altri enti e associazioni. Per seguire l’evoluzione del progetto (i vincitori del bando Culturability si sapranno dopo l’estate) basterà tenere d’occhio le pagine facebook di CulturAct e Apice.

#35.radiosmu – Ad Abinsula l’Italian Master Startup Award 2016 La startup sarda che opera nell'Automotive vince la competizione promossa da PNICube. Inoltre conosciamo kupanda.net e la storia di Francesco di mondoaffariweb.it

Nel podcast numero 35 di Start Me Up conosciamo Abinsula, startup che si è aggiudicata l’edizione 2016 dell’Italian Master Startup Award, il premio (di cui ve ne avevamo parlato qui) che PNICube conferisce alle giovani imprese hi-tech nate dalla ricerca accademica a pochi anni dalla costituzione. Al telefono parlo con Pierluigi Pinna, uno dei founder di questa azienda che nel giro di pochi anni conta tre sedi (a Sassari, dove è nata, Cagliari e Torino) e circa 50 dipendenti. Abinsula nasce da un gruppo di ingegneri che, dopo alcune esperienze professionali all’estero, decidono di tornare in Sardegna e investire sulla propria idea, creando un’azienda che nel giro di pochi anni diventa una delle prime startup innovative in termini di fatturato e numero di dipendenti. Lo dice con un pizzico di orgoglio Pierluigi che poi spiega ai microfoni di Start Me Up: «Abinsula opera nel settore dell’embedded, cioè creazione di software per microcontrollori che molto spesso si trovano nelle automobili. Per questo motivo il settore delle auto connesse è quello più importante per la nostra azienda». I prodotti che Abinsula ha sviluppato in questo ambito, dice Antonio Solinas, direttore del settore ricerca e sviluppo sono principalmente due: «Ability (Abinsula Linux 4 ubiquity), un sistema operativo basato su Linux pensato per le auto che crea un sistema di comunicazione all’interno del veicolo e allo stesso tempo anche per il web. Il secondo prodotto invece – continua Antonio – lavora a stretto contatto con Ability ed è una piattaforma internet che conserva tutti i dati prodotti dall’auto e li mette a disposizione degli utenti e delle case automobilistiche».
Vincendo l’IMSA Abinsula ha diritto a un premio in denaro e ha la possibilità di partecipare a altre competizioni: «Siamo abituati a essere multitasking – dice Pierluigi – e quindi riusciremo a gestire tutti gli impegni da qui in avanti. Abinsula è una bella storia che vuole dimostrare che è possibile creare una vera azienda in Italia». Tutte le altre informazioni sono su abinsula.com.

Con kupanda.net il crowfunding si fa sociale

kupandaManca poco alla pubblicazione del sito kupanda.net, portale di crowdfunding specializzato in progetti di natura sociale e che prevedono raccolte di denaro che non superino grosse cifre. Tra i soci fondatori c’è anche Angelo Marra, che spiega ai microfoni di Start Me Up di aver pensato questa piattaforma per tutte quelle «associazioni, enti o gruppi informali che hanno bisogno di un piccolo investimento per far partire i propri progetti». Non solo oggetti o prodotti, ma attraverso kupanda.net sarà possibile finanziare anche eventi, o per promuovere attività a fini sociali. Al momento il team sta valutando i primi progetti e conta di essere on line con il portale prima dell’estate con almeno cinque campagne attive. Nel frattempo si può visitare la pagina facebook che è più attiva che mai.

Trasforma l’azienda di famiglia in un punto di riferimento del mercato refurbished italiano: la storia di Francesco Iovino.

mon_affFacciamo un salto a Pompei (NA) per conoscere Francesco Iovino, 29 anni, General Manager di Mondo Affari, ditta specializzata nella vendita di elettrodomestici e prodotti refurbished. La merce refurbished (ricondizionata in italiano) è quella che non può essere venduta a prezzo pieno perché magari presenta qualche piccolo difetto (per lo più estetico) o perché è stata utilizzata per esposizione. Francesco ha ereditato il negozio dal padre – che già negli anni ’90 aveva iniziato a vendere oggetti usati – nel 2011, e si è specializzato nella vendita dei prodotti ricondizionati aprendo anche una sezione e-commerce. Da allora il volume d’affari è cresciuto, anche grazie alle numerose garanzie che Francesco dà ai propri clienti: «Sostituzione immediata in caso di mal funzionamento entro i 30 giorni dall’acquisto» e l’aver inserito tra i metodi di pagamento anche il contrassegno, «in modo da permettere a chi acquista di non dover pagare prima di ricevere il prodotto». Mondo Affari è uno dei pochi rivenditori di prodotti ricondizionati in Italia, anche se all’estero è un mercato piuttosto attivo: «Pure Apple ha una sezione apposita dei prodotti refurbished sul proprio sito» sottolinea Francesco, dove è possibile fare degli ottimi affari. Francesco offre garanzie anche sulla provenienza dei prodotti, potendo contare su alcune partnership con grossi marchi esteri. «Tutti i prodotti vengono ispezionati, puliti, se è il caso riparati e poi venduti con garanzia» assicura Francesco. Se siete scettici dovreste provare, come dice Francesco e su mondoaffariweb.it potete mettervi alla prova sin da subito.


#34.radiosmu – Mammamenia lancia la Missione Coccole L'obiettivo è raggiungere 8000 €. Inoltre: Robohand e Mappa&Vinci

Forse ricorderete Mammamenia, startup calabrese specializzata in servizi nel settore benessere per lo più femminile, che era riuscita a strappare una promessa di finanziamento durante il programma di Italia 1 Shark Tank. Spenti i riflettori, Menia Cutrupi e Salvatore Salvaguardia in questi mesi non hanno mai smesso di lavorare e nel frattempo hanno aspettato il finanziamento promesso che non è mai arrivato. Adesso sono sbarcati su eppela con Missione Coccole, campagna di crowdfunding utile a creare un nuovo portale, che li aiuterà a allargare il proprio target includendo il pubblico maschile e gli amanti degli animali. «Inoltre c’è la volontà di portare i nostri prodotti in altre città – dice Menia – e infine a diversificare i nostri servizi da regalare attraverso i cofanetti di coccole». Menia e Salvatore in questo periodo gireranno lungo tutto lo stivale per promuovere Missione Coccole. Il loro tour toccherà varie città: potrete seguirli attraverso i social network dove i due promettono di raccontare ogni tappa del loro viaggio. Per chi invece volesse aiutarli a raggiungere il loro obiettivo, basterà andare su eppela.com e fare la propria donazione.

Robohand: la mano robotica interattiva che arriva dal Sud italia

Marcello-Mandaradoni-e-la-sua-RoboHandMarcello Mandaradoni ha 19 anni e vive in provincia di Vibo Valentia. Grazie alla collaborazione con il Fablab Messina ha sviluppato il prototipo di Robohand, mano robotica interattiva. «Il tutto è nato da un progetto per la tesina di fine anno – racconta a Start Me Up Marcello – e nei piani avrei dovuto costruire una protesi medica. Per questioni di tempo poi ho dovuto abbandonare il progetto iniziale e ho deciso di creare questo modello 1.0». La mano può essere azionata in tre modi diversi, e in ogni caso utilizzando mezzi comuni come ad esempio un pc, o attraverso un programma che trasforma i comandi vocali in azione o ancora, attraverso un guanto che riproduce i movimenti della mano di chi lo indossa all’arto meccanico. La collaborazione con il Fablab Messina si è concretizzata soprattutto nella scelta del materiale da utilizzare: la scelta è ricaduta sul XT, particolarmente robusto e flessibile, quindi adatto a questo utilizzo.
Marcello considera Robohand un punto di partenza: ha infatti intenzione di migliorare questo modello rendendolo ancora più funzionale. Inoltre in collaborazione con l’istituto professionale E. Fermi di Vibo Valentia, sta studiando la costruzione di un naso elettronico che sia in grado di rilevare alcune sostanze all’interno degli elementi. Marcello non ha un sito web ma per chi fosse interessato ai suoi progetti può visitare il suo canale Youtube, dove ha inserito i video delle sue produzioni.

Ancora qualche giorno per mappare Siracusa… & vincere!

m&vÈ davvero un piacere per me avere tra gli ospiti di Start Me Up Valentina Amico, ideatrice insieme a Paolo Battaglia di Guidabile. La startup nasce a Catania durante l’ultimo Startup Weekend e vede anche chi scrive coinvolto nel progetto: successivamente le strade si dividono (pacificamente) e nel frattempo Guidabile è cresciuto. La piattaforma offre una mappa dei locali accessibili alle persone disabili e coinvolge gli utenti attraverso giochi che premiano sia gli utenti che i gestori dei locali. Un modo per sensibilizzare le persone e le amministrazioni pubbliche sul tema dell’accessibilità.
In questi giorni Guidabile sta promuovendo Mappa&Vinci, gioco-evento dedicato alla città di Siracusa che invita i cittadini a segnalare l’accessibilità dei locali pubblici aretusei. In palio ci sono premi per chi segnala e anche per i gestori più virtuosi. Sono previste altre tappe in altre città siciliane e, successivamente, in tutta Italia.
Giocare è molto semplice, basta seguire la procedura descritta su guidabile.it/mappaevinci; se invece ne volete sapere di più di Guidabile, vi basterà andare su guidabile.it.


Con Paesà alla scoperta degli antichi mestieri contadini e artigiani E inoltre Olitaly, portale dedicato all'olio italiano e pettissimo.it che in esclusiva vende POW

C’è un po’ di turismo, di sharing economy ma anche di antropologia in Paesà, piattaforma creata da Francesco Domenico D’Auria e Annapaola Di Paolo che offre corsi sugli antichi mestieri contadini e artigiani. I corsi sono tenuti da persone che quei lavori continuano a farli e che decidono di mettere a disposizione di viaggiatori e curiosi le proprie conoscenze e competenze. «La mission di Paesà – spiega Francesco – è quella di tenere viva  la memoria dei saperi e delle pratiche umane territoriali attraverso la condivisione». L’idea nasce dalla considerazione che il territorio in cui viviamo è ricco di tradizioni, ma manca una conoscenza tecnica dei processi con cui portare avanti questi saperi. Nell’intervista Francesco porta come esempio la pizza che nonostante sia uno degli alimenti più amati dalle persone, pochissime sanno come prepararla seguendo il metodo tradizionale. «Noi consumiamo i prodotti della tradizione, ma non sappiamo più farli» specifica Francesco e con una battuta paragona il lavoro che sta portando avanti con Paesà a quello del WWF: l’unica differenza è che mentre il WWF salva i panda dall’estinzione Paesà si occupa di proteggere gli ultimi artigiani e contadini rimasti.
Il funzionamento della piattaforma è molto semplice: per proporre un proprio corso basta compilare il modulo presente sul sito e aspettare l’ok da parte dello staff che, a richiesta, si occuperà anche della parte promozionale. «Gli “insegnanti” – spiega Annapaola – arrivano spesso da associazioni culturali che si occupano di promozione del territorio. In più Paesà può contare su una rete di ambassador che selezionano i saperi e le esperienze più interessanti». La piattaforma entrerà a pieno regime a settembre, nel frattempo compilando il modulo presente su paisa.it potrete entrare in contatto con lo staff e conoscere i primi corsi attivi.

Olitaly, l’olio d’oliva italiano a portata di click

Olitaly è un portale dedicato all’olio d’oliva italiano. olitalyÈ un’iniziativa portata avanti da Roberto D’Alessio e Claudio Angiolelli che mira a diventare il punto di riferimento per uno dei prodotti simbolo del made in Italy. Su Olitaly è possibile trovare notizie, curiosità, ma anche leggi e ricette che riguardano il mondo dell’olio italiano. Il portale si rivolge a un pubblico generico ma anche agli addetti ai lavori: olivicoltori, contadini e chi gestisce i frantoi. In programma c’è la creazione di una web-radio e di un canale tematico sul digitale terrestre. Ma Olitaly non è solo comunicazione: tra le attività future c’è anche la realizzazione di una app che permetta di tracciare l’olio che arriva nelle nostre case. «È il punto principale del progetto – spiega Roberto – perché vogliamo aiutare i consumatori a essere più consapevoli di ciò che acquistano». Un aspetto non da poco visti anche gli scandali recenti sull’olio contraffatto.
Olitaly è tra le startup che stanno partecipando a Edison Pulse: fino al 5 maggio potete sostenere Roberto e Claudio registrandovi sul portale e votando il progetto su edisonpulse.it. Per saperne di più: olitaly.net.

Pet on Wheels, l’innovativo trasportino in esclusiva su pettissimo.it

pow_grandeC’è un e-commerce siciliano che ci vede lungo e che ha deciso di investire in un’idea che su kickstarter ha raggiunto il goal in soli due mesi (anche grazie a un video molto azzeccato). Il portale in questione è pettissimo.it, un sito dove potrete trovare tutto quello che riguarda la cura dei vostri amici animali. Se pensate a mangimi e guinzagli siete sulla strada sbagliata, perché su pettissimo.it trovate anche POW – Pet On Wheels, trasportino per cani di piccola taglia che ha conquistato già mezzo mondo. Pet On Wheels permette al padrone di avere con sé il proprio amico a quattro zampe sia sui mezzi a due ruote che in macchina.
«Nella mia consueta ricerca di nuovi prodotti – spiega ai microfoni di Start Me Up Carmelo Lorena responsabile marketing e comunicazione di pettissimo.it – mi sono imbattuto in POW, l’ho proposto al team e siamo stati tra i finanziatori del progetto su kickstarter». Grazie alla fiducia dimostrata, i produttori di POW hanno deciso di ricambiare il favore garantendo a pettissimo.it l’esclusiva per la Sicilia e i primi ordini partiranno già i primi di Maggio. Se vuoi ordinare anche tu il tuo POW, vai adesso su pettissimo.it.


#25.radiosmu Riccio di Unicredit:«Puntiamo sulla formazione per far crescere le startup del Sud Italia» È quello che fa Unicredit con gli incontri che sta organizzando in giro per l'Italia. Inoltre parliamo di Mulini social e Sharing School

Lunedì 29 febbraio sono stato a Reggio Calabria in occasione del Workshop L’idea imprenditoriale, organizzato dallo Sportello ImprediReggio Calabria, gestito come certamente saprete dall’inossidabile Angelo Marra presidente di Confindustria Giovani – Reggio Calabria. Il pomeriggio – che si è svolto nella sede reggina di Confindustria – era una delle tappe del ciclo di presentazioni di Unicredit Start Lab, bando promosso dal gruppo bancario che intende raccogliere le migliori idee di business nell’ambito del LifeScience, ICT/Web/Digital, CleanTech e Innovative Made in Italy. Lo spiega ai microfoni di Start Me Up Antonio Riccio, stakehoder and territorial development manager di Unicredit:«È una piattaforma continuativa perché chi si è iscritto lo scorso anno e non è riuscito a ottenere il finanziamento può migliorare la propria idea e riprovarci quest’anno – spiega. Questo non significa che chi ci voglia provare per la prima volta non possa farlo». A Start Me Up abbiamo già parlato di Unicredit Start Lab: qualche mese fa abbiamo presentato infatti Bulbixin, startup calabrese che è entrata nel programma Unicredit e che rappresenta uno dei pochi casi positivi nel Sud Italia. «C’è un problema di qualità – continua Riccio – infatti le idee del Sud Italia che sono riuscite a entrare nel programma di Unicredit sono solo due al momento. Per questo motivo abbiamo pensato a dei momenti formativi come quello di Reggio Calabria per poter aiutare ulteriormente quanti fossero interessati a preparare al meglio la propria candidatura».
Il termine ultimo per presentare la propria idea imprenditoriale a Unicredit Start Lab è il 30 aprile e potete trovare tutte le informazioni su unicreditstartlab.eu.

In Calabria il mulino a pietra si finanzia con il crowdfunding

grano

immagine via

Forse ne avete già sentito parlare perché la notizia sta veramente facendo il giro di tutti i giornali ed essendo una storia che arriva dal centro della Calabria – per essere precisi, San Floro (CZ) – non potevo non raccontarla. Mi riferisco a Mulinum, il progetto portato avanti da Stefano Caccavari che attraverso il crowdfunding sta recuperando il più antico mulino a pietra naturale della Calabria per inserirlo in un ciclo produttivo di prodotti da forno. Il Sole 24 ore lo ha già definito il primo mulino social e la raccolta è in dirittura d’arrivo «Siamo all’80% della somma prevista» dice Stefano a Start Me Up. Quello di San Floro non è un mulino qualunque in quanto è uno dei pochi rimasti a pietra naturale. Al di là dell’evidente valore storico c’è anche un vantaggio dal punto di vista produttivo perché la macinatura ottenuta da questo tipo di pietra è unica e difficilmente replicabile. Inoltre anche il grano che si intende macinare presenta delle qualità nutritive particolari «Come il resto della Calabria anche a San Floro cresce un tipo di grano ricco di fibre e povero di glutine rispetto ai cosiddetti grani moderni». Stefano non è nuovo a simili iniziative: quando San Floro ha rischiato di diventare la più grande discarica d’Europa ha dato vita a orto di famiglia: «Siamo ripartiti dalla terra per dire che il nostro territorio è a vocazione agricola e non a vocazione di rifiuti industriali e pericolosi». E infatti oggi chi vive nei pressi di Catanzaro può comprare a km zero frutta e verdura coltivati senza concimi chimici. Anche se manca poco c’è ancora modo per contribuire alla realizzazione del mulino. Per farlo si può contattare Stefano sul suo profilo facebook oppure andare su mulinosanfloro.it e fare una donazione libera o acquistare in anticipo il kit farina bio.

Partita la seconda edizione della Sharing School a Casa Netural

sharing-school_MateraDopo circa un anno torno a sentire Andrea Paoletti di Casa Netural, che in Basilicata offre uno spazio dedicato al coworking e al co-living. Uno dei servizi offerti è l’incubatore di sogni, un pacchetto che permette a chi ha un’idea di metterla in pratica attraverso mentoring e assistenza. In quest’ottica assume più valore la collaborazione con materahub (già sentiti anche loro, in questo podcast) che permetterà a chi frequenta Casa Natural di poter usufruire di ulteriori servizi. Con Andrea si parla anche della seconda edizione della Sharing School, pensata per progettisti e operatori pubblici che vogliono approfondire le tematiche dell’economia collaborativa. Spazio verrà dato anche alla legge che in questi giorni si sta discutendo e che mira a normare tutti i servizi che rientrano nella sharing economy «Il programma è molto vasto – dice Andrea a Start Me Up – ma l’apporto di docenti come Christian Iaione, Guido Smorto o Paolo Venturi di AICCON aiuterà i partecipanti a definire meglio gli aspetti centrali di questa bozza di legge». La scuola si svolgerà tra il 27 aprile e l’1 maggio 2016 e c’è tempo per mandare la propria candidatura fino al 30 marzo ore 23.59. Tra tutte le domande pervenute sarà data priorità a 35 partecipanti, di cui 5 “portatori” di progetti collaborativi, coerenti con il programma, da studiare e implementare insieme durante i giorni della Sharig School. Trovate tutte le informazioni su sharingschool.it.

Nell’immagine di copertina un momento del workshop L’idea imprenditoriale, via

PNI 2015: (quasi) tutti i vincitori in un podcast Dalle parole del prof. Passarino all'energia di Lorenzo e Carmen, capigruppo di due dei quattro progetti vincitori a questo PNI

Come anticipato dal post della scorsa settimana ecco il podcast interamente al Premio Nazionale dell’Innovazione 2015, che come sapete si è svolto tra il 3 e il 4 dicembre presso il campus universitario dell’Università della Calabria. Questo podcast non sarebbe stato possibile senza l’increidbile supporto del team di Keedra hosting che mi ha dato una mano sotto tutti i punti di vista per realizzare le interviste e le registrazioni durante i giorni di Cosenza. La puntata si apre con un bilancio a caldo del prof. Giuseppe Passarino, Delegato del Rettore alla Ricerca e al Trasferimento Tecnologico dell’Università della Calabria. Ho incrociato il professore dopo la premiazione (infatti i rumori in sottofondo testimoniano l’aria di festa) e ai microfoni di Start Me Up egli ha espresso la sua più totale soddisfazione per l’evento. Si è poi soffermato sulla terza missione dell’Università (il trasferimento tecnologico) e ha concluso esortando i ragazzi a avere coraggio, garantendo il totale appoggio dell’università, mica male no?

Si passa poi ai progetti vincitori dei quattro premi dell’edizione 2015 del PNI. Dei quattro premiati due progetti sono già passati dai nostri microfoni. Il primo è Intendime – prodotto destinato a non udenti composto da placche che fissate su alcuni oggetti permettono all’utente di ricevere una notifica sul proprio device (smartphone, tablet o braccialetto) non appena quell’oggetto suona – a cui è andato il premio ICT, di cui abbiamo parlato nel podcast del 23 luglio con Alessandra Farris. Poi c’è stato Smartvase – produzione di nuovi vasi biodegradabili che consentono un drastico abbattimento dei costi di smaltimento a vantaggio di un miglior impatto ambientale della produzione di piante da vaso – a cui è andato il premio Iren Cleantech & Energy. Ho parlato con Stefano Piotto, capogruppo del progetto, durante la diretta di giovedì scorso.

E così per questa puntata ho pensato di chiamare Lorenzo Frangi, capogruppo del progetto Goliath a cui è andato il premio Industrial. Goliath è una macchina utensile mobile a controllo numerico per lavorazioni di taglio, fresatura o incisione su pezzi piani. La possibilità di poter posizionare la macchina direttamente sul pezzo da lavorare rappresenta la vera innovazione che ha permesso ai ragazzi di vincere anche il Maker of Merit alla Maker Faire del 2014. La macchina sarà messa in vendita molto probabilmente attraverso il crowdfunding nei prossimi mesi. Per restare aggiornati c’è il sito goliathcnc.com.

Infine tocca al premio Life Science che è andato a New Gluten World dell’Università di Foggia. Il progetto si appresta a rivoluzionare il mercato alimentare perché rappresenta una valida alterativa da offrire ai celiaci. Grazie a New Gluten World, il celiaco potrà mangiare il glutine perché la sostanza viene privata della parte nociva. I ragazzi sono motivatissimi come potete anche voi sentire dalla voce di Carmen Lamacchia, capogruppo del progetto. Anche perché, particolare di non poco conto, New Gluten World, ha vinto anche il premio assoluto della tredicesima edizione del Premio Nazionale dell’innovazione. Bravi!


Chi ha finanziato le Startup nel 2014? Fundable ha pubblicato un'infografica sui principali canali di investimento delle startup

Qualche giorno fa, Fundable, piattaforma di crowdfunding dedicata alle piccole e medie imprese, ha pubblicato un’infografica che riguarda i finanziamenti alle startup negli Stati Uniti. Potete trovare l’immagine qui oppure alla fine di questo post.

È interessante notare che meno dell’1% dei finanziamenti per startup arriva da accordi con Venture Capital,  mentre più dell’80% delle startup si autofinanziano. Al momento il crowdfunding copre solo il 3% dei finanziamenti, anche se ultimamente sta crescendo (e tanto) con numeri da capogiro. Secondo questa infografica infatti la raccolta online racimola circa 2 milioni di dollari ogni giorno.

Ma questi soldi a chi vanno? Stando ai dati raccolti dallo staff di Fundable, le startup che ottengono più finanziamenti sono quelle che si occupano di software seguite da quelle che si occupano di media e entertainment, biotecnologia, servizi IT, aziende che ruotano attorno al mondo della medicina. Chiudono la classifica le aziende e le industrie che si occupano di energia e infine ci sono quelle che offrono servizi e prodotti.

Questi e altri dati, nella infografica che trovate di seguito.

2014 Crowdfunding Infographic - Fundable.com

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