23. Authentico e la lotta contro i fake alimentari



Contro le fake news stiamo lottando ancora ma sui fake alimentari possiamo contare su una nuova arma. In Campania c’è chi vuole difendere il made in Italy in campo alimentare con Authentico, una app che grazie al crowdsourcing vuole scovare tutti quei cibi che non sono prodotti in Italia. Oltre Authentico, è nato anche il cosiddetto Osservatorio dell’Italian Sounding, un ente che va a caccia di tutti quei prodotti che “suonano” italiano ma che in realtà hanno ben poco a che fare con il nostro paese.

Un approccio nuovo, ci dice Pino, alla lotta contro questi fake alimentari perché per la prima volta non si parte da consorzi o etichette, ma si chiede il diretto coinvolgimento dei consumatori, prime vittime di questi imbrogli. Dopo di loro ci sono anche le aziende italiane – quelle vere – che sono penalizzate enormemente da prodotti falsi in termini economici e poi di immagine. Conseguenze che si abbattono sull’intera categoria di prodotti che rischia di perdere quel prestigio per cui è riconosciuta in tutto il mondo.

La citazione di Pino di Authentico

Cosa possiamo imparare dalla storia di Authentico?

Authentico nasce dopo circa tre anni di studi sul mercato del cibo italiano e dei meccanismi dell’export e dell’import italiano e non. Come dice Pino nell’intervista, c’è voluto tanto lavoro di ricerca, tante interviste a esperti del settore e di economia per pensare a un prodotto che potesse rispondere a una problematica sentita e che ha dei risvolti economici importanti. È lo stesso Pino a dirci che negli ultimi anni il mercato dei fake alimentari ha fatturato circa 70 miliardi di euro, contro i 40 di quelli dei prodotti autentici. È un fenomeno da non sottovalutare.

Authentico e tutta la sua community sono pronti a fare la loro parte ed essere un’arma in più contro i numerosi fake alimentari che nascono ogni giorno e in ogni mercato del mondo. Il tutto a sostegno delle aziende italiane e, ovviamente, del buon cibo.


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16. Contro lo spreco alimentare ci vuole un frigo solidale



La rima ci è venuta spontanea, ma non potevamo esimerci dal non farla. Il frigo solidale è un’iniziativa che già da qualche mese ha preso piede a Bari: l’obiettivo è ridurre lo spreco alimentare, incrementando il senso di comunità tra le persone. Ce lo racconta in questo sedicesimo podcast Saverio Fanfulla di Kenda Onlus, la no-profit che promuove l’iniziativa insieme all’Aps Farina 080 onlus, Link– sindacato studentesco, Zona Franca, The Hub, il Comune di Bari – Assessorato al Welfare e con il sostegno di Fondazione con il Sud.
Frigo Solidale copertinaSono in tutto 7 i frigoriferi che sono stati collocati in tutto il capoluogo pugliese e ognuno di questi è a disposizione della comunità di riferimento. Nel frigo ognuno sarà libero di mettere i cibi che non intende mangiare, seguendo, naturalmente, alcune regole imposte dal proprio gruppo. Se state però pensando che a beneficiare di questi cibi sia solo chi si trovasse in condizioni di povertà siete leggermente fuori strada.

In effetti è vero che in alcuni casi sono le fasce più povere della popolazione a attingere ai frigoriferi, ma questo è solo uno degli scopi di frigo solidale. L’obiettivo principale resta infatti ridurre lo spreco alimentare: va da sé quindi che ogni membro di una comunità (in condizioni di povertà o meno) riesca a comprendere l’importanza di una spesa che sia in linea con propri i consumi quotidiani e riesca quindi a non buttare il cibo perché in eccesso. In questa ottica tutti possono prendere il cibo, a patto che poi venga effettivamente consumato.

La citazione di Saverio di Frigo Solidale

Al momento il frigo solidale è attivo a Bari, ma Saverio ci dice che sono già tante le associazioni che hanno espresso il desiderio di portarne uno (o più) in altre città. In questo senso, i ragazzi di Bari sono a totale disposizione per fornire il supporto necessario e mettere a servizio di altri la propria esperienza. Un modo – se volete – per dire che la solidarietà non si ferma mica al frigo.


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