Se il mercato cambia non è detto che tu debba adattarti



Il 13 giugno ho ricevuto una mail che recitava pressapoco così:

Ciao Fabio,

con dispiacere ma anche con l’orgoglio di chi piano piano ha visto crescere una realtà aziendale capace di giocare un ruolo nel complicatissimo scenario del marketing digitale italiano ed europeo, ti comunichiamo che dal 1 luglio interromperemo tutti i nostri servizi.

Il mittente era Fabrizio Ferreri di Seejay che proseguiva la mail elencando il percorso che aveva portato questa startup a lavorare con Rai, Sisal, Amadori, e tante altre aziende importanti restando sempre in Sicilia. Non ci ho pensato due volte e ho chiesto a Fabrizio di raccontare ai nostri microfoni la storia di Seejay e di come questa startup sia arrivata a chiudere dopo sei anni di attività.

Seejay, startup pioniera del mercato digitale

Seejay è una delle prime startup nate in Sicilia e sicuramente una delle prime che era riuscita a interpretare al meglio le potenzialità del mercato digitale che in quel periodo nasceva. Grazie a Seejay ogni utente riusciva a raggruppare in modo semplice e intuitivo tutti i messaggi presenti sui social che riguardavano uno specifico argomento. Seejay funzionava con i principali social network e in poco tempo era riuscita a ritagliarsi un piccolo spazio nel panorama digitale italiano.

Quello in cui ha mosso i primi passi Seejay era un mercato popolato da veri e propri pionieri che sperimentavano sulla propria pelle un nuovo modo di fare impresa. In questa intervista Fabrizio parla naturalmente anche di questo perché se oggi Seejay non c’è più è principalmente perché quel modello di sviluppo è stato totalmente inghiottito dalle più classiche logiche capitalistiche.
Il mondo delle startup che conosceva Fabrizio conteneva l’utopia di un mercato che potesse svilupparsi in modo totalmente diverso rispetto al passato. La storia ci ha detto che le cose sono andate diversamente e allora i soci fondatori di Seejay hanno deliberatamente deciso di non voler proseguire più questa avventura. Ci sono stati anche alcuni tentativi di cedere la società, ma tutti sono stati vani: i motivi li spiega per bene Fabrizio nel corso dell’intervista.

La citazione di Fabrizio di Seejay

Come ogni storia che si chiude però, anche quella di Seejay non è passata invano: il team che lavorava al progetto oggi non esiste più e ogni componente ha seguito diverse strade. Tutti sfruttano al meglio l’esperienza accumulata in questi anni di lavoro a Seejay. Lo assicura Fabrizio stesso che oggi è un professore e uno scrittore e nel lavoro di tutti i giorni mette un po’ di ciò che ha imparato nelle sue nuove professioni. Una sorta di giveback che ricorda molto il modello del mondo startup della prima ora a cui abbiamo fatto riferimento poco fa. Un modello che anche in Italia abbiamo provato a sperimentare e che forse non tornerà più.

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